Fin da piccola con tutta la famiglia andavamo da fine febbraio ai primi di aprile (a seconda della stagione e del tempo che aveva fatto nei giorni precedenti) a fare delle scampagnate per i "monti" che circondavano la zona dove vivevo. Dopo che mi sono trasferita in Trentino più che di montagne si potrebbe parlare di grandi colline, ma ai tempi mi parevano al pari dell'Everest ed erano momenti belli quelli in cui tutta la famiglia si riuniva per andare a fare una bella passeggiata in mezzo al verde. Mamma preparava dei panini imbottiti buonissimi che mangiavamo sempre (ma dico sempre!) al solito posto, all'ombra di un albero seduti su un masso. Ah, quanto erano buoni quei panini.
Una ghiotta occasione che ci offriva la giornata era quella di scovare gli asparagi selvatici, dei piccoli steli verdi che si ergevano dritti fra l'erba o i cespugli. Nient'altro che asparagi in miniatura dal sapore intensissimo e amaro ma soprattutto ricchi di proprietà corroboranti. Non era facile scorgerli. Il mio babbo era (e lo è ancora oggi) un campione nel scovarli ed era quello che vinceva sempre nelle nostre sfide a chi ne trovava di più.
Per ottenere un bel sacchetto di asparagi occorreva un po' di tempo ma la soddisfazione era sempre grande quando si tornava a casa con un bel bottino. La maggior parte delle volte il loro impiego ricadeva in un risotto o una frittata.
Pochi giorni fa per non perdere il "vizio" sono andata a fare di nuovo con tutta la famiglia una scampagnata fra le piane di ulivi. Abbiamo raccolto un bel mazzo di asparagi e ci siamo messi subito all'opera una volta tornati per fare questo buonissimo risotto:
Ma prima della ricetta ecco qualche pillola sull'asparago selvatico che è una pianta perenne della famiglia delle Liliaceae particolarmente diffusa nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Si contraddistingue dall'asparago comune per il fusto più sottile, scuro e per il sapore più amaro. La sua pianta ricorda molto un cespuglio spinoso che di solito cresce in zone aride o sassose e più esposte al sole.
La raccolta può andare a seconda della stagione invernale trascorsa da fine febbraio a fine aprile.
L'asparago selvatico è un alimento diuretico e depurativo, oltre ad essere ricco di Vitamine A, C e di sali minerali come il Potassio. Si sa quindi che fa bene ai reni anche se purtroppo ha degli effetti un pochetto spiacevoli. Insomma diciamocelo... la "plin plin" puzza. Ecco l'ho detto.
Per chi non li ha mai visti in natura ecco come si presentano:
Ed ecco una tipica piana di ulivi in cui si possono trovare asparagine e quindi asparagi (purtroppo il tempo non era un granché) e un mazzetto del nostro raccolto:
Beh insomma, per chi li ha acquistati o per chi è stato fortunato da trovarne abbastanza ecco la ricetta che tanto ci ha fatto leccare i baffi!
Risotto agli asparagi selvatici
Preparazione: 15 min.
Cottura: 30 min.
Riposo: nessuno
Porzioni: 4
Kcal/porzione: 500 circa
Ingredienti:
- 360 g di riso Carnaroli
- ¼ cipolla bianca
- Brodo vegetale q.b.
- 350 g di asparagi selvatici
- 20 g di olio extravergine di oliva
- 20 g di burro
- 50 g di Trentingrana o Parmigiano Reggiano
- Sale q.b.
Preparazione:
- Prima di tutto lavare bene gli asparagi, poi immergerli in acqua fredda non salata dentro una pentola e farli cuocere per circa 10 minuti. In questo modo gli asparagi perderanno un po' del loro amaro.
- Una volta che saranno più chiari scolarli e lasciarli raffreddare.
- A parte mettere a soffriggere il trito di cipolla con l’olio.
- Aggiungere gli asparagi tagliati a pezzettini e lasciar cuocere per 5 minuti.
- Aggiungere il riso e irrorare di brodo caldo pian piano durante la cottura.
- Aggiustare di sale.
- Al termine della cottura aggiungere una noce di burro e mantecare.
- Servire con formaggio grattugiato a piacere.
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Insomma una ricetta semplicissima ma di gran gusto!
E qualche fiorellino per voi. :-)
Ah! Dimenticavo: un buon bicchiere di Marzemino ci sta da Dio!