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Qualche giorno fa Massi mi ha fatto vedere uno splendido video di una società di video-maker che, per promuovere la propria attività, ha girato un video turistico/emozionale su York.
Ho riconosciuto questa città dal primo fotogramma che ho visto, ovvero un dettaglio delle torri del Minster: un capolavoro dell'architettura gotica giunto ai giorni nostri in splendida forma.
Siccome che, nonostante ne avessi parlato indirettamente qui, qui, qui e ancora qui, fra i tanti racconti di zonzolate mancava ancora all'appello York, allora ho deciso di non perdere lo slancio regalato dal post su Praga e dedicarmi a chiudere anche il racconto di questo viaggio durato più di un mese.

Parto dalla meraviglia di York: lo York Minster. Si tratta di una meravigliosa, maestosa, imponente, fantastica e non so quanti aggettivi superlativi ci metterei per descriverla, cattedrale della città. E' la chiesa principale della diocesi anglicana di York e costituisce uno degli edifici gotici più grandi del Nord Europa.
Non c'è stato giorno durante la nostra permanenza in cui non ci siamo passati a fianco e spesso, soprattutto la mattina o al tramonto, ci fermavamo ad ammirare i dettagli architettonici, i giganteschi mosaici e le torri maestose.
Ricordo benissimo anche l'ultimo giorno prima di tornare a casa in cui con Massi siamo andati a dirle arrivederci (come augurio di rincontrarci in futuro) riempiendoci gli occhi di tanta meraviglia.

York Inghilterra cosa fare e vedere Minster cosa mangiare musei e attività mura - What to see and do in York England trip advices

L'ingresso è a pagamento salvo durante le funzioni religiose, momento nel quale però non si possono visitare le navate, la torre e la parte sottostante. In sostanza si va appositamente per la messa, altrimenti o si viene bloccati all'entrata, o si viene caldamente accompagnati all'ingresso con la richiesta di aspettare la fine.
Noi una domenica mattina, pur di assistere al rito anglicano (che per noi era del tutto nuovo) ci siamo messi in fondo e abbiamo ascoltato tutta la messa.

Questa chiesa, essendo enorme, richiede un po' di tempo per essere visitata per bene. A tal proposito viene in aiuto la validità del biglietto che una volta acquistato è valido per più ingressi. Una cosa geniale! In questo modo (se si dispone di più giorni) una volta si può salire sulla torre per godere del panorama sulla città, un'altra volta si può spendere del tempo fra le navate, nel transetto, ad ascoltare l'organo, a vedere le vetrate a mosaico e un'altra ancora a girare tutta la parte sottostante che ricostruisce la storia di questa chiesa.


E noi abbiamo fatto proprio così. Abbiamo approfittato di tante ma brevi visite per girarla con calma.
Il primo giorno spinti dalla curiosità di dominare York dall'alto siamo saliti lungo la strettissima scala a chiocciola che risale una delle due torri (prima foto in alto) stupendoci che i gradini fossero quasi tutti incisi di nomi e date.
Una volta in cima avevamo un capogiro tremendo, non tanto per la vista o per le vertigini quanto per la salita a cavatappi talmente stretta che ci aveva fatto girare la testa. Che fossimo saliti troppo in fretta? Può essere... :-)
Un altro paio di pomeriggi li abbiamo spesi a visitare l'interno delle navate, a godere dei dettagli dei giganteschi quanto meravigliosi mosaici e a sentire suonare lo struggente organo centrale.
Infine abbiamo visitato il museo che si trova praticamente sotto la cattedrale e che ricostruisce perfettamente la storia di questo incredibile edificio.

Una volta riempiti gli occhi di tanta meraviglia e dopo aver fatto il pieno di storia e nozioni architettoniche si può fare un breve giretto nella Church of St. Michael le Belfrey, che si trova proprio a fianco del Minster. Fra queste due chiese si può ammirare anche la statua dell'imperatore romano Costantino che convertì la popolazione al cristianesimo.


York non è famosa solo per la sua cattedrale, ma anche per essere racchiusa da un'antica cinta muraria molto ben conservata. Non sarà tanto bella e larga al pari di quella di Lucca, ma è altrettanto affascinante, ricca di storia e soprattutto percorribile a piedi.
La lunghezza totale, che è di circa tre chilometri e mezzo, è intervallata a tratti più o meno regolari da delle sorte di baluardi (chiamati Bar) che permettono di scendere o salire dalle mura e di attraversare le vie principali di collegamento fra il fuori e il centro città.


I Bar si trovano quindi in punti cruciali delle mura perché costituiscono i punti di accesso alla città.
Fra tutti i Bar presenti che si possono visitare quello più famoso è il Monk Bar, definito la porta più bella di York. La struttura si snoda su tre piani all'interno di uno dei quali si trova il museo dedicato a Riccardo III. Da qui in direzione Bootham Bar ha anche inizio uno dei tratti più belli della passeggiata sulle mura.

Una volta terminato il giro di mura è un piacere addentrarsi fra le strade interne della cittadina e ammirare le varie tipologie di edifici. L'architettura è davvero varia e si passa dagli edifici apparentemente instabili e pericolanti delle vie storiche di Shambles dove si respira aria medioevale, a quelle fatte di mattoncini rossi che paiono uscite dalla rivoluzione industriale, a quelle più moderne e recenti.
York infatti è una maestra nel coniugare al proprio interno tanti stili e tanta storia con un risultato così incantevole.
Una delle vie principali, sempre affollate di gente e ricca di negozi è Stonegate. Si tratta di una strada storica sempre molto frequentata per lo shopping che conduce da Bettys a York Minster.


Su questa strada si trova la St. Martin's Church, una chiesa che resta praticamente mimetizzata fra gli edifici ma di facile identificazione se si prende come punto di riferimento il caratteristico orologio (seconda riga a destra nella foto qua sotto) appena fuori il suo ingresso.
Abbiamo perso il conto del numero di volte che abbiamo camminato nei pressi di questa piccola chiesa ammirando il suo orologio senza sapere del piccolo gioiello che ospitavano le mura a cui stava appeso. Fateci un giro dentro se vi capita perché merita.

Non vale invece secondo noi la visita all'interno della Clifford's Tower, unica torre superstite del tratto murario di questa zona. Questa particolare torre si trova su una collinetta verdeggiante nel centro città. Il prezzo per entrare durante il nostro soggiorno (più di 4 sterline) era spropositato per il poco che l'interno ha da offrire (praticamente niente se non le mura). Per chi vuole spingere lo sguardo un po' oltre la fila di edifici della zona si può salire fin davanti l'ingresso e fare un paio di foto da lì.


Le rovine dell'abbazia nella foto qua sopra in alto a sinistra sono quelle della Abbey of St. Mary negli York Museum Gardens.
L'edificio è risalente al 1055 ma ha subito nel corso degli anni numerose dispute e rimaneggiamenti fino ad arrivare alla nuova ricostruzione avvenuta nel XIII secolo. Dopo la dissoluzione dei monasteri inglesi voluta da Enrico VIII fu abbandonata e in seguito quasi completamente distrutta. Ciò che rimane oggi dell'antica struttura sono la parete settentrionale e quella occidentale nonché qualche altro resto isolato.

Vicinissimo alle rovine dell'abbazia si trova lo Yorkshire Museum che ospita al proprio interno numerosissimi manufatti storici locali che vanno dall'epoca preistorica, a quella romana e vichinga fino ad arrivare al XX secolo. Il museo ospita anche mostre itineranti.


Un altro famoso museo, forse anche più carino di quello precedente è lo York Castle Museum, che ospita una collezione dedicata alla cultura e al folclore della cittadina di Pickering. All'interno del museo è perfettamente ricostruita la Kirkgate, una via vittoriana completa di botteghe tra cui quella di un fabbro, di un tipografo, di dolciumi ecc. Ogni bottega ha un attore che impersona il commerciante e che spiega i propri prodotti in vendita, i prezzi e la storia del negozio. Le spiegazioni sono molto interessanti anche se ovviamente solo in lingua inglese. Sono presenti anche un cottage tipico delle brughiere della zona, una sala da pranzo del periodo di Giacomo I, la cella dove fu rinchiuso il bandito Dick Turpin e molto altro ancora.
La ricostruzione storica è piacevole e per come è organizzata riesce a coinvolgere attivamente il visitatore, immergendolo in una realtà che altrimenti sarebbe difficile da immaginare.


L'esposizione non si limita solo alla ricostruzione di questo periodo storico ma arriva anche a comparare i diversi stili di arredamento delle cucine, camerette e salotti nel corso del tempo. Ci sono mostre di utensili diventati poi elettrodomestici e mostre dedicate ai giocattoli. Insomma di materiale da vedere e su cui riflettere e imparare ce n'è davvero tanto.

Un altro museo molto frequentato e imperdibile per gli amanti dei treni è il National Railway Museum interamente dedicato alla storia dei trasporti ferroviari nel Regno Unito.
È veramente gigantesco e ospita una collezione di veicoli ferroviari davvero notevole fra cui anche cimeli storicamente significativi e importanti.


Il museo è molto vasto e richiede un bel po' di tempo per poter essere visitato, soprattutto nell'ala dedicata ai cimeli storici che appare un po' confusionaria e veramente troppo piena. Io sono certa di essermi persa un sacco di cose e dettagli per via di così tanta mole di roba da vedere.
I treni sono splendidi, lucidi e perfettamente conservati. Non tutte le carrozze si possono visitare o sono accessibili, per cui occorre vedere i loro interni, arredamenti e dettagli attraverso i finestrini lungo le banchine.
Siamo certi che agli appassionati di questo settore brilleranno gli occhi nel visitarlo.


Un museo di recente apertura (1984) in centro città è lo Jorvik Viking Centre, un museo molto amato e visitato. Durante il nostro soggiorno di un anno e mezzo fa non ci siamo andati. Visto che mi sarebbe comunque piaciuto raccontarne qualche dettaglio sono andata a informarmi un po' meglio e ho purtroppo scoperto che questo museo al momento è chiuso per lavori di ristrutturazione a causa di una terribile inondazione che ha colpito York durante le scorse vacanze natalizie. Il museo non riaprirà fino al 2017.
Spero tanto che possa riaprire ancora più splendido di prima.


Per chi ha tempo oltre a tutte queste cose c'è molto altro ancora. La scoperta di York è un piacere e ad ogni angolo si trovano chiese, giardini, musei, cimiteri da vedere.
Un posticino in cui vale la pena fare un salto per esempio è la Chiesa di St. Andrew o il Theatre Royal, molto vicino a Stongate e raggiungibile direttamente a piedi dal centro o con varie linee di autobus da fuori. La fermata è proprio davanti.

A proposito di autobus faccio una piccola nota su come prendere l'autobus in UK, perché è un pochino diverso da come lo facciamo noi in Italia.
In sostanza il concetto è molto semplice: la fermata è la fermata, mentre la fila è la fila. Se da noi la fermata è un concetto interpretabile ma comunque determinato, la fila non è così e le due spesso di fondono in un unicum umano localizzato in un metro quadro di spazio. In Inghilterra invece hanno ben chiari e distinti entrambi i concetti, quindi può capitare che anche se la fermata è a cinquanta metri di distanza ma la fila umana termina lì, è lì che bisogna stare per aspettare di salire sull'autobus.
La gente si mette in fila e non si accalca alla fermata come da noi. E' considerata maleducazione non rispettare la fila. Se si ha bisogno di leggere gli orari alla fermata occorre avere cura di posizionarsi poi di nuovo in fondo alla fila. Pena la gogna, provare per credere.


Provare per credere anche il fatto che la cucina inglese tipica è molto buona.
Se avete curiosità di sapere cosa e dove mangiare a York, avevamo scritto un post dedicato che potete trovare cliccando qui.

Sarà che siamo rimasti a lungo e quindi abbiamo avuto modo di visitarla per bene, sarà che è tenuta veramente come una chicca, ma a noi York è piaciuta proprio un sacco.
Zonzolateci! :-)


Ma come? Siete di ritorno da Praga e ci raccontate di Robin Hood's Bay di mesi e mesi fa?
Eh già, questi sono purtroppo talvolta i tempi del blog. Di buono c'è che quello che stiamo per raccontare subirà con molta probabilità poche variazioni a breve termine.

Robin Hood's Bay è stata una tappa impostaci per un viaggio che da York ci stava portando a Whitby di cui avevo già raccontato qui.
Questo piccolissimo villaggio di pescatori, ma riconvertito decisamente in tempi moderni a meta turistica, si trova infatti a meno di dieci chilometri da Whitby arroccato fra due scogliere a picco sul mare.
Non è chiara l'attribuzione del nome di questo paese, anche se l'associazione col nome del famoso ladro dei ricchi ha lasciato spazio a ipotesi e leggende varie.
La maggiore attrazione di questo posto è sicuramente la baia.
Il nostro autobus ci ha lasciati in cima all'altura, per cui a piedi abbiamo percorso in discesa la ripida strada principale (forse troppo ripida per un bus da ripercorrere in salita) che attraversa il paese e ci siamo diretti verso la scaletta che conduce alla spiaggia.
Fra onde che si infrangevano sulla scogliera al termine della scalinata e che spruzzavano getti d'acqua sui passanti, fra vento che soffiava e fra nuvole pesanti che coprivano il cielo questo posto aveva un aspetto davvero scuro e tetro.

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Appena ci siamo allontanati dalla scalinata le condizioni sono migliorate e da scogli siamo passati a sabbia, da onde che si infrangevano fragorose a onde basse e lente, da raffiche salmastre a leggera brezza sul viso, da cielo grigio a cielo terso. Sì, come no! Il cielo terso secondo me si vede solo sul sito Web promozionale del posto, comunque a parte questo si stava meglio.
Come altri turisti ci siamo divertiti a fare foto con i nostri compagni di viaggio e a raccogliere conchiglie e fossili che si trovavano sul bagnasciuga.


Il paesino, un tempo era dedito alla pesca e famoso anche per essere luogo di contrabbando.
Pare infatti che vi si nascondessero nel tardo XVIII secolo prodotti di contrabbando che venivano scambiati fra tunnel di collegamento fra le varie case.
Se sia vera o no questa cosa non lo sappiamo dire, ma se da un lato la presenza di cunicoli ci pare plausibile perché la distanza fra edifici è proprio piccola, dall'altra ci pare un po' una leggenda mitica visto che il paesino in sé si compone di un labirinto di stradine così strette che spesso non si possono aprire per esteso le braccia. Per scappare non ci sarebbe voluto niente ad infilarsi in qualche antro, qualche viuzza o passare da una casa all'altra semplicemente con un balzo.


E' probabilmente, oltre alla baia, il fitto reticolo di stradine che ci siamo divertiti con gran piacere a esplorare, l'altra attrattiva che richiama l'interesse di centinaia di turisti ogni anno.
Ci sono stradine, svolte, anfratti bellissimi e talvolta molto colorati e inusuali. Andare diretti alla spiaggia senza addentrarsi fra le viuzze e spiare fra giardini e finestre vorrebbe dire godere di questo posto la metà.
Sulla via principale si trovano numerosi negozietti di souvenir, o di artigianato, qualche locale dove mangiare e in cui noi, nonostante i bei profumini (ma visti i tempi ristretti imposti), non abbiamo avuto modo di mettere il naso.


Per chi ha voglia di godere di una bella vista sulla scogliera a nord e passeggiare su un percorso di modesto dislivello rispetto alla salita che taglia il paese, esiste un bel percorso panoramico che riporta, a seconda della deviazione che si prende, o nel paese, o al parcheggio in cima all'altura dove ci ha lasciati l'autobus.

Complessivamente si tratta di una zonzolata piacevole che non richiede molto tempo. In una mezza giornata si riesce a visitare il centro piuttosto bene, salvo voler approfondire la visita delle attrazioni limitrofe o sostare sulla spiaggia per godersi il panorama.
Non ci abbiamo lasciato il cuore ma è di certo un posto che ricorderemo con piacere. :-)


Ci sono luoghi che abbiamo visitato in cui abbiamo avuto la netta sensazione di essere stati catapultati nel futuro (vedi per esempio questo qui e qui), luoghi in cui abbiamo respirato arte e musica (come questo e questo), e luoghi invece in cui siamo stati trascinati in contesti storici, austeri e aleggianti di mistero.
Mai quest'ultima sensazione è stata così forte come in Inghilterra il cui climax è stato raggiunto proprio a Whitby ed in particolare nella sua abbazia.
Per vedere dove si colloca e approfondire le sue origini si possono trovare numerose informazioni su Wikipedia qui.

Cosa fare e vedere a Whitby in Inghilterra Baia di Robin Hood Bay consigli di viaggio trip advices what to see and do

Siamo andati in novembre scorso, mese che si traduceva in giornate corte, clima fortunatamente non troppo rigido, cielo grigio e pioggerellina fine che sembrava innocua e che invece inzuppava a tradimento.
Whitby ci ha accolto così al nostro arrivo in autobus, ossia con il clima perfetto per creare quell'alone tetro e di mistero che ci ha reso unico ed indimenticabile questo luogo.

Ecco qua sotto la vista di Whitby e della sua splendida (anche se in tremenda rovina) abbazia dal promontorio opposto, in cui abbiamo fatto una breve sosta alla statua di Cook, noto esploratore salpato da queste coste numerose volte.


Dalla parte destra del fiume Esk (spalle a monte) alla fine di Church Street si trova l'ingresso della scalinata che porta all'abbazia benedettina fondata probabilmente (incredibile pensare fin dove potrebbe essere arrivato questo popolo) su di un antico accampamento romano.
Da qui partono i 199 scalini (mi fido delle guide, io non li ho contati) che conducono dapprima al tetro cimitero e poi fino all'abbazia. Ogni gradino è stato recentemente ristrutturato per opera di privati a cui è stata dedicata una targa in riconoscimento dell'aiuto.
Centinaia di tombe, sarcofagi e lapidi sbilenche brulicano tetre intorno alla chiesa di St. Mary.
So che può essere davvero strano scriverlo ma, devo ammetterlo: sono rimasta incantata da questo luogo. Avevo visto cimiteri fatiscenti e assolutamente disordinati a New Orleans, cimiteri di lapidi tetre a Dallas, cimiteri abbandonati in Brasile e in molti altri luoghi, ma mai ero rimasta impressionata a tal punto.


Il mio professore di filosofia una volta, oramai secoli fa, disse che per conoscere un luogo a fondo non c'è niente di meglio che visitarne il cimitero.
Ho sempre trovato interessante questa affermazione e per la mia piccola esperienza devo dire che, se si tralascia il lato prettamente macabro della questione, non posso che dargli ragione. Abbiamo sempre trovato pezzi di storia, iscrizioni, lapidi, epitaffi interessanti come a Carrara, New Orleans, Parigi ecc.
Ma va beh, mi sto dilungando e andando fuori tema.


Tornando alle lapidi: incuriositi abbiamo provato a decifrare qualche scritta, ma il tempo, il muschio, i licheni e la salsedine hanno cancellato praticamente tutto e siamo rimasti con la nostra sete di sapere.
Come se noi, qualora non vi fossero stati tutti questi segni del tempo, fossimo stati in grado di leggere tre lettere in fila e quindi di tradurre un inglese di chissà che epoca lontana. Manco lo faremmo in latino, figurarsi in un possibile celtico. Eppure per onor di cronaca ci provammo. ;-)


Oltre la scalinata (non si spaventino i pigroni perché è fattibile con poco sforzo) si arriva all'ingresso del parco dell'abbazia. Questa pare raggiungibile direttamente o aggirabile senza biglietto, ma così non è. La struttura infatti si colloca ad un livello più alto rispetto al piano strada e per poterla raggiungere e visitare occorre recarsi nella struttura in foto qua sotto e acquistare il ticket.
Ho fotografato i prezzi in vigore al nostro ingresso ma per avere informazioni sempre aggiornate su prezzi e orari di accesso consiglio di visitare questo link qui.

L'interno della struttura ospita un piccolo museo con annesso shop dove acquistare qualche gadget o souvenir. E' proprio qui che abbiamo comprato, golosoni quali siamo, dei biscotti al doppio cioccolato. La biscottiera in latta che li conteneva staziona ancora in bella mostra nella nostra cucina, mentre il suo delizioso contenuto non ha visto nemmeno il suolo italiano perché è stato spazzolato in un batter d'occhio.


Terminato il breve giretto nel museo siamo passati su una passerella che dà diretto accesso al parco dell'abbazia e qua abbiamo capito subito del perché questo luogo appartiene ora all'English Heritage, un'istituzione pubblica che si prende cura del patrimonio storico inglese.
Abbiamo capito subito anche il motivo per il quale scrittori, artisti e religiosi sono stati colpiti da questo luogo nel quale sono stati ambientati romanzi ed eventi storici importanti.


Io e Massi siamo rimasti incantati dalle colonne, dalle volte e dai colori delle pietre. La struttura odierna, nonostante in forte rovina, rende perfettamente l'idea della grandezza dell'abbazia di un tempo, anche se è difficile poterla immaginare nella sua interezza e nei dettagli.

L'abbazia venne parzialmente distrutta per volere di Enrico VIII nel 1540 a seguito della Dissoluzione dei monasteri in Inghilterra per i quali il re decise la confisca delle proprietà della Chiesa cattolica inglese, e convertirle nella nuova funzione a capo della Chiesa anglicana.
Le rovine vennero ulteriormente intaccate a causa del prelievo delle pietre che venivano reimpiegate per altre costruzioni.


Non so quante foto ho fatto.
Non so quante foto ai miei compagni di viaggio ho scattato.
Non so quante ne abbiamo fatte a noi.
Questa bellissima versione inglese dell'abbazia di San Galgano toscana mi ha lasciata letteralmente stregata.
Se non fosse stato per: orario di chiusura dell'abbazia, bus di ritorno che ci aspettava di lì a poco, desiderio di vedere ancora una fetta di città e imbrunire imminente per le giornate corte, sarei rimasta lì sicuramente ancora un bel po'.


Al nostro ingresso in città (raggiungibile sia in treno che in autobus) e prima di ripartire abbiamo avuto modo di fare una breve zonzolata per le vie del centro.
Whitby è piuttosto piccola e non necessita di un lungo soggiorno. Nel giro di una mattinata si riescono a visitare le principali vie, il molo e il piccolo porto dove a novembre si vendevano quantità industriali di gelato (cosa che ci ha colpiti un sacco).
La città con le caratteristiche casette a schiera del XVII secolo si raccoglie per lo più alla foce del fiume e si sviluppa sulle pendici collinari limitrofe. Le vie principali pullulano di negozietti di souvenir e pare che vi sia un "Chippie" (rivenditore di fish and chips) ad ogni angolo.


E a proposito di fish and chips, in tutto questo resoconto non potevo dimenticarmi di raccontare di una delle parti fondamentali della zonzolata: il cibo!
Del resto si sa che l'appetito vien zonzolando, e talvolta anche prima. All'ora di pranzo, prima di entrare in abbazia e dopo aver fatto un breve giretto fra le vie di Whitby ci siamo fermati per un rifornimento "pre-199 steps".
Dopo aver gettato la spugna a causa della lunga attesa per entrare nel locale di fish and chips più gettonato del posto, ci siamo diretti in questo posticino decisamente più intimo e meno affollato qua sotto.
A sentire i commenti a posteriori di chi ha invece tenuto duro nella coda del primo locale, a noi è probabilmente andata meglio. Il gruppo di temerari non è rimasto infatti pienamente soddisfatto del famigerato pasto locale, al contrario di noi che anzi abbiamo mangiato il migliore fish and chips del nostro soggiorno in UK.
Con Massi ci siamo divisi un ottimo Seafood Plate, buono abbondante e molto saporito e Fish and Chips la cui frittura non era colante di olio, ma croccante e il sapore del pesce si sentiva eccome.


Riassumendo:
Periodo: novembre 2014
Dove: Monks Haven Cafe, 148-149, Church Street - Whitby (UK)
Pregi: uno dei migliori fish and chips che abbiamo assaggiato durante tutto il nostro soggiorno in UK, prezzi abbordabili, buon pesce.
Difetti: le cameriere stagionali inesperte e affette da misteriose forme di bradipsichismo, i tavoli piccoli e ravvicinati.


Dopo tante chiacchiere finisco col dire: andateci. Whitby merita.


Se la si vuole visitare per vedere le principali attrazioni bastano due o tre giorni.
Se la si vuole visitare più approfonditamente servono almeno cinque giorni.
Se la si vuole visitare per vedere tutti i negozi e fare shopping allora è meglio prendere in affitto un appartamento, perché potrebbero volerci mesi a girare tutti i centri commerciali che questa città offre.

Cosa fare e vedere a Leeds in Inghilterra UK what to see and do consigli di viaggio trip advices

Quando io e Massimiliano chiedevamo informazioni ai nostri vari amici inglesi su cosa poter vedere a Leeds siamo rimasti stupiti di come la risposta fosse sempre "Oh... ci sono negozi bellissimi per fare shopping, è proprio la città ideale."
Non è che in modo molto "polite" i nostri amici ci suggerivano che ci fosse ben poco da vedere?
Ad ogni modo, questa risposta faceva ben poca presa su di noi che, essendo italiani, la moda e i bei vestiti li abbiamo in casa tutti i giorni, per cui forse non gli era saltato in mente che non ci interessava proprio un bel niente lo shopping, ma semplicemente di scoprire ciò che questa città aveva da offrire.

Prima di partire nel mio immaginario Leeds era la città della rivoluzione industriale inglese per antonomasia, quella in cui avrei trovato chiari segni di una fase storica importantissima per l'Europa e per tutto il mondo.

Leeds, che si trova nella regione dello Yorkshire, non è una città molto conosciuta o di cui si sente spesso parlare, eppure è una fra le più grandi del Regno Unito e ha oltre 750.000 abitanti.

Giusto per piazzarla in un contesto geografico ho preparato in fretta e furia questa piccola mappa. Come si vede Leeds sorge proprio a ridosso della fascia collinare dei Pennini per cui il suo sviluppo ha dei dislivelli che vanno dai 10 ai 340 metri sul livello del mare.

Noi siamo arrivati in autobus da York e ci siamo immersi subito nelle vie del centro città. Immaginavo una città grigia, cupa e un po' freddina, ma sarà stato il tempo bello che ci ha accolti, sarà stata la folla che abbiamo trovato per strada che mi sono dovuta subito ricredere. Quello che invece mi aspettavo e che ho effettivamente trovato sono i numerosi palazzi decorati in mattoncini rossi vistosamente ammodernati ma che conservano comunque il caratteristico aspetto storico di un tempo risalente alla rivoluzione industriale.


Nonostante che non fossimo interessati allo shopping abbiamo passato una buona ora e mezza a districarci fra i labirinti che caratterizzano i centri commerciali e che talvolta li collegano fra loro. Entravamo da una parte e sbucavamo da un'altra, ritornavamo indietro e uscivamo da un'altra parte ancora. Insomma, una perfetta tecnica (commerciale?) per attirare un passante e non farlo uscire più fino a che non ha comprato qualcosa.


Riusciti ad uscire da questo intrigo infinito di negozi ci siamo subito diretti al Leeds Art Gallery. Mi è piaciuto tantissimo l'ingresso imponente e la facciata di questo grande museo storico dedicato all'arte (prima foto del post scattata all'inizio dell'imbrunire). L'entrata è generalmente gratuita. Utili informazioni su come arrivare, su cosa vedere e su eventuali mostre in corso si possono trovare qui e qui.


Come sempre in questi luoghi mi perdo, trovo qualcosa che mi piace, mi ci fisso e inevitabilmente il tempo vola. In seguito siamo andati al Leeds City Museum. All'interno vi sono varie esposizioni: una galleria di storia naturale, una di storia antica in cui si trovano reperti greci, romani e egizi (fra cui una mummia), una galleria dedicata a Leeds dalla preistoria ai tempi moderni e una galleria dedicata alle differenti culture nel mondo.


Qui sotto ecco un collage con qualche scorcio dell'interno: la Venue Hire, arena in cui si viene immediatamente accolti e che ospita eventi, e alcuni dettagli all'interno della galleria di storia antica.


Alla nostra uscita dal museo era praticamente già quasi buio, viste anche le giornate corte e quindi abbiamo deciso di zonzolare frettolosamente per le vie della città scoprendo angoli che avremmo veramente avuto piacere di visitare più approfonditamente. Purtroppo la nostra tabella di marcia e l'orario di partenza del pullman non ci permettevano di stare oltre.


Non abbiamo quindi purtroppo avuto modo di visitare il Minster, una magnifica chiesa di Leeds sempre aperta al pubblico i cui primi racconti storici la collocano già nel settimo secolo d.C. e che nel tempo è poi stata ampliata nello stile neo gotico con cui è arrivata fino ai giorni nostri.


Non siamo nemmeno riusciti ad entrare nel Leeds City Market, il più grande mercato coperto d'Europa con ottocento fra box e bancarelle presenti. Anche in questo caso siamo rimasti fuori perché chiuso. Ecco un utile link dove poter consultare gli orari di apertura e capire come arrivare.


Nell'arco della giornata ci siamo fermati a fare una "piccola" (solo in termini di tempo) pausa pranzo in questo locale che aveva attirato la nostra attenzione per la folla che stava entrando, per la numerosità di cucine internazionali che venivano offerte e per i prezzi più che abbordabili.
Siamo entrati e siamo rimasti veramente stupiti per quanto potesse essere vero. Tutto viene servito a buffet, le varie cucine internazionali sono veramente molte e divise per settori con cartelli che specificano sia il tipo di cucina che i piatti serviti.
Abbiamo cercato di assaggiare un po' di tutto soffermandoci sulle cucine e sui piatti che ci attraevano di più. Ho molto apprezzato il settore delle insalate e delle verdure, mentre Massimiliano quello messicano e dei pani, entrambi quello dei dolci dove ahimè io mi son soffermata anche troppo a lungo. ;-)


In tutta onestà è l'unico locale che abbiamo visitato per cui non abbiamo altri posti dove mangiare da consigliare. Non so se è un posto che frequenterei assiduamente o in cui porterei a cena amici, ma è un locale in cui ci siamo trovati bene e in cui pensiamo che il turista affamato possa trovare un ottimo compromesso fra il prezzo e la qualità/varietà di cibo offerta.

Riassumendo:
Periodo: novembre 2014
Dove: Red Hot World Buffet & Bar, 44-48 The Light, The Headrow - Leeds (UK)
Pregi: ampissima scelta di piatti e cucine, ottima qualità prezzo, presentazioni curate e carine soprattutto in relazione a questa tipologia di servizio (buffet), servizio cordiale e veloce.
Difetti: interni un po' troppo bui, posti nonostante che siano molto numerosi talvolta troppo ravvicinati, tavoli per due minuscoli.


Insomma, un giorno è stato davvero troppo poco per zonzolare per bene in questa città. Abbiamo visto troppo poco e siamo rimasti con la curiosità e voglia di visitarla ancora.
Cari amici, si accettano donazioni per spedirci ancora tutti e due là, eh! ;-)


E' risaputo che le condizioni meteo in Inghilterra non siano sempre idilliache, la pioggia e l'umidità sono spesso presenze costanti con cui convivere e che rendono i mesi autunnali e invernali ancora più freddi e grigi.

Ebbene, sole a catinelle a York dal primo giorno del nostro arrivo. Giornate stupende e clima straordinariamente mite per il periodo.
Sì, ma nei giorni in cui si andava a sgobbare perché nei weekend era acqua in forma: drizzly, rain, showers.
E te pareva? Grrr!

Alla frase "Sabato andiamo a Castle Howard, chi viene?" si sapeva già che avrebbe piovuto. Matematico.
E' che non potevamo rimandare, perché noi saremmo rimasti in Inghilterra ancora qualche giorno e per lo più era un'occasione da non perdere visto che in quel periodo la dimora è sempre chiusa e quel sabato era eccezionalmente aperta per una mostra/esposizione/mercatino.

Potevamo rinunciare a visitare cotanta meraviglia? No, no, assolutamente no.

Cosa fare e vedere a Castle Howard Inghilterra UK what to see and do consigli di viaggio trip advices reggia inglese

Ma vediamo di cosa si tratta un pochino più in dettaglio.
Castle Howard è una famosa e gigantesca residenza situata a ventiquattro chilometri a nord di York nella verdeggiante campagna inglese, per la precisione nel North Yorkshire. All'apparenza sembra un castello (come anche il nome lascerebbe ad intendere), ma si tratta più di una enorme e ricca dimora privata che venne fatta costruire dal Conte Charles Howard fra il 1699 e il 1712 e ancora oggi appartenente all'omonima famiglia discendente.
L'edificio è così bello, maestoso e dall'alto valore storico da essere stato inserito nell'elenco delle Treasure Houses of England.


Castle Howard è immerso nel verde, fra le dolcissime colline della campagna inglese. Noi siamo arrivati in autobus (da York centro) in circa quaranta minuti di viaggio. La fermata è vicinissima all'ingresso della biglietteria che si trova in un complesso di strutture che raccolgono anche un gift shop, un negozio di souvenir e un coffee shop.
Gli orari di apertura e le fasce di costo dei biglietti si differenziano per alta e bassa stagione. Inoltre, come dicevo poco innanzi, la struttura rimane chiusa generalmente dal 1° novembre al 22 dicembre. Ad ogni modo è possibile verificare gli orari di apertura e il tariffario per l'ingresso a questo link qui.


Una volta acquistato il biglietto (che nel nostro caso era maggiorato per via della mostra/mercatino) abbiamo atteso qualche minuto per salire sul bus navetta che porta direttamente all'ingresso di Castle Howard. La distanza non è molta e anzi, se si può consigliamo di fare quattro passi a piedi per godere al meglio della natura intorno. Nel nostro caso però pioveva a catinelle e quindi abbiamo optato per il servizio "dry&clean". ;-)


La parte visitabile (nel giorno in cui abbiamo fatto visita noi) era molto esigua rispetto alla grandezza della struttura e non sappiamo dire se sia stato solo il caso nostro o se sia la norma. Fatto sta che abbiamo visitato i corridoi di collegamento fra sale, dove si trovano numerose statue, busti e altre opere d'arte e l'antro delle scale dove sulle nostre teste svettava una bellissima cupola dalla volta affrescata.


Le sale interne sono molto belle, riccamente arredate e purtroppo io sono riuscita a fare pochissime foto (e fra le poche rarissime decenti) per via delle bancarelle o del grande afflusso di gente che c'era quel giorno. Ad ogni modo le sale si distinguono facilmente per i colori delle pareti.
Sono rimasta incantata dai bellissimi quadri, dai numerosi ritratti di donne, uomini, scene di vita quotidiana e dai bellissimi lampadari che pendevano dagli alti soffitti.


In uno dei collage sopra si vede una libreria piena di volumi. Mi sono divertita a leggerne i titoli e con mia grande sorpresa mi sono accorta che moltissimi erano anziché in inglese, in francese; trattavano di poemi letterari, geografia e storia per lo più europea.
Ho immaginato chi possa averli sfogliati, chi si fosse messo a leggere questi libri al caldo del camino, comodo su queste ricche poltrone mentre fuori faceva lo stesso tempo, ossia una pioggia fitta che inzuppava i prati intorno.


Finito il giro interno abbiamo preso coraggio e in barba alla pioggia e al freddo (per un po' ha tirato anche vento) siamo usciti all'aperto e abbiamo zonzolato per i giardini tutto intorno.
Stava calando la sera e i colori del tramonto tingevano il cielo di colori davvero magnifici. Ha smesso di piovere qualche minuto più tardi e ricordo questo posto con nuvole dai colori pastello, il cielo infuocato e due favolosi arcobaleni che collegavano il cielo alla terra. Praticamente sono stata folgorata dalla bellezza di questo luogo all'istante.

Il parco intorno è veramente enorme e le attrazioni da ammirare sono numerose. Qua sotto riporto la mappa del luogo che ho scaricato direttamente dal sito ufficiale e che rende un'idea di quante cose ci siano da fare e vedere.


Si trovano il Tempio dei quattro venti, un mausoleo, una serie di laghi e laghetti (con possibilità di boat trip), un giardino botanico, un obelisco, una splendida fontana (non sempre in funzione) e una curiosa statua di un cinghiale accucciato.
Questo posto è stato set di numerosi film e ospita durante l'anno anche gare di corsa o altri eventi di beneficienza.
All'interno della dimora inoltre sono presenti anche un un ristorante a buffet e servizi igienici.

Con l'arrivo della primavera e della bella stagione questa zonzolata è una di quelle che se ci si trova nei pressi di York vale proprio la pena di fare. Basti pensare che se è piaciuta tanto a noi che ci siamo inzuppati fradici, non immagino quanto bella possa essere se vissuta in una splendida giornata di sole fino al tramonto, magari facendo un bel picnic all'aria aperta.


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