Enjoy food, travels and life

Se non è la mia preferita poco ci manca; di sicuro è nella "Top Five".
Mi piace coi pezzettoni che si sentono fra i denti, mi piace per il suo profumo inconfondibile, mi piace sul pane, su una fetta biscottata, da sé oppure nei dolci. La adoro nella sua semplicità e me la centellino per tutto l'anno per paura che finisca troppo presto, sia mai che ne debba comprare un po' di quella del supermercato.

Marmellata confettura di pesche con poco zucchero fatta in casa come prepararla ricetta - Peache jam homemade recipe

A fine agosto compro sempre una cassa da dieci chili di pesche ben mature e il signore che me le vende me ne regala sempre qualcuna in più, forse sperando in un barattolino di confettura in cambio. Giammai! E' tutta mia questa bontà! :-)

Nonostante la grande quantità la preparo tutta in un pomeriggio (e talvolta sera). Per comodità riporto le indicazioni per la preparazione su un chilo di frutta.

Confettura extra (composta) di pesche

Preparazione: 20 min.Cottura: a) 25 min.; b) 2 oreRiposo: nessuno
Porzioni: 4 vasi da 300 g circa Kcal/100 g: 130 circa
Ingredienti:

  • 1 kg di pesche mature già pelate e snocciolate
  • 300 g di zucchero semolato
  • 24 g di pectina¹ con rapporto 3:1 (facoltativa)
  • Succo di ½ limone (solo se necessario)
Preparazione:

  1. Scegliere le pesche più mature e gialle, o fare un mix con quelle bianche. L'importante è che siano ben mature e dolci.
  2. Lavarle e togliere la buccia, aprirle a metà e togliere il nocciolo. Pesare la frutta una volta pulita, trasferirla in una pentola a bordi alti e pesare lo zucchero con un rapporto 3 a 1 (1 kg di frutta per 330 g di zucchero e loro multipli).²
  3. Tagliare a cubetti di circa un cm la polpa. E' possibile che essendo frutta ben matura al momento del taglio le pesche perdano un poco del loro succo: non buttarlo assolutamente, ma anzi recuperarlo e metterlo con la frutta a pezzi in una pentola a bordi alti.
  4. A questo punto le strade sono due:
    a) Se si usa la pectina basta seguire le indicazioni riportate sulla confezione, mettere la pectina a freddo con la frutta e lo zucchero e iniziare a cuocere.
    b) Se non si usa la pectina lasciare cuocere la frutta a fuoco lento per un bel po', sino a che non si vede che inizia ad addensarsi. Unire lo zucchero e continuare la cottura per almeno un'ora.
  5. Fare la prova di consistenza su un piattino facendo raffreddare un poco di confettura. Se avrà la consistenza desiderata allora toglierla dal fuoco e invasarla in barattoli sterili. Se invece risultasse ancora troppo liquida aggiungere il succo di mezzo limone, cuocere ancora per qualche minuto e poi riprovare sul piattino l'addensamento.
  6. Sigillare ermeticamente coi tappi e una volta chiusi capovolgere i barattoli per creare il sottovuoto.
Note:

  1. Attenzione: la pectina che si trova in commercio può non essere adatta ai celiaci e agli intolleranti ai latticini. In caso di intolleranze è preferibile quindi procedere con il metodo b).
  2. Nel mio caso il rapporto è addirittura superiore e non ho mai avuto problemi.
  • Si può anche scegliere di fare una seconda sterilizzazione immergendo i barattoli avvolti in un telo in acqua bollente per almeno 15-20 minuti.
  • In alternativa alla seconda sterilizzazione di solito faccio così: metto i barattoli appena riempiti e capovolti uno ben vicino all'altro ancora roventi e poi li avvolgo bene con una coperta. Questo per fare in modo che la confettura continui a tenere una temperatura elevata il più a lungo possibile. Generalmente il giorno seguente i barattoli sono ancora caldi. Conservarli in un luogo fresco, asciutto e al buio.
  • Una volta aperta la confettura va conservata in frigo.
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La prima volta che ho sentito parlare del gomasio è stata tre anni fa da Elena di ComidaDeMama. Non avevo ancora aperto questo blog mentre lei era già una veterana del Web; la subissavo di domande sulla cucina, sulle ricette, su piatti veloci da preparare quando arrivano ospiti all'improvviso e lei sempre carinissima mi rispondeva appassionandomi sempre di più. Se ho deciso di aprire questo piccolo angolo è stato sicuramente anche grazie a lei e alle sue preziosissime dritte.

Un giorno Elena è entrata in ufficio da me e mi ha regalato uno splendido set per preparare questo condimento giapponese, che tanto mi aveva incuriosita, composto da un suribachi e un surikogi. Non spenderò tante parole per spiegare cosa sono, vi rimando direttamente al suo bellissimo post dove è tutto spiegato con cura e con bellissime foto. Il link è questo qui.

Gomasio ricetta con semi di sesamo con suribachi e surikogi preparazione insaporitore alimenti giapponese

In sostanza preparo il gomasio con il procedimento indicato da Elena (che riporto brevemente qui sotto per comodità) con semi di sesamo biologici e sale nelle proporzioni che riporto qui sotto.

Gomasio

Preparazione: 15 min.Cottura: 10 min.Riposo: nessuno
Porzioni: - Kcal/100 g: 620 circa
Ingredienti:

  • Semi di sesamo
  • Sale grosso
Preparazione:

  1. Far tostare i semi di sesamo in una padella antiaderente o in forno facendo attenzione a non farli bruciare; un buon metodo per non abbrustolirli è toglierli appena si sentono i primi scoppiettii. Il profumo dei semi tostati per me è magnifico.
  2. Lasciarli raffreddare leggermente e poi pesarli (si può fare anche prima, non cambia niente). Generalmente faccio un rapporto 1:10 ossia 10 parti di sesamo e 1 parte di sale.
  3. Pestare sale e semi di sesamo con il suribachi e il surikogi e poi invasare in un barattolo ben pulito e conservare il gomasio in un luogo asciutto, fresco e possibilmente al buio.
Note:

  • Si conserva un bel po' anche se a lungo andare perde un pochino del suo buon sapore.
  • In mancanza di un buon pestello si può prepararlo anche con il mixer. Io ho provato in entrambi i modi e devo dire che non sento particolarmente la differenza. Io però non sono sicuramente un'estimatrice e c'è chi dice che la differenza si sente eccome. Insomma dipende un po' dal tempo a disposizione e dalla voglia di mettersi a pestare.
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Eccomi qua (nel periodo "ho voglia di pestare, meglio che pesto il gomasio!") mentre me ne preparo una bella scorta che utilizzerò per le prossime insalate.


Eh già, dimenticavo proprio la cosa più importate: come e dove si usa il gomasio?
Il gomasio si usa per condire insalate, per condire il riso bollito, verdure cotte ecc. Io lo trovo straordinario sui fagiolini e pomodori. E' buonissimo anche accompagnato da qualche goccia di salsa di soia.

Ho fatto tutto da sola. Nessuna ostetrica, nessuna epidurale, nessuna episiotomia, nessun cesareo anche se male non mi avrebbero fatto! Mai avrei pensato di farcela, eppure quando l'ho visto non ci potevo credere nemmeno io. E ne vado davvero orgogliosa, voglio proprio vedere chi ha saputo fare di meglio!

Quando lo hanno visto gli uccellini si sono subito messi a twittare (ma per davvero, mica coi cellulari) e lo hanno saputo tutti, si è sparsa la voce in un attimo.
I twits assicuravano: "Non è un fotomontaggio, né un gioco di prospettive. E' davvero suo!"

Da quando l'ho fatto, il gallo e i galletti più piccoli mi guardano con occhi diversi. Aprono le ali e la coda, si fanno belli come un pavone (tzè... gli piacerebbe) e mi girano intorno.
Lo sanno bene che non ho un compagno, nel mio clan siamo tutte femmine, e che femmine!

Ma da quando l'ho fatto le galline mi guardano male, son tutte gelose e mi prendono in giro. Mi dicono che adesso dopo tanto sforzo cammino a papera. A me!? Che di papera non ho niente! A me!? Che posso volare, io! Mica come loro che fanno il colpo e poi son di nuovo a terra! Tutta invidia la loro.
Hanno visto la reazione dei galletti e hanno messo in giro brutte voci sul mio conto. Dicono che sono una poco di buono che va con gli struzzi. Io poco di buono? Ma che si guardino loro! Sono talmente oche quelle là che manco lo sanno che gli struzzi non si trovano da queste parti.
Hanno pure detto che il mio padrone mi ha dato degli ormoni per farne uno così, ma mica è vero. Lo sanno tutti che lui ci tratta bene e ci dà solo cose buone.

Le mie amiche per fortuna mi difendono, ma sotto sotto lo so che si stanno chiedendo come diavolo ho fatto a farne uno così grosso...

Racconto divertente sulle uova

Non ci sono storie, il primo posto è mio!


Spero solo che non riaccada presto, devo ancora riprendermi del tutto.


Beh, lo devo ammettere, ho solo un unico rimpianto: se il mio caro Luigi mi avesse dato un bel germano, almeno un momento di piacere in tutta questa storia lui me l'avrebbe regalato. :-)

N.d.R.: a distanza di una settimana mamma anatra e uovo stanno bene (l'uovo soprattutto nella mia padella :-D ).

P.S.: era un uovo gemellare, cioè con due tuorli.


In questo periodo, come ogni anno, mio suocero raccoglie una marea di zucchine biologiche dal proprio orto. A Massimiliano e me le zucchine piacciono veramente tanto e poi fanno pure un sacco bene per cui cerchiamo di approfittare dell'abbondanza e di consumarne a più non posso.
Uno dei modi più semplici e veloci per prepararle, nonché secondo noi molto buono, è quello di passarle in padella con una buona dose d'aglio.
Si sa, a tutti non piace, ma in questa ricetta ci vuole proprio. :-)

Zucchine trifolate all'aglio ricetta contorno light e saporito light veggie garlic zucchini recipe

Zucchine trifolate all'aglio

Preparazione: 15 min.Cottura: 15 min.Riposo: nessuno
Porzioni: 4 Kcal/porzione: 120 circa
Ingredienti:

  • 800 g di zucchine biologiche
  • 3 spicchi di aglio
  • 20 g di olio extravergine di oliva
  • Sale q.b.
  • 1 ciuffetto di prezzemolo
  • Pepe q.b. (se gradito)
Preparazione:

  1. Lavare le zucchine e privarle della parte finale e lasciare quella iniziale (quella a cui è attaccata la pianta) per rendere più agevole il taglio.
  2. Con una mandolina affettare le zucchine dello spessore di circa un paio di mm scarsi e salarle a piacimento.
  3. Tritare finemente l'aglio e metterlo a soffriggere in una padella antiaderente con l'olio.
  4. Una volta imbiondito unire le zucchine, rigirarle accuratamente. Dopo poco (se ben fresche) rilasceranno un po' della loro acqua e non necessiteranno di ulteriori accorgimenti, altrimenti aggiungere un poco di acqua per evitare che si brucino.
  5. Coprire la padella con un coperchio e lasciare cuocere per 10 minuti controllando la cottura di tanto in tanto e rigirandole per cuocerle uniformemente.
  6. Una volta cotte farle raffreddare velocemente per mantenere un bel colore verde acceso. Sono buone sia calde che fredde.
  7. Se si gradisce si può aggiungere anche una spolverizzata di prezzemolo tritato e pepe.
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Inoltre approfitto per ringraziare infinitamente Carmen di Chiacchiere in Cucina che ci ha assegnato questo premio:


Le regole sono queste:
1) Citare chi ha creato il premio e riportare il link con riferimento al suo blog sull'immagine.
2) Ringraziare chi ci ha premiati.
3) Premiare altre cinque blogger e comunicarglielo.

Ed ecco i cinque blog con cui ho il piacere di condividere questo premio:

Due Bionde in Cucina
Sapori di Elisa
Ribes e Cannella
Ribana's Flavour
A Thai Pianist

Ma anche con tutte le amiche e amici che ci seguono! Grazie a tutti!


Come annunciato nello scorso post, ho avuto modo di provare un nuovo ingrediente in cucina grazie alla collaborazione con Maso Giomo. Si tratta dell'aglio orsino, anzi per la precisione del pesto di aglio orsino.
Non ne avevo mai sentito parlare e nemmeno l'avevo mai assaggiato.
Incuriosita, ho subito aperto il barattolino e ne ho assaggiato un pochino. Il profumo ricorda senz'altro il comune aglio che tutti conosciamo, ma direi che è più delicato e nel pesto sta un incanto. Mi è piaciuto da subito.
Tra le mille idee che mi saltano in mente quando devo pensare a come impiegare questi nuovi ingredienti mi è venuta in mente una crema: morbida, delicata, dal profumo inconfondibile e per di più buonissima! Del resto quando la materia prima è già buona di partenza...

Crema vellutata di patate all'aglio orsino. Come utilizzare l'aglio orsino in cucina ricette - Wild garlic soup recipe

Eccolo qui ciò che ha reso la crema tanto speciale: il pesto di aglio orsino di Maso Giomo.


Crema all'aglio orsino

Preparazione: 10 min.Cottura: 40 min.Riposo: nessuno
Porzioni: 4 Kcal/porzione: 270 circa
Ingredienti:

  • 10 g di olio extravergine di oliva
  • 1 scalogno (o ½ cipolla bianca piccola)
  • ½ carota
  • 400 g di patate a pasta bianca (io ho usato quelle della Val di Gresta)
  • 100 ml di latte intero
  • 100 ml di panna (io ho preso quella affiorata dal latte crudo)
  • 1 l di brodo vegetale
  • 1 cucchiaio generoso di pesto di aglio orsino
  • 16 g di mandorle in scaglie
Preparazione:

  1. Scaldare in una casseruola a bordi alti l'olio. Unire lo scalogno tritato a fettine e la carota a cubetti. Lasciare imbiondire a fuoco lento per un paio di minuti dopodiché aggiungere le patate tagliate a cubettoni.
  2. Unire subito dopo il brodo e lasciare cuocere per almeno 20 minuti.
  3. Mescolare di tanto in tanto per assicurarsi che non si attacchi niente sul fondo.
  4. Unire poi il latte e la panna e terminare la cottura controllando che le patate tendano a disfarsi.
  5. Spegnere il fuoco e unire a questo punto il pesto di aglio orsino.
  6. Con l'aiuto di un frullatore a immersione creare una bella crema liscia e morbida. Servire con una spolverizzata di mandorle in scaglie leggermente tostate.
Note:

Io non ho messo sale perché ho aggiunto brodo salato. Eventualmente regolare quindi di sale.
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Un ottimo accompagnamento con questa crema sono state le polpettine di ricotta e speck, ma si può anche servire con crostoni di pane. Buona anche il giorno dopo leggermente riscaldata.



Un paio di giorni fa ho preparato delle gustosissime mini polpettine. A Massimiliano sono piaciute veramente molto, tant'è che me ne ha rubate un bel po' dal forno ancora roventi scappando lesto lesto e facendole saltellare sulle mani per raffreddarle. Manolesta ha colpito ancora.
Per fortuna son riuscita a rincorrerlo e scacciarlo con un mestolo per salvarne qualcuna da fotografare. Che mi tocca fare per questo blog! :-)

Polpette di ricotta e speck cotte in forno ricetta piatto light - Ricotta cheese balls light recipe

Polpette di ricotta e speck al forno

Preparazione: 30 min.Cottura: 15 min.Riposo: nessuno
Porzioni: 4 Kcal/porzione: 220 circa
Ingredienti:

  • 250 g di ricotta
  • 40 g di speck IGP (fette spesse 1 mm)
  • 30 g di Trentingrana (24 mesi) grattugiato
  • Qualche foglia di prezzemolo
  • 15 g di pangrattato + q.b. per la panatura
  • 20 g di olio extravergine di oliva
  • Sale meditterraneo Maso Giomo
Preparazione:

  1. Sminuzzare finemente lo speck sgrassato e il tritare il prezzemolo.
  2. In una ciotola mescolare e amalgamare la ricotta con lo speck, il prezzemolo, il formaggio, 15 g di pangrattato e un pizzico di sale.
  3. Formare delle piccole palline, rotolarle nel pangrattato e ungerle (meglio se con un vaporizzatore) con dell'olio.
  4. Adagiarle su una placca da forno rivestita con carta forno e infornare in forno già caldo in modalità grill a 180 °C per 15 minuti.
  5. A metà cottura farle ruotare o rigirarle per cuocerle uniformemente.
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Le polpettine avanzate le ho utilizzate come accompagnamento alla prossima ricetta che ha un ingrediente che per me è stato una vera scoperta.


Colgo l'occasione per augurare uno splendido Ferragosto a tutti! Mangiate e zonzolate in abbondanza, mi raccomando!


Giurin giurello! Questo è l'ultimo post sulla nostra zonzolata wisconsiniana e poi non vi tedio più. Lo giuro! E' solo che le cose da raccontare son sempre tante e non potevo assolutamente tralasciare (visto che nel nostro blog si parla proprio di cucina e di viaggi) che cosa si può fare e che cosa è bello mangiare quando si decide di visitare questi posti.

E' un post corposo ma spero utile, altrimenti che mi sono persa cinque ore di selezione, montaggi foto e testi a fare?!

Parto dal cibo. Come tutti sanno la cucina americana non ha una lunga tradizione alle spalle per cui il più delle volte ci si imbatte in fast food, steakhouse o ristoranti tipici di qualche altro Paese. Solo in State Street (che come ho già scritto qui è la strada principale di Madison) si possono trovare cucine: italiana (manco a dirlo onnipresente), francese, indiana, messicana, greca, thailandese, nepalese, giapponese, cinese, africana, marocchina, tibetana e qualcos'altro che mi scordo di sicuro e che ora non mi viene in mente.

Noi, in genere, scartiamo a priori quella italiana (anche se non come regola rigida autoimposta) per via della curiosità di provare quello che non riusciamo a trovare comunemente nei nostri piatti in Italia.

Abbiamo assaggiato veramente tanti piatti, del resto la vacanza è stata lunga e mica che potevamo restare a digiuno! Alcuni li abbiamo fotografati, altri purtroppo no. L'elenco è comunque lunghissimo.

Parto con il nostro primo pranzo da Noodles Company, 232 State St. Tutto buono, in particolare i noodles che ho trovato saporitissimi.

Fresh spinach salad

Noodles con verdure

Una straordinaria combinazione di sushi al Sushi Box - 2433 University Ave # C. Il locale è piccolo, ma carino e il cuoco viene ripreso con una telecamera mentre prepara i piatti; in sostanza si sa già quando arriva il proprio e come viene preparato.

Sushi Combo C

Un pranzo leggero e veloce al Hawk's Bar & Grill, 425 State Street.

Insalata con tonno grigliato

Una cena piccante e saporita da Laredo's - 4000 University Ave.

Fajitas di manzo e pollo

Pollo con crema di fagioli e riso

Contorno alle fajitas di crema di fagioli e guacamole

Ci incuriosiva tantissimo la cucina nepalese e così ci siamo recati all'Himal Chuli - 318 State St.

Verdure miste fritte, involtini vegetariani e pane nepalese

Spiedino di pollo con basmati e verdure saltate

Manzo con piselli al curry e riso basmati

Ed ecco la colazione che più abbiamo amato e che ha ispirato i pancakes dello scorso post. Ci trovavamo al The Pancake Place - 143 South Military Avenue a Green Bay nel Nord-Est del Wisconsin. Avevamo voglia di una colazione tipica americana, di ritrovarci in uno di quei locali che si vedono nei film dove la cameriera continua a passare per riempire la tazza di caffè.
Siamo stati fortunati, abbiamo trovato un posto stupendo: una colazione ricchissima, un'accoglienza fantastica e un caro saluto a Linda che ci ha servito con tanti sorrisi e cordialità.
L'unica cosa a cui fare attenzione sono le porzioni che arrivano al tavolo. Non conoscendole abbiamo ordinato cibo che in Italia andrebbe bene per quattro o cinque persone (lì invece era del tutto normale); le porzioni sono enormi, ma tremendamente buone. Inutile dire che nonostante le quantità servite abbiamo spazzolato tutto!

Cosa fare e dove mangiare a Madison e nel Wisconsin USA consigli e recensioni
Caffè, salse di accompagnamento (burro, fragole, lamponi) e sciroppo d'acero

Waffle con fragole e loro salsa accompagnato da un quintale di panna montata: enorme!

Gigantesco pancake con lamponi accompagnato con sciroppo d'acero caldo

Texas toast con uova, bacon e marmellata

Interno del locale

Una cena davvero memorabile ce la siamo fatta assaggiando la cucina spagnola al Tapas Rias of Middleton - 2518 Allen Boulevard. Accompagnati dalla nostra amica spagnola Sonia, che ci aveva consigliato questo locale, siamo entrati nel mondo delle tapas e ne siamo rimasti incantati. Buonissima la sangria al mango, le vongole, i crostoni con affettati, i calamari fritti e tanti tanti bocconcini squisiti, il tutto accompagnato da buona musica e una ballerina di flamenco.


Abbiamo poi provato anche la cucina africana al Buraka - 543 State St.

Involtini ripieni di lenticchie

Pollo con patate e radice e riso basmati

Riso con lenticchie e panna acida

Fette di banana fritte

E infine la cena che più abbiamo amato, anche se le foto purtroppo non rendono merito alla bellezza e bontà dei piatti, l'abbiamo fatta a Madison al Fleming's - 750, North Midvale Blvd. La luce era purtroppo molto scarsa e giallastra e nonostante che abbia provato a migliorare le foto non sono riuscita nell'intento.
Abbiamo visitato questo locale per un'occasione speciale e per cui avevamo deciso di trovare un posticino adatto a festeggiare. Il locale, l'accoglienza e i piatti ci hanno davvero strabiliato.

Insalata di fragole con blue cheese

Zuppa di cipolle

Filetto di manzo su riso e salsa di porcini

Filetto di manzo su salsa verde e mais

New York cheesecake con crema al cioccolato bianco

Semifreddo al croccante e salsa ai frutti rossi

Piccolo omaggio per la nostra occasione speciale: bigliettino, truffles buonissimi e buono sconto

Infine oltre a ciò che ho già raccontato nei resoconti dei luoghi da visitare qui, qui, e qui ecco alcune cose che abbiamo fatto quando non eravamo presi a zonzolare. Non è tutto, ma rende l'idea delle mille potenzialità che questo viaggio può offrire.


Qui una piccola carrellata in pillole di quello che non potevamo farci mancare:

1) Una bella serie di partite a bowling.

Cosa fare e dove mangiare a Madison e nel Wisconsin USA consigli e recensioni

2) Il biliardo.


3) Una puntata di ben 10 $ al casinò lungo il Mississippi, giocandoci un centesimo alla volta in mezzo a vecchietti che probabilmente si giocavano la pensione! :-(


4) Godersi l'arrivo del tramonto sulle rive del Mississippi a La Crosse.


5) Ammirare di sera lo State Capitol illuminato accoccolati su un molo del lago Mendota mentre ci si gusta in due un cono gelato di proporzioni bibliche.


6) Assistere il giorno dopo ad una protesta cantata contro il governatore proprio dentro a State Capitol.


7) Fare bird watching spaparanzati a Egg Harbor.


8) Fare un giro nel tempio dei Green Bay Packers, il Lambeau Field.


9) Frequentare un corso di cucina incentrato sul seafood.
(spero di poter replicare le ricette presto)


10) Collezionare follie come per esempio foto di idranti stradali.


Insomma dopo tutti questi post, parole e immagini su Madison e il Wisconsin non si potrà dire:


Mai sentito, mai visto e manco ne so parlare! :-)

Come ho già detto non sono riuscita a raccontare tutto quello che abbiamo fatto o visto (mancano ancora qualche città, museo o monumento) ma fa lo stesso, spero di aver lasciato un pizzico di curiosità al lettore che vuole visitare questi stupendi luoghi.

Finally, that's all folks!

Alla prossima destinazione. :-)



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