Enjoy food, travels and life

Dopo tanti racconti delle nostre zonzolate in USA vi abbiamo fatto venire voglia (anche solo un pochino) di partire per questa straordinaria meta?
Se sì, ecco un post basato sulla nostra esperienza dedicato a come affrontare un viaggio del genere, con l'auspicio che possa essere utile ad altri zonzoloni come noi.

Una sola premessa: questo post è scritto in data 23 ottobre 2014 per cui tutte le informazioni contenute risalgono al periodo in cui è stato pubblicato e in funzione delle esperienze direttamente vissute da noi in viaggio. Alcune impressioni quindi possono non trovare rispondenza per altre persone. Attenzione quindi ad eventuali cambi di normative in materia di turismo, viaggi, durata di soggiorni ecc. Buona lettura!

Consigli utili di viaggio prima e per partire per gli Stati Uniti USA trip advices before to go

Prima di partire - Documenti

Pronti per partire? Vediamo cosa serve.
Per chi non ha intenzione di trascorrere più di novanta giorni (oltre serve il Visto) negli Stati Uniti per affari, o per turismo occorre possedere un passaporto con microchip o a lettura ottica e il biglietto di ritorno. Un sito fatto molto bene in cui trovare informazioni precise e dettagliate è quello della Polizia di Stato e in particolare questa pagina qui.

Minimo settantadue ore prima della partenza (ma prima si fa meglio è) occorre inoltre compilare l'ESTA (Electronic System for Travel Authorization) le cui indicazioni per la compilazione e il modulo da compilare si trovano qui.
Si tratta di una serie di domande che permettono l'ingresso nel Paese che ha validità due anni dal momento dell'approvazione (salvo esito contrario). Le domande hanno come oggetto informazioni sul richiedente (nome, data di nascita, residenza), sul passaporto, sulla destinazione negli Stati Uniti e di carattere personale tipo se si hanno problemi psichici, di tossicodipendenza e così via. Il costo è di 14 $ che si pagano al momento della compilazione online con carta di credito.
E' bene sapere che l'ESTA dà l'autorizzazione a partire, ma al momento dell'arrivo sarà solo "l'interrogatorio" (come lo chiamo io) a dire se potete soggiornare oppure no. Di questo aspetto ne parlerò in un punto apposito qui di seguito.
Ricordiamo inoltre che il sistema sanitario americano è privato per cui consigliamo di pensare ad un'assicurazione non solo sugli infortuni, ma su eventuali costi (anche inezie) che potrebbero richiedere cure o brevi degenze. L'intervento per un'appendicite (che non dipende dalle vostre accortezze e non è prevedibile) può costare migliaia di dollari!
Esistono pacchetti assicurativi che coprono spese mediche, bagagli, o altro a cui è bene farci un pensierino.


Prima di partire - Valigia

Tutto dipende dalla meta che avete scelto e da quanto si sta via. Mare della Florida o montagne del Colorado? L'unica regola sempre valida e comoda è quella di vestirsi "a cipolla" ossia a strati. Non portiamoci dietro quattro valigie da ottanta chili ciascuna con la paura che manchi qualcosa, del resto stiamo andando in un Paese con usi simili ai nostri, per cui possiamo trovare praticamente tutto nei negozi.
Ci sono cose però molto utili che consigliamo di mettere in valigia: un adattatore per le prese di corrente, un asciugacapelli con doppio voltaggio, un frasario per chi non mastica l'inglese, un navigatore GPS per non lievitare gli eventuali costi di noleggio di un'auto e il lucchetto speciale per chiudere i bagagli USA visto che alla dogana potrebbero aprirli.


Lingua

Per mia esperienza qualche parola di inglese andrebbe saputa, quasi più a livello di comprensione che di espressione. Scrivo questo perché a me è servito un sacco di volte, non tanto per farmi capire quanto per capire cosa stava succedendo intorno a me.

Un esempio? Una mi-ra-co-lo-sa coincidenza presa a New York solo perché avevo tatuato in mente il numero del gate di scambio sbrodolato dal pilota fra altri quindici connecting flights al momento dell'atterraggio con un'ora e mezzo di ritardo, il quale si è ben guardato dal ripetere tutto in italiano. Fuori c'erano -23 °C, io correvo e grondavo sudore. Un giorno ci scriverò un post e ci faranno un film. Vedo già il titolo: "La pazza del JF Kennedy di New York". Secondo me qualcuno si ricorda ancora di me...

Insomma, ecco il motivo dell'importanza di sapere qualche parolina. Da tenere presente è anche che la lingua non è l'inglese, ma l'americano: un biascicamento che forse ci suona più familiare del King's English, ma con alcune parole completamente diverse.
Eccone alcune che potrebbero essere utili a un viaggiatore:

Affittare: Rent (Amer.), Hire (Eng.)
Antipasto: Appetizer (Amer.), Starter (Eng.)
Ascensore: Elevator (Amer.), Lift (Eng.)
Autostrada: Highway (o Freeway), Motorway (Eng.)
Bagno: Bathroom, Restroom (Amer.), Toilet (Eng.)
Biscotti: Cookies (Amer.), Biscuits (Eng.)
Conto (del ristorante): Check (Amer.), Bill (Eng.)
Lattina: Can (Amer.), Tin (Eng.)
Parcheggio: Parking lot (Amer.), Car park (Eng.)
Patatine fritte: French fries (Amer.), Chips (Eng.)
Pompa di benzina: Gas station (Amer.), Petrol station (Eng.)
Taxi: Cab (Amer.), Taxi (Eng.)

E se non è abbastanza difficile destreggiarsi con parole differenti perché non indifficoltire il tutto semplicemente pronunciando la stessa parola in due modi diversi? Ecco un paio di esempi con parole di uso comune: Latte = Milk (m-lk in americano; milk in inglese), Acqua = Water (uòd-r in americano; uóter in inglese; occhio all'accento della "o").

Ad ogni modo non vi preoccupate se quando non capirete e chiederete di ripetere, non capirete niente ancora. Gli americani sono straordinariamente abili nel ripetere la cosa che hanno appena detto nello stesso identico modo della prima volta. La velocità sarà la stessa, i termini saranno gli stessi se non peggiori, l'unica cosa che cambierà sarà la loro pazienza e il vostro modo di sentirvi stupidi.

Per fortuna a tutto esistono delle eccezioni, talvolta sul lato esattamente opposto; ossia esistono persone di una disponibilità e gentilezza uniche e noi ne abbiamo conosciute un bel po' per entrambe le tipologie.


Voli A/R

I voli indipendentemente dalla destinazione richiedono numerose ore di volo con eventuali scali intermedi. Gli spazi in aereo, a meno che non si viaggi in business class, sono limitati e già dopo qualche ora di viaggio si trasformano in anguste e scomode gabbie.
In questi casi il posto al finestrino può essere un'arma a doppio taglio. Se da un lato si ha una splendida vista al decollo, o all'atterraggio perché durante il 70% del resto del tempo gli oblò vengono tenuti chiusi per simulare la notte, dall'altro si ha un posto-morsa per articolazioni che si rattrappiscono e gonfiano, per non parlare del disturbo di dover far alzare il vicino per spostamenti ogni volta che se ne ha bisogno.
Insomma è bene pensarci bene prima di partire e soppesare i pro e i contro.

Generalmente a bordo vengono serviti colazioni, spuntini, o veri e propri pasti a volte buoni, a volte scarsi. Se si hanno intolleranze alimentari è bene sempre segnalarle per tempo e se si hanno preferenze si possono acquistare pasti supplementari che però non sono proprio a buon mercato.
Alcune (poche!) compagnie aeree forniscono anche salviette, spazzolino e dentifricio al risveglio (verso ovest si viaggia di solito in "notturna").

Durante il volo verrà fatto compilare il "modulo per la dogana", un questionario in inglese in cui si richiede di riepilogare i dati anagrafici del passeggero, se si è stati a contatto con animali, se si sta importando qualche animale, seme, pianta, in modo da scongiurare l'importazione di malattie o specie non autoctone. Il modulo deve essere tenuto dal passeggero e consegnato al momento opportuno una volta atterrati.


Scali interni ed esterni (tempi minimi)

Non tutti i voli sono diretti. Gli scali intermedi possono avvenire sia fuori che dentro il territorio statunitense. Mi spiego meglio. Se voglio andare da Milano a Chicago è possibile che lo scalo intermedio avvenga a seconda della compagnia aerea per esempio a Monaco di Baviera (scalo esterno), o a Boston (interno), o anche tutti e due.
Gli scali esterni per nostra esperienza si possono riuscire a prendere anche a quaranta minuti uno dall'altro purché arrivino e partano dallo stesso terminal; è un limite che si gestisce con una certa ansia, ma ce la si può fare (ovviamente se non ci sono ritardi).

Tutt'altra cosa è quando ci si trova nel secondo caso, ossia con scali interni al Paese (la stessa cosa vale anche alla fine di un volo diretto).
Questo perché una volta arrivati sul suolo americano tutti i turisti vengono separati dai residenti e devono attendere per, quello che ho già definito anche sopra, l'"interrogatorio". Non è sicuramente il termine giusto, ma a viverlo pare proprio una cosa del genere.
Ecco quello che avviene: si scende dall'aereo, si viene divisi dai residenti, si viene incanalati nei soliti serpentelli labirintici in coda e si attende con documenti alla mano il proprio turno. Si viene smistati da operatori che assegnano la corsia per numero e chiedono di restare dietro alla linea segna turno. Quando il poliziotto/agente fa segno di andare avanti allora si va avanti. Il signore, il più delle volte freddo e distaccato (per essere molto gentili) fa domande del tipo "Perché sei qui?", "Quanto stai?", "Dove vai?", "Che lavoro fai?", e leggendo il passaporto "Com'era questo posto qui? E questo qua?" ecc., poi vengono prese tutte e dieci le impronte digitali, prima le quattro dita e poi il pollice, poi viene scattata una foto e infine se tutto va bene mette un bel timbro che attesta che possiamo finalmente farci una zonzolata in USA. Morale della favola: "Ti ho appena schedato a mo' di criminale, ma... sei il benvenuto eh!". Robe che ti passa la voglia di fare il turista e spendere soldi in questo Stato, ma va beh.
Se le cose si mettono male è possibile che vengano chiamati altri agenti e si venga scortati per un interrogatorio più approfondito in qualche stanza nei paraggi. Ma a questo punto che succede non so raccontarlo, ho solo visto avvenire questa scena, anche più di una volta.
Oltrepassato questo passaggio, si riprendono i bagagli se si è arrivati a destinazione e si consegna infine il foglietto della dogana. Se non è la destinazione finale invece si va al terminal, al gate e poi si rifanno i controlli di sicurezza per volo successivo.

Il tempo quindi che è richiesto nello scalo esterno dipende molto dalla coda e dalla gestione dell'aeroporto, da chi ci si trova davanti e dal fatto che tutti i passeggeri confluiscano nello stesso punto e nello stesso orario, oppure no. Per nostra esperienza in questo caso per stare tranquilli ci vogliono almeno due ore e mezza, pena la scena de "La pazza del JF Kennedy di New York" accennata sopra.


On the road

Adesso che abbiamo l'OK per soggiornare in USA possiamo zonzolare a gogò. A meno di sapere che durante il viaggio staremo stazionari in una città, le auto di solito le abbiamo sempre noleggiate prima di partire. Occorre leggere molto attentamente tutte le informative poiché il sistema assicurativo è ben diverso dal nostro. Informatevi sui risvolti di un possibile incidente in cui la colpa è a vostro carico, optate per opzioni CASCO e fate attenzione alle varie evenienze.

E' possibile che al momento di ritirare l'auto cerchino di propinarvi altri pacchetti aggiuntivi, talvolta utili, altre volte no. Attenzione anche a quando vi spiegheranno come funziona la restituzione del veicolo con il pieno o no di carburante. E' sempre da valutare caso per caso se convenga consegnarla a secco, e quindi metterci sopra il costo di un pieno (dettato dai loro prezzi), o se convenga portagliela con la spia sul Full.

Alla guida servirebbe la patente internazionale. Uso il condizionale perché Massimiliano ce l'ha, mentre io no, ma al momento del noleggio delle varie auto che abbiamo preso ho sempre dato il mio documento italiano e nessuno mi ha mai detto che non andava bene. Nemmeno la polizia ferma se non per infrazioni. Rispetto massimo delle regole e negli USA si viaggia da Dio.

La guida fuori città è un vero piacere, le strade sono larghe e dritte, spesso sgombre. In città il traffico invece è più caotico, occorre fare molta attenzione ai vari svincoli e snodi. Dallas e Los Angeles sono le città dove abbiamo trovato più caos e isteria alla guida.

Ecco qualche consiglio per una guida sicura:
  • Rispettare sempre i limiti di velocità, anche se sono assurdi.
  • Nel caso in cui si venga fermati dalla polizia non uscire assolutamente dall'auto, stare con le mani sul volante e attendere istruzioni.
  • Spesso ai semafori c'è la possibilità di svolta a destra anche con il rosso, basta fare attenzione alla segnaletica. Se c'è il "No turn on red" allora bisogna fermarsi, altrimenti si può andare. Siete indecisi? Guardate quello che fa quello davanti a voi. Se siete i primi della fila aspettate il clacson arrabbiato di quello dietro.
  • Negli incroci a raso allo Stop bisogna sempre fermarsi per i "tre secondi" e vale la regola del "passa per primo chi è arrivato per primo".
  • Sulle autostrade è permesso il sorpasso a destra, per cui fare sempre molta attenzione ed evitare numerosi cambi di corsia.

Ci si può spostare anche con mezzi pubblici, ma gli allacciamenti sono più difficili e si ha meno libertà di movimento in un Paese dove lo spazio non manca e dove, poiché i costi del carburante sono molto bassi, la gente praticamente non vive se non di spostamenti con l'auto privata.

Ad ogni passaggio di Stato interno si trovano punti di accoglienza dove potersi informare, prendere cartine, mappe, volantini, rilassarsi, ristorarsi e talvolta dove viene pure offerto un caffè gratis. Capita anche che promuovano o vendano il prodotto locale per eccellenza. In Florida per esempio vendevano arance, o spremute.

Particolare attenzione è bene farla ai coupon o ai volantini di sconto. Noi abbiamo trovato un bel po' di occasioni fra ristoranti, alberghi e musei e qualche convenzione che online invece non era presente.


Cibo

Che gli Stati Uniti siano un Paese dove la maggior parte della gente mangia male è risaputo e vero. La qualità del cibo ingerito potrebbe definirsi uno status symbol poiché le classi povere si nutrono per lo più di fast food e cibi straordinariamente grassi, mentre le classi più abbienti si rifocillano in ristoranti costosi e dove la qualità del cibo non ha niente da invidiare alla nostra.
Il cibo, il suo profumo, il suo richiamo è onnipresente a tutte le ore.
Le catene di fast food sono spesso aperte dalla mattina alla sera tardi e nelle grandi città sono aperte anche ventiquattro ore su ventiquattro. Il prezzo è quello battuto alla cassa al momento dell'ordine, non si viene serviti ai tavoli e non vi sono costi aggiuntivi, se non donazioni volontarie nei salvadanai sul bancone.

Nei locali in cui si viene serviti al tavolo è d'obbligo che portino l'acqua che, essendo un diritto, viene fornita e riempita sempre gratis ("free refill"). In questi casi occorre lasciare la mancia che, a seconda del posto e della qualità del servizio, può variare dal 15 al 30% o oltre. Alcuni locali, soprattutto quelli giapponesi, aggiungono già questo importo per cui è comunque bene fare attenzione ai dati sulla ricevuta.

Gli orari di certi locali possono essere una vera sorpresa. A parte nelle grandi città, dove le fasce orarie sono più simili alle nostre, spesso i locali chiudono davvero molto presto e noi talvolta siamo rimasti a bocca asciutta per una cena decente e siamo ricaduti in qualche fast food sempre aperto. Un paio di cene e poi state sicuri che ci si adatta in fretta.
Per dare un'idea degli orari la gente del posto pranza in una fascia che va dalle 11:30 alle 13:30 (max) e cena dalle 17:00 alle 19:30, per cui alle 21 molti locali hanno già le serrande abbassate.


Dormire

Anche per gli alberghi i prezzi sono i più disparati. Ci sono però delle cose che ci hanno veramente stupito. A Miami gli alberghi, anche i meno lussuosi, costavano una marea di soldi, indipendentemente dai servizi offerti e dalla pulizia (spesso scadente o inesistente), mentre a Las Vegas se si andava nei giorni feriali i prezzi di un albergo a quattro o cinque stelle erano bassi e le camere lussuosissime, ben arredate e con una marea di servizi inclusi.

Le catene di motel sono prevalentemente gestite da indiani, i prezzi si trattano sul posto e conviene sempre dare un'occhiata alle camere prima di confermare la prenotazione.
Se non avete necessità di prenotare molto tempo prima, ma potete farlo giorno per giorno e strada facendo, vi consigliamo di usufruire dei last minute che vengono offerti sui principali booking online. Noi per esempio approfittavamo del free Wi-Fi di qualche locale in cui ci trovavamo dall'ora di pranzo in poi (il massimo ribasso si trova per l'ora di cena) e visitavamo i siti soppesando rating (le valutazioni degli altri utenti) e i prezzi delle offerte scontate. Ci siamo trovati nel 90% delle volte bene, niente di eccezionale se si vuole spendere poco, ma raramente al di sotto delle aspettative che ci eravamo fatti.


Attrazioni e musei

Le cose da vedere sono infinite, ce ne sarebbe da raccontare una marea e probabilmente non basterebbe una vita. Quello che potrebbe essere utile sapere è che nelle principali città esistono dei "City Pass" con forti sconti sulle principali attrazioni turistiche che conviene acquistare online o nei punti di informazione turistica. E' bene approfittare anche di coupon che si trovano su volantini, ai confini di Stato, in vari locali, o addirittura online.
Gli stessi pacchetti offerta valgono anche per i Parchi Nazionali. Con un ticket generale per esempio si ha diritto all'ingresso di più parchi a scelta.
Per quanto riguarda i musei ci sono giorni settimanali ben precisi, o orari in fine giornata, in cui gli ingressi sono completamente gratuiti. Generalmente sono consultabili già sui siti online dei musei stessi. Siccome non sono sempre a buon mercato potrebbe essere comodo approfittare di queste opportunità.


Impressioni in pillole

  • Gli americani sono un popolo variopinto, variegato, inusuale, moderno, conformista, curioso, gentile, riservato, talvolta bigotto.
  • Non invidio lo stimolo alla competizione a cui sono sottoposti, la trovo quasi esasperante.
  • Crescono immersi in un profondo senso di patriottismo e ne vengono contagiati inevitabilmente.
  • Sdrammatizzano spesso il pessimo inglese della persona con cui stanno parlando con la frase: "Your english is better than my italian." (Il tuo inglese è meglio del mio italiano)
  • Tutti ammirano l'Italia come il "Belpaese", ma ci conoscono perfettamente per tutti i nostri difetti.
  • Tutto è veramente più grande.
  • Sono fermamente convinti che per fare la pace serva la guerra.
  • L'acqua gratis nei locali è geniale e di ritorno in Italia mi sento insultata quando per 0,75l mi sento chiedere 2 Euro.
  • Il tasso di obesità è allarmante.
  • Ci sono quelli che contano le generazioni per autenticare il loro essere americani e quelli che vanno fieri delle loro radici europee, africane, orientali, indiane ecc.
  • Gli USA sono un Paese dai forti contrasti: proibizionismo in certi luoghi e libertinismo ed eccesso in altri.
  • Siamo rimasti sconcertati dai cartelli su alcuni autobus che citavano: "Sei un veterano e pensi di farla finita? Chiama questo numero..."
  • I campus sono vere città con una organizzazione impressionante.
  • Non usano i portafogli, i soldi si tengono in tasca e ogni volta che si può si usa la carta di credito.
  • I musei con ricostruzioni storiche hanno la "loro particolare versione dei fatti" che è un tantino americanocentrica. Potrei riassumerla con "siamo noi gli eroi salvatori del mondo".
  • Coi musei ci sanno fare, sanno coinvolgere il visitatore in maniera attiva e semplice.
  • Odio le mance tanto quanto il coperto in Italia.
  • A tutti i prezzi dei negozi bisogna aggiungere le tasse dello Stato in cui si è. Sommare subito no?
  • Non avranno una rinomata cucina ma le uova alla Benedict, le T-Bone, la Key Lime Pie, i waffle, i pancakes, la cucina creola e molto altro ancora sono di un buono stratosferico.
  • Negli outlet (alcuni vere e proprie città) si possono fare grandi affari.


USA: potrebbe essere utile sapere che... quando si torna lo si fa avendo vissuto emozioni fortissime in una cultura tanto diversa quanto uguale alla nostra, avendo visto panorami mozzafiato e portando a casa ricordi tanto vivi da poterli toccare e respirare. Ricordi che sanno di vita vissuta.

Ma soprattutto tornare a casa dopo un viaggio, un qualsiasi viaggio, farà vedere la vita quotidiana con occhi diversi, con occhi di chi può e sa fare confronti, di chi ha accresciuto inevitabilmente la propria esperienza di vita, di chi è uscito dal guscio e ha preso il volo.

In poche parole avrà colto l'essenza dello zonzolare.


10 commenti:

  1. Questa carrellata di foto delle buchette della posta è stupenda!!! Non male neanche le auto anni 50, ma le buchette della posta sono troppo belle

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    1. Ehehe grazie, ne ho una marea di queste foto, alcune già pubblicate in un vecchio post :-) Baci!

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  2. Bravissima grazie un vademecum semplice ma di grande utilità. Buona serata

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    1. Mi fa davvero piacere Edvige, grazie! Un abbraccio :-)

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  3. ecco, ed ora come faccio?! Mi avete fatto venir voglia di partire..........sob!
    baci e bravissimi, un post preciso e perfetto che di più non si può.

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    1. Spero che possa esserti molto utile per quando non sarà più una voglia ma un desiderio in via di realizzazione :-) Grazie Simo!

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  4. Avrei tanto voluto trovare un posto così la prima volta che sono partita.... per le cassette delle lettere se fai la collezione te ne posso mandare (intendo le foto) alcune davvero particolari! ma tu sei stata anche qui perciò probabilmente non ti mancano Manatee etc...

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    1. Ne ho una marea anche io sai? Ci ho fatto un post dedicato proprio qualche anno fa :-) Grazie cara! Un abbraccio!

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  5. Ho letto tutto con molto interesse. Lo trovo molto utile.

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