Enjoy food, travels and life

Benvenuti al nuovo appuntamento con la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita cogliendo il meglio di ciò che ci offre.

Troppo spesso infatti le nostre giornate sono riempite di pensieri e preoccupazioni tendendo a dimenticare il bello che nella vita c'è (sempre!). Con questa scatola voglio immortalare, se non tutto, gran parte delle cose belle che riempiono la mia/nostra vita quotidiana (ma che potrebbe essere anche quella di tutti), dalle grandi alle piccole cose che ci rendono felici e, ancora meglio, sereni.

Questo è il resoconto degli ultimi giorni trascorsi, continuando la serie felice delle box precedenti; sono e sono state giornate ricchissime. Qua sotto ecco la n° 33, all'insegna dei fiori e dell'aria aperta in Toscana.
  1. Delle splendide orchidee fiorite, fra i miei fiori preferiti per la loro eleganza.
  2. Raccogliere lungo una bella passeggiata (vedi punto 5) un piccolo mazzetto di delicatissimi papaveri rossi da portare a mia mamma visto che sono i suoi fiori preferiti.
  3. Le rose fiorite nel giardino dei miei genitori: splen-di-de!
  4. Stare ad ammirare anche i fiori più semplici mentre si zonzola serenamente in campagna.
  5. Una favolosa e rilassante zonzolata (ripetuta più volte) fra le strade di campagna, fra filari di cipressi e campi verdi, mano nella mano con il mio Massi. Questa la chiamo vita!
  6. I cassetti magici di mia mamma dove scovo ogni genere di posate, piatti, piattini, tazzine e arnesi vari. Il sogno di ogni foodblogger. :-)
  7. Preparare insieme a mia mamma una crostata con confettura la sera tardi, quando tutti ormai dormono. Aspettare di tirarla fuori dal forno e godere del profumo che inebria la cucina resistendo alla tentazione di assaggiarla e rimandando il piacere alla mattina seguente. Andare a letto non vedendo l'ora che sia mattina. Svegliarsi, mettersi a tavola e pensare che la giornata non poteva partire meglio.

E questo è il resoconto culinario degli ultimi giorni trascorsi, la Serendipity Box n° 34:
  1. Festeggiare un evento speciale con un pranzo a base di pesce davvero ottimo.
  2. Gelato! Ancora gelato! Quintali di gelato! Lo adoro!
  3. Pam-pa-ta-pam! Lo scoppiettio dei popcorn messi a cuocere nel microonde. Il magico profumo che inebria la cucina ancora un minuto prima che siano pronti e che fa venire l'acquolina in bocca. Goderseli davanti ad un bel film. Sì, ogni tanto ricordo di avere anche una TV.
  4. Un aperitivo fra amici che non vedevo da un pezzo, chiacchiere, aggiornamenti e tanta voglia di rifarlo ancora.
  5. Un Il panino (il Signor Panino) con la finocchiona, crema di pecorino, crema di carciofi e melanzane: una roba di una libidine indescrivibile. Viva Firenze, viva la tradizione, viva la buona cucina, viva chi ce lo ha preparato, viva noi che ce ne siamo mangiati due giganteschi!
  6. Spiedini di gamberi per stare leggeri dopo la finocchiona. ;-) Son piaceri della buona tavola anche questi!

L'aforisma di queste box è in onore di un uomo che ha scritto un pezzo di storia della letteratura e che ci ha lasciato da poco:
"Ho imparato che tutti, al mondo, vogliono vivere in cima alla montagna
senza sapere che la vera felicità sta in come si sale la china."
(Gabriel Garcia Marquez)


Rileggo questa frase e mi emoziono. Quanto è vera. Questa è una delle prime cose che mi ha insegnato il mio Massi, non so se l'ho ancora veramente imparata, ma ho ben presente il concetto, cerco di farne tesoro e di metterlo in pratica ogni giorno, anche con questo piccolo spazio sul blog.
Auguro a tutti di poter prendere spunto da queste sagge parole e di poter trovare la felicità ovunque. C'è sempre!


Chi non è mai rimasto affascinato dal cielo stellato in una tersa notte di luna nuova?
Chi non è mai rimasto a naso all'insù ad ammirare le stelle cadenti che tagliano il cielo con la loro lunga coda?
Chi non ha mai avuto la curiosità di vedere con un telescopio i pianeti, magari il gigantesco Giove o gli anelli di Saturno?
Chi non ha mai sognato di fare una bella e leggera zonzolata nello spazio o magari quattro balzi sulla Luna?

Da piccola oltre a voler fare la veterinaria (professione tristemente depennata), l'avvocato, la cuoca, la presentatrice, l'ingegnere, e un sacco di altre professioni a seconda del momento e dell'età, c'era pure quella di astronoma o addirittura astronauta.
L'astronomia mi ha sempre affascinata moltissimo (anche Massi per fortuna) per cui è inutile dire che quando lungo il tragitto siamo passati nei pressi di Houston, lo Space Center non era una semplice opzione, ma una tappa obbligata.

Houston Space Center centro spaziale cosa fare e vedere attrazioni costi USA viaggio

I biglietti di ingresso li abbiamo acquistati direttamente online su questo sito qui. Come si vede nella tabella dei prezzi, l'acquisto online permetteva di risparmiare 5 $ a testa. Non male se si pensa che ne abbiamo dovuti spendere altri 6 $ per il parcheggio una volta arrivati.
Un ulteriore risparmio si può ottenere tramite l'acquisto dello Houston City Pass che grazie a un pacchetto di attrazioni permette di ottenere l'ingresso a quasi la metà del costo. Per ulteriori informazioni ecco un paio di link utili qui e qui (come sempre spero che non mi facciano lo scherzetto di cambiarli nel tempo).
Risparmiare non è cosa da poco soprattutto se non si vuole tornare a casa a mani vuote, ma magari con qualche cappellino, tazza, felpa o con qualche altro degli innumerevoli gadget a disposizione nello store all'interno, e magari anche a pancia piena visto che per girare tutto il centro serve una giornata intera, o anche di più per i veri appassionati.


Le attrazioni infatti sono davvero molte e per tutte le età; per alcune occorre rispettare orari ben precisi per cui consigliamo di arrivare presto la mattina per poterle visitare tutte e di programmare il giro che si intende fare per tempo proprio in funzione degli orari imposti. All'ingresso viene consegnata un'utile mappa con le varie attrazioni grazie alla quale è molto semplice orientarsi.


La prima cosa che abbiamo fatto è stata salire su una sorta di trenino su gomma, coperto sopra ma aperto ai lati (a febbraio faceva freddino) che ci ha scarrozzato per tutta l'area visitabile esterna. Se non si ha un'audioguida in lingua, o se non si conosce bene l'inglese, sarà molto difficile comprendere ciò che lo speaker spiega durante il tragitto o lungo le varie soste.
Il giro dura circa un'ora-un'ora e mezza e si ferma in diversi stabilimenti, fra i quali un hangar dove è stato "parcheggiato" il gigantesco vettore Saturn V e quello qui sotto, il Building 30, dove la NASA monitorava le missioni spaziali Apollo e Gemini. Sì, è proprio qui che è stato gestito il problema dell'Apollo 13 e dove è diventata celebre la frase: "Houston, we've had a problem."


Assolutamente emozionante il potersi sedere sulle poltroncine rosse davanti ai vetri della sala di controllo, gli stessi per altro su cui avevano preso posto giornalisti, familiari e i più importanti politici dell'epoca. Pare ancora di respirare la tensione, l'ansia e l'odore delle sigarette che venivano fumate nell'attesa dei lanci o delle risposte degli astronauti nelle missioni spaziali.
Una bravissima guida spiega nei dettagli come venivano gestite le varie missioni spaziali, dove prendevano posto le persone, cosa succedeva durante la preparazione dei lanci e come venivano gestite le conversazioni con gli astronauti nello spazio: pare che abbiamo un vero e proprio slang abbreviato tutto loro.


La nostra visita è proseguita lungo un parco dedicato in memoria di coloro che hanno perso la vita accidentalmente durante le missioni spaziali e per i quali sono stati piantati dei simbolici alberi con relativa targa con nome.
Si possono poi visitare seguendo percorsi appositamente studiati per i visitatori anche gli edifici dedicati alla progettazione, costruzione, simulazione delle navicelle spaziali, vedere gli strumenti che vengono utilizzati e conoscere le prove che vengono effettuate prima di ogni lancio, il tutto camminando in un corridoio vetrato direttamente sopra le teste dei tecnici al lavoro.


Non mancano poi le sale con le spiegazioni anche illustrate, o con video, di come si vive nello spazio: dalla preparazione fisica ai lanci, a cosa si mangia, a come ci si prende cura dell'igiene personale e a come si dorme. Solo approfondire questi temi richiederebbe ore di lettura e di ascolto.


Per chi vuole c'è anche la possibilità di pranzare con un vero e proprio astronauta. Per informazioni su chi sarà seduto al tavolo ecco qua la scaletta dei pranzi con date e nomi aggiornate periodicamente. Chi primo arriva, prima avrà la possibilità di partecipare all'evento, salvo precedente prenotazione.
Ah! Qui si mangia presto, alle 12:00 tutti puntuali a tavola eh!


Sono presenti in scala moltissimi dei mezzi che sono stati lanciati per andare alla scoperta dello spazio o per esplorare il suolo lunare quali navicelle e moduli.
Viene dedicato poi largo spazio alla stazione spaziale orbitante (ISS) e allo shuttle di cui una enorme replica è situata appena al di fuori dello Space Center.


Beh, non potremo dire di aver realizzato i nostri sogni di andare nello spazio, di essere diventati astronauti o di aver provato per una volta cosa si prova galleggiando nell'aria a gravità zero zonzolando intorno alla Terra, né potremmo senz'altro dire che sulla Luna ci abbiamo messo piede, ma una mano sì però, o almeno su un pezzettino. Non è cosa da poco, no? :-)


Da piccola sfogliavo i petali delle margherite per sapere se i bambini che mi piacevano mi amavano oppure no. Eh già, mica che mi accontentavo di uno solo; solo successivamente ho realizzato che uno bastava e avanzava, ma queste sono altre storie.
Petalo per petalo (in realtà fiore per fiore visto che si tratta di un'infiorescenza) sfogliando dicevo: "M'ama, non m'ama, m'ama, non m'ama..." con risultati non sempre soddisfacenti purtroppo, anche dal punto di vista ambientale poiché andavo avanti finché non mi stufavo, radendo al suolo prati fioriti.

Spaghetti bucatini all'amatriciana ricetta tradizionale pasta bacon tomato amazing recipe homemade

Da grande, ora che l'amore l'ho trovato, sono passata a dilemmi ben più profondi e atavici ossia: nell'amatriciana "cipolla o non cipolla"? E il vino? Spaghetti o bucatini? Guanciale a cubetti o listarelle?

Non aprirò, né chiuderò certo la diatriba infinita sulla vera ricetta (che parolona!); nemmeno gli chef stellati sono d'accordo: "la mia è più tradizionale della tua", "la mia è quella che faceva il mio prozio di trecento anni fa", "la mia è quella pubblicata sul sito del Comune di Amatrice dove c'è pure il vino", "la mia però è più buona", "vade retro cipolla!", "guanciale über alles", "nella mia ci vanno i bucatini", "la mia gnè gnè gnè".
Oddio che stress!

Ora mi chiedo: ma se esistono più ricette con meno di dieci ingredienti della vera amatriciana che stelle nell'universo, chi sono io per poter pubblicare una ricetta tanto discussa magari dicendo pure che rasenta anche solo lontanamente quella originale (e vai con un altro parolone)?
Insomma, come si fa a decidere come preparare l'amatriciana in casa Zonzolando attenendosi il più possibile a quella che pare della tradizione senza incappare nel linciaggio, ma che sia soprattutto buona?

Niente di più semplice!
Nei casi più difficili, spietati e pericolosi c'è solo una cosa da fare: ricorrere al metodo più
- sicuro,
- scientificamente approvato e comprovato,
- obiettivo,
- inconfutabile e
- assolutamente infallibile:
il caso!

Il tiro della monetina mi pareva poco romantico e così ho rispolverato i vecchi metodi infantili (i puristi fibonaccesi chiudano un occhio): mi sono dotata di un bel mazzetto di margherite e mi sono data al: "Cipolla, senza cipolla, cipolla, senza cipolla...", "Vino, non vino...", "Spaghetto, non spaghetto..."
Risultato?
Cipolla!
Non vino!
Spaghetto!
Cubetto!
L'ha detto la margherita!

Basta diatribe, basta pareri; da oggi si chiude (almeno in casa mia) questo dubbio che fa più fazioni che una partita di calcio. Nell'amatriciana di Zonzolando la cipolla ci va, magari giusto un pezzetto, giusto il profumo, ma ci va, il vino no, lo spaghettone sì, il bucatino che col risucchio non viene su no, e via libera al cubetto di guanciale!
Punto e accapo. So easy!


Al di là di ogni dubbio una cosa è certa: l'amatriciana deve essere bella, abbondante, carica, saporita e profumata. Un piacere della tavola che tutto il mondo ci invidia, giustamente!
Bando ad ulteriori ciance e "annamo" diretti alla ricetta della margherita/caso! :-)

Spaghetti all'amatriciana

Preparazione: 10 min.Cottura: 20 min.Riposo: nessuno
Porzioni: 4 Kcal/porzione: 750 circa
Ingredienti:

  • 400 g di spaghetti grossi
  • 150 g di guanciale tagliato spesso
  • 1 pezzetto cipolla piccola (facoltativa)
  • 6 pomodori San Marzano (o 400 g di pelati)
  • 1 cucchiaino di strutto (in alternativa 1 cucchiaio di olio)
  • 1 peperoncino intero secco
  • 100 g di Pecorino di Amatrice (non troppo salato né troppo stagionato)
Preparazione:

  1. Sbollentare i pomodori incisi superficialmente per spellarli facilmente, poi tagliarli a cubetti.
  2. Fare sciogliere in una padella (di ferro dicono che sia meglio) lo strutto, unire la cipolla tritata finemente, il peperoncino e poi il guanciale pulito dalle parti più gialle e secche e tagliato a cubetti. Rosolare il tutto per qualche minuto sino a che il guanciale sarà dorato.¹
  3. Buttare gli spaghetti in abbondante acqua salata bollente.
  4. Togliere il guanciale e tenerlo da parte in modo che non si stufi in cottura ma che rimanga croccante.
  5. Unire i pomodori in padella, o in alternativa i pelati e lasciare cuocere per 10 minuti circa, poi togliere il peperoncino. Unire il guanciale.
  6. Scolare la pasta al dente e versarla in padella con il sugo.
  7. Versare il formaggio grattugiato, mescolare accuratamente per amalgamare il tutto e servire subito.
Note:

  1. Se gradito aggiungere anche un goccio di vino bianco al soffritto.
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Come si fa a non amare un piatto del genere? Per me è una delle ricette a cui davvero non so dire di no, non so resistere al suo profumo e al suo gusto; l'amatriciana è un piatto per cui so che difficilmente potrei convertirmi al vegetarianismo.


L'amatriciana secondo me è un piatto in cui una volta nella vita bisogna affondare i rebbi di una forchetta, che bisogna assolutamente provare; son cose, è buona vita!


Benvenuti al nuovo appuntamento con la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita cogliendo il meglio di ciò che ci offre.

Troppo spesso infatti le nostre giornate sono riempite di pensieri e preoccupazioni tendendo a dimenticare il bello che nella vita c'è (sempre!). Con questa scatola voglio immortalare, se non tutto, gran parte delle cose belle che riempiono la mia/nostra vita quotidiana (ma che potrebbe essere anche quella di tutti), dalle grandi alle piccole cose che ci rendono felici e, ancora meglio, sereni.

In questi giorni non riesco proprio a stare dietro e ad immortalare tutto ciò che di bello mi capita (emmenomaleno?). I blog che seguo si saranno accorti della mia latitanza, ma non sono scomparsa solo dal Web ma anche dai miei adorati fornelli; cucino poco infatti, ma mangio tantissimo fuori casa. Approfittando delle lunghe giornate sono spesso fuori fino a tardi, zonzolo a più non posso.
Non mi bastava una serendipity per raccontare questi giorni strepitosi e densi, ce ne sono volute ben due per altro sfoltite e un'altra è già in cantiere.
Questo è il resoconto degli ultimi giorni trascorsi: la Serendipity Box n° 31.
  1. Le passeggiate nel bosco e scoprire ogni giorno nuovi fiori spontanei dagli stupendi colori. Questi viola li adoro. Qualcuno ne sa il nome?
  2. La splendida cupola di vetro e acciaio del Mart di Rovereto. Sono rimasta incantata dalle ombre che genera sulle pareti. Bellissima!
  3. Essere ospite a pranzo a casa di una persona di "un certo spessore" e vederla ai fornelli per me alle prese con una buonissima frittata. Son cose. :-)
  4. Vedere pubblicata una delle mie ricette (questa qui per la precisione) su un'importante rivista tedesca di cucina. Riceverne una copia a casa e avere la soddisfazione di poterla sfogliare fra le mani riuscendo a godere però solo di ogni singola foto visto che di tedesco non capisco granché. ;-)
  5. Comprare una confezione di pasticcini per non arrivare a mani vuote ad un incontro importante, aprire la confezione di nascosto per fotografare le delizie e contare fino a mille per non mangiarne nemmeno una. Ma ci pensate che figura far trovare il buchetto vacante dell'infamia? ;-)
  6. Ma l'avete vista la luna piena di qualche giorno fa? Tornando a casa si ergeva sulle montagne ed emanava una luce incredibile. Mi sono fermata appositamente per fotografarla per poi rimanere ad ammirarla per qualche attimo. Ovviamente col cellulare è venuto uno schifo e non rende nemmeno l'idea della sua bellezza, ma nella mia mente il ricordo è vivo.

E questa è la Serendipity Box n° 32.
  1. Brindare per uno speciale compleanno di una cara collega. Alla tua salute Serena! :-)
  2. Mangiare sushi, sashimi, onigiri e degli strepitosi shaomai. Mamma che gola che mi viene solo a scriverne i nomi.
  3. Un delizioso djerba servito con couscous di verdure.
  4. Dolcezze da gustare in ufficio.
  5. Una favolosa fioritura di glicine sulla facciata di una casa. Sarei rimasta ad ammirare questa meraviglia dai colori stupendi per ore.
  6. Una veduta della piana pisana fino al mare dai monti pisani. Dire "Che spettacolo, déh!" è pò-o! ;-D
  7. Una tappa intermedia fra la mia nuova terra, il Trentino, e la mia stra-amata terra d'origine, la Toscana: l'Emilia. Un forte e bellissimo amarcord per Massimiliano fra le mura dei laboratori che lo hanno visto disegnare la sua vita per anni. Grazie a tutti gli amici che ci hanno accolto con affetto e a braccia aperte, oltre che con bottiglie di Lambrusco ed erbazzoni di una bontà unica.

L'aforisma della settimana è:
"Chi combatte può perdere; chi non combatte ha già perso."
(Antonio Gramsci)

Un incoraggiamento a non mollare mai e a perseguire ciò in cui crediamo. Vi auguro delle strepitose giornate, visto che siamo in periodo di festa, sperando che tutti possano approfittarne per vivere momenti bellissimi. A presto! :-)


Benvenuti al nuovo appuntamento con la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita cogliendo il meglio di ciò che ci offre.

Troppo spesso infatti le nostre giornate sono riempite di pensieri e preoccupazioni tendendo a dimenticare il bello che nella vita c'è (sempre!). Con questa scatola voglio immortalare, se non tutto, gran parte delle cose belle che riempiono la mia/nostra vita quotidiana (ma che potrebbe essere anche quella di tutti), dalle grandi alle piccole cose che ci rendono felici e, ancora meglio, sereni.

Questo è il resoconto degli ultimi giorni trascorsi: la Serendipity Box n° 30.
  1. Dopo l'assalto di una tremenda e irrefrenabile voglia di estate ecco che nel piatto compaiono udon con pomodorini ciliegia, basilico fresco (scampato all'inverno in casa) e scaglie di mandorle tostate. Voglie accondiscese, missione compiuta!
  2. Gustare lentamente e boccone per boccone una favolosa pizza con burrata, concassé di pomodori e basilico fresco.
  3. E' ufficiale: non serve più nemmeno chiamare il dottore. L'inverno non è riuscito a fermarmi visto che non ci ho mai rinunciato, e adesso dichiaro ufficialmente aperta in pompa magna la stagione a dei gelati a gogò. Non sono uno sfizio, ma la regola! Si salvi chi può!
  4. Il primo picnic dell'anno inaugurato con un farrotto freddo svuota-frigo che era di un buono che più buono non ce n'è. Con la bella stagione ci sarà solo che da replicare l'esperienza. :-) Evviva!
  5. Vedere i versi assurdi e dolcissimi che fa il nostro cagnolone per accaparrarsi coccole e carezze. Come si fa a dirgli di no? Certo che se le prende tutte eh! E' un viziato. :-)
  6. Un pochino di aggiornamento su argomenti interessanti non fa mai male; è sempre utile imparare cose nuove e ravvivare la curiosità.
  7. L'albero, i prati, l'aria pura, le montagne all'orizzonte: lasciatemi qui, non mi serve altro. Magari un gelatino... ;-9

L'aforisma degli ultimi giorni trascorsi è:
"Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite."
(Mark Twain)


Questa frase mi mette prurito ai piedi, frenesia alle gambe e un'inesauribile voglia di mollare le cime e salpare a vele spiegate. Dove non lo so, ma non importa... c'è tutto un mondo meraviglioso fuori che aspetta solo di essere scoperto.
Buone esplorate, buoni sogni, buone scoperte e buona vita a tutti! :-)


Di solito la preparazione di un post inerente la parte culinaria di questo blog prevede prima la scelta di una ricetta di cui vorrei parlare, scrivere o raccontare qualcosa e poi se una volta pronto il piatto è buono e riuscito più volte allora penso anche a fotografarlo cercando di esaltarlo al meglio.
Ecco, stavolta è successo proprio il contrario!

Non avevo un bel niente da raccontare su delle banalissime frittatine di porri e manco forse ci avrei fatto un post, se non che, una volta uscite dal forno in versione monoporzione in queste cocotte, mi hanno fatto gli occhioni dolci, sorriso e detto: "Cheeeeeese!"

Frittata di porri ricetta facile e veloce anche come antipasto monoporzione - leek omelette recipe

La luce naturale c'è, la macchina fotografica c'è, la batteria carica (al 26%) pure (cosa non da poco!), metto il portatovagliolo a orchidea che mi piace, tre nanosecondi e clic, le ho fotografate. Tre scatti, se no si freddavano (Massi docet): una mi piaceva, una così e così, una no.

Frittatine di porri

Preparazione: 10 min.Cottura: 30-35 min.Riposo: nessuno
Porzioni: 6 (mono) Kcal/porzione: 100 circa
Ingredienti:

  • 4 uova
  • 1 grosso porro (200 g circa)
  • 30 g di Parmigiano Reggiano
  • Sale q.b.
  • 10 g di olio extravergine di oliva
  • Burro q.b. per ungere le cocotte
Preparazione:

  1. Lavare e pulire accuratamente il porro badando bene che non vi siano residui di terra. Affettarlo a rondelle e farlo soffriggere in padella con l'olio. Coprire la padella con un coperchio e lasciarlo appassire per 15-20 minuti aggiungendo un po' di acqua.
  2. Se vogliamo prepararla al forno (versione light) accendere il forno a 200 °C in modalità statica.¹
  3. Sbattere energicamente le uova intere in una ciotola con una presa di sale.
  4. Unire alle uova i porri e il formaggio grattugiato.
  5. Imburrare le cocotte (o una teglia 20x15 cm) e versarvi il composto. Infornare e cuocere per circa 15 minuti.
Note:

  1. Se si preferisce fare la frittata classica trasferire il composto del punto 4 in una padella antiaderente ben unta con olio extravergine di oliva. Una volta rappresa da un lato cuocere l'altro girando la frittata aiutandosi con una spatola, con un piatto o con un'altra padella unta, mentre per i temerari c'è il triplo salto mortale carpiato direttamente in padella.
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Sì, la frittatina di porri monoporzione in cocotte mi piace e potrei portarmela pure in un picnic o infilarla in un panino. OK, ci faccio un post; magari a qualcuno alle prime armi serve, e magari a qualcuno alle seconde o terze armi può dare un'idea su come servire una tale banalità in un modo un po' diverso.


Eh, ma visto che è un post nato al contrario sta frittata era buona almeno?
Ma certo che sì! Quando mai una frittata di porri non è buona? ;-)


Buongiorno gente! Pronti a ripartire con il racconto della nostra ultima zonzolata?
Ci eravamo lasciati a Austin, una città che ci ha piacevolmente stupiti e di cui vi avevamo parlato qui; oggi invece vi portiamo (anche se solo virtualmente) sempre più a sud del Texas, per la precisione a San Antonio.

Il nostro racconto non può che partire dalla principale meta da visitare: l'Alamo.

Cosa fare e vedere a San Antonio Texas USA what to see and do America consigli di viaggio trip advices

Si tratta di una missione coloniale risalente al XVIII secolo fondata dagli spagnoli per convertire gli indigeni del luogo al cristianesimo. In seguito fu occupata dai soldati messicani che le diedero il nome di Alamo (pioppo in italiano). Durante la guerra di indipendenza del Texas dal Messico alcuni ribelli riuscirono a occupare la struttura, a fortificarla e a barricarvisi dentro. Famosissima è la battaglia di "Fort Alamo" (6 marzo 1836) in cui praticamente tutti i texani persero la vita. Pare che solo poche donne con bambini e alcuni schiavi si siano riusciti a salvare.

L'ingresso della struttura è libero, ma all'interno non si possono fare né riprese, né fotografie purtroppo. Cercando comunque di descrivere quello che c'è possiamo dire che pare di trovarsi in una piccola chiesa con un'unica navata rivestita in pietra (un po' in stile romanico) e in cui si possono vedere reperti e ricostruzioni della storia della missione e della battaglia.


La città di San Antonio si divide sostanzialmente su due livelli: quello della strada con l'Alamo, i grattacieli, i parchi eccetera e il livello del fiume su cui si snoda la River Walk con tutta l'infinita fila di locali, ristoranti e pub.

Rimanendo ancora sul livello "strada" pensiamo che valga la pena segnalare la Bexar County Courthouse che è un edificio storico nel centro di San Antonio realizzato in arenaria rossa e che si affaccia su una bella piazza in centro, e la Tower of Americans, altissima torre sulla cui sommità c'è un punto di osservazione della città con un incredibile ristorante girevole.


Questa torre è l'edificio più alto di San Antonio con i suoi 231 m di altezza. Attorno alla sua base si sviluppa l'Hemisfair Park, parco ricco di verde, percorsi pedonali e un sacco di fontane e cascate che convogliano fra loro in vasche molto belle. Qui si trova anche un punto di noleggio biciclette, messe a disposizione per chi ha intenzione di girare la città più velocemente sulle due ruote.


Poco distante dal parco si trova il Market Square, grande mercato per lo più di cianfrusaglie messicane per turisti aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00. Onestamente ci abbiamo fatto un giro ma non lo abbiamo trovato un granché.


Siamo poi scesi lungo le rive del fiume per conoscere la parte di San Antonio più famosa, apprezzata e decisamente caratteristica, nonché più nota al turismo: la River Walk (o Paseo del Rio).
Si tratta di una passeggiata di circa quattro chilometri lungo il fiume che si snoda su sentieri percorribili esclusivamente a piedi e che permettono anche tramite circuiti ad anello di avere una prospettiva totalmente diversa della città.


Praticamente ogni metro di questa passeggiata è caratterizzato da locali, ristoranti e negozietti vari uno più bello e caratteristico dell'altro e, cosa non da poco, per tutte le tasche. Abbiamo percorso, seguendo la cartina e seguendo le indicazioni lungo il sentiero, praticamente tutta la passeggiata.
Lungo il percorso si trova anche un centro commerciale (vicino per altro all'Alamo). E' possibile fare anche gite in battello lungo i canali.


E' in uno dei locali della River Walk in cui ci siamo fermati per assistere alla 48esima finale del Super Bowl del football americano. Purtroppo il match non è stato granché, infatti i Seattle Seahawks hanno stracciato i Denver Broncos 43-8. La cena a base di deliziosi piatti messicani invece era squisita.


Ci sarebbe molto piaciuto poter visitare il McNay Museum ma per un gravissimo errore della guida in cui mancava uno zero sul numero civico dell'indirizzo (il nostro navigatore ci ha portati in una zona per altro poco raccomandabile della città) non ci siamo riusciti. Abbiamo transitato nella zona alla ricerca di questo benedetto museo, quando finalmente trovando un Wi-Fi libero ci siamo accorti che l'indirizzo del museo sul sito era diverso da quello indicato dalla guida. Stufi e un po' scocciati abbiamo lasciato perdere.
L'indirizzo esatto, se avrete mai la fortuna di visitare questo posto è a questo link qui.

Arrivederci alla prossima zonzolata. :-) Seguiteci!


Benvenuti al nuovo appuntamento con la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita cogliendo il meglio di ciò che ci offre.

Troppo spesso infatti le nostre giornate sono riempite di pensieri e preoccupazioni tendendo a dimenticare il bello che nella vita c'è (sempre!). Con questa scatola voglio immortalare, se non tutto, gran parte delle cose belle che riempiono la mia/nostra vita quotidiana (ma che potrebbe essere anche quella di tutti), dalle grandi alle piccole cose che ci rendono felici e, ancora meglio, sereni.

Questo è il resoconto degli ultimi giorni trascorsi: la Serendipity Box n° 29.
  1. Il ginocchio che sta meglio. So che ci vuole immaginazione per visualizzarlo, ma fra cerotti, elastici e argilla appariva proprio così. Stavolta sento che è la volta buona che lo metto a posto. Incrocio le dita.
  2. L'orchidea che sta rifiorendo.
  3. Una fantastica cena piemontese in provincia di Torino con tanti salumi, formaggi, agnolotti deliziosi e un fritto misto (dolce-salato che non conoscevo) che mi ha fatto venire voglia di conoscere ancora di più questi luoghi con tutte le sue tradizioni e ricette.
  4. Alzarsi la mattina e trovare comunque splendide montagne innevate, ma stavolta si tratta delle Alpi vicine al Massiccio del Gran Paradiso.
  5. La colazione prima del rientro a casa.
  6. Una cerimonia di paese tra le autorità, le chiacchiere, la gente in piazza e il rinfresco a seguire.
  7. I cenci, chiacchiere, bugie, grostoi, frappe, crostoli chiamateli come vi pare, sempre quelli e sempre tanto buoni sono! :-)

L'aforisma della settimana è:
"Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni."
(Oscar Wilde)


Tremendamente vero questo aforisma per me. E per voi?
Buona giornata a chi tenta, a chi si lascia tentare, a chi sa resistere e chi no. Alla prossima! :-)


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