Enjoy food, travels and life

Benvenuti al nuovo appuntamento con la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita cogliendo il meglio di ciò che ci offre.

Troppo spesso infatti le nostre giornate sono riempite di pensieri e preoccupazioni tendendo a dimenticare il bello che nella vita c'è (sempre!). Con questa scatola voglio immortalare, se non tutto, gran parte delle cose belle che riempiono la mia/nostra vita quotidiana (ma che potrebbe essere anche quella di tutti), dalle grandi alle piccole cose che ci rendono felici e, ancora meglio, sereni.

E' passato un bel po' di tempo dall'ultima serendipity box e i giorni sono volati. Nel frattempo siamo tornati mestamente a casa e pian piano stiamo facendo ordine fra ricordi, cose da fare, lavoro/i e attimi di serenità. Ecco quello che ho deciso di inserire nelle raccolte di oggi. Parto con la Serendipity Box n° 68:
  1. Il rito del tè a York: il modo in cui viene servito, il piacere sia nel gusto che nel gesto; una coccola che mi ha regalato tanti bellissimi momenti sia da sola, che in compagnia.
  2. I dolci nella vetrina di una pasticceria davanti alla quale io e Massi passavamo ogni santo giorno. Fermarci a guardarle ogni volta e giocare a sceglierne sempre una diversa.
  3. Salire la claustrofobica scala a chiocciola per arrivare in cima alla torre del Minster di York e godere del panorama della città.
  4. Rimarco lo so, ma che ci posso fare se mi è piaciuto tanto? Un'altra raffinata mise en place di una tearoom e le immancabili zollette bicolore inglesi.
  5. Il dolce disegno del cacao sul cappuccino che mi ricorda che fra poco sarà Natale.
  6. Passeggiare lungo le mura di York e trovare angoli e vedute fantastiche che, sebbene siano viste e riviste, affascinano sempre.
  7. Fare un giretto nel mercato in allestimento prima di iniziare la giornata e imbattersi nella bancarella dei sogni di ogni foodblogger.

Serendipity Box n° 69: piaceri di belle zonzolate in giro e buona cucina.
  1. In un'allegra cena fra amici metterci più o meno mezz'ora per decidere cosa scegliere dal menù, visti i trascorsi pasti "at home", e vedermi arrivare un bel tagliere rifornito. Son cose!
  2. Zonzolare a Robin Hood's Bay, ammirare la scogliera, il cielo grigio, il mare dai colori cupi. Un posto all'apparenza tetro, ma al tempo stesso affascinante.
  3. In un periodo di caos, il senso di ordine e pulizia che mi dava passare davanti a questo locale prima dell'apertura ogni mattina presto.
  4. L'ironica minaccia che incombeva su di me ogni volta che mettevo piede in cucina e che mi strappava sempre un sorriso. Non si può certo dire che la mia padrona di casa non fosse consapevole delle sue disastrose doti culinarie. Nel mio caso la scelta era "Leave it... to the dog". Povero Mario!
  5. Altro buon quarto d'ora speso bene per ordinare questo buonissimo piatto di seafood: salmone, merluzzo, granchio e gamberetti con verdure. Da leccarsi i baffi!
  6. Le straordinarie rovine dell'Abbazia di Whitby; un luogo che mi ha stregata.
  7. L'ora della pausa: perché checché se ne dica noi si sgobbava assai.

Ecco la Serendipity Box n° 70:
  1. L.: "Hhelèina domani sera non ci sono." - Elena: "Non ti preoccupare, penso io alla mia cena." (Mo' piangodeggioia!) - L: "Che gentile, bene, serviti pure dal frigo." - Già, il frigo: una gigantesca scatola fredda contenente una marea sconfinata e inimmaginabile (giuro!) di schifezze da cui ho estratto due uova, prosciutto e una fetta di pane. Il resto l'ho comprato. Ma cena fu! :-)
  2. Le case di York e la loro tanto straordinaria quanto pericolante architettura.
  3. Esaudire le voglie di dolce. Non ci siamo fatti mancare niente! :-)
  4. I colori di queste porte.
  5. Un fish and chips che, anche se non era il classico da take-away, era fatto come si deve!
  6. Uno scorcio del cimitero di Whitby: tetro, spettrale e assolutamente unico.
  7. Pork pie (con Yorkshire pudding) con verdure e salsa gravy. Un take-away che mi ha stupita.
  8. Un dolcissimo (anche troppo!) salted caramel cupcake da dividere con la mia metà. :-)
  9. Un quartiere di York in festa, tanta musica nelle strade, un clima inaspettatamente perfetto e piacevole per stare fuori all'aria aperta, un gruppo di amici con cui ridere e scherzare. Tutta vita! :-)

Tanta amicizia e gusto nella Serendipity Box n° 71:
  1. I resti di una lunga chiacchierata multietnica, arricchente e stimolante con le nuove amicizie nate a York.
  2. La bontà del Flapjack ricoperto di cioccolato. Da rifare a casa, absolutely!
  3. Ricevere una rosa per festeggiare una ricorrenza nazionale di un paese estero in UK.
  4. La svolta! Dopo che ho iniziato a comprare verdure e ad infilarmele nel piatto davanti agli occhi della mia padrona di casa, evidentemente le si è accesa la lampadina. La sera successiva questa era la cena, o qualcosa che potesse definirsi tale! (P.S.: la nota di colore con le carote l'ho messa io eh!)
  5. La vista quotidiana dalla nostra finestra. L'ultimo giorno con il cielo che la pensava come me. Nonostante la tristezza, la consapevolezza di aver trascorso un'esperienza fantastica, che porterò per sempre nei miei ricordi.
  6. Le scorpacciate di roba colorata che facevo ogni volta che potevo e la gioia di vedere i miei piatti.
  7. Perché anche se non sono buoni come i nostri, anche i formaggi inglesi talvolta fanno la loro bella figura.
  8. Tramezzini ripieni, scones con clotted cream e confettura di fragole, macaron alle mandorle e piccola pasticceria. Se non ci siamo rovinati in questa tearoom poco c'è mancato, ma almeno abbiamo goduto. Del resto si vive una volta sola no?

Infine la Serendipity Box n° 72, quella degli addii e dei rientri:
  1. Il mio Massi che mi porta a cena fuori. :-D Non solo in un locale carinissimo e raffinato, ma dall'atmosfera pacata, dalla cucina inglese deliziosa per chiudere in bellezza un mese che difficilmente scorderò. Grazie! ❤
  2. Essere invitati a cena in casa di indigeni. Studiare ogni movimento della padrona. Avere in mente ogni singolo passaggio e in mano la ricetta dello Yorkshire pudding e della Shepherd's pie (homemade e ottimi entrambi): dire che gongolo è riduttivo.
  3. Vedere Mario arrivare mesto, annusare le valigie e mettersi così. Non c'era coccola che leniva. Eppure provare un pizzico di soddisfazione nel vedere quanto questo cane mi adorasse, sebbene probabilmente per puro interesse. Ciao Mario, sei stato fantastico!
  4. L'ultima cena con gli amici, vecchi e nuovi, stare fuori fino all'orario di chiusura del locale (che per la cronaca erano le 22:00 eh!) e approfittare degli sconti sull'invenduto per dividere pizze a gogò per 2 Pounds.
  5. Le giostre in allestimento e l'accensione delle luci natalizie in città.
  6. La bella sensazione nel pensare di bere l'ultimo caffè annacquato. Sì, l'ultimo!
  7. Il decollo, il volo, i panorami, i colori, le luci, il cielo, le distese di nuvole. Vedere tutto da un'altro punto di vista, da un'altra prospettiva e, dopo una zonzolata, con altri occhi.
  8. Il primo caffè italiano, che non sarà stato fra i migliori, ma a me pareva favoloso!

L'aforisma che ho scelto questa volta è:
"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell'avere occhi nuovi."
(Marcel Proust)


Tornare (ahimè) e sentire ogni volta che non si è più gli stessi. Aver visto cose nuove: belle come ammaliamento e fascino, brutte come esempio e esperienza; aver visto il già conosciuto con occhi di chi adesso può fare il confronto. Tornare sempre e comunque cresciuti. Zonzolare è impagabile.


Potevo perdere l'occasione di pubblicare questa ricetta trovandomi dove sono? No, assolutamente no.
Più corretto per il titolo il nome inglese per esteso, sicuramente più diffuso anche nell'indicizzazione di Google il secondo americano fra parentesi.

Il tè che sto bevendo qui in Inghilterra è davvero delizioso.
Non so se sia per l'atmosfera uggiosa che necessita di calore interno, se sia per via della ritualità rilassante del gesto, o se perché sia effettivamente più buono, ma è un piacere che, sebbene avessi già quotidianamente in Italia, sta diventando irrinunciabile.

Di solito lo prediligo nero e uno dei miei preferiti è quello aromatizzato al bergamotto (l'Earl Grey per l'appunto) la cui nota agrumata gli regala un profumo delizioso.

Ricetta dei biscotti al tè a forma di bustina da tè Earl Grey tea bag biscuits (cookies) recipe

Eppure il tè non si beve soltanto, ma si può impiegare anche per preparare questi profumatissimi biscotti. Se vi piace questo tipo di tè allora li amerete.
Io mi sono divertita a dargli pure la forma a bustina di tè per inzupparli meglio, ma ovviamente per risparmiare tempo si possono preparare di qualsiasi forma e dimensione.

Il quantitativo di tè da utilizzare dipende dalla qualità del tè e, come sempre, dai gusti e dalla sensibilità dei palati. A mio avviso per apprezzarne il profumo se ne devono impiegare almeno sei grammi di quello di buona qualità relativamente alle dosi indicate, o otto grammi se si vuole aumentare il profumo, o se si usa un tè più "commerciale".

Earl Grey tea bag biscuits (cookies)

Preparazione: 30 min.Cottura: 12 min.Riposo: 1 ora
Porzioni: 60 biscotti circa Kcal/porzione: 35 circa
Ingredienti:

  • 250 g di farina 00 + q.b. per la stesura
  • 100 g di zucchero
  • 80 g di burro ammorbidito
  • 1 uovo
  • 1 baccello di vaniglia (o un cucchiaino di estratto)
  • 6 g di lievito per dolci
  • 8 g di Earl Grey Tea (equivalente di 4 bustine)
  • 1 pizzico di sale
Preparazione:

  1. In un mixer tritate finemente il tè fino a ridurlo in polvere, unire poi la farina setacciata, i semi del baccello di vaniglia (o l'estratto) e il burro ammorbidito a temperatura ambiente. Il composto dovrebbe risultare piuttosto sabbioso.
  2. Unire poi tutti gli altri ingredienti e frullare ancora qualche istante.
  3. Trasferire il composto su un piano di lavoro e formare una palla omogenea e liscia da riporre in frigo per almeno un'ora avvolta nella pellicola trasparente.
  4. Trascorso il tempo di riposo, accendere il forno a 180 °C in modalità ventilata e stendere l'impasto su un piano infarinato con uno spessore di 3 mm circa.
  5. Con una formina (io l'ho fatto a mano) ricavare dall'impasto i vari biscotti e disporli su una leccarda rivestita con carta forno. Fare anche il buchino in cui far passare il filo per intingerli con l'apposito strumento, o con una cannuccia di plastica.
  6. Infornare per circa 10-12 minuti a metà altezza, eventualmente prolungando la cottura fino a doratura.
  7. Lasciarli raffreddare completamente prima di legarli col filo e consumarli.
Note:

  • Il tè deve essere di ottima qualità, quello scadente perde di profumo.
  • La quantità di tè profuma molto questi biscotti, nell'incertezza si può provare con soli 6 g.
  • Una deliziosa variante è quella di sciogliere a bagnomaria del cioccolato e intingerveli dentro per metà una volta raffreddati. Lasciarli riposare per solidificare il cioccolato qualche minuto e poi servire.
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Un breve aggiornamento per coloro che dopo l'ultimo post mi hanno contattato, scritto e chiesto informazioni su come va, (vedi Serendipity Box n° 67) non riferendosi a me o Massimiliano, bensì a Mario!

Già, questo piccolo eroe è rimasto nel cuore a molti, tant'è che ha destato più attenzioni lui che si sbafa allegramente quando può le mie cene, che la mia salute di fronte a quintali di fritto unto e bisunto, a tonnellate di patatine fritte, alla mia astinenza da vitali verdure, al mio armadio da rinnovare, alla mia salute psicofisica di fronte a cotanta insoddisfazione.
No, dico... ma grazie eh! ;-)


Ebbene ce la caviamo, siamo sempre più in sintonia; siamo ormai quasi un fenomeno da baraccone. Ogni volta che posso gli passo quasi tutta la mia cena e io mangio ciò che riesco a combinare con quello che compro in autonomia e quel che nel frigo mi pare possa avere l'aspetto di un cibo che possa permettermi di sopravvivere almeno fino al ritorno in Italia.

Sto pian piano imparando a conoscere i suoi gusti. Ho capito che Mario di patate non ne vuole sentire proprio parlare, i crostini intrisi di burro e aglio li tollera purché ammorbiditi, le salsicce e le lasagne le vuole belle sugose e le mangia così di gusto che si sporca tutto il muso, che ovviamente mi tocca pulire per nascondere l'accaduto. Lui, che ringhia pure a quelli della sua famiglia, da me incredibilmente si fa pure lavare e strofinare il muso immobile e senza fiatare.

Mario, piccolo com'è, ieri sera per vedere se e cosa avevo nel piatto ha fatto un salto talmente alto da spaventarmi. Non vi dico la sua reazione quando ha visto solo il portatile. Si è sommessamente accucciato ai miei piedi emettendo un gemito di delusione.
Nota dolente (paura!) è che la sua padrona non nasconde di essere molto stupita di quanto Mario mi ami follemente (ma va?), e di quanto ami starmi accanto tanto da seguire ogni mio passo per casa.
Se solo sapesse perché... ;-)


Benvenuti al nuovo appuntamento con la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita cogliendo il meglio di ciò che ci offre.

Troppo spesso infatti le nostre giornate sono riempite di pensieri e preoccupazioni tendendo a dimenticare il bello che nella vita c'è (sempre!). Con questa scatola voglio immortalare, se non tutto, gran parte delle cose belle che riempiono la mia/nostra vita quotidiana (ma che potrebbe essere anche quella di tutti), dalle grandi alle piccole cose che ci rendono felici e, ancora meglio, sereni.

Questo post è così ricco di box perché in primis è un sacco di tempo che non riesco ad aggiornare il blog e poi perché di cose bellissime ce ne sono successe una marea. Ho dovuto per forza di cose fare una cernita visto che i giorni volano, le foto da raccontare sono un'infinità e io però trovo a stento il tempo per scrivere questi resoconti.

Andiamo allora con la prima York Serendipity Box, la n° 63 della raccolta:
  1. Le scale in moquette blu. Le scale dove rischio di ammazzarmi ogni santo giorno (gli inglesi le scale non le sanno proprio progettare), ma sulle quali incontro non solo yorkesi ma tanta bellissima gente proveniente da praticamente tutte le parti del mondo.
  2. Fish and chips al take-away, un must in UK. Che poi ho capito perché è fish e non fishes: si tratta di una "sleppa" di pesce unica e non di tanti pezzetti fritti.
  3. La commozione quando sono entrata in casa e ho visto questi due pentolini sul fuoco. Verdure! Il mio cuore ha sussultato di gioia, il mio stomaco un po' meno quando ha scoperto che andavano divisi per sei persone. Poco importa, è un inizio. La speranza è l'ultima a morire, no?
  4. Quando nonostante l'"hard work" le giornate volano.
  5. Un delizioso pranzo con Yorkshire Pie e tante verdurine. Tanto happy io, tanto!
  6. I terrificanti esperimenti chimici nella serata di Halloween con i piccoli di casa. :-)
  7. Il pasto della giornata che adoro di più: la colazione. Questa è la versione "oggi mi va di lusso".
  8. Festeggiare la fine della prima settimana in un pub tutti insieme. Cheers!

It's high time to tell the Serendipity Box n° 64:
  1. Full english breakfast at noon, just to make some confusion! A dire il vero questa è la mia versione vegetariana, mentre quella di Massimiliano era l'autentica, quella con salsicce e black pudding (fatto con sangue e interiora di maiale) che alla fine mi sono pappata io. :-)
  2. Chiuderci in un locale mentre fuori piove e scaldarci con qualcosa che possiamo definire il primo caffè bevuto a York. Una roba da litro che per tirarla su serviva una tazza a due manici!
  3. Entrare in una libreria e vedere una marea di libri bellissimi a prezzi incredibili. Volerli tutti ma saper di dover scegliere per via del peso massimo delle valigie. Bilance vi odio, sappiatelo!
  4. Lo straordinario Minster di York. Passarci sotto tutti i giorni anche più volte e ammirarlo con le luci del giorno, del tramonto, della sera: ogni volta uno spettacolo.
  5. Riordinare le idee quando il cervello è ormai fuso nella bellissima libreria della York St John University.
  6. Ciò che per la prima volta posso definire "cena". Si vedono i fagiolini? Sì, ben otto stanghette verdi. E quell'unica cima di cavolfiore? Ripeto: la speranza è l'ultima a morire, no?
  7. Assistere alla Bonfire Night del 5 Novembre. Stare a naso all'insù davanti a un falò mentre sulle nostre teste tanti fuochi d'artificio decorano il cielo e rendono la serata indimenticabile.
  8. Giocare a battaglia navale con la piccola di casa. Scoppiare a ridere come matti quando dopo che la sottoscritta ha fatto un "fatal mistake" combinando male le parole chiave "hit" e "ship". ;-)

Non c'è due senza tre! Ecco la Serendipity Box n° 65:
  1. Il tè, perché è buonissimo. E non so se è suggestione, o se è veramente più buono, ma ne bevo a litri. Sono una tea addicted ormai.
  2. Ma vogliamo parlare della bontà di un tè macchiato al latte con uno scones ripieno di burro, o con una fetta di torta al cioccolato?
  3. Questo proprio non lo posso portare, starà solo nella mia serendipity box. E' un macigno di libro. Ma quanto è brava lei?
  4. La magia di Castle Howard al tramonto. Davvero non ci sono parole.
  5. Uno strepitoso Yorkshire Pudding con verdure.
  6. Ciò che venne definita la serata "Jacket Potatoes con fagioli e chips". Due tipi di cibo, una tavola, otto persone insieme da ogni angolo del mondo, una lingua e tante risate.
  7. Stare fino all'orario di chiusura di un'attrazione per viverla fino all'ultimo secondo e avere la fortuna di godere dell'invenduto che un locale aveva. Ice creams for free per tutti!
  8. Le avvisaglie del Natale sui bicchieri del tè, anche se a dire il vero sono praticamente ovunque. Qui la città è già agghindata a festa.

E il quarto vien da sé, no? Ecco la Serendipity Box n° 66:
  1. Gli scones! Che bontà! Riempiti con burro e marmellata sono la fine del mondo, oltre che della mia dieta.
  2. Non avere mai il tempo sufficiente per visitare tutto il Minster, ma avere la possibilità con lo stesso biglietto di poter tornare più e più volte per un anno! Una trovata geniale!
  3. Noodles soup con verdure e pollo in un locale cinese racchiuso in uno dei palazzi più antichi della città.
  4. Jacket potatoes da asporto con insalata e coleslaw. Una rivelazione!
  5. Una giornata passata a scoprire questa favolosa città ed avere la fortuna di poterlo fare con temperature primaverili e un cielo fantastico. York si voleva proprio far amare, non c'è dubbio.
  6. Cenare in un locale tipico e ritrovarsi davanti ad un delizioso piatto pantagruelico.
  7. Potrei dedicare un intero post solo a parlare delle favolose vetrine dei negozi di York. Per me sono un richiamo irresistibile di leccornie di ogni genere.
  8. Oltre duecentocinquanta scalini claustrofobici per salire sulla torre del Minster, un freddo e un vento allucinanti, ma vedere York dall'alto ripaga tutto.

Infine una box davvero speciale, perché composta da tanti punti ma tutti riconducibili a una cosa sola, un esserino fantastico di nome Mario (sì, il nome è italiano). Ecco la Serendipity Box n° 67, completamente dedicata a:
  1. A te, che ogni volta che entro in casa mi accogli con balzi, scodinzolate e dimostrazioni di affetto che la tua padrona non riesce ancora a spiegarsi (per fortuna!) e che potrebbero farla persino ingelosire.
  2. A te, che ogni volta che mi siedo al tavolo (perché non ho una scrivania) ti vieni a sedere ai miei piedi e stai lì finché non vado a nanna. Sei una compagnia fantastica, non invadente ma presente e tanto tenera.
  3. A te, che ogni volta che mi muovo per casa mi vieni dietro, mi scruti, mi guardi con occhi languidi e ti prendi tutte le mie carezze rivoltandoti persino a pancia all'aria.
  4. A te, che nonostante non abbia verbo, mi rivolgo chissà perché in inglese e mi ascolti attento, arguto e soprattutto senza mai chiedermi: "Pardon?" Ti adoro!
  5. A te, che ogni volta che mi vedi seduta sola davanti al piatto mi guardi e mi pare che mi capisci, sai esattamente a cosa sto pensando.
  6. A te, che ti sacrifichi con piacere a mangiare la mia cena ogni volta che riesco a rifilartela. Sempre troppo poco purtroppo.
  7. A te che, dopo che ho capito le tue straordinarie potenzialità, ho dato la prima cena boccone per boccone per vedere se eri in grado di ripulire tutto perfettamente senza lasciare traccia. Dartelo nella ciotola sarebbe stato troppo rischioso: e se arrivava qualcuno? E se non ripulivi tutto perfettamente? Ti ricordi che coccole che ti ho fatto quando ho appurato che manco i RIS ti avrebbero beccato? Da quel momento siamo diventati amici inseparabili, amici per la pelle, amici per la cena. ;-)
  8. A te, che così piccolo mi stupisci per la tua formidabile voracità. I tuoi croccantini sono pure peggio di sta roba?
  9. A te, che dopo aver assaggiato una versione disumana del buonissimo (se fatto bene) "garlic bread" (pane all'aglio) dalle mani soddisfatte della tua padrona, mi hai guardato come per dirmi: "Ma lo vedi che mi tocca fare? Non ti preoccupare, mo' lo vado a sotterrare in giardino."
  10. A te, che adorato hai provato a mangiare pure le mie patatine fritte unte e bisunte, ma dopo la terza proprio non ce la facevi più a buttarle giù, le annusavi e ti buttavi per terra manco che ti avessero preso a calci. Mannaggia la miseria, mi hai fatto venire un momento di panico: "E mo' come le cancello le prove? Come occulto questi rifiuti tossici?" Lo so, ci hai provato e apprezzo.
  11. A te, che ti ricorderò come un cane eroe arrivato alla veneranda età di cinque anni, perché un cane no, non può sopravvivere con questa roba molto a lungo.
  12. A te, che stasera non so perché non c'eri e non sai quanto mi sei mancato. Ho provato a tradirti con Ging (il gatto), ma è scappato appena ha annusato la pizza. Tu non l'avresti fatto. Torna Mario, TORNA! I need you!

L'aforisma degli ultimi giorni trascorsi è:
"Il cane è il miglior amico dell'uomo."
(Detto popolare)


Nel mio caso non solo un amico, ma una salvezza. Ci rileggiamo fra un po'. That's all folks! Buon tutto! :-)


Avrei mai scritto questo post se non mi trovassi dove sono?
No, assolutamente no, ne sono certa.
Perché l'ho fatto allora?
Perché sistemando alcune foto delle nostre ultime zonzolate per fare spazio sul PC mi sono imbattuta in una cartella che potrei definire "del dimenticatoio" piena di foto di ricette che avevo deciso di non pubblicare per via della loro banalità.
Così sarebbe effettivamente stato se non fosse che in questo momento mi trovo in una astinenza da verdura, da componenti vegetali colorati che fa veramente paura. Quando ho visto la foto qua sotto, una banalissima insalata, mi è venuta l'acquolina in bocca e sono stata assalita da una gola pazzesca.

Io che sono prevalentemente erbivora, qui sto stravolgendo la mia alimentazione. Ho un estremo bisogno di verdure e di colori nel mio piatto che non appartengano ad una qualsiasi gradazione che va dal giallo al marroncino.

Pubblico questa ricetta perché mi è apparsa come un miraggio e appena tornerò a casa me la farò, me la gusterò foglia per foglia ricordandomi queste sensazioni. Sì, sarà mia. La bramo più di un gelato... e ho detto tutto!

Insalata misticanza con avocado e salmone ricetta light smoked salmon salad

Misticanza con avocado e salmone

Preparazione: 10 min.Cottura: nessunaRiposo: nessuno
Porzioni: 4 Kcal/porzione: 180 circa
Ingredienti:

  • 300 g di misticanza varia: lattuga, radicchio, songino ecc.
  • 200 g di pomodorini ciliegia
  • 1 avocado
  • 100 g di salmone selvaggio affumicato
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 1 cucchiaio di succo di limone
  • Sale q.b.
Preparazione:

  1. Lavare e asciugare accuratamente l'insalata, poi tritare le foglie più grandi. Lavare i pomodorini e tagliarli in quarti. Pulire l'avocado e ridurre la polpa in cubetti.
  2. Tagliare a striscioline il salmone e mescolare tutti gli ingredienti in una insalatiera condendo con olio, limone e sale precedentemente emulsionati in una ciotolina a parte.
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Per chi non ci segue anche su Facebook, sto parlando della nostra permanenza a York (UK).
Beh, è vero che mi ha fatto venire una voglia pazzesca, ma potrebbe un'insalata vincere sulla voglia di zonzolare a più non posso? Giammai! :-) A presto!


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