Corro, trottolo, tingo, scrosto, carico, scarico, creo, disfo, annaspo, mi arrabatto. E non sono ancora contenta. Quel che è certo è che non zonzolo, non in questo periodo frenetico. Sono molto in giro ma non si tratta di zonzolare e al computer latito, per cui anche il blog ne risente.
Ne voglio fare tante, troppe. Tre ne faccio e altre nove mi vengono in mente. Questo è l'ultimo rapporto che ho avuto modo di misurare nel fine settimana.
Un rapporto inquietante.
Nella mia lista delle cose urgentissime da fare, nell'ultimo weekend son passata da dieci a trentaquattro.
Quando la guardo già mi parte un tic nervoso. E che diamine!
Il tempo poi di solito non è mio amico e in queste settimane men che meno.
Per cui mi ritrovo in orari davvero improbabili a fare le cose più disparate, ma veramente disparate. E poi ci devo attaccare quelle che sono di ordinaria amministrazione che però non riesco a fare in maniera "normale".
Non spolvero, estinguo.
Non lavo, decontamino.
Non disinfetto, stermino.
Non riordino, disciplino.
Non misuro, calibro.
Non leggo, divoro.
Non stiro. Quello lo fa Massi, per pietà delle camicie.
Non faccio una cosa alla volta, maledizione!
Penso, penso e ripenso. Fremo.
Il tutto però con senza il minimo broncio, anzi, trotterello allegra e soddisfatta finché non ho finito.
Troppo tardi il più delle volte.
Poi crollo e ancora piena di adrenalina ci metto un sacco ad addormentarmi.
Ed eccomi qua infatti a scrivere e dedicarmi un pochetto a questo trascurato blog.
Domani mattina trucco anti-zombie.
Il mio Massi, più divertito che preoccupato (ormai mi conosce meglio di me stessa), li chiama "Raptus".
Che brutta parola, proprio un brutto suono.
Guardo il significato online e trovo: "1) Psicologia: impulso improvviso e incontrollabile per lo più violento."
Oh mammina!
Leggo poi: 2) Estensione: momento di ispirazione improvvisa."
Fiuuuh, già meglio. Anche se effettivamente non si tratta di ispirazione, bensì di un impulso e basta. Per fortuna non violento.
Meno male che non dura molto, ma per il momento va così.
Detto questo, il tempo per i fornelli si trova sempre (it's mandatory!), quello per le foto un po' meno. Ecco quindi una ricetta buonissima fotografata per la prima volta in questo blog di sera con luce artificiale. Il risultato? 'Na roba indecente. Ma voglio riprovarci. Va beh, l'importate è sapere che questo risotto è buonissimo.
Risotto all'uva e Marzemino
Preparazione: 15 min.
Cottura: 25 min.
Riposo: nessuno
Porzioni: 4
Kcal/porzione: 490 circa
Ingredienti:
- 360 g di riso arborio
- 1 cipolla rossa piccola
- 30 cl di vino rosso (Marzemino nel mio caso)
- 300 g di uva nera
- 20 g di burro
- 60 g di Trentingrana 24 mesi (o Parmigiano Reggiano)
- Brodo vegetale q.b.
- Sale q.b.
Preparazione:
- Passare al passaverdure l'uva ben lavata. Schiacciare bene gli acini e raccogliere tutto il succo in un contenitore.
- Tritare finemente la cipolla e farla soffriggere nel burro fuso in una padella antiaderente.
- Unire il riso e lasciarlo tostare per qualche istante (io guardo quando da bianco diventa traslucido).
- Unire il vino e lasciare sfumare per qualche istante.
- Unire il succo di uva e lasciarlo assorbire. Continuare la cottura e se il riso ritirasse troppo unire qualche mestolo di brodo caldo. Regolare di sale.
- A cottura ultimata unire il formaggio grattugiato e mantecare per qualche istante.
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P.S.: la mia tiroide va benissimo, anzi tende al basso e non mi faccio di chissà quali sostanze strane eh! Che non si sa mai... magari è bene specificarlo. ;-)