Enjoy food, travels and life

Questa volta la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita cogliendo il meglio di ciò che ci offre, raddoppia!

Oggi infatti non ci sarà solo il resoconto degli ultimi giorni ma di un anno intero!
Procediamo prima però con calma e partiamo seguendo il solito copione, ossia con il riassunto dei piccoli momenti felici degli ultimi giorni trascorsi: la Serendipity Box n° 23, quella delle feste natalizie.
  1. Le partite a carte in famiglia, un must nelle giornate di festa da quando ero bambina!
  2. I regali fatti, i regali ricevuti e un biglietto, beh... a dir poco speciale! No, forse il termine più appropriato è impagabile. Thank you mom & dad! ;-)
  3. Giocare a farsi foto con maschere di carta a pupazzo di neve, folletto, Babbo Natale, renna eccetera. Il giorno di Natale in casa ci siamo sbizzarriti con foto e combinazioni talvolta folli. La cosa bella è stata che anche i "grandi" si sono prestati (non l'avrei mai detto!) e divertiti a farle.
  4. I quintali di dolci che ho mangiato! Oh mammina quanto sono golosa! In foto per esempio c'è uno dei miei preferiti, uno di quelli per cui vado pazza: pandoro con crema al mascarpone e scaglie di cioccolato (la ricetta la trovate qui).
  5. La tavola del giorno di Natale proprio come la volevo: con sorrisi, musica, luci, buon cibo, tante chiacchiere e soprattutto tutti insieme riuniti. :-)
  6. Le montagne dopo l'ultima nevicata, uno spettacolo abbagliante.
  7. L'ennesima cena, l'ennesimo antipasto seguito da non so quante portate, bis, tris e altri dolci. Ogni volta mi stupisco di quanta roba possa stare nella mia pancia. Eppure che gioia il cibo!

E ora è venuto il momento di chiudere l'anno, di tirare le somme, di fare un bilancio di questo 2013: uno degli anni più belli, magnifici, ricchi di soddisfazioni e felicità che io abbia mai avuto. Un anno che sicuramente ricorderò per sempre! Un anno che so aver goduto, osservato, gustato, imparato, per dirla in una parola "vissuto".
Racchiuderlo in una semplice box era praticamente impossibile, ma ci ho provato comunque ed ecco quindi quello che sono riuscita a fare qua sotto:
  1. Le sciate, le "culate" per terra (ohi, ohi!), la neve, le cioccolate calde con panna, i boschi innevati, le mani fredde, gli zigomi rossi, le mani di Massi che cercano di riportarmi ad una temperatura che possa ridefinirmi "viva".
  2. Il nostro viaggio in California, Arizona, Nevada e Utah. Le città, il deserto, il Grand Canyon, la Monument Valley, i parchi, l'oceano, le spiagge, i profumi, i colori, i nuovi sapori, la gente, la vita che nei viaggi si moltiplica e ti permette di vivere una, dieci, mille altre vite.
  3. L'Antelope Canyon, un luogo per me simbolo non solo dello splendido viaggio in USA, ma di quanto sia magica la vita, di quanto ogni giorno bisogna ringraziarla, di quanto io sia fortunata, di quanto io voglia trovare la fortuna (la magia!) anche dove talvolta non c'è, o non la si sa vedere.
  4. Zonzolando..., il mio amato angolino. Un blog dove, seppur non sempre presente e costante, cerco di raccontare un po' di tutto: cucina, viaggi e anche di me (se no che B-log sarebbe?). Un blog che mi ha regalato una marea di soddisfazioni fra cui anche poter collaborare con una rivista online come Threef.
  5. A proposito di belle occasioni createsi grazie al blog, ecco che non potevo dimenticarmi del viaggio in Svizzera. Ho avuto il piacere di visitare numerosi caseifici, assaggiare formaggi strepitosi, cenare addirittura in una carrozza trainata da cavalli e visitare posti incantevoli in compagnia di altre foodblogger. Un'esperienza davvero fantastica.
  6. Le innumerevoli zonzolate, grandi o piccine, lontane o dietro casa che io e Massi, da soli o con amici ci siamo fatti. Luoghi visti, triti e ritriti, oppure posti nuovi, di cui come al solito mi innamoro, e dove lascio un pezzettino di cuore, ma che in cambio mi regalano collezioni di ricordi e pezzi di vita.
  7. Il mare, non solo in estate ma tutto l'anno. Le spiagge (quelle deserte le adoro!), le conchiglie, la sabbia che si infila ovunque, il sole che mi arrostisce, i quintali di crema solare che mi spalmo addosso (sì, sono io che mantengo le case produttrici di creme solari, sappiatelo!), il salmastro che si appiccica addosso e che si impregna nei capelli, l'odore del mare, il sale, il rumore delle onde di cui non riesco mai a stancarmi.
  8. Le feste, i compleanni, le torte, i regali, fare felici le persone che ami e perché no, anche farsi festeggiare. Ogni occasione è buona per festeggiare insomma. :-)
  9. Gli aperitivi o le cene con gli amici, le chiacchiere davanti a un bel piatto o a un bicchiere di vino, oppure davanti a quintali di biscotti come al cookie swap di ComidaDeMama. Son cose! Viva gli amici!
  10. La nostra nuova compagna di zonzolate (oltre alle nostre due più ecologiche biciclette pieghevoli - la Nina e la Pinta - in alto sopra), che ci ha scarrozzato in giro un bel po'. Adoro trasformarmi nello zaino umano di Massi e godermi il viaggio stretta a lui.
  11. Il piacere di cucinare e di mangiare ovviamente, che per tutto l'anno non mi ha mai abbandonata; avere le mani in pasta sempre, sfornare vecchie ricette o di provarne di nuove. E' sempre fantastico! Spero che questa passione non si esaurisca mai. Nella foto sono immortalata nella preparazione di una delle ricette che preparo più spesso, i biscotti preferiti di Massimiliano (questi qua). Giuro che non so quantificare la quantità di biscotti che ho sfornato quest'anno!
  12. I gelati! Non potevo non mettere questa immagine. Non solo mi hanno accompagnato per tutto l'anno, ma come avrete visto sono stati un appuntamento fisso anche nelle serendipity passate. Ne ho pubblicati di ogni genere: dalla coppetta mini, al cono, alle coppe giganti ottocento gusti, e ogni volta imprecando per esserci sempre ricascata, per non aver saputo resistere alla tentazione e chiamando DOTTOREEE! Ebbene non c'è niente da fare: adoro i gelati.
  13. Infine la casella più grande, quella centrale. L'unica casella che conta veramente, che offusca tutte le altre, quella più importante. Senza di lei nessuno degli altri punti esisterebbe, nessuno sarebbe stato così speciale. La vera essenza del 2013 è lì dentro e qui davvero non servono spiegazioni, ogni parola diventa superflua. Una casella talmente personale e profonda che è impossibile spiegarla, ma sono convinta che non serva, perché parla da sola.


L'aforisma della settimana, ma anche l'augurio per il 2014 è:
"Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno.
Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno."
(Antonio Gramsci)


E adesso la fatidica domanda: "Cosa mi aspetto dal prossimo anno? Cosa vorrei?"
"Niente" vorrei rispondere, perché così ogni cosa che verrà sarà pura gioia. Eppure in cuor mio so che sarei ipocrita; la verità è che vorrei un anno che non avesse niente di meno e niente di più di quello che è stato il 2013, anche perché di più non so se si può avere la fortuna di averlo.

Incrocio quindi le dita speranzosa per un altrettanto scoppiettante anno nuovo e auguro a tutti uno strepitoso 2014!
Buone zonzolate, buone feste, buon viaggio di vita e di esperienze a tutti!
BUON ANNO! :-)


Il Natale non poteva che essere l'occasione giusta per preparare una ricetta che avevo adocchiato ormai da un po' di tempo: i mendiants, famosi e deliziosi dolcetti francesi ricoperti di frutta secca.

In francese mendiants significa "mendicanti". Incuriosita dall'origine del nome sono andata a dare un'occhiata alla loro storia. Non ho trovato una versione sola, ma ben tre, tutte in ogni caso associate agli ordini monastici francesi che avevano fatto voto di povertà e carità, mendicanti appunto.
A voi la scelta di quella che piace di più:
1) Il "Dictionnaire général de la cuisine française ancienne et moderne" racconta che Padre André Le Boullanger associò durante un sermone un tipo di frutta secca a ciascun ordine mettendo in risalto il lato negativo di ciascuno: i cappuccini all'uva passa, i domenicani alle mandorle avariate, i carmelitani scalzi a nocciole vuote e i récollets ai fichi secchi.
2) Un'altra storia collega il colore di ogni tipo di frutta secca impiegata al colore di tonaca dei quattro ordini monastici francesi: l'uvetta agli agostiniani, i fichi secchi ai carmelitani, le mandorle ai domenicani e le nocciole ai francescani.
3) L'ultima racconta che i frati mendicavano porta a porta e ciò che raccoglievano erano alcune monete sì, ma soprattutto frutta o frutta secca. Col passare dei secoli questa pratica portò ad associare il monaco alla frutta secca e infine al nome della cialdina di cioccolato.

Questi dischetti peccaminosi al cioccolato costituiscono uno dei tredici dolcetti della tradizione natalizia provenzale. Tredici non a caso poiché rappresentano simbolicamente Gesù e i suoi dodici apostoli.

Mendiant fatti in casa cioccolatini con frutta secca ricetta - dried fruit chocolates recipe dolcetti natalizi francesi

Non solo regalano un'aria di festa alla tavola e ovviamente al palato, ma sono anche un ottimo regalino per parenti e amici golosi. Inoltre sono molto facili da preparare, richiedono poche accortezze e pochi ingredienti; la decorazione è poi tutta gusto e fantasia.

Mendiants

Preparazione: 20 min.Cottura: 10 min.Riposo: 10 min.
Porzioni: 30 mendiants circa Kcal/dolcetto: 45 circa
Ingredienti:

  • 200 g di cioccolato fondente¹
  • Gherigli di noce
  • Nocciole
  • Mandorle
  • Pistacchi
  • Uvetta
  • Fichi secchi
  • Arance, albicocche, o frutta candita a piacere
Preparazione:

  1. Tritare grossolanamente tutto il cioccolato e farne fondere a bagnomaria 150 g.
  2. Mescolare fino al raggiungimento di una temperatura di 50 °C, ma non oltre o si rischia di bruciarlo.
  3. Togliere la pentola dal fuoco, unire il restante cioccolato e mescolare fino a farlo sciogliere completamente.
  4. Abbassare la temperatura al di sotto dei 28 °C (io lo porto a 26 °C) immergendo la coppa in acqua fredda continuando a mescolare.
  5. Riportare infine il cioccolato sul fuoco a bagnomaria fino a una temperatura di 29,5 °C.
  6. Con un cucchiaino prelevare poco cioccolato alla volta, lasciarlo cadere sulla carta da forno e modellarlo per formare dei sottili dischetti di 4-5 cm di ø.
  7. Prima che il cioccolato indurisca decorare con la frutta secca a piacere.
  8. Lasciare raffreddare e solidificare completamente prima di staccarli delicatamente dalla carta forno e poi servire.
Note:

  1. Nel caso di persone intolleranti al lattosio o al glutine leggere attentamente l'etichetta del prodotto.
  • I passaggi da 1 a 4 sono utili affinché non si formi la antiestetica patina biancastra che talvolta si crea per una non corretta cristallizzazione del burro di cacao.
  • N.B.: qualora si utilizzassero cioccolato al latte, o bianco, le temperature da rispettare sono diverse da quelle indicate e rispettivamente di 29 °C e 30 °C.
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Come ho scritto esistono numerose varianti in funzione del cioccolato impiegato. Altrettanto buoni anche se decisamente più dolci sono quelli al cioccolato bianco.


La tradizione natalizia provenzale indica quattro tipi di frutta da impiegare ma ovviamente ci si può sbizzarrire secondo i gusti. E poi perché gustarli solo a Natale? Sono buonissimi e bellissimi da gustare tutto l'anno. :-)


Sono arrivate, puntuali come sempre, le feste natalizie: un paio di settimane che dalla Vigilia arrivano a Befana; un paio di settimane di festa, di ricongiungimento con parenti e amici vicini e lontani; due settimane di abbracci, regali, cibi deliziosi, tavole imbandite e lucine colorate.

Adoro il periodo che le precede, l'attesa, la preparazione, l'atmosfera che si respira, ma adoro anche i momenti che mi permettono di staccare un po' la spina ed entrare in una "routine annuale da festa" che mi fa sentire bene.

Le nostre feste saranno anche quest'anno un tour de force enogastronomico in famiglia e con amici. Saranno unte e bisunte, fra innumerevoli antipasti, tortelli, lasagne, arrosti, sformati, torte salate, dolci, pasticcini e cioccolatini vari, frutta, frutta secca o candita, vini, spumanti, amari, liquori, caffè e ammazzacaffè. Da qui a Befana si salvi chi può!
Saranno uno schiaffo alla dieta, ma non vi preoccupate, non lo saranno alla miseria perché niente andrà sprecato.

Ma al di là di abbuffate bucoliche, quello che mi auguro di più è che siano serene, con il calore delle persone a cui voglio più bene.
Domani in particolare vorrei ancora vedere:
  • sorrisi, tanti sorrisi e abbracci;
  • mamma, suocera e zia che si frastornano con inesauribili chiacchiere (mamma vacci piano eh!);
  • uomini che a loro volta se la raccontano (di non so che... non l'ho mai capito perché son sempre stata rapita dalle donne - mamma rivacci piano eh!);
  • tavola imbandita e decorata a festa (ci penso e ripenso da giorni, come anche al menù);
  • bocche che gustano, i silenzi degli assaggi, cinture che si allentano;
  • nipotini strafelici che passano a far mostra dei loro regali;
  • quel che la giornata vorrà offrire, voglio cogliere tutto comunque come una gran festa.

Non mi resta quindi che augurarvi con tutto il cuore:

Buone feste da Zonzolando 2013

Un abbraccio a tutti!


Benvenuti al nuovo appuntamento con la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita cogliendo il meglio di ciò che ci offre.

Troppo spesso infatti le nostre giornate sono riempite di pensieri e preoccupazioni tendendo a dimenticare il bello che nella vita c'è (sempre!). Con questa scatola voglio immortalare, se non tutto, gran parte delle cose belle che riempiono la mia/nostra vita quotidiana (ma che potrebbe essere anche quella di tutti), dalle grandi alle piccole cose che ci rendono felici e, ancora meglio, sereni.

Questo è il resoconto degli ultimi giorni trascorsi: la Serendipity Box n° 22.
  1. Una zonzolata a Milano; uno scatto della stazione Centrale: fantastica!
  2. Una zonzolata vicino a casa per ammirare uno dei panorami più belli che abbia mai visto, uno degli scorci alla cui bellezza non posso e non voglio abituarmi: il Lago di Garda.
  3. Una zonzolata al mercatino dell'artigianato a Trento con delle amiche.
  4. I mercatini di Natale a Trento: luci, colori, bancarelle, profumi di cose buonissime nell'aria, un vin brulé e... che la serata abbia inizio :-)
  5. Per due settimane una lunga zonzolata la mattina presto, quasi al sorgere del sole, sulla ciclabile a Rovereto. Lo scroscio dell'acqua del fiume Leno, il passo svelto, il freddo che punge e arrossa gli zigomi, le spalle strette intorno al collo, i passanti che portano a spasso i loro cani, un treno che passa e al mio rientro la finestra aperta di una classe che sta suonando col flauto musiche natalizie, il mio sorriso che spunta dietro la sciarpa, gli occhi che ridono socchiusi. Sono felice, fischietto coi flauti più o meno intonati per gli ultimi metri che mi mancano.
  6. Una zonzolata serale col mio Massi e il nostro cagnolone. Stare a naso all'insù ad ammirare la fantastica volta celeste nonostante la luna piena e vedere una stella cadente, poi un'altra, un'altra e un'altra ancora. Esprimere un desiderio per ognuna. Uno, il primo, il più importante, quello in cui chiedevo che i risultati delle analisi di una persona a me cara fossero a posto si è già avverato. :-) (Immagine presa dal Web, capirete che era difficile immortalare il momento)
  7. La fine di un ciclo di ultrasuoni dopo i quali spero di poter zonzolare ancora per molto. Un grazie speciale a Corrado che oltre a essere stato sempre gentilissimo, ha anche allietato le mie terapie con musiche natalizie deliziose pronte al mio arrivo.

L'aforisma della settimana è:
"I viaggi danno una grande apertura mentale: si esce dal cerchio dei pregiudizi del proprio Paese
e non si è disposti a farsi carico di quelli stranieri."
(Charles-Louis de Montesquieu)


Buone zonzolate, buone feste, buon viaggio di vita e di esperienze a tutti!


Mi è capitato di leggere un'interessante intervista a Umberto Veronesi che raccontava la sua dieta settimanale soffermandosi in particolare sul digiuno che bisognerebbe fare un paio di volte a settimana e che dovrebbe durare dalle sedici alle ventiquattro ore. Veronesi affermava inoltre che il digiuno tempra il carattere.

Ora, una piccola premessa: a memoria mia io non ho mai digiunato se non per malattia o per qualche motivo davvero eccezionale, mai per dieta; altre volte mi è capitato di rimandare il pasto anche di qualche ora, ma non di saltarlo, e nemmeno dopo un'abbuffata delle feste ho rinunciato ad un pasto, magari l'ho alleggerito ma mai annullato.

Al di là se questa dieta abbia effetto o meno, se sia valida o no, se sia anticancro eccetera io mi chiedo: ma sto digiuno va fatto in solitudine? Mi devo isolare per un giorno intero? Devo contattare prima l'esorcista?
Perché mettiamo anche che io riesca a fare un'opera di convincimento straordinaria al mio cervello per cui riesca a stare digiuna il minimo indicato, ossia sedici ore, quello che devo assolutamente fare è farmi internare, farmi mettere in isolamento, perché io, in quelle rare occasioni che ho scritto sopra, divento una iena! Non mi trasformo in una posseduta in stile film L'esorcista per puro autocontrollo, ma dentro mi sento così.
Altro che temprare il fisico, la mente e così via, qui io tempro la pazienza di chi mi sta accanto.
Sono irascibile a momenti e assolutamente sfiancata e priva di forze in altri, perdo la concentrazione e sono intrattabile.
Se ho fame ho un solo grido in testa: "DATEME DA MAGNA' CHE C'HO FAME!"

Insomma, credo proprio che sarei la delusione del famoso oncologo da questo punto di vista.

Penso però di potermi rifare almeno dal punto di vista della scelta dei cibi e della qualità degli alimenti.
A proposito di fame, dieta, cibi light, salutari e anticancro ecco infatti una ricetta che secondo me pure il Dott. Veronesi approverebbe: una calda, rassicurante, corroborante, morbida e (nel mio caso) super biologica crema di zucca.

Crema vellutata di zucca facile e veloce ricetta light pumpkin soup veggie recipe

Crema di zucca

Preparazione: 30 min.Cottura: 30 min.Riposo: nessuno
Porzioni: 4 Kcal/porzione: 165 circa (senza aggiunte)
Ingredienti:

  • 1 kg di zucca gialla pulita
  • 250 g di porri puliti
  • 10 g di olio extravergine di oliva
  • 30 g di farina 00 (o fecola di patate, o 100 g di patata nel caso di celiaci)
  • 250 ml di latte intero
  • Sale q.b.
  • Brodo vegetale q.b. (o semplice acqua)
Aggiunte a piacimento:
  • Formaggio
  • Olio extravergine di oliva
  • Semi di zucca decorticati
  • Crostini di pane
Preparazione:

  1. Pulire la zucca e i porri. Tagliare la zucca a cubettoni e affettare i porri a rondelle.
  2. In una pentola capiente e a bordi alti far soffriggere nel poco olio i porri e mescolare velocemente. Quando inizieranno a sfrigolare unire la zucca.
  3. Coprire tutto a filo con brodo o acqua, coprire con un coperchio e lasciare cuocere dal bollore per almeno 10 minuti.
  4. Scoprire la pentola, unire il latte e lasciare cuocere per altri 10 minuti.
  5. Togliere dal fuoco, unire la farina setacciata¹ e passare tutto al mixer fino ad ottenere una crema liscia e vellutata.
  6. Rimettere sul fuoco e far cuocere per 10 minuti. Regolare di sale.
  7. Questa crema è buona da sé, ma si può anche servire con formaggio (a rondelle nel mio caso, o grattugiato), con semi di zucca decorticati, erba cipollina e qualche crostino.
Note:

  1. Nel caso di celiaci unire la fecola di patate, o direttamente assieme alla zucca nel secondo passaggio anche la patata tagliata a cubettoni.
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Ne mangio a quintali, quindi manco il consiglio del dottore di dimezzare le porzioni funziona su di me. Magari su uno del 1925 sì, del resto anche mia nonna mangiava come un uccellino senza sforzo in vecchiaia. Ehm... senza offesa dottore eh!
Io 'un ce la posso fa' e magno a volontà! Di gran gusto e qualità però, non si può negare. :-)


P.S.: giusto per precisione e correttezza, le zucche in foto non sono dello stesso tipo che ho utilizzato per la crema. Quelle in foto infatti sono da decorazione, mentre quella che ho impiegato per la ricetta è la classica mantovana a buccia verde (come questa qui per intenderci).


Benvenuti al nuovo appuntamento con la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita cogliendo il meglio di ciò che ci offre.

Troppo spesso infatti le nostre giornate sono riempite di pensieri e preoccupazioni tendendo a dimenticare il bello che nella vita c'è (sempre!). Con questa scatola voglio immortalare, se non tutto, gran parte delle cose belle che riempiono la mia/nostra vita quotidiana (ma che potrebbe essere anche quella di tutti), dalle grandi alle piccole cose che ci rendono felici e, ancora meglio, sereni.

Questo è il resoconto delle nostre avventure negli ultimi giorni trascorsi: la Serendipity Box n° 21.
  1. Invitare a pranzo la nostra nipotina, vederla gustare pian piano tutti i piatti con gran gusto e poi giocare con lei a prendere il caffè "come fanno i grandi".
  2. Una zonzolata serale fra le viuzze di Rovereto e scoprire questo palazzo illuminato a festa con giochi di luce a stelle e fiocchi di neve.
  3. Preparare l'albero di Natale con largo anticipo e restare incantata la sera ad ammirare come una bambina le lucine intermittenti che lo illuminano.
  4. Terminare il calendario dell'avvento per il mio Massi giusto la mattina del primo dicembre e fagli trovare il primo regalino a colazione.
  5. Ricevere un bellissimo regalo direttamente a casa e imporsi di trovare il tempo per gustarselo in santa pace con una buona tazza di tè fumante e tanti post-it per segnare tutte le ricettine da provare. Grazie Manu! :-)
  6. Una bellissima zonzolata in paradiso. Beh, in realtà eravamo solo in montagna vicino a casa, ma la giornata era tanto bella e tutto così perfetto (cielo blu, neve, sole, il nostro cucciolone libero di scorrazzare, la natura, l'aria frizzantina... io e Massi insieme) che era troppo bello per essere vero.
  7. Altra zonzolata, ma di gusto stavolta. Dottore! Fa freddo e io continuo a non resistere! Sono inguaribile! Stavolta sono stata rapita dai gusti: panettone, zabaione al Passito, ricotta e fichi e ovviamente panna montata.

L'aforisma degli ultimi giorni trascorsi è:
"La più perduta di tutte le giornate è quella in cui non si è riso."
(Nicolas de Chamfort)


Buone giornate sfruttate al meglio a tutti allora! :-)


La vecchia impastatrice che mamma e babbo mi avevano regalato e di cui vi avevo già raccontato qua ha tirato le ultime poco tempo fa. Pace al motore suo!
La voglia di pasta fresca fatta in casa però si fa sempre sentire e così, armata di tempo (non troppo eh!), di pazienza e buon olio di gomito, mi sono messa a farla a mano.

Tagliatelle all'uovo mascarpone amaretti ricetta facile e veloce - tasty easy tagliatelle with mascarpone cheese and almond cookies recipe

Non è difficile fare la pasta fatta a mano, l'unica rogna è tirarla per bene, per il resto è tutta gran soddisfazione. Tra l'altro il tempo di cottura della pasta è rapidissimo: qualche minuto in acqua bollente ed il gioco è fatto. Io questa volta ho "giocato" a preparare delle semplici tagliatelle.


Il condimento? Beh, quando il tempo scarseggia e viene per lo più impiegato per la stesura della pasta, allora deve essere qualcosa di assolutamente velocissimo, robe da nanosecondi, ma ovviamente non ci dobbiamo scordare il gusto, no? :-)

Tagliatelle all'uovo con mascarpone e amaretti

Preparazione: 20 min.Cottura: 3 min.Riposo: 1 ora
Porzioni: 4 Kcal/porzione: 640 circa
Ingredienti:

Per la pasta fresca:
  • 350 g di semola di grano duro (in alternativa farina 0) + quella per la stesura
  • 4 uova
  • Sale q.b.
Per il condimento:
  • 100 g di mascarpone
  • 20 biscotti amaretti secchi
  • 10 g di burro
Preparazione:

  1. Setacciare la semola e disporla a fontana su un piano di lavoro. Unire il sale al centro.
  2. Rompere le uova al centro della fontana e sbatterle con una forchetta incorporando farina dai bordi poco alla volta.
  3. Una volta che si inizia a rapprendere impastare con le mani fino ad ottenere un composto morbido e liscio. Qualora l'impasto risultasse troppo umido aggiungere un altro po' di farina, se fosse invece troppo asciutta inumidirsi leggermente le mani con dell'acqua.
  4. Sarebbe opportuno che la pasta riposasse coperta in una ciotola per un'ora circa.
  5. Dividere l'impasto in dosi tali da poterle lavorare a seconda dello spazio a disposizione. Io in genere per queste dosi lo divido in due parti.
  6. Stendere la pasta con l'apposita macchina o per chi come me non ce l'ha con il matterello su un piano di lavoro leggermente infarinato.
    Stenderla molto sottile, se la si solleva si dovrebbero vedere le dita o le righe del legno sul piano di lavoro. Diciamo con uno spessore inferiore al mm.
  7. Infarinare leggermente la pasta e arrotolarla su se stessa formando un rotolo regolare.
  8. Tagliare con un coltello affilato la pasta ogni mezzo cm circa.
  9. Con le mani infarinate sciogliere i rotolini di pasta e ricavare nidi di tagliatelle sul piano di lavoro infarinato.
  10. Cuocere la pasta in abbondante acqua salata per un paio di minuti circa.
  11. Scolare la pasta al dente e tenere da parte un mestolo di acqua di cottura.
  12. Mescolare nuovamente nella pentola sul fuoco la pasta con il burro, poi unire un poco di acqua di cottura, il mascarpone e lasciare che si crei una salsina cremosa.
  13. Aggiungere gli amaretti sbriciolati, mescolare bene e servire.
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Finalmente riesco a presentare la ricetta dei biscotti che ho portato al cookie swap di ComidaDeMama di cui avevo fatto un breve sunto qui.
Si tratta dei "Chocolate thumbprint cookies", ma più che con questo nome qui in Italia sono meglio noti come "I biscotti al cioccolato più buoni del mondo". Mica male no?
Il nome inglese rende proprio l'idea della forma di questi biscotti deliziosi, che si ottengono imprimendo il pollice nell'impasto per lasciare il buchetto in cui versare una favolosa ganache al cioccolato.

Biscotti più buoni del mondo al cioccolato ricetta - Chocolate thumbprint cookies recipe

Zonzolando fra i vari blog ho notato che questa ricetta è piuttosto diffusa e le dosi che si trovano fanno riferimento praticamente sempre al bellissimo blog "Pranzo di Babette" a questo link qui.
Risalendo alla fonte originale, l'autrice geniale di questa ricetta è la grandissima Martha Stewart e il link alla ricetta con dosi anglosassoni è questo qua.


Rifacendomi alle dosi di Martha ho rivisto leggermente (secondo le tabelle di conversione che utilizzo io) le dosi di Babette, ma ho tenuto conto delle sue più che corrette osservazioni finali.

Chocolate thumbprint cookies

Preparazione: 30 min.Cottura: 20 min.Riposo: 30 min.
Porzioni: 30 biscotti circa Kcal/biscotto: 100 circa
Ingredienti:

Per la base:
  • 120 g di farina 0
  • 65 g di cacao amaro
  • 4 g di sale super fino
  • 115 g di burro
  • 130 g di zucchero + q.b. per il rivestimento
  • 1 grosso tuorlo
  • 1 cucchiaio di panna fresca
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
Per la ganache:
  • 40 ml di panna fresca
  • 50 g di miele (io ho usato quello di acacia)
  • ½ baccello di vaniglia
  • 60 g di cioccolato fondente
  • 20 g di burro
Preparazione:

Per la base:
  1. Preriscaldare il forno a 170-180 °C.
  2. Setacciare farina, cacao e sale insieme in una ciotola.
  3. Impastare il burro con lo zucchero con un mixer (o con delle fruste) fino ad ottenere una crema chiara e spumosa. Unire poi il tuorlo, la panna e l'estratto di vaniglia.
  4. Infine unire il mix di farine e amalgamare bene il tutto. Lavorare l'impasto con le mani fino a formare una palla.
  5. Prelevare un pochino di impasto, formare una pallina con le mani e rotolarla nello zucchero semolato.
  6. Disporre la pallina su carta forno adagiata su una leccarda e procedere così fino a esaurimento dell'impasto distanziando le palline di 2-3 cm.
  7. Affondare delicatamente, ma non fino in fondo, il manico di un mestolo di legno al centro di ogni pallina per creare un'incavatura (in cottura si allargherà un po' per cui non esagerare col foro).
  8. Infornare per 10 minuti fino a che non saranno cotti, dopodiché prelevare la teglia dal forno. Qualora le incavature di alcuni biscotti avessero perso definizione approfittare del fatto che sono ancora caldi e premere leggermente ancora con il manico del mestolo di legno (a me non è servito).
  9. Lasciarli raffreddare e nel frattempo preparare la ganache.
Per la ganache e assemblaggio:
  1. Tritare il cioccolato.
  2. A parte scaldare a fuoco medio in una casseruola il miele assieme alla panna e ai semi del mezzo baccello di vaniglia. Sobbollire sino a che il miele non sarà completamente disciolto.¹
  3. Incorporare il cioccolato nella casseruola, mescolando delicatamente fino a farlo fondere completamente.
  4. Unire il burro e amalgamare fino ad ottenere una crema liscia e omogenea.
  5. Con l'aiuto di un cucchiaino, prima che la ganache si raffreddi troppo, riempire le incavature dei biscottini.
  6. Lasciare che la ganache si rapprenda e poi consumarli, oppure trasferirli in scatole di latta o sacchetti puliti e ermetici.
Note:

  1. M.S. consiglia di togliere dal fuoco, coprire la casseruola e lasciare raffreddare per almeno 20 minuti ma io non l'ho fatto e sono passata direttamente al mio punto 3.
  • Per conto mio le dosi della ganache sono abbondanti e per 30 biscotti si può anche decidere di dimezzare la dose, oppure di gustare ciò che avanza in santa pace direttamente dal cucchiaio. :-)
  • Si conservano molto bene per qualche giorno.
Autore della ricetta: Martha Stewart.
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Come ho detto, li ho preparati più volte e sono andati letteralmente a ruba. Sono ottimi con un caffè, magari macchiato e ovviamente da soli così come sono.


Ci si può anche sbizzarrire con diverse ganache: dal cioccolato bianco, al gianduia o dalla semplice crema spalmabile di nocciole, al dulce del leche.
Sono un'ottima idea come pensierino per il Natale. Se è vero che a Natale siamo tutti più buoni allora questo è davvero un ottimo modo per cominciare! :-)


Sono stufa anche di scriverlo ormai, ma è dannatamente vero: non ho tempo per dedicarmi al blog, né al mio, né tanto meno di leggere (o addirittura commentare) quelli degli altri. Pazienza, sono comunque giorni ricchi, pieni di soddisfazione; ne arriveranno sinusoidalmente di più tranquilli. C'est la vie, n'est-ce pas?

Questo post però andava scritto, a costo di stare in piedi la notte, di scrivere a caso sulla tastiera e di cadere nel banale (come probabilmente sto facendo).
E perché mai un post tanto importante?
Perché oggi è il 1° dicembre.

Crêpes di farina di castagne ai funghi ricetta - chestnut flour and mushroom crepes recipe

Se 1° dicembre non vi dice niente allora non conoscete ancora bene l'appuntamento bimestrale più atteso del Web! Oggi infatti esce il numero 4 di Threef, rivista online di cui ho l'onore di far parte.
Cliccando sulla copertina potrete dare anche voi una sfogliata a questa splendida (ma io son di parte, lo so) rivista, ricca di immagini strepitose e ricette beh... fantastiche! :-)


Come avrete capito sfogliando la rivista a pagina 29, o dalla prima immagine del post e dal relativo titolo, la mia ricetta per questo bimestre sono delle crêpes di farina di castagne farcite con un leggero ripieno di funghi.


Per semplicità di grafica nel mio indice/ricettario riporto la ricetta anche qui sotto:

Crêpes di farina di castagne ai funghi

Preparazione: 20 min.Cottura: 40 min.Riposo: 30 min.
Porzioni: 4 Kcal/porzione: 560 circa
Ingredienti:

Per le crêpes:
  • 150 g di farina di castagne
  • 2 uova
  • 250 ml di latte intero
  • 10 g di olio extravergine di oliva
  • 1 pizzico di sale
  • 1 noce di burro per la padella
Per il ripieno:
  • 300 g di funghi freschi misti (o l'equivalente in peso di secchi)
  • 1 spicchio d'aglio
  • 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
  • Prezzemolo q.b.
  • 60 g di Parmigiano Reggiano
  • Sale q.b.
Per la besciamella:
Per la versione a fagottino (più fluida)
  • 600 ml di latte intero
  • 50 g di burro
  • 50 g di farina 00
  • Noce moscata
  • Sale q.b.
Per la versione in forno (un po' più densa)
  • 500 ml di latte intero
  • 60 g di burro
  • 60 g di farina 00
  • Noce moscata
  • Sale q.b.
Per l'assemblaggio e decorazione:
  • Erba cipollina
  • Parmigiano Reggiano grattugiato
Preparazione:

Per le crêpes:
  1. Setacciare accuratamente in una terrina la farina di castagne, unire le uova, il latte, l'olio e un pizzico di sale. Sbattere energicamente fino a che il composto sarà liscio e senza grumi.
  2. Far riposare il composto in frigo per una mezz'ora almeno.
  3. Una volta trascorso il tempo di riposo, scaldare una padella antiaderente dal fondo largo e ungerla con un pezzo di carta assorbente intriso con burro fuso.
  4. Versare tanto composto quanto basta per coprire il fondo con uno strato sottile. Livellarlo bene. La crêpe una volta pronta tenderà a staccarsi sui bordi arricciandosi leggermente, a quel punto staccarla delicatamente e girarla sull'altro lato. Cuocere un altro paio di minuti e sarà pronta.
  5. Ripetere l'operazione fino ad esaurimento del composto.
Per il ripieno:
  1. Pulire e lavare accuratamente i funghi. Tagliarli a pezzetti e cuocerli in una padella antiaderente con l'olio e l'aglio tritato finemente.
  2. Lasciarli cuocere e ritirare dalla loro acqua senza coprirli per almeno 15-20 minuti.
  3. Una volta cotti cospargerli con prezzemolo tritato finemente.
Per la besciamella:
  1. Per prima cosa occorre preparare il roux facendo sciogliere il burro in un pentolino al quale aggiungere la farina setacciata.
  2. Cuocere il tutto per qualche istante fino a che non si ottiene un delicato color nocciola.
  3. Mescolare per non farla attaccare.
  4. Unire a filo il latte mescolando con un mestolo di legno.
  5. Cuocere e portare il tutto lentamente a bollore, poi regolare di sale e unire un pizzico di noce moscata.
Assemblaggio:
Se a fagottino:
  1. Disporre al centro di una crêpe una spolverizzata di formaggio e un cucchiaio di funghi trifolati.
  2. Chiudere delicatamente il fagottino sigillandolo con un paio di giri di erba cipollina.
  3. In un piatto da portata versare una generosa dose di besciamella, posizionare al centro il fagottino e spolverizzare con un pizzico di pepe e noce moscata.
  4. Tenere in caldo fino al momento di servire.
Se gratinate al forno:
  1. Disporre al centro di una crêpe una spolverizzata di formaggio e un cucchiaio di funghi trifolati. Piegare a metà o in quarti le crêpes e disporle in una pirofila precedentemente imburrata.
  2. Versare la besciamella sulle crêpes e spolverizzare la superficie con altro formaggio.
  3. Infornare per una decina di minuti sotto il grill e poi servire.
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Ed ecco come si presentano all'interno quelle in versione gratinata al forno.


Buona domenica e buon 1° dicembre a tutti, con il prossimo numero di Threef ci rileggiamo a febbraio.


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