Enjoy food, travels and life

Segue dai post precedenti, ma sempre con la frase di rito in apertura!

Benvenuti al nuovo appuntamento con la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita, cogliendo il meglio di ciò che ci offre.
Troppo spesso infatti le nostre giornate sono riempite di pensieri e preoccupazioni tendendo a dimenticare il bello che nella vita c'è (sempre!). Con questa scatola voglio immortalare, se non tutto, gran parte delle cose belle che riempiono la mia/nostra vita quotidiana (ma che potrebbe essere anche quella di tutti), dalle grandi alle piccole cose che ci rendono felici e, ancora meglio, sereni.

Come per le box precedenti ho mantenuto anche in questo caso le tre tematiche diverse che hanno reso il nostro viaggio indimenticabile: le cose che ci hanno colpito, i luoghi visitati e il cibo.

Tante sono state le cose che ci hanno colpito e purtroppo tutto è impossibile racchiuderlo in poche box. The last, but non the least è racchiuso nella Serendipity Box n° 189:
  1. Il muro di confine fra Palestina (Cisgiordania) e Israele è gigantesco e alquanto inquietante. Pare davvero incredibile che possa esistere una tale soluzione, pensata appositamente per confinare un popolo che prima risiedeva e possedeva tutte quelle terre. Pare che le sue fondazioni siano molto profonde in modo da scongiurare la formazione di tunnel o passaggi per poterlo attraversare di nascosto. Ogni macchina in entrata e uscita viene controllata e a seconda dei poliziotti anche ispezionata. Se non fosse stato per Youssef che ci faceva da guida/traduttore/rassicurazione probabilmente non avremo nemmeno mai provato ad addentrarci. Visitare Betlemme in festa (punto che andrebbe aggiunto anche nella box successiva) per il Natale ortodosso è stato inaspettato e bellissimo.
  2. Israele, gli infiniti confini e i controsensi: questo è il titolo perfetto per questa box. Anche qui si vede un altro confine, sempre da attraversare previa autorizzazione. La differenza con il punto precedente? Beh, nel primo è Israele che confina i palestinesi, in questo caso sono invece gli ebrei che confinano se stessi. Sì, se stessi! Avete capito bene.
    Come per i kibbutz, anche i Moshav, sono "territori" confinati, micro polis che vivono in modo "autonomo" (con tutte le enormi eccezioni del caso date da un mondo pieno di bisogni e globalizzato).
    In sostanza si tratta di ebrei che per stile di vita e "sicurezza", il mantra che apre le porte ad ogni intervento anche coercitivo contro chiunque, vivono in aree recintate e con regolamenti propri.
    Noi abbiamo passato una notte in questa realtà. Per caso per di più.
    Una cosa che vale la pena ricordare della nostra esperienza è questa: una volta oltrepassato il cancello, che casualmente si è aperto perché una macchina veniva nel senso contrario, siamo entrati in questa micro città, ignari di tutto, concentrati solo sulla ricerca della nostra camera prenotata poco prima dal cellulare. Rintracciata la padrona di casa, con una serie di giri che non sto qui a descrivere, siamo finalmente giunti all'appartamento. Lei vedendoci un po' spaesati per la realtà, il modo di entrare, il comportamento strano e sospetto di chi ci vedeva passare, ci ha detto: "Non vi preoccupate, non è come sembra. Spesso i turisti che ospitiamo hanno la percezione di essere entrati in una prigione, ma non è così..." (Ah no?) Quando le abbiamo spiegato che eravamo lì perché cercavamo una sistemazione per una notte non avendo trovato altro nel giro di chilometri e che la mattina saremmo ripartiti senza visitare la zona è rimasta un po' delusa. Ci ha salutati gentilmente dicendo che la mattina seguente per uscire dal moshav avremmo dovuto farle un colpo di telefono, o mandarle un messaggio per chiederle di aprirci il cancello a distanza, altrimenti non saremmo riusciti ad uscire. Poi diceva che non era una prigione... Adios!
  3. Robe d'altri tempi: nel kibbutz che abbiamo visitato l'unica carrozzina che abbiamo visto era fatta così. Un lettino azzurro su ruote con all'interno un bambino in piedi che veniva scorrazzato per le stradine del paese.
  4. Che dici Massi, la lasciamo qui la macchina? Direi che il cartello non lascia adito ad interpretazioni vero? Beh, non sapete che fatica, ma anche quante risate ci siamo fatti nel non capire niente di tutto ciò che vedevamo scritto. Dai cartelli stradali, ai menù dei ristoranti, ai giornali e riviste. Per altro tutto da leggere e sfogliare al contrario!
  5. Questi animaletti, che paiono un incrocio fra capre e piccole antilopi, scorrazzavano tranquille nelle aiuole di un parcheggio a Mitzpe Ramon (cittadina sull'omonimo cratere), da cui si gode di una vista fantastica.
  6. Sempre in tema di confini ecco un'altra cosa incredibile che ci è successa. Da Eilat abbiamo prenotato un tour di due giorni per andare a visitare Petra e la Wadi Rum in Giordania (vedi box successiva). Il viaggio includeva: ritiro presso l'albergo e consegna presso il punto di raduno con altri turisti. Prelievo dei turisti con un autobus e presentazione della prima guida, arrivo al confine israeliano (1,5 km forse? - robe che a piedi si fa prima), scarico dei turisti, controlli di sicurezza (bagagli e passaporti), attraversamento a piedi del confine (100 metri circa, sì a piedi!), altri controlli di sicurezza con pagamento di tasse di ingresso e attese infinite, prelievo con un altro autobus e della seconda guida e infine partenza. In pratica per fare 2,1 km ci abbiamo messo quasi quattro ore.
    Quello che ci ha stupito è stato il fatto che un autobus israeliano non potesse varcare il confine e potesse circolare sul territorio giordano (se non per qualche eccezione, di cui non fanno parte i turisti), nonostante che fra i due Paesi vi sia un accordo di pace.
    Noi davvero non ci rendiamo conto di quale fortuna godiamo con la gestione dei nostri traffici e confini! Viva Maastricht!
    Un'altra cosa incredibile? Sul nostro bus giordano è salito un uomo che si è seduto in prima fila. La guida ha spiegato che era un poliziotto giordano che da tanto tempo non andava a vedere Petra e che quindi si era permesso di aggregarsi con noi. Ovviamente tutta questa storia era una grandissima bufala e il fatto che vengano raccontate balle del genere ai turisti non è affatto piacevole. Si tratta in realtà di figure che servono per sicurezza e prevenire possibili spiacevoli situazioni.
    Ah, ovviamente al ritorno stessa tiritera al confine.
  7. Le guardie giordane in sorveglianza alla città di Petra sono ovunque, e stanno su rocce a strapiombo davvero incredibili. Non amano essere né avvicinate, né fotografate.
  8. In Italia lo fuggiamo come fosse peste bubbonica, in altri Paesi viene invece venduto comunemente in grossi barattoli al supermercato; al reparto alimentare sia chiaro, non a quello dei motori. E pare che non muoia nessuno... mah! Punti di vista, o questo olio di palma uccide premeditatamente solo noi?

L'ultima raccolta dedicata ai posti visitati, la Serendipity Box n° 190:
  1. La grigissima skyline di Tel Aviv da Giaffa. A Tel Aviv abbiamo passato una mezza giornata, passeggiando sul mare agitato guardando alcuni temerari che facevano skysurf in acqua. Abbiamo poi visitato il Levinsky Market, caratteristico mercato cittadino ricco di ogni genere di spezie, cibo e souvenir. Se si va con la propria auto non è facile trovare parcheggio e i costi di quelli che si trovano sono davvero esorbitanti.
  2. Visitare la Terra di nessuno. Come dicevo nella box precedente infatti il confine di stato tra Israele e la Giordania ad Eilat non è una semplice linea, ma una fascia demilitarizzata. Una terra di nessuno. Una terra cuscinetto da fare a piedi. Un‘esperienza strana e formativa per noi che viviamo in Europa dove possiamo viaggiare dalla Grecia alla punta della Scandinavia senza mostrare un documento di identità o trovare un blocco ai confini.
  3. Questa foto è simbolica, perché era notte e non veniva nessuna foto se non le luci dei fari della lunghissima ed eterna coda che abbiamo trovato in alta montagna in Giordania. Di ritorno da Petra abbiamo trovato un enorme incidente stradale causato dallo scontro di mezzi pesanti. Pioggia, vento, freddo, sprazzi di neve tutto intorno e traffico: uno scenario che potrebbe essere da incubo! Per fortuna invece eravamo seduti comodamente nel pullman in buona compagnia di altri turisti. Peccato che l’autista fosse un pazzo scatenato con una leggera tendenza a perdere la calma. Un paio di volte abbiamo avuto la netta sensazione che stesse per scendere dal pullman per affrontare alcuni automobilisti a loro volta esasperati!
  4. Petra! Ci sarebbero mille cose da dire su questo posto fantastico, ma comunque non riusciremmo a rendere l’idea di quello che è in realtà. Bisogna proprio andarci per capire. Quello che si può dire con certezza è che non ce l’aspettavamo così: grande, ampia, estesa. Credo che ci voglia ben più di un giorno per visitarla tutta e purtroppo noi quel tempo non lo avevamo (nemmeno volendo cambiare idea sul tempo di soggiorno perché avremmo dovuto rivedere il permesso di ingresso e uscita al confine di Stato). Abbiamo quindi lasciato Petra con l'amara sensazione di aver visto pochissimo. Ma di sicuro prima o poi torneremo a finire quello che abbiamo lasciato a metà!
  5. Il deserto della Wadi Rum. Come abbiamo scritto sopra dopo aver visitato Petra ci siamo diretti, non senza qualche difficoltà e ritardo, al deserto della Wadi Rum. Ne avevamo sentito parlare bene ma non ci aspettavamo chissà che. Del resto cosa vuoi mai trovarci nel deserto? Ci si trova proprio il nulla, in tutte le sue gradazioni di infinita bellezza. Siamo rimasti stupiti degli orizzonti, dei panorami, dei colori, della capacità di adattamento di animali e uomo a queste dure realtà. Siamo rimasti entusiasti dell’esperienza fatta nel dormire in tenda e di incontrare i beduini e scambiare con loro quattro chiacchiere. La Wadi Rum si visita in un paio di ore a bordo di un pickup. E' veramente un posto da sogno!
  6. Ein Gedi è un'oasi in una riserva naturale vicinissima alle sponde del Mar Morto. La particolarità di questa riserva è che ospita una sorgente che crea persino una cascata nel deserto (la Cascata di Davide). Fra montagne aspre e rocciose si crea un canyon verde da attraversare a piedi. Ci sono percorsi di vari dislivelli e difficoltà. Visto che in inverno è possibile che l'acqua sia un po' più alta e occorre attraversare tratti in cui scorre, oppure bagnati e scivolosi, è opportuno indossare scarpe adeguate.
  7. Non basterebbe un post da solo per parlare di Gerusalemme. Forse ci vorrebbe un blog fatto apposta! Questo è un luogo dove una moltitudine di culture, religioni e genti si mischiano e si confrontano. Spesso anche in maniera violenta. Tant’è che, pur essendo uno dei posti al mondo più “spirituali”, è anche uno di quelli più armati, inteso come presenza di personale di “sicurezza” armato. Ci ha impressionato vedere ad ogni angolo e in ogni via esercito e polizia in assetto da emergenza con fucili e giubbotti antiproiettile. Al di là di questa particolarità la città è assolutamente da visitare carica com’è di storia e di spiritualità. Una delle cose che ci è piaciuta di più è stato il Monte degli Ulivi. Da lì infatti si gode di una meravigliosa panoramica su tutta la città, nella quale risalta la bellissima Cupola nella Roccia.

Ed ora l'ultima box, la Serendipity Box n° 191, dedicata al cibo e alle bellissime esperienze culturali legate ad esso.
  1. Una delle cose più belle che ci sono capitate è stato poter vedere l'incontro fra le famiglie di due futuri sposi. Il rito del matrimonio è molto sentito e richiede dei precisi rituali. Un ragazzo e una ragazza non possono uscire e frequentarsi insieme come da noi. Se qualcuno li vedesse uscire insieme senza che questi siano fidanzati ufficialmente potrebbe dare adito a mal pensamenti circa la "serietà" dei due ragazzi.
    La coppia, non ancora ufficializzata, si può frequentare in presenza di una terza persona che di solito è un familiare o un amico. Dal momento in cui si fidanzano però possono uscire da soli in santa pace e quindi è comprensibile come il fidanzamento sia un passo importante per una giovane coppia che vede nel fidanzamento e matrimonio una scintilla di libertà al loro amore. Il fidanzamento avviene più o meno così: dal momento in cui la coppia decide di sposarsi i due ragazzi lo comunicano singolarmente alle rispettive famiglie. Il ragazzo e la sua famiglia (la parte più stretta diciamo) nel giro di pochi giorni va a conoscere la famiglia di lei. Nella settimana successiva avviene il contrario, ossia la famiglia di lei va a conoscere la famiglia di lui riunita al completo con zii e cugini (ed è a questo rituale specifico che abbiamo assistito). Una volta che le famiglie si sono conosciute segue una cerimonia di fidanzamento nel giro di qualche settimana. Si tratta di un importante evento, quasi al pari di un matrimonio, in cui la fidanzata indossa un abito speciale. In questa occasione avviene una cosa molto particolare. Non è il ragazzo che chiede la mano della sposa, ma è il padre dello sposo che chiede al padre della sposa che l'unione dei due ragazzi possa avvenire. In sostanza non è un matrimonio di coppia, è un matrimonio fra famiglie!
    Come dicevo noi abbiamo avuto la fortuna di assistere al momento in cui la famiglia di lei è venuta a conoscere la famiglia intera di Adib. Per l'occasione sono stati preparati dolci e frutta, e serviti il tè e caffè. Uomini e donne si sono seduti in settori diversi del salotto (tranne io che sono rimasta accanto a Massi, grazie alla richiesta di Youssef - il padrone di casa). Abbiamo chiacchierato tutta la sera e ci siamo divertiti un sacco. Non avete idea della nostra felicità di imparare queste dinamiche, poter aprire gli occhi a nuove realtà con cui fare confronti con la nostra. E' stata un'esperienza davvero arricchente.
  2. Una cena in un accampamento nel deserto dopo una giornata indimenticabile a Petra sarà fra i ricordi più belli di questo viaggio. Non solo la cena era buonissima e super abbondante, ma ci siamo fatti delle grasse risate con alcuni ragazzi ungheresi davvero simpatici.
  3. Per gli appassionati di spezie consiglio di acquistare un biglietto di sola andata. C'è veramente da perdersi fra le montagne di polveri aromatiche vendute fra le bancarelle dei mercati. I venditori sono dei maestri nell'esporre le loro merci fra colori e profumi incantevoli ed incredibilmente bravi ad richiamare i turisti e a contrattare sui prezzi di vendita. Youssef a Gerusalemme ha comprato per noi un sacchettino di timo e ci ha fatto assaggiare un pane dolce al sesamo (Simit o Jerusalem bagel) che era di un buono, ma di un buono che era roba da litigarsi l'ultimo pezzo.
  4. Non abbiamo fatto colazioni solo salate, ma anche dolci. La varietà è molta e sono tutti davvero deliziosi: halva, baklava, knafi, makroud e chi più ne ha più ne metta.
  5. Una scoperta è stato lo Sachlav: una bevanda a base di latte aromatizzata al cocco, cannella e con granella di frutta secca (di solito mandorle o noci) che viene servita calda. Per noi è stata una bella merenda di pausa in un centro commerciale mentre facevamo people-watching.
  6. Il benvenuto in una stanza di albergo ad En Bokek. Acqua, una bottiglia di vino, un vassoio di frutta fresca deliziosa e una marea di dolcetti. Tutto per sole due persone. Sì, la camera era molto bella e molto costosa, però che bello ogni tanto trattarsi bene!
  7. Tutti insieme a mangiare il (o lo? non lo so) Knafi (o anche knafe, kunafeh, knafah, konafah, konafeh). Come sempre i nomi sono a seconda di chi li usa, non c'è mai un nome esatto inequivocabile. Si tratta di un dolce servito caldo formato da una base di formaggio Akawi (la cui consistenza e sapore ricorda un po' la tosella). Viene servito con uno strato di pasta kadaif, una pasta tagliata sottilissima (come capelli d'angelo) e bagnata con abbondante sciroppo all’acqua di rose o di fiori d’arancio da cui prende poi il colore. Il tocco finale sono i pistacchi, interi o in granella grossa, che con il loro colore verde risaltano sulla superficie del dolce. Accompagnato dal del buon tè sono un'esperienza che va fatta.
  8. E a proposito di esperienza, noi possiamo dire che in queste due settimane di viaggio ne abbiamo fatte una marea. Tutto è stato possibile grazie ad alcune persone speciali. Ora vi dico quali:
    Manuela: l'italiana all'estero più italiana che c'è! Ha avuto la pazienza di spiegarci una marea di cose, cercando di farci comprendere quale sia la realtà al di là di quello che ci viene raccontato e al di là dei colpi d'occhio o prime impressioni. Grazie a lei abbiamo visitato il kibbutz e abbiamo cenato a base di tanti piatti tipici.
    Youssef: la guida di Gerusalemme più precisa che c'è. Una persona di cui non si conosce la faccia seria, tanto è sempre sorridente e solare. Un concentrato di battute, conoscenza ed esperienza. Lui ci ha indicato quando e come muoverci in sicurezza.
    Karim: in arabo questo nome significa "generoso" e per lui non poteva esserci nome più azzeccato. Tutte le sere si è prodigato per darci consigli, suggerimenti ed indicazioni. Grazie a lui abbiamo avuto la possibilità di girare per tutto il Paese collegati ad internet, cosa indispensabile per viaggiare in tranquillità.
    Reem: donna di una pacatezza ed eleganza uniche. Di lei ricorderò le chiacchierate insieme sui diritti umani in Israele e la situazione avversa con la Palestina.
    Lina: intelligentissima bambina che a nove anni parla correntemente quattro lingue. E' già una v-logger. Ne sentiremo parlare fra non molto, ne siamo certi.
    Kamal: il pediatra più dedito al proprio lavoro sulla faccia della Terra è stato il nostro ospite assieme a sua moglie Hanan con la quale abbiamo fatto la nostra prima colazione a base di formaggio.
    Sama: la piccola di casa che ci ha intrattenuto fra sorrisi e battute di mano. Impossibile non innamorarsi di lei.
    Adib: il futuro sposo di cui parlavo all'inizio del post. Grazie a lui e alla sua futura sposa abbiamo potuto vivere una esperienza culturale bellissima.
    Omar: se non fosse stato per lui non avremmo mai potuto bearci di aver fatto colazione presso gli uffici di Google a Tel Aviv.
    Ognuno di loro ha fatto in modo che questo viaggio fosse speciale e trovasse tante risposte. Infatti, mai una terra o un viaggio ci hanno creato una tale quantità di domande nella testa. Loro pazientemente e con tanto trasporto, unico di chi vive veramente tali realtà, ci hanno risposto. Grazie a loro il nostro modo di vedere questa terra, che ci viene raccontata dai media in un modo univoco e fazioso, è cambiato.
    Quella in foto era la nostra classica tavola a cena, quella che ci ha sentito dire tante volte "adesso andiamo a dormire, che domani poi chi si alza più" e che invece ci ha visto stare a placare la nostra curiosità e sete di sapere fino a tardi. Son cose!

L'aforisma di queste ultime box è:
"Viaggiare è una scuola di umiltà, fa toccare con mano i limiti della propria comprensione, la precarietà degli schemi e degli strumenti con cui una persona o una cultura presumono di capire o giudicano un’altra."
(Claudio Magris)


Sono state nove box dense, che mi hanno richiesto un grande impegno per essere scritte. C'è voluto tempo, ma più che ripagato dalla gioia di vedere riaffiorare ricordi che adesso sono nero su bianco.
Ci sarebbe ancora tantissimo da raccontare. Chissà un giorno...
Intanto proseguo con la raccolta dei bei momenti quotidiani.
A presto, magari con una ricetta nuova, che qui mi pare che siamo messi maluccio. ;-)
Ciao!


6 commenti:

  1. I miei erano stati in Giordania anni fa ed effettivamente l'avevano descritta come un posto magico. Ma certo poter condividere momenti di vita con loro è tutta un'altra cosa, rende il viaggio davvero un'esperienza straordinaria

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    1. La Giordania ci ha molto affascinati, è splendida veramente. Petra è un incanto ed è stato un peccato averla vista per così breve tempo. Buona giornata Elena!

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  2. Io sarei stata se fossi nata in un altro periodo basta 15 anni dopo....sarei stata una vagabonda: zeino in spalla e via ma purtroppo quando avrei avuto l'età girare era impossibile per una donna ed anche mancanza di soldini... Viaggio con te questi tuoi Box sono bellissimi. Grazie di cuore. Buona serata.

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    1. Oggi effettivamente si può viaggiare più facilmente e a prezzo contenuti. Sorvegliare i prezzi e offerte poi aiuta molto. Buona giorntata, allora ti aspettiamo per il prossimo viaggio con noi! :-)

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  3. Gran bel viaggio molto divertente la riflessione sull'olio di palma anche in africa si usa moltissimo

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    1. Infatti! E' incredibile come lo stesso prodotto sia tanto amato e odiato allo stesso tempo! :-)

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