Enjoy food, travels and life

Benvenuti al nuovo appuntamento con la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita cogliendo il meglio di ciò che ci offre.

Troppo spesso infatti le nostre giornate sono riempite di pensieri e preoccupazioni tendendo a dimenticare il bello che nella vita c'è (sempre!). Con questa scatola voglio immortalare, se non tutto, gran parte delle cose belle che riempiono la mia/nostra vita quotidiana (ma che potrebbe essere anche quella di tutti), dalle grandi alle piccole cose che ci rendono felici e, ancora meglio, sereni.

Questa settimana dico la verità non voglio scrivere niente, è stata una settimana da dimenticare.
Eh no, cavolo! Dimenticare proprio non si deve fare. E' il ricordare i momenti brutti che ci fa capire proprio quelli in cui siamo felici e ce li fa apprezzare ancora di più.

Del resto trovare cose belle nelle settimane felici e spensierate è troppo facile. E' proprio in settimane come questa trascorsa che mi devo mettere alla prova e tirare fuori, assolutamente, qualcosa di buono.
Ci ho provato.
Questo è il resoconto della settimana appena trascorsa, la Serendipity Box n° 13:
  1. Un buonissimo djerba con couscous e verdure. I piaceri della tavola non deludono mai.
  2. Per la serie "facciamoci del male!", dopo nove ore e mezza di lavoro mi faccio convincere a partecipare ad un pallosissimo seminario del cui argomento mi frega più o meno niente. Il tizio parla per tre ore ininterrottamente in modalità monocorde e senza pause. Il pubblico agonizzante prova a chiedere la pausa e lui la rifiuta. Alle 22:50 inizio il mio Urlo di Munch personale e mi scappa un sorriso a vedere che ho combinato. Sì, anche questo attimo, dopo una giornata, così è serendipity.
  3. L'avvistamento di un pipistrello.
  4. Il sollievo post assunzione di antidolorifici, sia per il malato che per chi lo accudisce.
  5. Il tè: straordinaria bevanda di sopravvivenza.

L'aforisma della settimana è:
"Ogni tanto ammalarsi fa bene. E' un paradosso lo so! Permette di farti apprezzare ancora di più quando si sprizza di salute."
(Massimiliano)


Il peggio è passato, Massi sta bene e io, dismessi finalmente i panni dell'infermierina, pure.
Non mi resta che augurarvi/ci buona settimana! Incrociamo le dita.


Visto che nella scorsa puntata parlavo della preparazione del dulce de leche, poteva non arrivare un post a base di questa irresistibile leccornia? Un post scontato quindi. Assolutamente sì. :-)
Come non abbinare infatti questa crema ad un paio di biscotti e a del buon cocco rapé?
Un genio chi lo ha fatto per la prima volta. Il risultato è un super biscotto fragrante, profumato, dolcissimo e che si scioglie in bocca.

Alfajores de maicena biscotti farciti con dulce de leche ricetta sweetened milk stuffed cookies recipe

Alfajores de maicena

Preparazione: 40 min.Cottura: 10 min.Riposo: 1 ora o +
Porzioni: 45 biscotti circa Kcal/biscotto: 85 circa
Ingredienti:

  • 100 g di burro
  • 150 g di farina 00
  • 150 g di amido di mais
  • 16 g di lievito per dolci (1 bustina)
  • 125 g di zucchero
  • ½ cucchiaino di bicarbonato
  • 2 uova
  • 1 cucchiaio di Cognac
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 1 pizzico di sale
  • 350 g circa di dulce de leche
  • Farina di cocco rapé q.b.
Preparazione:

  1. Unire il burro ammorbidito allo zucchero e al Cognac, lavorarli sino ad ottenere una crema.
  2. Aggiungere le uova, un pizzico di sale, il bicarbonato e l'estratto di vaniglia; mescolare ancora e poi unire la farina, l'amido di mais e il lievito setacciati fino a ottenere un impasto liscio, compatto e omogeneo.
  3. Avvolgerlo nella pellicola trasparente e metterlo a riposare in frigo per almeno un'ora.
  4. Dividere l'impasto in 3 parti e posizionare una palla fra due fogli di carta da forno.¹
  5. Stendere l’impasto con uno spessore di circa 3 mm, togliere il foglio di carta forno superiore e con un coppapasta o uno stampino del ø di 4 cm ricavare tanti dischetti piuttosto ravvicinati. Non spostare i biscotti, bensì togliere delicatamente l'impasto intorno.
  6. Trasferire il foglio di carta forno con sopra i biscotti su una leccarda e poi infornare in forno preriscaldato a 180 °C per 10 minuti circa o comunque una volta dorati in superficie.
  7. Ripetere l'operazione fino a esaurimento dell'impasto.
  8. Una volta cotti lasciarli raffreddare completamente e poi farcirli due a due con un cucchiaino di dulce de leche pressando leggermente per farli ben aderire.
  9. Infine rotolare lateralmente ciascun biscotto nella farina di cocco rapé.
Note:

  1. Faccio questo procedimento per mantenere i biscotti ben tondi, perché ogni volta che lo facevo sul piano di lavoro per poi trasferirli sulla placca da infornare diventavano leggermente ovali. Per mantenerli belli tondi quindi evito di spostarli lasciandoli sulla carta forno per poi spostare tutto il foglio sulla placca.
    Nulla vieta però di infarinare il piano di lavoro e stenderli normalmente per poi ritagliarli e posizionarli sulla teglia.
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Quando li porto in tavola per servirli come dolcetto o come accompagnamento di un buon tè (magari proprio profumato al cocco) la frase che di solito mi sento dire è: "Mettili via che se no te li mangio tutti!"


E come non dare ragione ai miei commensali? Uno tira l'altro, lo so bene pure io che mentre li preparavo ho perso il conto di quanti ne ho mangiati.


Lo sapevo. E' un classico.
Tanto più una ricetta pare facile e più che vai a "sfrucugliare" ("approfondire" - ma chi me lo ha passato sto termine strano?), più che vedi che la cosa in realtà semplice non lo è poi proprio così tanto.

E non parlo di tradizione, di litigi su ingredienti o di paternità di ricette e storie annesse, parlo di tecnica e chimica per la buona riuscita del prodotto finale.
L'ennesimo caso dove la tecnica e la chimica contano eccome (e ne avevo mai dubitato io? Giammai!) è stato il dulce de leche, la confiture de lait, la confettura di latte: una delle creme spalmabili più goduriose che esistano in circolazione.

Pare che la sua vera origine sia argentina, ma in Sud America è diffusissimo praticamente in ogni Paese, e come per ogni ricetta tipica con una marea di declinazioni.

Dulce de leche, confiture de lait, confetura di latte ricetta homemade recipe easy

La prima volta che ho provato a fare questa ricetta nella variante classica ho preso spunto da un paio di blog che seguo, ma non ho ottenuto il risultato che mi aspettavo: era un po' granuloso al palato.
Come sapete non pubblico una ricetta se non sono soddisfatta e così leggi qua, sfrucuglia (aridaje!) di là, mi sono informata e ho trovato delle bellissime spiegazioni e suggerimenti su questo blog: Scienza in cucina del bravissimo Dario Bressanini.
Grazie ai suoi accorgimenti sono riuscita a ridurre molto (anche se non a eliminare perfettamente del tutto) questo problema.

Ho provato poi altre versioni che si trovano sul Web, da quelle veloci alle super veloci e praticamente dal risultato assicurato partendo dal latte condensato. Il risultato è stato ottimo, anche se quello che si ottiene non è il "vero e originale" dulce de leche.

Insomma io vi riporto tutto e poi fate voi in funzione degli ingredienti, della voglia di rischiare, di provare, di mettersi in gioco, del tempo a disposizione e soprattutto della voglia di stare a mescolare.
In ogni caso ci sarà da leccarsi i baffi e pure i barattoli e le dita, ve lo assicuro! :-)

Dulce del leche - Confiture de lait

Preparazione: 3 min.Cottura: a), b) 2h ½;   c) 30'Riposo: nessuno
Porzioni: (vedi nota ¹) Kcal/100 g: 320 circa
Ingredienti:

Per la versione classica a):
  • 1 litro di latte intero (noi usiamo sempre quello crudo)
  • 220 g di zucchero di canna
  • 30 g di miele di acacia
  • 1 baccello di vaniglia
  • La punta di un cucchiaino da caffè di bicarbonato di sodio²
Per le versioni rapida b) e super speedy c):
  • 1 vasetto da circa 400 g di latte condensato
Preparazione:

a) Versione classica:
  1. Scaldare il latte in una capiente³ pentola antiaderente.
  2. Poco dopo averlo riscaldato leggermente unire lo zucchero, il baccello di vaniglia intero (è meglio non aprirlo poiché il sapore sarebbe troppo intenso nel prodotto finito) e il miele.
  3. Mescolare per sciogliere del tutto lo zucchero, dopodiché aggiungere il bicarbonato di sodio e mescolare ancora.
  4. Lasciare sobbollire il latte mescolando ogni 5 minuti. Per la prima ora sembrerà non accadere niente.
  5. Togliere il baccello di vaniglia.
  6. Quando ormai si perdono le speranze, ecco invece che il latte comincia a rapprendersi e a cambiare di colore. Continuare a mescolare periodicamente sino a che il dulce de leche non è pronto (circa 2 ore e mezzo dopo che si è messo il latte sul fuoco).
    Di regola si parla di dulce de leche pronto quando la concentrazione di acqua è il 30 per cento. Stimarla in cottura però non è semplice e ci si regola un po' con il colore e con la consistenza. Un modo classico è fare la "prova piattino" come per marmellate e confetture.
    Il colore del mio dulce del leche è piuttosto nocciola, ma se ne vedono alcune versioni molto più brunite: gusti e voglia di stare a mescolare.
  7. Invasare in barattoli precedentemente sterilizzati e conservare in frigo.

b) Versione rapida:
  1. Prendere una pentola capiente e a bordi alti, riempirla d'acqua e metterci dentro una lattina perfettamente ancora chiusa di latte condensato.
  2. Fare in modo che sia immersa completamente da un bel po' d'acqua.
  3. Accendere il fuoco e lasciare cuocere per 2 ore - 2 ore e mezza avendo cura in questo tempo di controllare che la lattina sia sempre completamente immersa, per cui eventualmente aggiungere acqua.
  4. Togliere la lattina dalla pentola, lasciarla raffreddare e poi aprirla.

c) Versione super speedy:
  1. Mettere una lattina di latte condensato sigillata in una pentola a pressione. Riempirla d'acqua in modo da ricoprire completamente la lattina.
  2. Accendere il fuoco e cuocere per mezz'ora.
  3. Togliere la lattina dalla pentola, lasciarla raffreddare e poi aprirla.
Note:

  1. La resa finale con le dosi di prodotto indicate nella versione classica sopra sono circa 450-500 g di dulce de leche, con le altre è praticamente il peso del latte condensato quindi circa 400 g.
  2. Il bicarbonato in questa ricetta è una vera furbata anche se non presente nella versione originale. Primo perché evita la formazione di grumi di caseina aumentando il pH del latte e poi perché favorisce la reazione di Maillard regalando il colore ambrato che tutti conosciamo.
    Se non si vuole utilizzare il bicarbonato Bressanini suggerisce di sostituire sino al 15% del saccarosio (che non reagisce con le proteine) con del glucosio, o in alternativa l'equivalente in miele (io ho messo sia miele che bicarbonato). Il glucosio infatti interferisce con la formazione dei cristalli di lattosio riducendo il rischio di cristallizzazione (vedi accorgimento).
  3. Anche se la quantità di latte è modesta la pentola grande serve per evitare che durante la cottura questo fuoriesca per ebollizione con il bicarbonato.
Accorgimenti:

Il dulce del leche preparato secondo la versione classica potrebbe non risultare completamente liscio ma presentare una certa ruvidità. Si tratta di cristalli di lattosio (zucchero del latte) che non rimangono disciolti. Per ovviare a questo problema è possibile utilizzare latte a basso contenuto di lattosio (o come visto nella nota 2 utilizzare un pochino di bicarbonato).
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Il prodotto raffreddato nel frigo aumenta ancora la consistenza e diventa spalmabile come la crema di nocciole. Se servisse invece meno denso basta scaldarlo leggermente e tornerà più cremoso.


Io vado di dito nel vasetto come per la Nutella, vi avviso! Poco schifo e poco scambio di germi o bavetta, tanto me lo finisco e pure in fretta. Ho i testimoni, che farebbero altrettanto se solo ne avanzasse... ;-)

E per cosa l'avrò usata questa delizia? Scommetto che ve lo immaginate già. :-)
Alla prossima ricetta!


Benvenuti al nuovo appuntamento con la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita cogliendo il meglio di ciò che ci offre.

Troppo spesso infatti le nostre giornate sono riempite di pensieri e preoccupazioni tendendo a dimenticare il bello che nella vita c'è (sempre!). Con questa scatola voglio immortalare, se non tutto, gran parte delle cose belle che riempiono la mia/nostra vita quotidiana (ma che potrebbe essere anche quella di tutti), dalle grandi alle piccole cose che ci rendono felici e, ancora meglio, sereni.

Questo è il resoconto della settimana appena trascorsa, la Serendipity Box n° 12.
Settimana piena zeppa di momenti da immortalare. Qua ne riporto solo alcuni per motivi di spazio ma soprattutto perché (mannaggia a me!) ho dimenticato di fotografarli o, peggio ancora, non avevo con me il cellulare.
In ogni caso settimana dedicata al zonzolamento e ai piaceri della buona tavola, sia mai che perdiamo il vizio! :-D
  1. Respirare a pieni polmoni l'aria del mare. Sentire il profumo del salmastro in una passeggiata sul lungomare di Marina di Pisa.
  2. La focaccia con la cecina! Oh mammina quanto è buona! Da assaggiare assolutamente almeno una volta nella vita. Dopo l'assaggio non sarà mai più una sola volta, ne vorrete ancora e ancora. Garantito!
  3. Una colazione coi fiocchi a Forte dei Marmi. Cornetto e cappuccino per iniziare al meglio la giornata, se poi il posto è spettacolare allora ancora meglio. :-)
  4. Il tramonto sui lungarni pisani. Impagabile!
  5. Una pausa relax dopo che i piedi han macinato chilometri.
  6. Quattro smalti nuovi e colorati che si uniscono al popolo di quelli "secchi", "in disuso", "ma perché l'ho comprato?", "due ore per seccarsi" e "il solito" nella mia trousse.
  7. Immortalata in un momento di siiiioooopping sfrenato. Quando i morosi si annoiano...
  8. Un Botero! Quanto mi piace! Ma dove sono? Chi indovina?

L'aforisma della settimana è:
"Una zonzolata al giorno toglie il medico di torno!"
(Zonzoloni E+M)


Volete sprizzare di salute? Allora zonzolate! Vicino, lontano, non serve fare chissà che cosa, l'importante è zonzolare e ricordarsi di godere del viaggio e non solo della destinazione!
Buona settimana!


Questa settimana per la serendipity di domani non mi basterebbero ottocento caselle. Per di più metà delle cose mi sono dimenticata di fotografarle, o peggio, non avevo con me il cellulare.
Che testa che ho! Va beh, pazienza. E' il bello delle settimane zonzolone, piene zeppe di impegni e ricche di cose belle.

A proposito di cose belle, ma soprattutto buone oggi vi parlo di questa confettura che, se prima di provarla mi faceva un pochino dubitare, dopo averla assaggiata mi ha stupita e convinta.
Insomma mi è piaciuta proprio un sacco.

Confettura di peperoncini piccanti fatta in casa ricetta - homemade red chili pepper jam recipe

A causa della mancanza di ingredienti per il ripieno per questa ricetta qui avevamo un bel po' di peperoncini rossi piccanti che avanzavano. Decisi a non sprecare cotanta materia abbiamo voluto provare questa confettura di cui avevamo sentito parlare tanto bene.
Come ho detto poco fa ne siamo rimasti entusiasti. Ecco la ricetta:

Confettura di peperoncini piccanti

Preparazione: 10 min.Cottura: 50 min.Riposo: 8-10 ore
Porzioni: 3 vasi da 250 g Kcal/100 g: 180 circa
Ingredienti:

  • 500 g di peperoncini piccanti rossi puliti
  • 250 g di zucchero semolato
  • 1 limone
Preparazione:

  1. Lavare e pulire i peperoncini svuotandoli dai semi. Mi raccomando di fare questa operazione con un paio di guanti per non ustionarsi le mani e magari in un locale ben aerato per non respirare le forti esalazioni che emanano una volta aperti.
  2. Pesare i peperoncini puliti e pesare lo zucchero tenendo un rapporto 2:1 (ossia il peso dello zucchero deve essere la metà di quello dei peperoncini).
  3. Tagliarli in cubetti o striscioline e metterli in una pentola capiente e dai bordi alti.
  4. Irrorarli con il succo del limone e cospargerli con lo zucchero, mescolando bene il tutto.
  5. Chiudere la pentola e lasciarli riposare per almeno 8-10 ore (una notte quindi).
  6. Trascorso questo tempo mescolare ancora il tutto e mettere a cuocere a fuoco vivace portando ad ebollizione.
  7. Continuare a mescolare sino a che la confettura non acquisterà la classica consistenza gelatinosa.
  8. Quasi a cottura ultimata passarla al mixer (io come si vede in foto la lascio piuttosto grossolana).
  9. Come sempre per capire se è pronta far raffreddare su un piattino un cucchiaino di confettura e vedere se rapprende. Se è troppo liquida continuare la cottura.
  10. Una volta pronta, circa 40 minuti dopo, invasarla ancora caldissima in barattoli sterili.
  11. Conservare in un luogo fresco, asciutto e al buio fino al momento di consumarla.
Note:

  • E' consigliabile anche una seconda sterilizzazione avvolgendo i barattoli in un canovaccio e mettendoli a bollire per 15 minuti in una pentola piena d'acqua; dopodiché estrarli con l'aiuto di un paio di pinze e capovolgerli per creare il sottovuoto.
  • La confettura se ben preparata e eseguendo anche la seconda sterilizzazione si conserva anche un anno.
  • La confettura una volta aperta va conservata in frigo e consumata entro pochi giorni.
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E con cosa ce la gustiamo questa confettura?
Sicuramente sta benissimo come accompagnamento al formaggio. I migliori sono decisamente quelli stagionati, ma anche su quelli più freschi non è affatto male, anzi!
Oppure su dei semplici crostini di pane ben croccanti se si è vegani o intolleranti ai latticini.


Il mio abbinamento preferito è con Pecorino Romano DOP o con del Trentingrana stagionato.

Dimenticavo! Non è piccantissima nonostante che la materia prima lo sia. Se però si vuole abbassare ancora di più il grado di piccante si può sostituire parte dei peperoncini piccanti con dei semplici e innocui peperoni rossi.


Qui in montagna con l'arrivo della bella stagione parte la voglia di picnic e gite all'aria aperta, ergo: "E vai di lago!"
Qui in montagna con l'arrivo dell'estate cocente parte la voglia di bagni, sguazzate nell'acqua, giri in canoa o pedalò, ergo: "E vai di lago!"
Qui in montagna con la chiusura della bella stagione parte la voglia di godere di ogni ultimo attimo di sole, di temperatura gradevole, di verde brillante, di passeggiate rilassanti, ergo: "E vai di lago!"
E noi andiamo! Zonzoliamo un po' qua e un po' là.

Una bella zonzolata fra gli innumerevoli e bellissimi laghi che il Trentino offre è quella al Lago di Ledro.
Ci andiamo sempre volentieri, e spesso più di una volta.
Quanto ci piace questo lago!

Lago di Ledro Trentino passeggiata sole cosa fare e vedere palafitte museo pedalò gita al lago picnic

Ci piace per un sacco di motivi.
Il primo è che non è molto lontano da casa; si trova a pochi chilometri da Trento, Rovereto e Riva del Garda.

In pratica per chi proviene dall'autostrada del Brennero, bisogna uscire a Rovereto Sud e proseguire sulla statale 240 in direzione Riva del Garda e continuare seguendo le indicazioni per la Valle di Ledro; mentre per coloro che provengono dall'autostrada A4, occorre uscire a Brescia Est, seguire in direzione Salò-Madonna di Campiglio fino a Storo e da qui proseguire poi per la Valle di Ledro.


Ci piace poi perché è un lago tranquillo, adatto a tutta la famiglia, immerso nelle montagne e nel verde. Numerose sono le spiagge o i punti dove potersi distendere, prendere il sole e rilassarsi. Ovviamente nei mesi di luglio e agosto la calca c'è eccome per cui per accaparrarsi un posticino all'ombra è meglio partire qualche minuto prima.
Noi siamo andati di recente e la bassa stagione ci ha regalato una pace indescrivibile, prati verdi tutti per noi e panorami mozzafiato.


Non ci siamo però concessi il solito giretto in pedalò o canoa stavolta perché c'era un po' troppo vento.
I punti per noleggiare canoe o pedalò sono in genere alle due estremità opposte del lago (nel verso più lungo).
Vi assicuro che è bellissimo trascorrere qualche attimo di relax cullati dalle acque calme e passando vicini o sotto alle fronde degli alberi sulle sponde più selvagge.


Per chi ama non fare fatica e stare nell'acqua c'è la possibilità di visitare il lago anche con piccole imbarcazioni. Numerosi sono i punti di attracco, come moli o porticcioli.


Ci piace anche perché il posto è pulito e le acque sono cristalline. Se non fosse per la temperatura dell'acqua (comunque accettabile in estate ma mai paragonabile a quella del mare) potrebbe dirsi di essere spaparanzati in una caletta della Corsica o Sardegna.


Ci piace perché è possibile fare tutto il giro del lago a piedi. In tutto sono quasi dieci chilometri di passeggiata nel sottobosco, lungo le spiagge, o lungo tratti ciclopedonali. Vi sono punti di ristoro lungo il cammino per cui è anche piacevole, se non si è abituati, fermarsi a mangiare o bere qualcosa per poi riprendere la passeggiata.


Purtroppo ci sono anche un paio di tratti dove però occorre rimanere a bordo strada.

Il primo è sul versante Ovest. Fortunatamente questo tratto è poco trafficato poiché la strada termina in corrispondenza di un parcheggio e prosegue ciclopedonalmente per chiudere il giro del lago.

Il secondo è sul versante Est, molto più trafficato in quanto via di passaggio nonché di attraversamento del lago. Per ovviare a questo tratto esiste una piccola deviazione (se la si conosce - e siamo qui apposta a dirvela -) che dal termine della ciclabile attraversa il paese di Mezzolago fino a praticamente dietro al castelletto che vedete nella foto qua sotto, dove da lì a poco si riprende la ciclabile.


Il Lago di Ledro è soprattutto noto per i ritrovamenti di palafitte risalenti alla quarta era glaciale.
Questa scoperta archeologica risale al 1929 quando il livello del lago fu, per mano dell'uomo, fatto abbassare per permettere la costruzione della centrale idroelettrica di Riva del Garda.
In quell'occasione migliaia di pali e numerosi reperti furono rinvenuti. Tutti i ritrovamenti sono stati raccolti e adesso sono esposti nel piccolo museo (aperto nel 2006) limitrofo alle palafitte.


Le palafitte che si vedono sono ovviamente una ricostruzione, ma se si vuole vedere qualcosa di davvero antico basta visitare il museo. Per ulteriori informazioni sul museo questo è il link del sito ufficiale.


Dal giugno 2011 questo straordinario luogo è diventato Patrimonio Unesco.
Per noi è un piccolo angolo di paradiso da preservare, dove trascorrere una giornata zonzolando in pace e serenità.


Non trovate anche voi? :-)



Benvenuti al nuovo appuntamento con la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita cogliendo il meglio di ciò che ci offre.

Troppo spesso infatti le nostre giornate sono riempite di pensieri e preoccupazioni tendendo a dimenticare il bello che nella vita c'è (sempre!). Con questa scatola voglio immortalare, se non tutto, gran parte delle cose belle che riempiono la mia/nostra vita quotidiana (ma che potrebbe essere anche quella di tutti), dalle grandi alle piccole cose che ci rendono felici e, ancora meglio, sereni.

Questo è il resoconto della settimana che è appena trascorsa, la Serendipity Box n° 11.
Settimana intensa, fra alti e bassi e dove ho mangiato un quintale di frutta!
  1. Una piccola colazione/merenda organizzata per i colleghi con pesche e biscottini al cocco e alle nocciole. Quelli al cocco li trovate qui.
  2. Un mazzetto di profumatissimi e coloratissimi ciclamini di bosco che ho trovato magicamente sulla scrivania di casa. Son cose!
  3. La bella stagione è finita, l'estate è andata e io la voglio ricordare così per tutto il lungo e freddo inverno che verrà.
  4. Ma come ho fatto a non metterlo finora? Il mio blogghino! Il mio angoletto di pace dove racconto di cucina, ricette, viaggi e un po' di affaracci miei (come sto facendo adesso eheheh).
  5. La cancelleria, il mio ordine, il mio scrivere o segnarmi ogni cosa.
  6. I datteri! Sì, avete capito bene! Quelli che vedete sono un grappolo di fantastici datteri israeliani portati da parenti e che abbiamo mangiato in un batter d'occhio, uno dietro l'altro. Assieme c'erano anche un paio di mango e una goduriosa scatoletta piena di datteri essiccati giganti: tipo il triplo di quelli che siamo abituati a vedere sulle nostre tavole. Buonissimi! L'ho già detto buonissimi? No, di più!
  7. Passeggiate nelle vigne e mangiate di uva a gogò. Ma quanto sono belle le vigne? Ma quanto sono belli i grappoli e i loro colori e forme? Ma quanto è buona l'uva? Giuro che non so dire quanta ne ho messa in pancia e sinceramente non ci devo pensare! Rossa, bianca, rosé, fragola, nera classica: una meglio dell'altra.

L'aforisma della settimana è:
"SI - PUO' - FARE!!!"
(Dott. Frankestein Junior)


Spero che anche la vostra settimana sia stata piena di piccoli e grandi bei momenti, e laddove pensate che non ce ne siano guardate bene, un briciolino di gioia c'è sempre. :-)

Buona settimana a tutti, ricca di frutta che fa bene, ricca di colori, gioia e tanti bei momenti.


1... 2... 3... 4... 5...
Elena conta.
Elena non parlare.
Elena morditi la lingua che è meglio.
6... 7... 8... 9... 10...
Mi esce il fumo dalle orecchie, dalle narici.
Ora esplodo!
11... 12... 13... 14...
No, decisamente non entra nella serendipity box questa cena.

Vedo che Massi si è accorto che conto mentalmente.
Mi suggerisce con un impercettibile gesto di respirare a fondo.
Ha ragione.
15 fiuuuu... 16 fiuuuu... 17 fiuuuu...
Caspita se mi conosce! :-)
Per un attimo questo pensiero migliora la situazione.
Lui sì che dovrebbe avere il posto fisso in serendipity.

Come lo dovrebbe avere questo passato di zucchine buonissimo!
No, non è quello che abbiamo mangiato nella cena incriminata.
Per fortuna, perché avrei rovinato una meraviglia.

Passato di zucchine ricetta light vellutata vegana - vegan veggie zucchini soup recipe

Passato di zucchine

Preparazione: 20 min.Cottura: 30 min.Riposo: nessuno
Porzioni: 4 Kcal/porzione: 250 circa
Ingredienti:

  • 100 g di cipolla
  • 50 g di carote
  • 300 g di patate a pasta bianca farinosa
  • 600 g di zucchine
  • Acqua q.b.
  • 10 g di olio extravergine di oliva
  • Sale q.b.
Inoltre per servire se graditi:
  • Orzo o farro bollito (facoltativo e da escludere nel caso di celiaci)
  • Mandorle in scaglie
Preparazione:

  1. Lavare e pulire tutte le verdure. Tagliarle tutte grossolanamente a cubettoni.
  2. Mettere in una capiente pentola due dita di acqua sul fondo, versare le cipolle in modo che rimangano leggermente scoperte e versare l'olio sulle parti rimaste in superficie.
  3. Far cuocere 5 minuti a fuoco alto, poi unire le carote e le patate aggiungendo altra acqua sempre fino a coprire a filo le verdure. Chiudere con un coperchio la pentola.
  4. A inizio bollitura unire anche le zucchine e lasciare cuocere fino a che tutte le verdure saranno ben cotte (circa 10-15 minuti dalla ripresa del bollore).
  5. Salare a piacimento, spegnere il fuoco e passare tutto col frullatore a immersione sino a ottenere una crema liscia e omogenea.
  6. Servire con orzo o farro bolliti, mandorle in scaglie o quello che la fantasia suggerisce.
Note:

Oltre che a orzo o farro bolliti in un pentolino a parte con acqua salata e/o mandorle in scaglie tostate in padella (come in foto), si possono aggiungere anche formaggio stagionato grattugiato e un filo di olio a crudo.
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La mia versione preferita è quella con il farro. Nella foto qua sotto invece c'è orzo, che però non si vede bene perché coperto dalle scaglie di mandorle tostate.
Questi due ingredienti regalano quel tocco croccante al piatto che, se già buono e sano di per sé, per me lo rende speciale.


Adesso che da noi è il periodo propizio per le zucchine ne stiamo producendo in quantità industriali per poterlo congelare e utilizzare nelle serate invernali quando, tornando a casa dopo una lunghissima giornata di lavoro, la voglia di cucinare è sotto i piedi, ma la voglia di mettere qualcosa di corroborante e caldo in pancia è invece alle stelle.

Provatelo! :-)


9.999.997 fiuuuu... 9.999.998 fiuuuu... 9.999.999 fiuuuu. BOOOOOOM!


Facevo la posta a questi stuzzichini da un bel pezzo, per la precisione da quando li avevo visti fare in TV dalle splendide e affusolate mani di Lorraine Pascale, che oltre alle mani di bello ha proprio tutto.
Anche questa ricetta era quindi finita nella cartella delle ricette da provare e aspettavo la giusta occasione per tirarla fuori e gustarla. La serata propizia è arrivata quando abbiamo invitato un paio di amici a cena qualche tempo fa.

Lollipop di formaggio ricetta Lorraine Pascale - Cheese lollipop recipe idee antipasti e aperitivi stuzzichini

Lollipop di formaggio

Preparazione: 15 min.Cottura: 5-8 min.Riposo: 3 min.
Porzioni: 8 lollipop Kcal/pezzo: 130 circa
Ingredienti:

  • 200 g di formaggio stagionato come Parmigiano Reggiano, Trentingrana, Sbrinz
  • Semi di papavero a piacere
  • Semi di sesamo a piacere
Preparazione:

  1. Accendere il forno a 200 °C in modalità ventilata.
  2. Grattugiare il formaggio e mescolarlo con i semi di papavero e sesamo (ovviamente si possono utilizzare anche quelli di lino o ciò che la fantasia e i gusti suggeriscono).
  3. Prendere un foglio di carta da forno e disporlo sulla leccarda.
  4. Con l'aiuto di un coppapasta con ø di circa 6-7 cm formare tanti dischi di formaggio leggermente distanziati sul centro della placca.
  5. Adagiare degli stecchi da spiedino dal centro del disco di formaggio in modo da formare i lollipop.
  6. Coprire il punto di attacco fra lollipop e stecchino con altro formaggio per rinforzare la chiusura in maniera che possano rimanere sullo stecco ben saldi.
  7. Infornare per 5-8 minuti sino a che il formaggio non si sarà fuso e dorato.
  8. Togliere dal forno i lollipop, lasciarli raffreddare qualche minuto e poi staccarli delicatamente dalla carta da forno eventualmente con l'aiuto di una spatola piatta.
Note:

Autore della ricetta: Lorraine Pascale.
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Oltre che a far fare proprio una bella figura per la presentazione inusuale e simpatica sono anche molto buoni. Abbiamo ricevuto i complimenti, che giro a Lorraine (anche se non li leggerà mai :-9) per questa ricetta e consiglio vivamente a tutti di provarla.


Che aspettate? Sono semplicissimi!


Benvenuti al nuovo appuntamento con la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita cogliendo il meglio di ciò che ci offre.

Troppo spesso infatti le nostre giornate sono riempite di pensieri e preoccupazioni tendendo a dimenticare il bello che nella vita c'è (sempre!). Con questa scatola voglio immortalare, se non tutto, gran parte delle cose belle che riempiono la mia/nostra vita quotidiana (ma che potrebbe essere anche quella di tutti), dalle grandi alle piccole cose che ci rendono felici e, ancora meglio, sereni.

Questo è il resoconto della settimana appena trascorsa, la Serendipity Box n° 10:
  1. La bella stagione volge al termine. Ci stiamo godendo a più non posso probabilmente le ultime zonzolate in moto della stagione. Adoro fare lo zaino umano. :-)
  2. Colazione con mamma: aggiornamenti in corso, si prega di non disturbare.
  3. Una sana zonzolata nel bosco non sempre porta buoni frutti; funghi sì però!
  4. Godersi un profumato momento di relax a fine pasto in ottima compagnia.
  5. Stare fino a tardi, nonostante la stanchezza e la palpebra calante, a preparare conserve di peperoncini piccanti di cui il mio Massi va matto. Che cosa non si fa per amore! P.S.: la ricetta la trovate qui.
  6. La straordinaria bellezza dei salici piangenti. Adoro le loro chiome, le loro fronde, la loro ombra, il senso di spensieratezza che mi regalano.
  7. Festeggiare due ricorrenze con le persone che si amano.
  8. Una zonzolata al Lago di Ledro. Zonzolata non a caso visto che il giro sono circa dieci chilometri a piedi.

L'aforisma della settimana è:
"Le risposte non le devi cercare fuori. La risposta è dentro di te. E però è sbagliata..."
(Quelo - Corrado Guzzanti)


Buona settimana a tutti! Enjoy the moment! :-)


E' tanto buona quanto bella? No, è più buona!
Ve lo posso assicurare.
Complimenti, bis e tris si sprecano: spazzolata.
A chi è arrivato in ritardo non è neppure toccata una briciola.

L'ho preparata per il compleanno di una persona speciale qualche giorno fa.
Stavo cercando qualcosa al cocco e mi è saltata agli occhi la Coconut Cake di Martha Stewart ma ho fatto così tante modifiche (a cominciare dal fatto che ho stravolto la farcia e la copertura) che non so nemmeno se a questo punto posso definirla ispirazione.
Il risultato è stato comunque una torta dal gusto dolce e sorprendente, morbida e carica, uno schiaffo peccaminoso alla dieta che ogni tanto vale assolutamente la pena di regalarsi senza alcuna versione light (si vive una volta sola del resto!).

Una sola parola: provatela!

Torta al cocco e mascarpone per compleanno ricetta buonissima - Coconut and mascarpone rose birthday cake ultimate perfect recipe

Torta al cocco e mascarpone

Preparazione: 70 min.Cottura: 60 min.Riposo: 30 min.
Porzioni: 12 Kcal/porzione: 500 circa
Ingredienti:

Per la base:
  • 220 g di farina 00
  • 150 g di zucchero semolato
  • 100 g di burro
  • 3 uova intere + 2 albumi
  • 1 baccello di vaniglia
  • 16 g di lievito per dolci (1 bustina)
  • 125 g di yogurt al cocco (1 vasetto)
  • 200 ml di latte intero
  • 50 g di farina di cocco rapé
Per la farcitura:
  • 250 g di mascarpone
  • 50 g di farina di cocco rapé
  • 80 g di zucchero semolato
  • 120 g di ricotta (meglio se di pecora)
Per la bagna:
  • 20 g di brandy¹
  • 50 g di acqua
Per la decorazione:
  • 200 ml di panna fresca
  • 30 g di zucchero a velo
  • 50 g di mascarpone
  • Farina di cocco rapé q.b. per decorare il bordo
  • 1 bustina di addensante per tenere la montatura della panna (solo se servita qualche ora dopo)
Preparazione:

Per la base:
  1. Accendere il forno in modalità ventilata a 180 °C.
  2. Montare a neve ben ferma gli albumi.
  3. In un'altra ciotola montare il burro ammorbidito (non fuso) con lo zucchero.
  4. Aggiungere poi i tuorli fino ad ottenere un composto spumoso.
  5. Incidere per lungo il baccello di vaniglia, estrarne i semi con l'aiuto di un coltellino e mescolarli con lo yogurt e latte assieme.
  6. Unire alternando i liquidi e la farina precedentemente setacciata assieme al lievito nel composto di tuorli, burro e zucchero.
  7. Aggiungere infine gli albumi mescolando dal basso verso l'alto cercando di non smontarli.
  8. Trasferire il tutto in una tortiera con ø 24 cm precedentemente imburrata e infarinata (o rivestita con carta da forno).
  9. Infornare per 45-50 minuti senza mai aprire il forno dopodiché fare la prova cottura con uno stuzzicadenti nel centro del dolce.
  10. Lasciarlo riposare ancora 15 minuti nel forno spento ma caldo, poi estrarlo e lasciarlo raffreddare completamente.
Per la farcitura:
  1. Montare tutti gli ingredienti insieme fino a ottenere un composto spumoso e piuttosto duro.
Per la decorazione:
  1. Montare la panna con lo zucchero a velo (unendo, se il dolce dovesse essere servito qualche ora dopo, un addensante per tenere la montatura, che altrimenti scenderebbe nonostante il riposo in frigo).
  2. Sempre montando con le fruste unire infine il mascarpone.
Assemblaggio:
  1. Tagliare il dolce a metà ottenendo due dischi uguali. Utilizzare la parte superiore, generalmente più imperfetta e irregolare, come base e la parte inferiore invece come superficie da decorare.
  2. Bagnare i due dischi con acqua mista a brandy aiutandosi con un pennello in modo da tenere morbida e spugnosa la base.
  3. Spalmare tutta la farcia uniformemente sul disco inferiore e poi chiudere con l'altro disco.
  4. Con l'aiuto di una paletta prendere poca panna montata e cospargere con un sottilissimo strato il bordo della torta.
  5. Trasferire la restante gran parte all'interno di un sac à poche e creare con una punta dentellata le rose di decorazione sulla sommità.
  6. Coprire i bordi con abbondante farina di cocco rapé facendola aderire al velo di panna sui bordi.
  7. Lasciare riposare in frigo fino al momento di servire.
Note:

  1. Per la bagna in alternativa al brandy si può provare il latte di cocco.
  • La foto della fetta di torta qui sopra l'ho catturata direttamente dal piatto di un commensale.
    E' una pessima immagine (difficilmente avrei potuto fare di meglio in quanto sera con luci artificiali disastrose) che ho cercato di schiarire e rendere decente.
    L'intento era quello di dare un'idea di come si presenta il dolce all'interno con il suo generoso e libidinoso strato di crema al mascarpone e cocco.
    Se fosse avanzata magari avrei potuto fotografarla meglio, ma così non è stato. :-)
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Ma la sapete la cosa più bella? Vedere la felicità negli occhi della persona festeggiata. :-)


Adoro, adoro e adoro i lamponi. Anche quest'anno però le nostre piante ne hanno prodotti sì e no una manciata, un vero peccato. Mai viste due stagioni consecutive con risultati tanto grami.
Così non ho resistito e li ho comprati.
Con parte dell'acquisto (a peso d'oro!) ho fatto una semplicissima ma buonissima confettura extra (o visti i rapporti direi "composta").
Quasi non la volevo pubblicare tanto è semplice e classica, ma poi come al solito mi son detta che magari a qualcuno alle prime armi poteva far comodo. Mica che del resto nasciamo tutti "imparati", no?

Confettura di lamponi con poco zucchero marmellata ricetta per prepararla in casa - raspberry jam recipe low sugar content

Ecco quindi qua sotto il risultato che si può ottenere producendola da sé in casa.

Confettura extra (composta) di lamponi

Preparazione: 5 min.Cottura: a) 20 min. b) 90 min.Riposo: nessuno
Porzioni: 4 vasi da 300 g Kcal/100 g: 130 circa
Ingredienti:

  • 1 kg di lamponi
  • 300 g di zucchero semolato
  • 24 g di pectina¹ (1 busta con rapporto 3:1) (facoltativa)
  • Eventuale succo di limone per addensare
Preparazione:

  1. Lavare, asciugare e pesare i lamponi. Calcolare la quantità di zucchero necessaria (nel mio caso il rapporto è superiore a 3:1). A questo punto le strade sono due:
    1. a) Se si usa la pectina basta seguire le indicazioni riportate sulla confezione, mettere la pectina a freddo con la frutta e lo zucchero e iniziare a cuocere.
      b) Se non si usa la pectina lasciare cuocere la frutta a fuoco lento per un bel po', sino a che non si vede che si è disfatta. Unire lo zucchero e continuare la cottura per almeno un'ora.
      Se non si gradiscono i semini passare tutto al mixer o al passaverdura.
  2. Una volta pronta controllare la densità facendone raffreddare l'equivalente di un cucchiaino su un piattino freddo.
    Se risultasse ancora troppo liquida aggiungere il succo di mezzo limone, cuocere ancora per qualche minuto e poi riprovare sul piattino l'addensamento.
  3. Invasare in barattoli precedentemente sterilizzati per bollitura.
  4. Sigillare ermeticamente coi tappi e una volta chiusi capovolgere i vasi per creare il sottovuoto.
Note:

  1. Attenzione: la pectina che si trova in commercio può non essere adatta ai celiaci e agli intolleranti ai latticini. In caso di intolleranze è preferibile quindi procedere con il metodo b).
  • Si può anche scegliere di fare una seconda sterilizzazione immergendo i barattoli avvolti in un telo in acqua bollente per almeno 15-20 minuti.
  • In alternativa alla seconda sterilizzazione di solito faccio così: prendo una coperta, metto i barattoli appena riempiti e capovolti uno ben vicino all'altro ancora roventi e poi li avvolgo bene con la coperta. Questo per fare in modo che la confettura continui a tenere una temperatura elevata il più a lungo possibile. Generalmente il giorno seguente i barattoli sono ancora caldi.
    Conservarli in un luogo fresco, asciutto e al buio.
  • Una volta aperta la confettura va conservata in frigo.
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Provatela su questi biscotti qua, su delle fette biscottate o in una normale crostata a colazione. Io potrei finirmi il vasetto in un attimo!

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Benvenuti al nuovo appuntamento con la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita cogliendo il meglio di ciò che ci offre.

Troppo spesso infatti le nostre giornate sono riempite di pensieri e preoccupazioni tendendo a dimenticare il bello che nella vita c'è (sempre!). Con questa scatola voglio immortalare, se non tutto, gran parte delle cose belle che riempiono la mia/nostra vita quotidiana (ma che potrebbe essere anche quella di tutti), dalle grandi alle piccole cose che ci rendono felici e, ancora meglio, sereni.

Questo è il resoconto della settimana appena trascorsa, la Serendipity Box n° 9.
Una settimana decisamente ad elevato contenuto glicemico e bucolico; aggiungo solo che mancano le foto di altre due uscite che non sono riuscita a fotografare, ma forse è meglio così altrimenti potremmo davvero dare l'idea di essere dei pozzi senza fondo. Hihihi! ;-)
  1. Zonzolare un intero pomeriggio tra gli splendidi Laghi di Caldonazzo e di Levico per poi fermarsi a godere della vista in riva al lago sorseggiando un meritato caffè, dopo una mattinata passata a correre per boschi di castagni.
  2. Una coppa gelato enorme e inaspettata (che bello poter decidere della vita anche da un momento all'altro senza programmare esattamente tutto) dopo una giornata di lavoro lunghissima.
  3. Un'altra coppa gelato ancora più enorme e ancora più buona dopo una non giornata di lavoro, tanto per trattarsi bene.
  4. Un'altra coppa gelato enorme e golosissima tanto per non perdere il vizio. Che vergogna, lo so! ;-)
  5. I fantastici ribes che un collega ha portato in ufficio e che sono andati a ruba in un attimo... anche grazie a me, lo devo ammettere. :-)
  6. Un'"apericena" bavarese che abbiamo fatto a base di spritz, crauti, würstel, senape e una marea di patatine fritte.

L'aforisma della settimana non poteva che essere:
"L'appetito vien zonzolando."
(Gli Zonzoloni impenitenti!)


Di cuore buona settimana bucolica, di lavoro, di amicizia, di salute e gioia a tutti!


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