Enjoy food, travels and life

Qualcuno probabilmente se lo starà domandando: "Ma non potevi partecipare anche con questa ricetta al contest dei formaggi svizzeri?" Assolutamente sì risponderei io, eppure non l'ho fatto perché ho deciso di aderire ad un altro bel progetto, sempre promosso dallo Switzerland Cheese Marketing Italia, a cui mi è stato proposto di partecipare e a cui ho aderito con molto piacere.

Mi son giocata una ricettina da street food è vero, ma più che volentieri. :-)

Volentieri perché il progetto tratta un tema a me molto caro: lo spreco di cibo.
Il cibo è diventato un bene di cui disponiamo a dismisura e a cui leghiamo spesso e volentieri anche in maniera insana emozioni e sentimenti e in cui affoghiamo a volte anche i dispiaceri, arrivando ad abusarne proprio in contrasto con chi invece il cibo non ce l'ha o non ne ha a sufficienza.

L'ammontare di spreco di cibo nel nostro Paese è allarmante e oserei dire vergognoso. In casa mia lo sanno tutti che sprecare cibo è una cosa che letteralmente odio. E sappiate che questa parola non la uso praticamente mai.

Polpette di formaggio polenta e cipolle ricetta facile e gustosa - corn flour and cheese balls tasty recipe

Ho deciso di aderire quindi con questa ricetta fatta di ingredienti per lo più considerati "poveri", ma che insieme regalano un piatto semplice e di gran sapore, a dimostrazione del fatto che in cucina per ottenere un buon piatto non servono ingredienti complessi o ricercati bensì amore, tradizione e semplicità legati insieme da un pizzico di fantasia e tecnica.

Polpette di polenta, Gruyère e cipolla

Preparazione: 40 min.Cottura: 30 min.Riposo: 40 min.
Porzioni: 6 Kcal/porzione: 250 circa
Ingredienti:

  • 200 g di farina di mais gialla per polenta
  • 100 g di Gruyère
  • 100 g di cipolla bianca
  • 1 noce di burro
  • 20 g circa di olio extravergine di oliva
  • Semi di sesamo
  • Semi di papavero
  • Sale q.b.
Preparazione:

  1. Tritare finemente la cipolla e metterla a cuocere in una casseruola a bordi alti (meglio se di rame) con il burro.
  2. Una volta imbiondita unire la farina di mais gialla.
  3. Preparare una classica polenta rustica aggiungendo l’acqua e mescolando delicatamente.
  4. A metà cottura unire il Gruyère tagliato in piccoli cubetti.
  5. Mescolare accuratamente sino a che non sarà ben amalgamato con la polenta e si sarà fuso.
  6. Regolare di sale e terminare la cottura. La polenta sarà pronta quando avrà una consistenza densa e tenderà a staccarsi dai bordi del tegame.
  7. Rigirarla su un tagliere di legno, stenderla accuratamente e lasciarla raffreddare completamente.
  8. Una volta fredda, prelevare con le mani bagnate nell’acqua un pochino di polenta alla volta e formare tante polpette grandi come una noce.
  9. Rivoltarle a piacere nei semi di sesamo, papavero o se si preferisce in altra farina gialla.
  10. Adagiarle su una leccarda rivestita con carta forno e vaporizzarle con l’olio.
  11. Infornare a 180 °C in modalità ventilata sino a doratura (circa 10 minuti).
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Le polpette qua sotto non sono state passate nei semi, ma semplicemente nella farina gialla.
Le mie preferite sono quelle coi semi di papavero, a mamma piacciono col sesamo, a babbo semplici senza niente, a Massi tutte. Insomma se volete accontentare tutti, come succede a casa mia, consiglio di prepararle in tutti i modi.


E a proposito di sprechi, queste non avanzano mai, ma se per caso così non fosse si possono conservare in frigo per un paio di giorni e riscaldare in forno o al microonde.

Con questa ricetta prendo parte al progetto DelicateFood e se siete curiosi di vedere la ricetta anche sul sito dedicato al progetto potete leggerla cliccando qui.



L'oggetto del contest? Street food. Fantastico!
Il prodotto da utilizzare? Formaggio Gruyère e Sbrinz. Fantastico!
Il prodotto che vorrei realizzare? Buono, saporito, caldo, godurioso, colante e filante. Fantastico, mi metto all'opera!
Fotografarlo? Difficilissimo!

Eh sì! Perché potrebbe sembrare quasi ironico mettere in posa e far dire "Cheese!" a un bel pezzo di formaggio caldo, grondante e untuoso, eppure non lo è affatto!
Ma del resto che street food sarebbe se non fosse così?
E poi mica lo puoi far raffreddare. Va servito caldo a chi è in fila che aspetta di mangiare a morsi il bel pasto succulento. Lo avvolgi nella carta e via un morso dopo l'altro.

Insomma tutta sta premessa per dire che io ho pasticciato. Ho visto foto perfette di carte da fritto immacolate di cui sono invidiosissima, perché io ho avuto non poche difficoltà a fotografare il mio street food in modo che si vedesse almeno la scritta col nome del contest.

Ma veniamo alla ricetta che ho preparato per il contest in questione e che ho fotografato in barba al delizioso unto e bisunto e al fatto che la scritta si fosse quindi sporcata o meno: sigarotti ripieni di Gruyère e prosciutto cotto affumicato con Sbrinz e semi di sesamo in crosta.

Pasta sfoglia ripiena di formaggio e prosciutto cotto ricetta antipasto aperitivo - puff pastry stuffed with cheese and ham tasty recipe

A raccontarla tutta ho pure sprecato due fogli: uno mi si è strappato per sbaglio per traverso e sul secondo ci è finita una mega patacca di Sbrinz colante che non ho resistito a staccare e mangiucchiare. Ma non potevo farla vedere! :-)

Sigarotti al Gruyère e prosciutto cotto

Preparazione: 20 min.Cottura: 15 min.Riposo: 30 min.
Porzioni: 12 Kcal/porzione: 230 circa
Ingredienti:

Per la pasta:
  • 200 g di farina 00
  • 90 g di burro morbido
  • 5 g di sale
  • 1 uovo
  • 20 g di acqua fredda
Per la farcitura:
  • 150 g di Gruyère
  • 100 g di prosciutto cotto affumicato (spessore 4 mm circa)
Per la copertura:
  • 100 g di Sbrinz grattugiato
  • Semi di sesamo a piacere
Preparazione:

Per la pasta:
  1. Impastare tutti gli ingredienti insieme fino ad ottenere un composto omogeneo e liscio.
  2. Metterlo a riposare in frigo per almeno mezz'ora avvolto nella pellicola trasparente.
  3. Una volta raffreddato stenderlo fra due fogli di carta forno con uno spessore di circa 1-2 mm.
Per la farcitura:
  1. Tagliare il formaggio e il prosciutto a listarelle di 4 mm per lato e lunghe circa 10 cm.
Assemblaggio:
  1. Accendere il forno in modalità ventilata a 180 °C.
  2. Adagiare 4 listarelle di Gruyère e 4 listarelle di prosciutto sulla pasta e avvolgerla stretta intorno al ripieno.
  3. Richiudere le estremità ed eventualmente tagliare le eccedenze d'impasto.
  4. Ripetere l'operazione fino a esaurimento della pasta. In tutto si dovrebbero ottenere circa 12 sigarotti come nella foto. Gli sfridi (o eccedenze) di pasta si possono impastare e stendere ancora.
  5. Infine spolverizzare la superficie del sigarotto con lo Sbrinz grattugiato e semi di sesamo a piacere.
  6. Infornare per 15 minuti di cui gli ultimi 5 passati in modalità grill e poi servire immediatamente.
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Insomma adesso mi mancano pochi fogli e altre due ricette. Mi basteranno? Devo farcela! :-)


Con questa ricetta partecipo al contest del blog Peperoni e patate:



Benvenuti al nuovo appuntamento con la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita cogliendo il meglio di ciò che ci offre.

Troppo spesso infatti le nostre giornate sono riempite di pensieri e preoccupazioni tendendo a dimenticare il bello che nella vita c'è (sempre!). Con questa scatola voglio immortalare, se non tutto, gran parte delle cose belle che riempiono la mia/nostra vita quotidiana (ma che potrebbe essere anche quella di tutti), dalle grandi alle piccole cose che ci rendono felici e, ancora meglio, sereni.

Questo è il resoconto della settimana appena trascorsa, la Serendipity Box n° 17:
  1. Camminare sui tappeti di foglie in centro città o nel morbidissimo bosco: è stupenderrimo.
  2. Assistere ormai da qualche bel giorno alle riprese di una futura serie TV proprio sotto i nostri uffici: SILENZIOOOOOOO, CIAK, AZIONE! Tutto il giorno sta tizia si sgola così rifacendo la stessa scena non so quante volte. Contenti loro...
  3. Come avevo anticipato su Facebook: aprire le email dopo una giornata di dodici ore di lavoro e trovarne una che ti porta il sorriso da un orecchio all'altro.
  4. Un'amica al "cellulare". O forse è il caso di chiamarlo ripetitore? No comment! Ma prima mi faccio due risate.
  5. Dottore! Ancora! Ma che ci posso fare? Sì, forse almeno prenderlo più piccolo? Giammai! :-)
  6. L'alba sulle montagne prima di andare a lavorare sabato mattina. Dai che se si parte così, la giornata non è poi tanto male. :-)
  7. Sushi! A gogò per di più, anzi: all you can eat. Mi sa che non mi faranno più entrare: li ho mandati in fallimento. ;-)

L'aforisma della settimana è:
"C'è una sola cosa orribile al mondo, un solo peccato imperdonabile: la noia."
(Oscar Wilde)


Niente di più vero secondo me. Non possiamo permetterci di annoiarci, la vita è troppo corta per poterlo fare.
Buona settimana ricchissima e felicissima a tutti!


Il bello di vivere o visitare una regione diversa da quella di appartenenza è che si possono scoprire un sacco di piatti della tradizione che prima si ignoravano completamente.
Qui in Trentino, uno di questi è composto da un ingrediente del tutto particolare che prende il nome di "carne salada".

Carpaccio di carne salada salata e fagioli ricetta tipica trentina - row salted beef carpaccio typical italian recipe

La carne salada si può consumare sia cotta che cruda ed è proprio in quest'ultima versione che ho preparato il piatto di oggi. Non sono una grande consumatrice di carne, anzi, ma ogni tanto questo piatto me lo concedo proprio volentieri: è molto saporito, fresco e leggero.

Carpaccio di carne salada e fasoi

Preparazione: 10 min.Cottura: nessunaRiposo: nessuno
Porzioni: 4 Kcal/porzione: 260 circa
Ingredienti:

  • 320 g di carne salada trentina affettata a carpaccio
  • 600 g di fagioli borlotti cotti
  • 1 pezzetto di cipolla
  • Olio extravergine di oliva a piacere
  • Sale e pepe q.b.
Preparazione:

Nel caso si abbiano fagioli freschi (circa 300 g) porli in una pentola (meglio se di coccio, ma io non ce l'ho) con acqua fredda fino a coprirli completamente al loro livello o poco più. Si possono aggiungere uno spicchio di aglio e un paio di foglie di alloro per aromatizzarli, ma anche da soli saranno buonissimi.
Accendere il fuoco bassissimo e iniziare la cottura. L'ideale sarebbe quello di non portare a forte bollore i fagioli ma di farli cuocere molto lentamente e man mano che l'acqua si ritira aggiungerne altra di fredda.
A metà cottura, circa 30 minuti da quando si mettono sul fuoco, salarli leggermente. Saranno cotti quando all'assaggio avranno la tendenza a disfarsi seppur rimanendo belli integri e sodi (insomma si capisce bene sotto i denti piuttosto che scriverlo a parole).
Una volta cotti lasciarli raffreddare. Questa cosa quindi si può fare la sera prima.
  1. Affettare molto sottilmente un pezzetto di cipolla.
  2. Disporre il carpaccio di carne salada cruda su un piatto da portata.
  3. Unire i fagioli e condirli con un filo di olio, sale e pepe e poi cospargere sopra qualche fettina di cipolla.
Note:

Io ho servito anche con del cavolo cappuccio bianco e rosso affettati sottilmente con un'affettatrice. La cipolla nel carpaccio la metto a crudo, ma in alternativa per chi lo preferisce, si può rosolare nell'olio e poi unirla ai fagioli.
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Questo piatto può essere servito sia come antipasto (per cui dimezzare le dosi indicate sopra) o come secondo piatto, o piatto unico accompagnato da cavoli cappucci affettati, formaggi stagionati come il Trentingrana oppure con il classico Tortel di patate la cui ricetta la trovate qui.


Se volete saperne un pochino di più su questo prodotto tipico e davvero molto buono ecco qui il sito del consorzio dei produttori di salumi trentini (che non mi hanno dato un centesimo eh!), oppure utili informazioni direttamente su Wikipedia.


Quest'anno il bosco ha fatto sciopero. Di funghi buoni neanche l'ombra, o più probabilmente i pochi che son spuntati se li sono presi i cercatori di funghi (qui fungaioli) più mattinieri.
Ho ripiegato quindi su chiodini e champignon comprati pur di preparare questi inusuali quanto, secondo me buoni, gnocchi di carote.
L'orto però, nonostante quest'anno balordo in cui frutta e verdura sono state decimate, ha deciso di regalarci almeno qualche soddisfazione: le carote per l'appunto. Alleluia!
Sono arrivate grandi, grandissime, giganti!
Così grosse che paiono transgeniche e invece sono del tutto biologiche, prodotte dal mio infaticabile suocero Luigi.

Gnocchi di carote ai funghi trifolati ricetta light - carrot gnocchi with mushrooms recipe low carb veggie

Gnocchi di carote ai funghi trifolati

Preparazione: 30 min.Cottura: 50 min.Riposo: nessuno
Porzioni: 4 Kcal/porzione: 410 circa
Ingredienti:

Per gli gnocchi:
  • 500 g di carote
  • 200 g di farina 00
  • 4 uova
  • 60 g di Parmigiano Reggiano
  • Sale q.b.
Per il condimento:
  • 400 g di funghi freschi (io avevo chiodini e champignon)
  • 1 scalogno
  • 1 spicchio di aglio
  • 20 g di burro
  • Prezzemolo a piacere
  • Parmigiano Reggiano a piacere
  • Sale q.b.
Preparazione:

  1. Pulire le carote, tagliarle a cubetti e cuocerle in acqua bollente fino a che non saranno ben morbide. Una volta cotte scolarle accuratamente e lasciarle raffreddare scoperte.
  2. Nel frattempo lavare i funghi e tagliarli a piacimento a seconda della varietà scelta.
  3. Tritare finemente lo scalogno e farlo soffriggere in una capiente padella con il burro fuso.
  4. Unire i funghi e lo spicchio di aglio schiacciato. Lasciare cuocere a pentola scoperta sino a che i funghi non avranno perso gran parte della loro acqua e saranno ritirati. Salare.
  5. Tritare finemente il prezzemolo, grattugiare il formaggio per il condimento e tenerli da parte.
  6. Mettere a bollire l'acqua e una volta a bollore salarla.
  7. Prendere le carote lessate raffreddate e poi metterle in un canovaccio o in un cencio pulito.
  8. Chiuderle e strizzarle energicamente per far perdere loro il maggior contenuto d'acqua di cottura possibile per poi così richiedere un minor quantitativo di farina e rendere l'impasto più asciutto e gli gnocchi più compatti.
  9. Passare al mixer le carote con le uova e i 60 g di formaggio. Unire la farina, salare e pepare.
  10. Mescolare accuratamente fino ad ottenere un impasto liscio, omogeneo e "colloso".
  11. Trasferire il composto in un sac à poche, tagliare la punta della sacca in modo da poter ottenere degli gnocchetti di circa 1 cm di ø.
  12. Con l'aiuto di un coltello tagliare il composto che esce dal sac à poche direttamente sulla pentola con l'acqua salata in ebollizione.¹
  13. Una volta che gli gnocchetti verranno a galla, scolarli e versarli nei piatti da portata. Procedere così fino a terminare il composto all'interno del sac à poche.
  14. Versare il sugo di funghi sugli gnocchetti direttamente nel piatto di portata senza ripassarli in padella per evitare che nel mescolarsi si rompano o perdano di consistenza.
  15. Servire col prezzemolo tritato e il formaggio grattugiato tenuti da parte.
Note:

  1. N.B.: poiché l'impasto degli gnocchi non ha una consistenza solida, per evitare che si disfino in acqua al momento della cottura io faccio prima la prova con il taglio di un singolo gnocchetto. Se cuoce correttamente procedo con il resto del composto. Se così non fosse, riprendere il composto e unire ulteriore farina. Non dovrebbe succedere con le dosi indicate, ma non si sa mai con che carote si ha a che fare. :-)
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Benvenuti al nuovo appuntamento con la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita cogliendo il meglio di ciò che ci offre.

Troppo spesso infatti le nostre giornate sono riempite di pensieri e preoccupazioni tendendo a dimenticare il bello che nella vita c'è (sempre!). Con questa scatola voglio immortalare, se non tutto, gran parte delle cose belle che riempiono la mia/nostra vita quotidiana (ma che potrebbe essere anche quella di tutti), dalle grandi alle piccole cose che ci rendono felici e, ancora meglio, sereni.

Questo è il resoconto della settimana appena trascorsa, la Serendipity Box n° 16:
  1. Adesso che anche mio suocero ha scoperto i biscotti della colazione di Massi (questi qua), ne vuole anche lui (pure con la variante al cioccolato). E allora via con le mani in pasta a prepararne tripla dose.
    Massi si è divertito a fotografarmi mentre impastavo (sempre a mano poiché San Impastatrice è ancora nella wish list degli acquisti) praticamente sommersa dalle farine. :-) Missione compiuta. Oltre mezzo migliaio di biscotti sfornati in due ore!
  2. Un piacevolissimo invito a pranzo: ottima cucina, bella compagnia e tante chiacchiere. Qui un assaggino di quel che ci siamo gustati. Mica che posso far vedere che fotografo quel che mi preparano no? ;-)
  3. Svegliarsi in una mattina grigia e piovosa e trovarsi un cuoricino nel cappuccino. La giornata parte subito bene, sì, sì!
  4. L'orecchio storto del nostro favoloso (non è così?) cagnolone mentre segue attentissimo ogni singola mossa del suo padrone alfa Massi.
  5. Dopo una zonzolata in centro città, cena! Pollo allo spiedo con patata al cartoccio e panna acida e salsa BBQ.
  6. L'autunno nel bosco: colori fantastici, clima temperato, cielo terso e vista sulle montagne. Che posso volere di più? Sì, respirare a pieni polmoni quest'aria a più non posso.

L'aforisma della settimana è:
"Una vita senza sogni è banale sopravvivere, tacita resa agli eventi, lento volgere all'imbrunire."
(Lisandro, Generale Spartano)


Inseguendo i miei sogni giorno per giorno, sperando di raggiungerli e di averne sempre di nuovi auguro una bellissima settimana a tutti, ricca di sogni, realizzazione e felicità. :-)


In qualche post fa avevo raccontato la ricetta per preparare i bliny russi: quelli originali, quelli grandi, quelli che si arrotolano tipo crêpes e ne avevo promessa la versione finger food. Potevo non mantenere la promessa? Sia mai!
Cioè, se faccio affidamento alla mia memoria allora ciao! anzi addio!, ma per fortuna c'è Blogger a ricordarmi che ho un post in bozza con questo nome.

Bliny con salmone finger food per aperitivi antipasti ricetta natalizia - buckwheat pancakes smoked salmon recipe apetizer blinis

Questi bliny sono perfetti per un aperitivo o un antipasto e spesso si vedono sulle tavole natalizie in festa. Credo che in tavola facciano proprio una bella figura. Non trovate?
Beh, non ne ho preparato uno solo ovviamente. E' che era tanto bello su quel piattino che non ho saputo resistere a fotografarlo da solo. Qui sotto eccone qualcun altro che ho preparato per i nostri ospiti.


Insomma vediamo come si preparano questi bliny in versione finger food.

Bliny con salmone in versione finger food

Preparazione: 20 min.Cottura: 20 min.Riposo: 1 ora
Porzioni: 40 bliny circa Kcal/porzione: 75 circa
Ingredienti:

Per i bliny:
  • 100 g di farina 00
  • 40 g di farina di grano saraceno
  • 2 g di lievito per preparazioni salate
  • 200 ml di latte intero
  • 40 g di panna acida (o in alternativa 40 g di yogurt bianco intero)
  • 1 uovo
  • 15 g di burro
  • 5 g di zucchero
  • 2 g di bicarbonato
  • Sale q.b.
Inoltre:
  • 150 g di panna acida
  • 200 g di salmone affumicato
  • 50 g di caviale (o in alternativa uova di lompo rosse o nere)
  • 1 ciuffetto di aneto
Preparazione:

  1. Intiepidire a fiamma bassa il latte e sciogliervi dentro il lievito.
  2. In una capiente ciotola unire la farina 00, il latte, lo zucchero, la panna acida (o lo yogurt) e il burro fuso.
  3. Coprire la ciotola con un panno e lasciare riposare per 1 ora in un luogo lontano da correnti d'aria.
  4. Separare l'albume dal tuorlo e unire quest'ultimo al composto di latte e farina.
  5. Unire la farina di grano saraceno e mescolare delicatamente.
  6. Montare a neve l'albume e unirlo al composto unendo il pizzico di bicarbonato e sale.
  7. Mescolare delicatamente cercando di non smontare il tutto.
  8. Scaldare due padelle antiaderenti e ungerle leggermente con dell'olio anche se il blin non si dovrebbe attaccare comunque.
  9. Versare l'equivalente di un cucchiaio di impasto in modo da vedere quanto spessore prende in cottura il blin. Lo spessore finale non dovrebbe superare il ½ cm. Se fosse troppo liquido aggiungere un po' di farina 00 setacciata.
  10. Se il blin "di prova" è okay, formare tanti singoli blin sul fondo delle padelle (3-4 o più alla volta a seconda della capienza).
  11. Cuocerli un minuto per lato e poi adagiarli su un piatto da portata.
    Con le dosi indicate dovrebbero ottenersi circa 40 bliny finger food.
  12. Adagiare su ciascun blin un cucchiaio di panna acida, una strisciolina di salmone affumicato, un pochino di caviale e un ciuffetto di aneto.
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Se non trovaste l'aneto potrebbe andare bene anche qualche ciuffetto di finocchio selvatico.
Deliziosi anche con kefir al posto della panna acida. Insomma provateli, sbizzarritevi e poi mi direte. :-)



Oggi è il World Bread Day, giornata che festeggia il pane come simbolo di solidarietà e prodotto alimentare universale di base che caratterizza e allo stesso tempo accomuna culture diverse tramite le sue preparazioni più disparate.
Purtroppo il pane costituisce ancora per molti un prodotto di lusso per cui mi piace sfruttare questa giornata anche per sensibilizzare l'opinione pubblica e ricordare che non tutti sono fortunati come noi che il cibo non solo ce lo mettiamo in pancia senza tanto appetito ma ci prendiamo pure lo sfizio di fotografarlo.

Proprio perché con prodotti base come farina e acqua si possono ottenere nelle varie culture mondiali prodotti così differenti e disparati tramite diverse miscele, fermentazioni, cotture e forme, ho deciso quest'anno di festeggiare con una ricetta messicana, uno dei piatti preferiti del mio Massi: le tortillas.
In giro per gli USA non se le faceva mai mancare, in tutte le loro declinazioni.
E come dargli torto? Sono buonissime, da sé a mo' di pane, ma soprattutto ripiene.

Replicarle a casa può essere davvero semplice e si possono ottenere risultati grandiosi seguendo alcuni accorgimenti.
Come al solito prima di scrivere il post ho sperimentato un bel po'. Vi lascio la mia versione, cercando di rimanere il più possibile fedele a quella originale.

Vediamo prima però le principali difficoltà che si possono incontrare:

1) Reperire gli ingredienti giusti, o meglio l'ingrediente giusto.
Oltre a farina, acqua e sale per fare le tortillas infatti non serve proprio niente. Non si devono usare né grassi come per esempio nelle piadine, né tantomeno lieviti. L'ingrediente difficile da reperire in questo caso è la farina di mais bianco, la masa harina.
Non si parla infatti di farina di grano, né di farina di mais (quella gialla che comunemente conosciamo per intenderci). Questo tipo di farina non ha la raffinatezza della farina 00 e neanche la ruvidezza di quella di mais classica, ha tendenza appiccicosa e trattiene un buon quantitativo di acqua.
Di solito si riesce a trovare nei negozi che vendono prodotti etnici o nei grandi supermercati ed è adatta ai celiaci che quindi possono consumare le tortillas tranquillamente (è bene comunque controllare che la confezione riporti indicazioni precise).
Se proprio non si riesce a trovarla si può sostituire con 50% di farina di grano 00 e 50% di amido di mais, ma in questo caso però per i celiaci non andrà più bene e comunque il risultato non sarà proprio lo stesso.

2) Avere gli strumenti giusti.
Per preparare le tortillas messicane originali occorre una tortillera per pressare la pasta e una piastra speciale chiamata "comal" per la cottura. Io non ho né la tortillera, né il comal ma mi sono arrangiata lo stesso con qualche trucchetto (vedi preparazione qua sotto).

3) Mantenere le tortillas morbide.
Quando si mangiano le tortillas messicane la pasta è morbida, non tostata, si piegano facilmente senza rompersi, al massimo si sfaldano un pochino. In questo caso il segreto è nella cottura e nella conservazione del prodotto (vedi preparazione qua sotto).

Tortillas messicane preparate in casa ricetta tradizionale - perfect tortillas recipe

Tortillas messicane

Preparazione: 30 min.Cottura: 15 min.Riposo: 15 min.
Porzioni: 4 (8 tortillas) Kcal/porzione: 180 circa
Ingredienti:

  • 200 g farina di mais bianco¹ (masa harina)
  • 300 ml di acqua a temperatura ambiente
  • 5 g di sale
Preparazione:

Impasto e stesura:
  1. Versare la farina setacciata in una ciotola e, poco a poco mescolando piano con le dita, unire a filo l'acqua tiepida con il sale disciolto.
  2. Impastare fino ad ottenere una palla morbida e omogenea (a me ricorda il marzapane). Coprire la ciotola con un panno e lasciare riposare per almeno 15 minuti in un luogo lontano da correnti d'aria.
  3. Prendere l'impasto e dividerlo in 6-8 palline del peso di circa 65-70 g.
  4. A questo punto se si ha la tortillera posizionare la pallina all'interno e pressare. Per chi come me non ce l'ha prendere due fogli di pellicola trasparente (i migliori sono tipo quelli del prosciutto, ma anche la classica pellicola o addirittura carta forno vanno bene) e stendere il primo strato sul piano di lavoro, posizionare la pallina un po' appiattita sopra e rivestirla con l'altro foglio di pellicola.
  5. Pressare con una pirofila, con una pentola (spingendo dai manici) o con un matterello la pasta fino ad ottenere uno spessore molto sottile di circa 1-2 mm al massimo. Avete un moroso, un amico energumeno o un parente con cromosoma Y e una buona dose di testosterone e muscoli? E' il momento di farli sentire importanti!² :-)
    Così facendo si dovrebbero ottenere delle tortillas tonde del ø di circa 18 cm.
Cottura e conservazione:
E' bene che la cottura avvenga poco prima di consumarle in modo da non farle seccare ulteriormente all'aria e raffreddare (devono essere consumate assolutamente calde).
  1. Riscaldare il comal, o una padella antiaderente (non unta) con il fondo spesso.
  2. Una volta rovente, a fuoco medio, cuocere la tortilla per al massimo 1 minuto per lato. Qualora vista l'umidità dell'impasto si facesse fatica a staccarle dalla carta forno senza romperle, togliere lo strato superiore e rigirarle direttamente in padella ancora attaccate all'altro foglio, attendere qualche secondo in modo che l'amido gelatinizzi e poi staccare delicatamente la carta forno.
  3. In cottura potrebbero gonfiarsi ma niente paura: se non si sgonfia da sé basta forare delicatamente le sacche d'aria con uno stuzzicadenti. Se la tortilla sarà ben sottile e con una buona umidità manterrà la sua morbidezza.
    In cottura non deve tostare e non dovrebbero formarsi crosticine nere.
  4. Man mano che si procede nella cottura impilarle una sull'altra intervallate con carta forno e coperte con pellicola d'alluminio o uno o più canovacci in modo da mantenerle il più possibile al caldo. Va benissimo anche in forno purché non troppo caldo e con un recipiente pieno d'acqua sul fondo che mantenga l'umidità³.
Note:

  1. Nel caso di persone intolleranti al glutine leggere attentamente l'etichetta del prodotto.
  2. Assolutamente da non fare: stendere la palla su una superficie infarinata! No way!
    La tortilla non deve prendere altra farina, deve tenere la sua buona dose di umidità altrimenti in cottura perderà la sua elasticità e classica morbidezza. E' proprio per questo motivo che la stendiamo fra due fogli: per non farla attaccare e per non farle perdere umidità.
  3. In caso si fossero seccate troppo fare questa operazione "di emergenza": metterle nel microonde 1-2 alla volta e azionarlo ad alta potenza per 15 secondi. Torneranno morbide per essere servite immediatamente con il ripieno scelto.
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Di solito sono farcite con fagioli, riso, carne (o frutti di mare), salsa guacamole, formaggio, verdure e chi più ne ha più ne metta.
Si differenziano poi a seconda del modo di essere ripiegate e/o cotte in:

Burritos: (asinelli, i più famosi! :-) ) tortillas ripiene ripiegate ai lati e poi arrotolate su se stesse a fagottino.

Enchiladas: tortillas arrotolate con il ripieno su loro stesse e cotte in forno, tipo i nostri cannelloni.

Fajitas: in questo caso si parla di accompagnamento poiché le fajitas sono strisce di carne cotte alla piastra con verdure varie. La tortilla è servita accanto o sotto a questo piatto.

Tacos: per nostra esperienza sono tortillas di dimensioni più piccole e generalmente piegate a metà e farcite. Possono trovarsi anche in versione fritta.

Empanadas: tortillas a mezzaluna ripiene di carne (talvolta mista), cipolle o altre verdure.

Tortilla Chips: tortillas tagliate secondo il diametro in ottavi (o più a seconda delle dimensioni) e fritte in olio bollente. Esistono poi anche queste qui nella versione con la farina gialla - tipo quelle che si trovano al supermercato per capirci.


Ecco il logo del contest di oggi:


Spero tanto di potervi mostrare tutti questi piatti nelle varie versioni che abbiamo provato al più presto.

Vi ricordo infine anche la ricetta con cui abbiamo ricordato il World Bread Day l'anno scorso: i deliziosi panini sassoni Laugenbrot.

Buona giornata paninosa a tutti! :-)


Benvenuti al nuovo appuntamento con la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita cogliendo il meglio di ciò che ci offre.

Troppo spesso infatti le nostre giornate sono riempite di pensieri e preoccupazioni tendendo a dimenticare il bello che nella vita c'è (sempre!). Con questa scatola voglio immortalare, se non tutto, gran parte delle cose belle che riempiono la mia/nostra vita quotidiana (ma che potrebbe essere anche quella di tutti), dalle grandi alle piccole cose che ci rendono felici e, ancora meglio, sereni.

Questo è il resoconto della settimana appena trascorsa, la Serendipity Box n° 15:
  1. L'arrivo del pacco contenente i formaggi per partecipare al contest dei formaggi svizzeri. Tre chili di formaggio DOP con cui preparare street food a volontà. Secondo me a Massi non toccheranno nemmeno le croste. ;-) Tutto mio, si capisce?
  2. Viaggiare in autostrada sgombera da traffico e lavori. Un sogno!
  3. Cogliere l'occasione per fare una bella zonzolata rigenerante col ritorno dei primi raggi di sole dopo tutti questi giorni grigi e di pioggia.
  4. Dottore ci sono ricascata. E' grave? No, perché la scorsa settimana pensavo che fosse l'ultimo e invece io continuo. Nemmeno il freddo mi ferma. Qui ho cremino al cioccolato e Nutella e ricotta con miele e noci. Robe di una bontà tale da sbattersi per terra! Ovviamente Massi mi fa compagnia.
  5. Dieci chili di nocciole fantastiche che aspettano solo di essere aperte e gustate. Chi viene a sgranocchiare con me?
  6. La pausa caffè. La adorata, agognata, liberatoria, consolatoria, ristorante, solitaria (non sempre necessariamente tutte quante insieme e nemmeno in quest'ordine) pausa caffè. Con la schiuma vale doppio!

L'aforisma della settimana è:
"La vita di un puntuale è un inferno di solitudini immeritate."
(Stefano Benni)


E visto che:
  • di tempo non ne ho di certo da buttare,
  • manco riesco a scrivere un post,
  • non riesco nemmeno a ricambiare il saluto alle mie adorate blogger,
  • non riesco nemmeno a ringraziare i nuovi follower,
  • non riesco a ringraziare per i premi che mi arrivano (giuro che passo!), allora approfitto qui.

GRAZIE, GRAZIE e ancora GRAZIE a: tutti i follower, commentatori firmati, commentatori anonimi, a chi prova le ricette e mi dice come son venute, a chi chiede informazioni sui viaggi, a chi ci segue su Facebook, Twitter e Google+ o Pinterest, a chi fa arrivare a oltre mille visite il blog ogni giorno (robe da pazzi!). Non sapete che soddisfazione. :-)
Davvero... grazie di cuore!

Auguro a tutti, una strepitosa settimana!


Ma se dico cucina russa che vi salta in mente?
Io non la conosco moltissimo, ma a me la prima cosa che viene in mente sono i bliny, una sorta di grandi pancake salati (oddio se mi leggono in Russia mi uccidono!) soffici e morbidi che vengono accompagnati di solito con panna acida, salmone, caviale, aringhe, funghi e quant'altro di salato e super saporito la fantasia suggerisca.
Non mancano anche gli accompagnamenti dolci con marmellate e confetture, ma nell'immaginario comune compaiono il più delle volte in versione salata.
Sono ricette della tradizione che vengono preparate in occasioni festose come per esempio la Pasqua ortodossa.

A casa li preparo piuttosto spesso anche se non delle dimensioni classiche che hanno nella versione originale russa e soprattutto quando trovo del buon salmone affumicato.

Bliny russi di grano saraceno ricetta tipica cucina russa - buckwheat pancakes blinis recipe

Per preparare i veri bliny (e non blinis come spesso si trova scritto) grandi e arrotolabili, occorre molto tempo. La lievitazione è infatti fondamentale per la buona riuscita della ricetta. Esistono varie versioni poi a seconda delle farine impiegate. A me risulta che quella classica sia con un mix di farina normale e di grano saraceno.
Il grano saraceno regala un sapore davvero particolare che però, va detto, non sempre a tutti piace. Personalmente lo adoro.
Ecco quindi la mia versione di bliny russi cercando di restare un pochino fedele alla tradizione.

Bliny russi di grano saraceno

Preparazione: 20 min.Cottura: 20 min.Riposo: 1 ora
Porzioni: 8 Kcal/porzione: 370 circa
Ingredienti:

  • 350 g di farina 00
  • 150 g di farina di grano saraceno
  • 7 g di lievito in polvere (o in alternativa 25 g di lievito di birra)
  • 700 ml di latte intero
  • 1 tazza di panna acida (o in alternativa un vasetto di yogurt bianco intero)
  • 3 uova
  • 50 g di burro
  • 15 g di zucchero
  • ½ cucchiaino di bicarbonato
  • 1 pizzico di sale
Preparazione:

  1. Intiepidire scaldandolo a fiamma bassa il latte e sciogliervi dentro il lievito.
  2. In una capiente ciotola unire la farina 00, il latte, lo zucchero, la panna acida (o lo yogurt) e il burro fuso.
  3. Coprire la ciotola con un panno e lasciare riposare per 1 ora in un luogo lontano da correnti d'aria.
  4. Separare gli albumi dai tuorli e unire questi ultimi al composto di latte e farina.
  5. Unire la farina di grano saraceno, mescolare delicatamente.
  6. Montare a neve gli albumi e unirli al composto unendo il pizzico di bicarbonato e il sale.
  7. Mescolare delicatamente cercando di non smontare il tutto.
  8. Scaldare due padelle antiaderenti con ø 20 cm e ungerle leggermente con dell'olio. Anche in mancanza di questo passaggio il blin non si dovrebbe attaccare comunque.
  9. Versare parte del composto ricoprendo il fondo della padella.¹
  10. Cuocere su due lati, facendo attenzione al momento di girarli.
  11. Mantenerli caldi sino al momento di servirli.
Note:

  1. Io faccio una prova di cottura prima con un cucchiaio di impasto in modo da vedere quanto spessore prende in cottura il blin. Lo spessore finale non dovrebbe superare il mezzo cm.
  • Da tradizione generalmente si servono stendendo un generoso strato di burro o panna acida, salmone e poi arrotolati su loro stessi come delle spesse crêpes.
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C'è chi dice che vadano serviti assieme a della vodka fredda, ma per questo non so darvi un parere, non ho mai provato.

Nel prossimo post vi farò vedere come li ho preparati nella versione finger food. A presto!


Benvenuti al nuovo appuntamento con la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita cogliendo il meglio di ciò che ci offre.

Troppo spesso infatti le nostre giornate sono riempite di pensieri e preoccupazioni tendendo a dimenticare il bello che nella vità c'è (sempre!). Con questa scatola voglio immortalare, se non tutto, gran parte delle cose belle che riempiono la mia/nostra vita quotidiana (ma che potrebbe essere anche quella di tutti), dalle grandi alle piccole cose che ci rendono felici e, ancora meglio, sereni.

Questo è il resoconto della settimana appena trascorsa, la Serendipity Box n° 14:
  1. Una piacevolissima zonzolata a Malga Grassi di Campi di Riva dove in allegra compagnia abbiamo mangiato fino a scoppiare. Meno male che poi zonzolando si recupera. Sì, va beh! Pensiamola così che è meglio. ;-)
  2. La merenda mattutina del sabato con l'uva con cui si fa il Marzemino. Dolceee!
  3. Finalmente posso dire: "Ho visto 'Colazione da Tiffany'." Audrey è adorabile!
  4. Con la scusa che poi sia troppo freddo perché non godersi l'ennesimo gelatone? Che sia l'ultimo immortalato della stagione? Uhm, mi sa di no! Elena essere tanto golosa... già, già!
  5. Come dicevo nello scorso post non accetto la fine dell'estate (vedi anche il precedente punto 4)) anche se credo che oramai qui la vedrò solo in cartolina. Anzi no, la vedrò per tutto l'inverno in questo quadro acquistato a Salvador de Bahia qualche tempo fa. Quanto lo adoro!

L'aforisma della settimana è:
"Io vado pazza per Tiffany: specie in quei giorni in cui mi prendono le paturnie."
(Holly Golightly - Audrey Hepburn)


E in barba alle paturnie, ma anche a Tiffany, ricchezza e ostentazione, godiamoci questa settimana alle porte con tutte le piccole gioie (quelle vere, non i gioielli) che ci regalerà. Buon tutto!


Oggi mi va di riportare alcune riflessioni meglio conosciute, soprattutto nel caso di genere femminile, con altri nomi un pochino più coloriti come "s***e mentali", che mi sono fatta in macchina lungo il tragitto di casa subito dopo aver acceso i fari.
Un'azione così banale che turbe che alimenta eh... già, già!
Vado:

Tramonto -> Fari -> Autunno... e poi sarà inverno. (Che pozzo di scienza che sono!)
La mattina mi sveglio ed è ancora buio. (E' passato l'equinozio, fai un po' te...)
Mi paiono le due di notte e faccio un sacco di fatica a uscire dal letto. (Meno male che c'è Massi che prepara il cappuccione sveglia zombie.)
Mentre faccio colazione sorge il sole e dalle finestre della cucina vedo il cielo che si tinge di colori bellissimi. (Dai che non è affatto male svegliarsi presto! :-) E via col secondo sorriso della giornata, il primo l'ho fatto a Massi.)
Ho freddo, ed è solo l'inizio, ma mi vesto poco perché non ho ancora accettato il fatto che l'estate sia andata. (Questa splendida e ricca estate! Malanno garantito, ma non demordo!)
Torno a casa dal lavoro che inizia a imbrunire e accendo i fari. (Eh sì, ritorno qui...)
Scema la voglia di passeggiate all'aria aperta o giretti in moto. (Nooo! Natura NOOO! Perché mi fai questo?)
Arriva tanta voglia di tè, cioccolata, fuoco, copertina sul divano e TV. (Io! Sì, proprio io, la TV! Sono da ricovero!)
E fra un mesetto voglia di calzini di lana triplo strato che mi arrivino all'inguine. (Sono ancora in tempo per sferruzzare.)
L'autunno e l'inverno vanno così.
Amo i loro colori, amo la sensazione del tepore di casa, amo i minestroni di cui mi drogherò, ma loro non credo di amarli.
Li sopporto cercando di goderli come sempre il più possibile, ma tutto sommato ammettendolo fra me e me spero sempre che finiscano presto.

Potrei scrivere ancora, la strada è lunga e le turbe non finiscono mai presto, cosa che invece non posso dire della ricettina di oggi: una salsa che va via come il pane. No, anzi, come le patatine visto che sono il miglior modo per gustarla. :-)

Perfect guacamole dip - salsa con avocado per aperitivi ricetta recipe

Guacamole

Preparazione: 10 min.Cottura: nessunaRiposo: nessuno
Porzioni: 4 Kcal/porzione: 120 circa
Ingredienti:

  • 1 avocado grosso e ben maturo (200 g di polpa circa)
  • ½ cipolla bianca
  • 6-7 pomodorini ciliegia
  • ½ spicchio di aglio
  • 1 lime
  • Coriandolo fresco
  • 1 peperoncino piccante rosso fresco
  • Sale q.b.
Preparazione:

  1. Lavare i pomodorini, tagliarli a pezzettini piccoli ed eventualmente, se non graditi, privarli dei semi (io li lascio).
  2. Tritare finemente la cipolla, il peperoncino e il coriandolo.
  3. Spremere il succo del lime.
  4. Privare l'aglio della parte centrale e tritarne finemente una metà.
  5. Con un coltello affilato aprire in due metà nel verso della lunghezza l'avocado fino a toccare il nocciolo.
  6. Con l'aiuto di un cucchiaio scavare accuratamente la polpa, raschiando bene l'interno della buccia in entrambe le metà.
  7. Schiacciare la polpa con i rebbi di una forchetta (non passarlo al mixer). Se l'avocado sarà ben maturo questa operazione sarà semplicissima e si otterrà una polpa morbida.
  8. Mescolare tutti gli ingredienti e salare a piacimento.
  9. Servire immediatamente.
Note:

Conservazione: se la salsa non viene servita subito allora tenere da parte qualche goccia di succo di lime da spruzzare (meglio se con uno spruzzino che vaporizza) sulla superficie a contatto con l'aria della salsa e poi ricoprirla accuratamente con una pellicola trasparente eliminando eventuali bolle d'aria e riporla in frigo fino al momento di servire. In questo modo si eviterà l'ossidazione dell'avocado e il conseguente imbrunire antiestetico del prodotto.
In frigo si conserva bene per 2-3 giorni.
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Il modo più classico per servirla è accompagnarla con tortilla chips classiche, fatte con tortillas tagliate e fritte o con le nostre più comuni (forse) tortillas di farina gialla che troviamo al supermercato (vedi foto) ma che si possono fare in casa tranquillamente e il cui risultato è praticamente uguale a quello delle comprate.
Vi ricordo le mie versioni di tortillas di farina di mais gialla al forno o fritte qui.


P.S. (da leggere rigorosamente accelerato): Attenzione! Accendere i fari al tramonto può nuocere gravemente alla salute mentale alimentando paturnie, episodi di reflusso psichico, flashback e nei casi più gravi depressione! Il non accenderli anche a quella fisica!


Siamo degli zonzoloni di ogni genere, s'è capito benissimo.
Le sezioni principali di questo blog sono Zonzolando... per il mondo, Zonzolando... per l'Italia, Zonzolando... in cucina e va da sé quindi che Zonzolando... de-gusto!

In una delle nostre ultime zonzolate a Parma abbiamo apprezzato un posticino senza troppe pretese che ci ha fatto assaggiare buoni piatti della tradizione parmense e così abbiamo deciso di raccontarvelo (come sempre per nostra iniziativa, senza alcun suggerimento o pressione, ci tengo a scriverlo).

Stavamo zonzolando allegramente in centro, quando le nostre pance han detto: "Mo' basta zonzolare zonzoloni che non siete altro! Qui s'ha da magnà!"
Ci siamo guardati un po' in giro alla ricerca di piatti che fossero della tradizione cercando di combinare prezzi che non fossero da salasso.
Leggi un menù di qua, i prezzi di là, vedi i piatti sui tavoli serviti, alla fine ci siamo imbattuti in questa trattoria a due passi dal Duomo e Piazza Garibaldi che ci pareva potesse combinare un po' tutto quello che stavamo cercando.

In questo locale siamo stati accolti piacevolmente da sorrisi cordiali e ottime spiegazioni.

L'interno, come si vede nella foto, era un po' buio e arredato tradizionalmente, ma sostanzialmente risultava pulito e caratteristico.


Per prima cosa vorrei parlarvi del cestino del pane. Deliziose tutte le varietà: dai grissini al sesamo, alla focaccia a quello tradizionale a ciabatta. Ci è arrivato profumato e caldo appena sfornato.


Come primo abbiamo scelto gnocchetti di zucca con piselli e prosciutto crudo di Parma (poteva non esserlo? :-D) con crema di Parmigiano Reggiano. Forse l'unico difetto era l'eccessiva salatura del piatto.


E tortelli di zucca con mostarda e amaretto: abbondante il ripieno, forte l'amaretto (per cui da evitare se non piace), buona la pasta, giusto il condimento. Buoni.


Per secondo abbiamo scelto un piatto che non avevo mai provato e che mi hanno assicurato essere una specialità di Parma: Duchessa con patate arrosto. Speciale! Contentissima di averla assaggiata.


E poi un brasato con polenta fritta: saporito e tenero. Forse anche questo piatto un po' troppo salato. Accompagnato con un bicchiere di Lambrusco però stava proprio bene.


Abbiamo anche adocchiato, ma non assaggiato, la torta fritta (ossia pasta fritta servita con salumi) che ci è sembrata davvero molto buona.
Non abbiamo provato i dolci.

Ecco qua la foto dell'entrata della trattoria.
Si tratta visto che non l'ho ancora detto della Trattoria Ronzoni in via Bruno Longhi 3/A a Parma.


Riassumendo:
Periodo: ottobre 2013
Dove: Trattoria Ronzoni - via Bruno Longhi, 3/A - 43100 Parma
Pregi: cucina tipica buona, servizio cordiale.
Difetti: atmosfera da ammodernare un pochino, prezzi nella norma ma 3 € esagerati per il coperto.


Volete vedere altre cose tanto tanto buone? Date un'occhiata al nuovo numero di Threef! E' fantastico!



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