Enjoy food, travels and life

Drum drum drum, rullo di tamburi.
Ci siamo Signore e Signori!
Ecco il primo post sul nostro ultimo viaggio in USA.
Se questi sono i tempi per un post finiremo di raccontare la nostra zonzolatona nel 2020!
Va beh, ci vuol pazienza e tempo: la prima non ci manca, il secondo pare che non lo si trovi in giro manco a pagarlo a peso d'oro.
Ma bando alle ciance e ai piagnistei e partiamo da Dallas, mitica città del Texas, famosa per aver prestato il suo nome a una delle serie soap televisive più viste e seguite al mondo, per essere la città che ha visto la morte di Kennedy, per lo shopping sfrenato e per il football americano con i Dallas Cowboys.

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Il primo luogo che abbiamo visitato è stato la Pioneer Plaza e l'annesso cimitero. Questa piazza è caratterizzata da una straordinaria opera commemorativa costituita da una mandria di settanta bovini e tre cowboy a cavallo tutti realizzati in bronzo in scala reale che scendono correndo da un breve pendio, costeggiando un fiumiciattolo e un laghetto artificiali. L'effetto del movimento è davvero notevole e realistico, tant'è che pare di vivere un piccolo flashback al vecchio Far West in pieno centro città!


Sul retro della collina sorge il Pioneer Park Cemetery, cimitero a prato erboso con lapidi risalenti a 154 anni fa, tempo in cui la gigantesca Dallas era ancora un piccolo villaggio del west. Vi sono numerose lapidi in cui abbiamo cercato di leggere nomi e date ma purtroppo l'incuria, il tempo e qualche vandalo hanno reso gli epitaffi il più delle volte illeggibili.


A Dallas siamo arrivati con un'auto noleggiata vicino all'aeroporto. I prezzi dei parcheggi erano un salasso, abbiamo optato per lasciare la macchina nel parcheggio (comunque a pagamento) retrostante il The Sixth Floor Museum il vecchio deposito di libri scolastici, dove dal sesto piano (equivalente in Italia al nostro quinto) sono stati presumibilmente sparati (si sa che la storia ha lasciato e lascia ancora molto spazio a interpretazioni, svolte, complotti e ricostruzioni) da Lee Harvey Oswald, i colpi che uccisero tragicamente il presidente J.F. Kennedy.


Questo edificio rosso, che si affaccia praticamente su Dealey Plaza, ospita al sesto piano un museo dove sono raccolti documenti, foto e testimonianze varie inerenti l'assassinio del 1963 e la sua ricostruzione.

Per zonzolare in lungo e largo la città in tempi brevi esistono gli autobus rossi qua sotto che offrono tour organizzati di durata varia, dall'ora e mezza alle due ore e mezza circa per una cifra intorno ai 30$ a persona che toccano i punti più turistici della città. Noi, come al solito, privilegiamo dove possibile i nostri piedini, per cui i soldi di questi mezzi li investiamo in callifughi e trattamenti per vesciche. Hihihi! :-)


Poco distante si accede all'Historic West End District tramite questi archi di "confine". Il West End costituiva un'area di scambio, di mercato e manifattura; ancora oggi molti degli edifici, sebbene molti siano stati completamente ristrutturati, mantengono le loro facciate in mattoni rossi con ben visibili, anche se ormai sbiadite, le scritte con la loro vecchia destinazione d'uso: magazzini, negozi, ristoranti, mercati e così via.


Lo splendido e imponente edificio in mattoni rossi qua sotto è l'Old Red Museum, un museo che racconta tramite affascinanti reperti la storia della Contea di Dallas; uno fra questi sono le manette di Lee Harvey Oswald (un po' monotematici, no? ;-) ).


Dallas l'abbiamo trovata la classica città americana dove consumismo, affari e straordinaria abbondanza fanno allegramente comunella. E' una città del business, del fiuto per gli affari, dello shopping e delle catene di ristoranti.
La maggior parte della gente si sposta praticamente solo in macchina e anche se questo vale un po' per tutti gli Stati Uniti, vale soprattutto per il Texas. E' incredibile come neanche scendano dall'auto per prelevare al bancomat, comprare viveri o medicinali. Tutto è progettato e costruito perfettamente per far scendere il meno possibile le persone dall'auto; i negozi si trasformano in drive-through e dai finestrini si vedono uscire braccia di proporzioni davvero incredibili (in Texas abbiamo trovato il tasso di obesità più alto che abbiamo mai visto nei nostri viaggi).

Massimiliano ed io eravamo praticamente gli unici a passeggiare per strada. Gli unici "passanti" li trovavamo in corrispondenza di qualche fermata di autobus; di bici in giro, nonostante la città non abbia dislivelli considerevoli, ne abbiamo vista una! Sì, le abbiamo contate. Potete quindi capire lo stupore che ci ha condotto a contarle. Abbiamo fatto in fretta direi: uno! Stop! ;-)


E a forza di camminare prima o poi ci si deve riposare un pochino, no? Un posticino ideale dove rilassarsi è la Fountain Place, una piazza ricca di fontane e giochi d'acqua molto frequentata all'ora della pausa pranzo, sia da turisti che da chi vive e lavora da queste parti. Un luogo di pace dove godersi i riflessi sull'acqua e i suoni delle piccole cascatelle standosene seduti sulle panchine o ai tavolini che ci sono a disposizione.


Se siete stati attirati nella foto qua sopra, non dal numero di persone alla fermata di cui vi ho appena parlato ma dalla scritta sul muro e vi state chiedendo: "Ma ci sono stati?", la risposta è sì!
Siamo stati alla Sonny Bryan's Smokehouse, barbecue storico in cui si serve uno dei migliori brisket della città. Se sia vero o no noi non lo sappiamo dire ma di sicuro ci siamo riempiti per bene la pancia con questi due piatti prelibati qua sotto:


Riassumendo:
Periodo: gennaio 2014
Dove: Sonny Bryan's Smokehouse, 302 N Market St - Dallas (Texas, USA)
Pregi: buona qualità/prezzo, tenerissima la carne, la salsa BBQ calda favolosa.
Difetti: difficile individuazione del meccanismo di scelta dei piatti e del menù dalla lavagna sul muro.


Poco distante da Dallas sorge la sua città satellite: Fort Worth. Queste due città insieme costituiscono la più grande area economica metropolitana negli Stati Uniti centro-meridionali.
A Fort Worth abbiamo zonzolato in particolare per le vie del quartiere storico di Stockyard. In questa zona poco fuori il Downtown sembra di essere catapultati nel vecchio Far West con l'unica differenza che purtroppo si trovano file di macchine parcheggiate ai lati strada che ovviamente rovinano l'atmosfera retrò.


Questo quartiere è senz'altro il posto giusto per gli appassionati di Far West, cavalli, cowboy/girl, cappelli e stivali alla texana. Qui la maggior parte della gente del posto (e non solo) indossa i classici cappelli alla John Wayne, stivali a punta con tacco (camperos) e non è infrequente veder passare qualcuno persino con gli speroni alle caviglie.


Ogni giorno alle 11:30 e alle 16:00 per una mezz'ora circa sfilano per la via principale della città alcuni cowboy a cavallo che guidano una mandria di splendidi Longhorn, razza bovina dalle corna a punta straordinariamente lunghe. Il sabato e la domenica i bordi della strada per cui sfilano queste placide vacche sono gremite di gente, mentre negli altri giorni si riesce a ritagliare comodamente un posticino lato strada per godersi la sfilata.
Lo spettacolo non è niente di che: si tratta di una breve e lenta passeggiata per questi animali. Sicuramente però il visitatore viene incantato dalle dimensioni di questa razza, dalle loro incredibili corna e dal fatto di rivivere un pezzo di storia quotidiana che generalmente si riesce a vedere solo nei film.


Il tutto dura circa venti minuti, mezz'ora al massimo: la piccola mandria percorre un giro ad anello, esce dal recinto, percorre parte della via principale e poi ritorna al punto di partenza.


Per chi vuole c'è la possibilità di fare un giro per le vie del quartiere/città in carrozza. Esistono poi anche un paio di postazioni in cui si possono scattare foto a cavallo di un longhorn.
Sinceramente noi l'abbiamo trovato uno spettacolo a dir poco penoso. L'animale è infatti costretto a stare in piedi e completamente immobile per tutto l'arco della giornata (sì, abbiamo controllato) e a "raccattare" il peso di gente che salendo un gradino in legno gli salta addosso per scattare una foto. Ah, dimenticavo... 5 $.


I luoghi dove mangiare, come sempre nei luoghi turistici, si sprecano. Fasce di prezzo e tipologie di locali sono numerosi e frequenti sono anche i classici saloon dove ci si può sedere comodamente al bancone e bere qualcosa mentre si ascolta un po' di musica country.


Sicuramente Fort Worth e nello specifico Stockyard è la più old-fashioned e tranquilla città che abbiamo visto. Il suo nomignolo è non a caso "Cowtown" (città delle vacche) ma è anche definita come "il luogo dove comincia il West".


Approfittando di un coupon che abbiamo trovato abbiamo deciso di andare ad assistere ad un rodeo nella struttura che vedete qua sotto e che si trova proprio lungo la via principale di Stockyard. I rodeo sono tutti i venerdì e sabato alle 20:00. Lo "spettacolo" dura circa tre ore.


Ora... dobbiamo fare una bella premessa, nonché brevissima: io e Massi nella nostra completa ignoranza in materia, non lo immaginavamo così. Sapevamo che c'era un tizio che cavalcava un toro imbizzarrito, ma del perché lo fosse ne ignoravamo il motivo, o almeno pensavamo che fosse per via che questa povera bestia si trovava qualcuno in groppa e non gli andasse per niente questo fatto. Poi tric e trac, sbalzi a destra e manca, scrolla il tizio di dosso, si prende il tempo e festa finita. OK: Elena e Massi = scemi! Ahinoi!


In realtà il rodeo, lasciatecelo dire, è una vera noia, nonché maltrattamento degli animali. Ci dispiace per gli "appassionati", ma noi non ce la facevamo più, e a tratti o ci calavano le palpebre o ci giravano i "cosiddetti".
Il rodeo parte con il classico inno americano con tutti in piedi e mano al cuore che cantano con partecipazione, si passa poi alla presentazione degli sponsor, a qualche discorso patriottico texano e si passa finalmente(!) allo show vero e proprio.
I tempi sono lunghissimi, gli animali vengono rinchiusi in spazi strettissimi per far salire il cowboy, al toro vengono tirate un paio di cinghie all'altezza dei testicoli che ovviamente hanno la funzione di tenerli immobilizzati e di farli non poco imbestialire.
Al segnale vengono liberati, scalciano, il tizio cade e loro corrono cercando una scappatoia per scappare. Laddove, disorientati, non ce la fanno a beccare la corretta uscita, un altro tizio a cavallo (prima foto in alto) li aspetta, li prende al lazzo come meglio può e li trascina via a cavallo.
La gente urla come matta a vedere queste scene, Massimiliano e io ci siamo infilati carta nelle orecchie e per quanto possibile tifavamo per una bella incornata nelle chiappe di qualcuno.

Le scene più tremende a cui abbiamo assistito sono però quelle che riguardano i vitellini.
A questi poveri torelli, anch'essi rinchiusi in una gabbietta, viene ritorta la coda appena prima di essere mollati in modo che partano di corsa nell'arena. Un cavaliere attende che partano in corsa per poi prenderli al lazzo. Il lazzo li prende al collo, ma loro essendo piccoli, non hanno la stessa reazione e forza dei tori adulti per cui cadono a terra, emettono talvolta suoni di soffocamento e in certi casi vengono pure trainati dal cavallo che d'istinto tira indietro.
La prova termina, tanto per aggiungere orrore, quando il cowboy scendendo da cavallo, lega tutte assieme le quattro zampe del vitello in modo che sia completamente immobilizzato. Pubblico esaltato.
E' inutile che tre persone corrano prontamente a liberarlo in tempi rapidissimi, il primo vitellino che abbiamo visto ha stentato a riprendersi.
Per le scene del vitellino vi risparmio le foto!

Ciliegina sulla torta: educazione infantile! Vedasi ultima foto del collage qui sopra.
Tanto per dare una sferzata alla noia che cade fra le varie prodezze, vengono raggruppati tutti i bambini presenti in una determinata fascia di età, messi in fila e invitati a rincorrere un povero animale (capra o vitello) a cui è stato infiocchettato un premio addosso. Vince chi riesce a prendere il fiocco attaccato al povero animale che corre in tondo come un pazzo spaventato da questa marmaglia di nani eccitati.

Morale della favola: non siamo nemmeno riusciti a vedere la fine, in mezzo a gente che ci ha squadrati di tutto punto ci siamo alzati e ce ne siamo andati.
Ah... non ci vengano a dire i presenti che è un bello spettacolo: il mio vicino di posto ha giocato tutto il tempo a un videogame, il nonno alle nostre spalle ha voluto informazioni sulla nostra macchina fotografica e ha provato a fare quattro chiacchiere mentre i suoi quattro nipoti si strafogavano con ogni genere di merendina "cicciobombosa" mentre giocavano con palloncini decorativi.
Ci torneremmo mai? No, non credo proprio.

Se volete proprio andare a vederne uno, beh, nella vita gli errori sono sempre ammessi (...il perseverare sarebbe meglio di no eh!) ma allora fatelo dopo mangiato, perché o potrebbe passarvi la fame, o soprattutto se si vuole mangiare carne, potrebbero venirvi delle tendenze a diventare vegetariani.


Al di là di questo ultimo racconto poco carino sul rodeo dobbiamo dire che è sempre un piacere visitare posti nuovi. Si imparano sempre un sacco di cose, si possono fare confronti geografici, culturali, culinari, imparare i pregi e vedere i difetti. Anche da Dallas e Fort Worth portiamo a casa un pezzo della nostra storia, un pezzo della nostra formazione e cultura. Siamo felici di aver vissuto questi luoghi così vicini e lontani al tempo stesso dalla nostra cultura e modo di vivere. Sì, Dallas e Fort Worth ci sono piaciute. Bye bye!


22 commenti:

  1. che meraviglia mia cara! gli usa sono il mio sogno sin da bambina e ancora nonsono riuscita a realizzarlo! per sabato alla fine ci sono... fammi sapere su fb! ok?
    ps. bellissime le foto! bacio!

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  2. Grazie di aver condivo questa prima parte di viaggio con noi e di averci fatto apprendere cose nuove! Una cosa è certa non andrò mai a vedere un Rodeo, tutto il resto invece credo proprio meriti una visita! Un bacione, Fede

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  3. Che bello non vedo l'ora di sentire i racconti su tutto il resto!
    Un abbraccio
    Alice

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  4. Bellissimo il reportage fotografico del tuo nuovo viaggio!!
    Quante cose belle ci sono nel mondo!!!!
    Un caro abbraccio e buona serata
    Carmen

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  5. Mi fai venir ancora più voglia di viaggiare :)
    Bellissime foto e bellissimo reportage ^_^
    Un bacio grande grande :*

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  6. Amo molto leggere e altrettanto viaggiare, sarei sempre in giro fosse per me, grazie per questo bel racconto dettagliato da ottime foto, voglia di partire e andare tantissima, Dallas non la conosco, ho visto altre città negli USA, mio fratello vive a Chicago, me la segno come papabile prossima metà, grazie grazie

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  7. Aspettavo questo post. :)
    Mi piacciono i racconti dei vostri viaggi.
    Dal tuo racconto ho avuto conferma, che non mi piacciono i rodei.

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  8. eccomi,chiedo scusa se non riesco ad essere presente come vorrei...purtroppo proprio non mi riesce...ma non vi ho dimenticati.I vostri viaggi oltre ad essere emozionanti ed illuminanti mi fanno sempre volare in alto,devo dire che è tutto davvero molto bello e caratteristico.
    Z&C

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  9. Amo l'America, io e mio marito ci siamo stati più volte ma mai a Dallas, città assolutamente da visitare, come dimostrano le tue foto. Il tuo reportage dettagliato sarà utilissimo per il prossimo viaggio!!!
    Anche noi preferiamo passeggiare piuttosto che salire sui classici pulmini panoramici...
    E sinceramente, io non riuscirei MAI ad andare a vedere un rodeo o una corrida... troppa violenza ingiustificata e poi, amo talmente tanto gli animali che passerei il tempo a piangere...
    Un bacio e grazie del magnifico racconto!

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  10. Non ho mai visto Dallas ma in effetti un mio collega che adesso è andato a lavorarli mi ha detto che è una città interessante. In effetti le tue foto sono molto belle e fanno venire voglia di farci un giretto. Bellissimo reportage.

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  11. Stupendo questo viaggio!!wowww! una volta nella vita e' da fare!!! complimenti per il reportage!!! a presto!

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  12. che viaggio magnifico, mi sono goduta foto per foto !

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  13. Ciao, grazie per aver condiviso il vostro viaggio.... molto belle le foto....:D
    Bellissimo articolo, buona giornata!

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  14. Non penso riuscirò mai ad andare in America ma voi mi avete fatto sognare davvero, che posti e che immagini meravigliose.... Grazie!

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  15. Potessi... partirei immediatamente :)
    Complimenti cara!!! Un bacione!!!!

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  16. Certo che Dallas rispecchia a pieno tutti i simboli americani, il rodeo meglio non vederlo ma per il resto e' veramente una meta da visitare.Grazie cara come sempre per i tuoi splendidi reportage.

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  17. Complimenti che meraviglioso reportage.....il mio sogno l'America, ma ancora per un bel pezzo, grazie di questo meraviglioso tuffo in quella realtà!!!
    Baci

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  18. magnifiche immagini e come fare un viaggio insieme

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  19. Grazie invece a tutti voi per i vostri commenti! Viaggiare è sempre magnifico e poter condividere esperienze, racconti e ricordi è fantastico. Con l'augurio di poter fare il viaggio dei vostri sogni al più presto, vi abbraccio forte :-)

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  20. Ciao e complimenti ancora per i vostri viaggi!
    Ero capitata già sul vostro sito quando cercavo degli spunti per visitare il wisconsin...
    ora stavo cercando nuovamente consigli per il Texas e ho trovato questo articolo.
    Ma sbaglio o siete andati in inverno (febbraio)?
    io vorrei organizzare un viaggio per gennaio ma non riesco a trovare molte esperienze per quanto riguarda il clima.... che temperature avete trovato?
    Grazie in anticipo
    Sy

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    1. Ciao Silvia, grazie mille per i complimenti. Ci fa davvero piacere che tu abbia trovato informazioni e spunti interessanti.
      Sì, noi siamo andati a cavallo fra gennaio e febbraio. Il clima che abbiamo trovato i primi giorni era rigido più a causa del forte vento, che della bassa temperatura in sé. Tieni presente che siamo andati proprio nel periodo in cui il Nord America era stato investito da una forte corrente fredda (a New York ho trovato -23°C!!!) Generalmente la temperatura media varia fra i 10 e i 15°C ma varia in funzione anche delle zone geografiche perché il Texas è veramente molto grande. Ti consiglio quindi di essere preparata a varie condizioni climatiche, non si sa mai. :-) Buon viaggio e se hai altri dubbi non esitare a scriverci :-), Elena

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