Prima una premessa, direi quasi d'obbligo: questo post non l'avrei mai scritto se non mi fosse stato più volte richiesto. Mai e poi mai avrei pensato di scriverlo e mai e poi mai penserò che costituisca qualcosa di anche solo vagamente professionale, tecnicamente buono o peggio ancora del tipo "faccio foto fighe, e me ne vanto" (lungi da me dal pensarlo, anzi). D'altro canto penso che se posso rendermi utile con il poco che so, mi metto a disposizione molto più che volentieri e con questo post spero di chiarire meglio come faccio le foto (anche se più volte l'ho già scritto nei vari blog che chiedevano) e di come le sistemo.
Detto questo passiamo a come mi arrabatto più o meno spesso con queste benedette foto zonzolose in cucina.
Meglio che faccio pure la seconda premessa va: sono del tutto autodidatta, per cui non attendibile, ergo non è oro colato quel che scrivo. Faccio del mio meglio però eh!
Ho fatto un corso di fotografia quattro anni fa di quattro uscite, dove non facevamo altro che andare in giro a fare foto più o meno a caso. Le più carine furono poi prese per fare una mostra di paese. Niente di tecnico, niente su programmi ecc. Quindi direi che non vale e quindi di non contarlo.
Tanto per la cronaca una foto della mostra era questa
qui. Fu intitolata "Lui e lei". Fu uno shot del tutto casuale che riscosse un po' di successo e simpatie soprattutto in analogia alla coppietta che io e Massi siamo.
Autodidatta dicevo, ma non del tutto sprovveduta però! Ho letto molto infatti: riviste, blog, siti, libri e soprattutto il manuale della mia macchina fotografica, dove (devo dirlo onestamente) non ho trovato granché. Il risultato che il lettore del blog vede è solo tanta pratica, tanta osservazione, tante ricette impiattate, tante foto (buttate parecchie, tenute poche) e tanta cocciutaggine (oddio lo so che se il mio Massi legge adesso, se la ride facendo sì, sì con la testa). Ah! Dimenticavo pure qualche piatto freddo da riscaldare perché proprio non voleva farsi fotografare.
Sì, ci sono pure i patti:
a) timidi: non viene una foto decente manco se li minacci di passarli al mixer;
b) quelli arrabbiati che fumano e appannano tutto l'obiettivo e quindi bisogna aspettare un attimo;
c) i trasformisti: li tiri fuori dal forno che son una meraviglia e nel giro di tre secondi hanno cambiato colore, si sono afflosciati o gli è successo qualcosa per cui sono irriconoscibili;
d) quelli a cui non serve nemmeno dire "Cheese" tanto son in posa e belli già da sé (rari, molto rari).
Mi dilungo, è vero, cerco di andare per ordine andando al sodo.
1) L'informazione più importante: che macchina uso? La mia macchina è una Sony Nex-C3 obiettivo 18-55 mm e recentissimamente è entrato anche a far parte del mio kit "il coso" ossia un riflettore pieghevole ø 80 cm che mi ha regalato Massi per pura pietà viste le giornate corte invernali, da usare in alternativa allo specchio (vedi accorgimento 2 sotto).
Per la cronaca (e due!) non avete idea di che cavolo di fatica ho fatto per trovare il nome di sto coso! Manco Massi che l'ha comprato se lo ricordava. Dopo un po' di ricerche in Internet ho scoperto che si chiama "Riflettore pieghevole", ma io non me lo ricorderò mai!
Per me in casa rimarrà dunque "il coso", "il coso tondo", "il coso per le foto".
Le immagini di esempio sopra sono prese da Web.
La macchina la uso per pigrizia nell'80% dei casi in automatico con messa a fuoco manuale e sempre senza cavalletto, anche questo per pigrizia e per tempo (del resto il piatto mi si fredda, non so voi!).
"Il coso" lo sto usando parecchio ultimamente perché con l'arrivo della stagione fredda la luce è diminuita un bel po' e tende al grigio.
2) Scenari, sfondi, mise en place: ecco qualche esempio.
Si va dai semplici canovacci a camicie in disuso ritagliate, vecchie federe di cuscini, pigiami e tanta tanta roba riciclata.
Per gli sfondi utilizzo poi vassoi, foulard, tavole in legno, e soprattutto il bancone bianco della mia grande e luminosissima cucina.
Anche con le mise en place mi posso sbizzarrire. Io in casa ho solo un servizio di piatti, numeroso sì, ma uno solo. Tazze, tazzine, piattini e robe varie, o mi sono state regalate, o le ho prese in prestito da mamma, suocera e zia (che collaborano con tantissimo piacere e a volte si divertono più di me!), o le ho prese con le raccolte punti del supermercato.
Altre volte sono cose riciclate da gelaterie o locali di altro genere tipo coppette, cucchiaini o palette.
Ho comprato davvero pochissime cose. Questo perché mi sono imposta di non spendere molto in chincaglierie. Del resto è un blog da cui non traggo reddito e quindi cerco di ridurre al minimo le spese.
3) Il tema più difficile, ma anche indispensabile: la luce.
Fotografo praticamente sempre con luce naturale. Raramente ho fatto foto serali e quelle che ho scattato non mi sono piaciute. Le uniche che posso salvare sono quelle in cui ho scelto uno sfondo scuro in cui i colori bluastri della sera e gialli delle lampade vengono molto attutiti (secondo me eh!). Ecco l'unico esempio che ho pubblicato
qui.
Non tutte le ore del giorno vanno bene però. La luminosità infatti varia molto da estate a inverno e nelle ore del giorno. In estate l'arco di tempo in cui poter fotografare si estende molto: dalle 10 alle 16, mentre in inverno dalle 11 alle 14 e il tempo deve essere anche clemente. Nelle altre ore la luce oltre ad essere più debole crea anche notevoli ombre.
E vedo già questa domanda nelle vostre testoline belle: "Che fai se quando cucini la luce non è ideale o il tempo è brutto?" Mangio, gusto e rifotograferò tutto un'altra volta. Ecco che faccio. Pazienza, tanto cucinare mi piace.
Dove fotografare? Io fotografo sul bancone della cucina, sul tavolo o sotto la finestra e mai con la luce diretta sul piatto). La luce è preferibile di fianco o in controluce (sempre poca altrimenti si rischia la classica chiazza scura su sfondo bianco).
In funzione della luce che ho nella stanza decido l'esposizione della macchina. E' automatica sì, ma mi permette di regolare questo parametro, non come valore, ma come riscontro sullo schermo. Di solito la aumento leggermente ma non troppo.
Metto a posto il soggetto e poi scelgo il punto in cui mettere a fuoco. Generalmente sono più di uno (a volte lo fa in automatico da sé e mi va bene così).
Dico al soggetto di sorridere e di mettersi nella posa migliore (ma non collabora quasi mai! vedi punti a), b), c) sopra), scatto, scarico le foto sul PC e poi le guardo. Scelgo quelle che mi sembrano migliori e aggiusto solo quelle.
Non avendo programmi specifici o complicati uso Picasa, o il vecchio buon Pic Nic (che adesso è chiuso e compare sul mio Mac alla voce "modifica in kit creativo"), in genere le ritaglio, ridimensiono, aggiusto l'esposizione e infine aumento la nitidezza dell'immagine. Tutto proprio in questo ordine, ma solo perché non conosco altri modi. Se qualcuno fa altrimenti e meglio me lo dica che son ben contenta di cambiare e migliorare.
Eccezionalmente modifico i colori se vedo che la luce era troppo bluastra (generalmente in inverno) o troppo gialla.
Non ritocco mai le foto, al massimo mi può capitare di cancellare qualche briciola di troppo, opacizzare uno sfondo di casa, o cose del genere.
Purtroppo il voler fotografare con luce naturale mi obbliga a concentrare gli scatti nel weekend. Questo finché non troverò un modo economico (1) e che mi permetta di non usare strumentazioni che devo preparare prima (2) e che occupano un sacco di spazio (3).
E infine qualche accorgimento/trucchetto che uso.
1) Quando fotografo di solito indosso abiti chiari. Ho visto infatti (pagando sulla mia stessa pelle circa un centinaio di ricette di foto buttate) che usando maglie colorate il riflesso della mia maglia andava ad impattare sulle superfici chiare cambiandogli colore. In genere metto un grembiule bianco (adesso cucino con quello e ho dismesso ahimè quello super colorato) o una maglietta bianca. Viceversa, se fotografo in nero preferisco colori scuri.
2) Un ottimo trucchetto per aumentare la luce (che ho utilizzato fino a quando Massi più per pietà che per passione mi ha regalato il "coso" - riflettore pieghevole gnè gnè) è stato quello di utilizzare uno specchio. Posizionandolo adeguatamente si riesce infatti a migliorare l'esposizione del soggetto da fotografare. Anche l'utilizzo di un semplice panno bianco intorno o inclinato sopra può aiutare molto.
3) Questione di Parkinson o di fiato? Non usando il cavalletto rischio di avere foto smosse il più delle volte. All'inizio pensavo fosse anche solo una questione di tremore alle mani, mi sono accorta invece che era anche una questione di respiro. Un banalissimo sospiro poteva compromettermi una foto. Un piccolo trucco che uso adesso è quello di trattenere il fiato. Oramai mi viene automatico. Ipossia al cervello per credere!
Il tutto senza fasciarsi la testa; è una passione per me (fra le tante per altro!), non un lavoro!
Ecco, that's it! Spero di essere stata d'aiuto a chi mi aveva chiesto info e se avete dubbi, per quel che posso, sono a disposizione. :-)
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