Enjoy food, travels and life

No, non mi è venuto un eccesso di zelo, né tanto meno di presunzione. Chi mi conosce sa che un titolo del genere difficilmente sarei in grado di scriverlo.
Ed infatti non è farina del mio sacco, è farina del sacco di qualcun altro che, ahimè, non ho la più pallida idea di chi sia.
Mi spiego meglio.

Durante il nostro soggiorno a York, come in molti ormai sapranno, io e Massi abbiamo dovuto necessariamente separarci e mentre io rifilavo quel che venivano definiti "pasti" al cane (vedi Serendipity Box n° 67 dedicata a Mario qui), il mio ben amato Massi era coccolato e viziato da una cuoca provetta, grande rarità per la realtà inglese visto che i più alla buona cucina dedicano assai poco tempo.
La padrona di casa gli ha fatto assaggiare una ricetta tratta dai uno degli svariati libri di cucina che popolavano la libreria di casa, le "Perfect Roasted Potatoes" per l'appunto. Massi per ricordare la ricetta ha fotografato solo le due relative pagine dalle quali però non riesco a risalire alla fonte.

Ricetta patate arrosto perfette con più cotture perfect roasted potatoes easy recipe

Non disponendo di grasso di anatra (il migliore per questa ricetta, secondo il libro in questione) ho optato per la seconda scelta, ossia del buon olio extravergine di oliva, e poi ho seguito le indicazioni del libro.
Le patate risultano croccanti all'esterno e tenere all'interno, asciutte, affatto unte e bisunte e inoltre molto saporite grazie agli aromi (mia aggiunta) che si uniscono in cottura.

Patate arrosto perfette

Preparazione: 15 min.Cottura: 50 min.Riposo: nessuno
Porzioni: 4 Kcal/porzione: 285 circa
Ingredienti:

  • 1 kg di patate (a pasta gialla)
  • 40 g di olio extravergine di oliva
  • ½ cucchiaino di misto spezie (facoltativo)
  • Sale q.b.
Preparazione:

  1. Preriscaldare il forno in modalità statica a 220 °C.
  2. Pulire (da valutare se pelarle in funzione dei gusti e del tipo di patata) le patate e tagliarle a cubetti o a spicchi (come nel mio caso).
  3. In una grande padella cuocere a fuoco medio e in acqua salata le patate dai 3 ai 7 minuti a seconda della grandezza del taglio scelta.
  4. Scolare le patate e tamponarle molto bene con un canovaccio pulito, o della carta assorbente.
  5. Posizionare nel frattempo una teglia nel forno con l'olio.
  6. Scaldare nuovamente la padella del passaggio 3 e trasferirvi le patate. Agitare la padella in modo da cuocerle uniformemente e facendo sì che non si attacchino. Cuocerle per circa 10 minuti.¹
  7. Tirare fuori la teglia dal forno, trasferirvi le patate, unire il misto spezie e mescolare molto bene in modo che l'olio già caldo le rivesta tutte perfettamente.
  8. Cuocere per 30-40 minuti fino a che non saranno ben dorate. Rigirarle di tanto in tanto per dare una cottura uniforme su tutti i lati e negli ultimi 5-10 minuti di cottura passare in modalità grill ventilato.
  9. Una volta sfornate regolarle di sale e servire.
Note:

  1. Questo passaggio permetterà la formazione di una leggera crosticina che sigillerà i lati della patata. Ciò farà sì che durante la successiva cottura in forno l'olio penetrerà solo in minima parte all'interno e creerà semplicemente una perfetta doratura croccante esterna.
Ricetta adattata dal libro di cucina (ignoto), ma conto di scoprirlo.
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"Cosa sono? Gnocchi giganti?"
Questa è stata l'affermazione di Massimiliano alla visione degli Gnudi toscani in un programma alla TV che avevo registrato.
Alle mie orecchie questa frase innocente è suonata più o meno come un moccolo (N.d.R.: bestemmia in toscano). Possibile che non li conoscesse, ma soprattutto che non glieli avessi ancora mai preparati?
Tra lo stupito e il divertito ho tirato fuori l'accento toscano che purtroppo sto perdendo giorno per giorno sempre di più e che ritrovo magicamente ogni volta che varco il confine Emilia-Toscana e ho spiegato:

"Oh Nìni, 'un t'azzardà a moccolà ancora eh!
Quelli 'hostì, che hai preso per gnocchi sgiganti son gli gnudi: un piatto povero 'he i mì parenti facevano 'hon gli spinasci e se 'un c'erano velli usavano le erbette di 'hampo, poi gli sci mettevano della bòna ri'hotta, un ovetto della gallina dell'aia, un po-po'hino di formaggio e li lasciavano hosì... gnudi.
In pratiha sono tortelli a cui 'un gli si mette il vestito di pasta, hai 'nteso?
I mì nonni desinavano 'hosì, di gran gusto. E rigovernavano anche il piatto in tre balletti.
E sai 'he ti di'ho? Che se'hondo me se te li faccio lo fai pure te..."

Alla prima occasione glieli ho preparati. Il mio Massi non poteva non aver assaggiato un pezzo di storia della mia terra.

Gnudi toscani con burro e salvia ricetta facile e della tradizione typical toscan dish ricotta and spinach light gnocchi

Che si parli di Gnudi a Firenze, o di Malfatti a Siena, si tratta sempre di pallette più o meno grandi, più o meno regolari che costituiscono un piatto tipico, storico, povero della Toscana più verace.
Gnudi sta per tortelli nudi, ossia senza pasta; in sostanza si tratta del solo ripieno cotto e condito solitamente con burro e salvia.
La consistenza è quindi particolare, molto morbida, tipica da ripieno e il sapore è delicato ma comunque saporito grazie al formaggio e alle spezie impiegate.
Ecco come si preparano.

Gnudi toscani al burro e salvia

Preparazione: 20 min.Cottura: 8 min.Riposo: 30 min. o +
Porzioni: 4 Kcal/porzione: 540 circa
Ingredienti:

  • 1 kg di spinaci freschi o 500 g di spinaci lessati e ben strizzati
  • 500 g di ricotta fresca
  • 2 uova
  • 100 g di Parmigiano Reggiano¹ grattugiato
  • 1 pizzico di noce moscata
  • Sale e pepe q.b.
  • Farina 00 q.b.²
  • 20 g di burro
  • 2 spicchi di aglio grossi
  • 40 g di burro
  • Foglie di salvia a piacere
  • 20 g di Parmigiano Reggiano grattugiato
Preparazione:

  1. Lavare, pulire e lessare per 5 minuti gli spinaci freschi in acqua bollente salata. Strizzarli molto bene, facendogli perdere più acqua possibile. Se ne devono ottenere circa 500 g.
  2. Fondere 20 g di burro in una padella, unire gli agli schiacciati e poi gli spinaci, farli saltare bene per 2-3 minuti poi farli raffreddare.
  3. Eliminare l'eventuale acqua ancora in eccesso e tritarli finemente con un coltello su un tagliere di legno.
  4. In una ciotola unire gli spinaci, la ricotta, le uova, le spezie e il formaggio grattugiato. Regolare di sale e mescolare accuratamente per rendere omogeneo il composto.
  5. Disporre un bel po' di farina su un piatto piano. Inumidirsi le mani e prendere un po' di impasto alla volta. La grandezza è a piacere, io di solito li faccio grandicelli, più o meno come una pallina da golf.
  6. Rotolare la pallina nella farina in modo che aderisca su tutta la superficie formando una pellicola di protezione che permetta allo gnudo di non disfarsi in cottura.
  7. Procedere fino a esaurimento dell'impasto avendo cura di distanziare leggermente le palline; lasciarle nella farina fino al momento di cuocerle ed eventualmente ripassarle qualora fossero troppo umide.
  8. In un pentolino far fondere il burro con la salvia. Non appena questa è appassita spegnere la fiamma.
  9. Portare a bollore l'acqua, salarla e tuffare gli gnudi. Appena vengono a galla toglierli con una schiumarola e metterli direttamente nel piatto di servizio.³
  10. Condire con burro fuso e salvia e una bella spolverizzata di formaggio.
Note:

  1. Per dare ulteriore sapidità al piatto parte o tutto il quantitativo può essere sostituito anche con del pecorino stagionato.
  2. Sostituendo la farina 00 con farina di riso il piatto è ideale anche per celiaci.
  3. Non ripassarli in padella, gli gnudi sono molto delicati e potrebbero disfarsi.
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Per rivedere in chiave "più moderna" questa ricetta consiglio di unire dei pinoli o mandorle in scaglie tostati in padella per dare quella nota croccante a questo piatto che di per sé è molto delicato e morbido.


Che poi Massi alla fine l'ha rigovernato (N.d.R.: ripulito, lavato) per davvero il piatto. :-)

Chissà quante cose non gli ho fatto ancora assaggiare, del resto anche a me mancano all'appello una marea i piatti tipici della mia amata Toscana. Devo assolutamente rimediare! E non vedo l'ora. ;-)


E' risaputo che le condizioni meteo in Inghilterra non siano sempre idilliache, la pioggia e l'umidità sono spesso presenze costanti con cui convivere e che rendono i mesi autunnali e invernali ancora più freddi e grigi.

Ebbene, sole a catinelle a York dal primo giorno del nostro arrivo. Giornate stupende e clima straordinariamente mite per il periodo.
Sì, ma nei giorni in cui si andava a sgobbare perché nei weekend era acqua in forma: drizzly, rain, showers.
E te pareva? Grrr!

Alla frase "Sabato andiamo a Castle Howard, chi viene?" si sapeva già che avrebbe piovuto. Matematico.
E' che non potevamo rimandare, perché noi saremmo rimasti in Inghilterra ancora qualche giorno e per lo più era un'occasione da non perdere visto che in quel periodo la dimora è sempre chiusa e quel sabato era eccezionalmente aperta per una mostra/esposizione/mercatino.

Potevamo rinunciare a visitare cotanta meraviglia? No, no, assolutamente no.

Cosa fare e vedere a Castle Howard Inghilterra UK what to see and do consigli di viaggio trip advices reggia inglese

Ma vediamo di cosa si tratta un pochino più in dettaglio.
Castle Howard è una famosa e gigantesca residenza situata a ventiquattro chilometri a nord di York nella verdeggiante campagna inglese, per la precisione nel North Yorkshire. All'apparenza sembra un castello (come anche il nome lascerebbe ad intendere), ma si tratta più di una enorme e ricca dimora privata che venne fatta costruire dal Conte Charles Howard fra il 1699 e il 1712 e ancora oggi appartenente all'omonima famiglia discendente.
L'edificio è così bello, maestoso e dall'alto valore storico da essere stato inserito nell'elenco delle Treasure Houses of England.


Castle Howard è immerso nel verde, fra le dolcissime colline della campagna inglese. Noi siamo arrivati in autobus (da York centro) in circa quaranta minuti di viaggio. La fermata è vicinissima all'ingresso della biglietteria che si trova in un complesso di strutture che raccolgono anche un gift shop, un negozio di souvenir e un coffee shop.
Gli orari di apertura e le fasce di costo dei biglietti si differenziano per alta e bassa stagione. Inoltre, come dicevo poco innanzi, la struttura rimane chiusa generalmente dal 1° novembre al 22 dicembre. Ad ogni modo è possibile verificare gli orari di apertura e il tariffario per l'ingresso a questo link qui.


Una volta acquistato il biglietto (che nel nostro caso era maggiorato per via della mostra/mercatino) abbiamo atteso qualche minuto per salire sul bus navetta che porta direttamente all'ingresso di Castle Howard. La distanza non è molta e anzi, se si può consigliamo di fare quattro passi a piedi per godere al meglio della natura intorno. Nel nostro caso però pioveva a catinelle e quindi abbiamo optato per il servizio "dry&clean". ;-)


La parte visitabile (nel giorno in cui abbiamo fatto visita noi) era molto esigua rispetto alla grandezza della struttura e non sappiamo dire se sia stato solo il caso nostro o se sia la norma. Fatto sta che abbiamo visitato i corridoi di collegamento fra sale, dove si trovano numerose statue, busti e altre opere d'arte e l'antro delle scale dove sulle nostre teste svettava una bellissima cupola dalla volta affrescata.


Le sale interne sono molto belle, riccamente arredate e purtroppo io sono riuscita a fare pochissime foto (e fra le poche rarissime decenti) per via delle bancarelle o del grande afflusso di gente che c'era quel giorno. Ad ogni modo le sale si distinguono facilmente per i colori delle pareti.
Sono rimasta incantata dai bellissimi quadri, dai numerosi ritratti di donne, uomini, scene di vita quotidiana e dai bellissimi lampadari che pendevano dagli alti soffitti.


In uno dei collage sopra si vede una libreria piena di volumi. Mi sono divertita a leggerne i titoli e con mia grande sorpresa mi sono accorta che moltissimi erano anziché in inglese, in francese; trattavano di poemi letterari, geografia e storia per lo più europea.
Ho immaginato chi possa averli sfogliati, chi si fosse messo a leggere questi libri al caldo del camino, comodo su queste ricche poltrone mentre fuori faceva lo stesso tempo, ossia una pioggia fitta che inzuppava i prati intorno.


Finito il giro interno abbiamo preso coraggio e in barba alla pioggia e al freddo (per un po' ha tirato anche vento) siamo usciti all'aperto e abbiamo zonzolato per i giardini tutto intorno.
Stava calando la sera e i colori del tramonto tingevano il cielo di colori davvero magnifici. Ha smesso di piovere qualche minuto più tardi e ricordo questo posto con nuvole dai colori pastello, il cielo infuocato e due favolosi arcobaleni che collegavano il cielo alla terra. Praticamente sono stata folgorata dalla bellezza di questo luogo all'istante.

Il parco intorno è veramente enorme e le attrazioni da ammirare sono numerose. Qua sotto riporto la mappa del luogo che ho scaricato direttamente dal sito ufficiale e che rende un'idea di quante cose ci siano da fare e vedere.


Si trovano il Tempio dei quattro venti, un mausoleo, una serie di laghi e laghetti (con possibilità di boat trip), un giardino botanico, un obelisco, una splendida fontana (non sempre in funzione) e una curiosa statua di un cinghiale accucciato.
Questo posto è stato set di numerosi film e ospita durante l'anno anche gare di corsa o altri eventi di beneficienza.
All'interno della dimora inoltre sono presenti anche un un ristorante a buffet e servizi igienici.

Con l'arrivo della primavera e della bella stagione questa zonzolata è una di quelle che se ci si trova nei pressi di York vale proprio la pena di fare. Basti pensare che se è piaciuta tanto a noi che ci siamo inzuppati fradici, non immagino quanto bella possa essere se vissuta in una splendida giornata di sole fino al tramonto, magari facendo un bel picnic all'aria aperta.


Benvenuti al nuovo appuntamento con la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita cogliendo il meglio di ciò che ci offre.

Troppo spesso infatti le nostre giornate sono riempite di pensieri e preoccupazioni tendendo a dimenticare il bello che nella vita c'è (sempre!). Con questa scatola voglio immortalare, se non tutto, gran parte delle cose belle che riempiono la mia/nostra vita quotidiana (ma che potrebbe essere anche quella di tutti), dalle grandi alle piccole cose che ci rendono felici e, ancora meglio, sereni.

Praticamente un mese (quello di febbraio) di arretrati: bei momenti da immortalare e condividere. Parto dal principio con la Serendipity Box n° 79:
  1. Tornare tardi dal lavoro e comporre una torta a cui lavoravo a pezzi e bocconi da un paio di giorni per festeggiare un compleanno speciale di una persona speciale. Non sarà stata perfetta, ma quanto era buona!
  2. Chi la dura la vince! Niente di più vero con questa Cotton japanese cheesecake. Che soddisfazione vederla così, e che buona che era!
  3. La bellezza e soddisfazione del mangiare colorato; non solo gioia per il palato ma anche per gli occhi.
  4. Sano shopping, o meglio, parte documentabile di esso. ;-)
  5. Le arance: la loro buccia, la loro parte bianca che adoro e che fino a qualche anno fa avrei tolto fino a pelarle a vivo, il loro succo fantastico e il loro profumo inebriante. Le amo!
  6. Perché ogni tanto mi ricordo che esiste una figura professionale che eroga servizi di cui posso usufruire sentendomi bene: la parrucchiera. :-)
  7. Quando prendono le voglie di paninozzi succosi, buoni e saporiti. Andiamo di croque norvégien!
  8. La soddisfazione nel vedere chi raschierebbe pure le teglie dopo aver mangiato il suo piatto preferito. :-) E io gongolo!

Proseguo con una altrettanto colorata Serendipity Box, la n° 80:
  1. Creare la mia bacheca su Instagram componendola di tanti colori e pezzi di vita vissuta.
  2. Brindare con un semplice ma significativo aperitivo ad una piccola conquista lavorativa.
  3. All alone red cup, perché anche stare un attimo in pace da soli è serendipity.
  4. Quando ce vo' ce vo': cena di lavoro dall'antipasto al dolce in un ristorante fighetto.
  5. Cena decisamente più rustica ma non per questo non altrettanto bella, in una seratina a Trento che, diciamocelo, mi ci voleva proprio.
  6. Quando viene su il caffè, il rumore che fa, il profumo nell'aria, il pregustare il piacevole momento gustativo che arriverà già con tutti gli altri sensi attivati.
  7. San Valentino, la festa degli innamorati. Non me ne fregherebbe praticamente niente se non pensassi che ogni occasione è buona per volersi/ci bene e festeggiare, no? :-)
  8. Accendere il fuoco di un camino, di una stufa e godere del tepore che fa, soprattutto quando fuori fa freddo o nevica.

Infine ecco la Serendipity Box più recente, la n° 81:
  1. Dopo un pomeriggio di una rogna e sfiga assolute, dove non ne è andata bene praticamente nemmeno una, sentirsi distrutta e trovarsi in macchina un semplice ma tanto prezioso caffè. Un piccolo pensiero, un grande gesto, grazie!
  2. Tutte le persone che mi mandano le foto per far vedere i risultati dei loro esperimenti in cucina seguendo le mie ricette. Ma quando è la mamma che te le manda non ha prezzo! :-) Love you mom!
  3. Aprire con gli amici un barattolo di arachidi bollite cajun! Aspettavamo l'occasione giusta per scoprire il sapore di questa ricetta tipica tradizionale e ne siamo rimasti prima incerti e poi... non riuscivamo a smettere di mangiarle!
  4. Le paste, buone da matti, che ci ha portato un amico che abbiamo invitato a cena. Purtroppo nel momento di immortalarle erano già state decimate. :-)
  5. La colazione dei campioni della domenica a base di mini pancake con frutta e golden syrup. La giornata non può che partire bene.
  6. Le pause pranzo che si trasformano in momenti conviviali.
  7. Quando il lavoro dà buoni frutti e qualcuno ai piani alti te lo fa notare. Gratificazioni su due cose distinte, in giorni diversi, da persone diverse. Son cose! Rare, ma son cose che spronano a continuare così.
  8. L'incredibile sensazione che ho provato nel ritrovare nei meandri della mia memoria sgangherata e assopita giocattoli di cui ormai ignoravo l'esistenza e che grazie a bacheche su Pinterest mi hanno fatto rivivere ricordi bellissimi e vividissimi della mia infanzia. Spero tanto di riuscire ad arricchire la collezione. Ne sono veramente entusiasta! :-)

L'aforisma degli ultimi giorni trascorsi è:
"Gli sciocchi aspettano il giorno fortunato, ma ogni giorno è fortunato per chi sa darsi da fare."
(Buddha)


Corro a darmi da fare in modo che anche oggi sia un altro giorno fortunato! :-) Ciao!


Per fortuna che ci sono i punti fermi e le scadenze, altrimenti credo che questo blog non avrebbe visto post per un altro bel pezzo.
Meno male quindi che ci sono loro, Fausta, Federica e Francesca, che mi ricordano che il primo del mese ogni tre mesi abbiamo il nostro piccolo-grande appuntamento con la nostra (momento di gongolamento) fantastica rivista online Threef.
Anche questo mese (prosegue il momento di autoincensamento) il risultato è strato strepitoso. L'ennesima prova che tanto buon lavoro dà sempre i suoi buoni frutti. :-)

Uova in cocotte con spinaci ricetta facile vegetariana per celiaci eggs in cocotte with spinach recipe

A proposito di buoni frutti, cliccando sull'immagine qua sotto, troverete una caterva di gustosissime ricette a base di uova che a giorni, si sa, invaderanno le nostre vite in tutte le salse, una più deliziosa dell'altra e fotografate con grande maestria. Ce ne sono un paio che ho adocchiato e che voglio assolutamente riprovare al più presto, me ne sono innamorata a prima vista.
Sono certa che anche voi troverete qualcosa che vi farà venire l'acquolina in bocca. :-)
Buona lettura!


Qua sotto trovate la ricetta stampabile del mio contributo a questo numero che si trova a pagina 37: delle uova in cocotte con spinaci molto buone e saporite, che presentate così possono far fare un figurone nonostante la loro estrema semplicità.

Uova in cocotte con spinaci

Preparazione: 10 min.Cottura: 30 min.Riposo: nessuno
Porzioni: 4 Kcal/porzione: 330 circa
Ingredienti:

  • 4 uova
  • 600 g di spinaci lessati e ben scolati
  • 40 g di Parmigiano Reggiano
  • 20 g di formaggio cremoso
  • 40 g di burro + q.b. per ungere le cocotte
  • 3 spicchi d'aglio
  • 1 pizzico di noce moscata
  • Sale e pepe q.b.
  • Crostini di pane¹
Preparazione:

  1. Fare fondere 30 g di burro in una padella antiaderente, schiacciare gli agli e lasciarli rosolare nel burro fuso.
  2. Unire gli spinaci e cuocerli a fuoco lento. Unire un pizzico di noce moscata, regolare di sale e pepe e togliere gli agli se non graditi.
  3. Accendere il forno in modalità ventilata a 180 °C.
  4. Ungere con del burro le cocotte.
  5. Adagiare sul fondo di ciascuna una generosa presa di spinaci, cospargerli con Parmigiano Reggiano grattugiato e con qualche fiocco di formaggio cremoso a piacere.
  6. Rompere un uovo in ciascuna cocotte, oppure se si vuole ottenere un tuorlo ben arancione invece che bianco opaco separare i tuorli dagli albumi e versare questi ultimi sugli spinaci, poi adagiare delicatamente sopra il tuorlo e sopra una piccola noce di burro.
  7. Cuocere le cocotte a bagnomaria in forno (disponendole quindi in una pirofila riempita per metà d’acqua) per 15-20 minuti. L’albume dovrà essere bianco e rappreso, ma non stracotto e il tuorlo cotto in superficie e semi liquido appena rotto.
  8. Servire con crostini di pane appena oliati e tostati.
Note:

  1. Nel caso di celiaci occorrono quelli senza glutine.
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Io personalmente amo intingere i crostini di pane nel tuorlo liquido, ma capisco che a non tutti piaccia mangiarlo così, per cui si può prolungare la cottura ovviamente a piacimento.
Buon appetito e a presto (spero)!


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