Chi non è mai rimasto affascinato dal cielo stellato in una tersa notte di luna nuova?
Chi non è mai rimasto a naso all'insù ad ammirare le stelle cadenti che tagliano il cielo con la loro lunga coda?
Chi non ha mai avuto la curiosità di vedere con un telescopio i pianeti, magari il gigantesco Giove o gli anelli di Saturno?
Chi non ha mai sognato di fare una bella e leggera zonzolata nello spazio o magari quattro balzi sulla Luna?
Da piccola oltre a voler fare la veterinaria (professione tristemente depennata), l'avvocato, la cuoca, la presentatrice, l'ingegnere, e un sacco di altre professioni a seconda del momento e dell'età, c'era pure quella di astronoma o addirittura astronauta.
L'astronomia mi ha sempre affascinata moltissimo (anche Massi per fortuna) per cui è inutile dire che quando lungo il tragitto siamo passati nei pressi di Houston, lo Space Center non era una semplice opzione, ma una tappa obbligata.
I biglietti di ingresso li abbiamo acquistati direttamente online su questo sito
qui. Come si vede nella tabella dei prezzi, l'acquisto online permetteva di risparmiare 5 $ a testa. Non male se si pensa che ne abbiamo dovuti spendere altri 6 $ per il parcheggio una volta arrivati.
Un ulteriore risparmio si può ottenere tramite l'acquisto dello Houston City Pass che grazie a un pacchetto di attrazioni permette di ottenere l'ingresso a quasi la metà del costo. Per ulteriori informazioni ecco un paio di link utili
qui e
qui (come sempre spero che non mi facciano lo scherzetto di cambiarli nel tempo).
Risparmiare non è cosa da poco soprattutto se non si vuole tornare a casa a mani vuote, ma magari con qualche cappellino, tazza, felpa o con qualche altro degli innumerevoli gadget a disposizione nello store all'interno, e magari anche a pancia piena visto che per girare tutto il centro serve una giornata intera, o anche di più per i veri appassionati.
Le attrazioni infatti sono davvero molte e per tutte le età; per alcune occorre rispettare orari ben precisi per cui consigliamo di arrivare presto la mattina per poterle visitare tutte e di programmare il giro che si intende fare per tempo proprio in funzione degli orari imposti. All'ingresso viene consegnata un'utile mappa con le varie attrazioni grazie alla quale è molto semplice orientarsi.
La prima cosa che abbiamo fatto è stata salire su una sorta di trenino su gomma, coperto sopra ma aperto ai lati (a febbraio faceva freddino) che ci ha scarrozzato per tutta l'area visitabile esterna. Se non si ha un'audioguida in lingua, o se non si conosce bene l'inglese, sarà molto difficile comprendere ciò che lo speaker spiega durante il tragitto o lungo le varie soste.
Il giro dura circa un'ora-un'ora e mezza e si ferma in diversi stabilimenti, fra i quali un hangar dove è stato "parcheggiato" il gigantesco vettore Saturn V e quello qui sotto, il Building 30, dove la NASA monitorava le missioni spaziali Apollo e Gemini. Sì, è proprio qui che è stato gestito il problema dell'Apollo 13 e dove è diventata celebre la frase: "Houston, we've had a problem."
Assolutamente emozionante il potersi sedere sulle poltroncine rosse davanti ai vetri della sala di controllo, gli stessi per altro su cui avevano preso posto giornalisti, familiari e i più importanti politici dell'epoca. Pare ancora di respirare la tensione, l'ansia e l'odore delle sigarette che venivano fumate nell'attesa dei lanci o delle risposte degli astronauti nelle missioni spaziali.
Una bravissima guida spiega nei dettagli come venivano gestite le varie missioni spaziali, dove prendevano posto le persone, cosa succedeva durante la preparazione dei lanci e come venivano gestite le conversazioni con gli astronauti nello spazio: pare che abbiamo un vero e proprio slang abbreviato tutto loro.
La nostra visita è proseguita lungo un parco dedicato in memoria di coloro che hanno perso la vita accidentalmente durante le missioni spaziali e per i quali sono stati piantati dei simbolici alberi con relativa targa con nome.
Si possono poi visitare seguendo percorsi appositamente studiati per i visitatori anche gli edifici dedicati alla progettazione, costruzione, simulazione delle navicelle spaziali, vedere gli strumenti che vengono utilizzati e conoscere le prove che vengono effettuate prima di ogni lancio, il tutto camminando in un corridoio vetrato direttamente sopra le teste dei tecnici al lavoro.
Non mancano poi le sale con le spiegazioni anche illustrate, o con video, di come si vive nello spazio: dalla preparazione fisica ai lanci, a cosa si mangia, a come ci si prende cura dell'igiene personale e a come si dorme. Solo approfondire questi temi richiederebbe ore di lettura e di ascolto.
Per chi vuole c'è anche la possibilità di pranzare con un vero e proprio astronauta. Per informazioni su chi sarà seduto al tavolo ecco
qua la scaletta dei pranzi con date e nomi aggiornate periodicamente. Chi primo arriva, prima avrà la possibilità di partecipare all'evento, salvo precedente prenotazione.
Ah! Qui si mangia presto, alle 12:00 tutti puntuali a tavola eh!
Sono presenti in scala moltissimi dei mezzi che sono stati lanciati per andare alla scoperta dello spazio o per esplorare il suolo lunare quali navicelle e moduli.
Viene dedicato poi largo spazio alla stazione spaziale orbitante (ISS) e allo shuttle di cui una enorme replica è situata appena al di fuori dello Space Center.
Beh, non potremo dire di aver realizzato i nostri sogni di andare nello spazio, di essere diventati astronauti o di aver provato per una volta cosa si prova galleggiando nell'aria a gravità zero zonzolando intorno alla Terra, né potremmo senz'altro dire che sulla Luna ci abbiamo messo piede, ma una mano sì però, o almeno su un pezzettino. Non è cosa da poco, no? :-)