Enjoy food, travels and life

Di solito in ogni post c'è una piccola introduzione di vario tipo per arrivare alla ricetta del giorno.
Oggi ogni parola scritta sarebbe uno spreco, qualsiasi introduzione superflua, inutile. Non serve dire niente. Un dolce che parla da solo, ma che nel chiasso di un pranzo porta il silenzio e solo lingue intente a gustarne la bontà.

Tiramisù cheesecake senza cottura mascarpone savoiardi ricetta - No bake tiramisu cheesecake perfect recipe

Soffice e morbido al palato con la nota croccante regalata dal sottile strato di biscotto alla base e dai savoiardi a decorazione sul bordo. Davvero irresistibile!


Tiramisù cheesecake (senza cottura)

Preparazione: 60 min.Cottura: 5 min.Riposo: 4 ore
Porzioni: 10 Kcal/porzione: 560 circa
Ingredienti:

Per la base:
  • 100 g di savoiardi
  • 60 g di burro
  • 3 cucchiai di buon caffè espresso
Per la crema al mascarpone:
  • 500 g di mascarpone
  • 3 uova
  • 120 g di zucchero
  • 8-10 g di colla di pesce (4-5 fogli)¹
  • 3 cucchiai di latte intero
  • 1 cucchiaio di Marsala (se gradito)
Per la crema al caffè:
  • 250 ml di panna fresca
  • 50 g di zucchero a velo
  • 1 tazzina di caffè
  • 4-6 g di colla di pesce (2-3 fogli)¹
Per la decorazione:
  • 150 ml di panna fresca
  • 20 g di zucchero a velo
  • Cacao amaro in polvere
  • Savoiardi
Preparazione:

0) Prima di partire con la ricetta vera e propria occorre fare una cosa molto importante se non si vogliono sprecare savoiardi.
Prendere una teglia per dolci con cerniera di ø 24 cm. Posizionare lungo il bordo interno una serie di savoiardi in modo da coprire tutta la circonferenza.
Visto che lo stiamo facendo dalla parte interna (per comodità visto che staranno agevolmente in piedi) contare tre savoiardi in più. Con questo passaggio avremo idea del numero di savoiardi che dovremo utilizzare per la decorazione a corona.
Adesso scegliere a piacimento quella che sarà l'altezza della corona decorativa e tagliare i savoiardi tutti della stessa dimensione. Io ho tagliato a circa un terzo di altezza.
Cercare di fare un taglio netto, pulito e ben orizzontale in modo che il savoiardo possa stare dritto senza problemi (insomma senza che pendano da una parte o dall'altra).
Per la base:
  1. Rivestire la teglia con carta forno sia sul fondo che sul bordo: per il fondo incastrare un foglio tra la base e la cerniera (così sarà ben saldo), mentre per il bordo tagliare una striscia di carta, inumidirla e farla aderire alle pareti della teglia.
  2. Sciogliere il burro e preparare una moka da 2 di buon caffè.
  3. Unire tutti gli avanzi dei savoiardi tagliati che non serviranno per la decorazione e altri savoiardi fino a ottenere un peso di 100 g e sbriciolarli con l'aiuto di un mixer.
  4. Unire i biscotti sbriciolati, il burro fuso e solo tre cucchiai di caffè (non tutto!); mescolare bene. Non occorre aggiungere zucchero poiché i savoiardi sono già abbastanza dolci da soli.
  5. Stendere sul fondo della teglia il composto ottenuto livellandolo per bene aiutandosi con le mani o con un cucchiaio.
  6. Lasciare riposare in frigo per almeno 30 minuti e intanto passare alla preparazione delle creme.
Per la crema al mascarpone:
  1. In una ciotolina lasciare ad ammollare i fogli di colla di pesce in un po' di acqua.
  2. Separare i tuorli dagli albumi e montare a neve ben ferma questi ultimi.
  3. In un'altra ciotola sbattere i tuorli con lo zucchero fino a ottenere una bella crema chiara e spumosa, unire poi il mascarpone (e eventualmente il Marsala) e continuare a montare.
  4. Scaldare 3 cucchiai di latte e farci sciogliere bene i fogli di colla di pesce precedentemente scolati e ben strizzati.
  5. Unire subito il liquido alla crema di mascarpone e poi unire gli albumi cercando di mantenere una crema spumosa e di non farla sgonfiare troppo.
  6. Prendere la teglia con lo strato di biscotto dal frigo e livellarci sopra la crema al mascarpone.
  7. Rimettere in frigo a solidificare.
Per la crema al caffè:
  1. In una ciotolina lasciare ad ammollare i fogli di colla di pesce in un po' di acqua.
  2. Montare la panna con lo zucchero a velo.
  3. Scolare e strizzare i fogli di colla di pesce e farli sciogliere nel caffè rimasto (eventualmente riscaldato). Unire il tutto alla panna e mescolare accuratamente.
  4. Riprendere la teglia dal frigo e stendere quest'ultimo strato.
Per la decorazione:
  1. Una volta raffreddato e consolidato il dolce, spolverizzare tutta la superficie con abbondante cacao amaro in polvere.
  2. Estrarlo delicatamente dalla teglia e togliere la carta forno sul bordo.
  3. Far aderire i savoiardi preparati al punto 0) alle creme sulla circonferenza. Per dare maggiore stabilità e lasciare che la situazione di consolidi legarli con un bel fiocco fino al momento di servire.
  4. Montare la restante panna con lo zucchero a velo, trasferirla in un sac à poche e decorare a piacimento la superficie. Io ho semplicemente seguito il contorno.
  5. Spolverizzare i ciuffetti con del cacao in polvere.
  6. Riporre in frigo fino al momento di servire.
Note:

  1. Dose a seconda del prodotto e della consistenza che si vuole ottenere: quella più piccola indica una consistenza cremosa, quasi cedevole, quella più alta più solida, tendente al budino.
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Enjoy!

P.S.: che poi l'introduzione alla fine, gira che ti rigira, l'ho fatta lo stesso.


Equinozio, oggi 22 settembre alle ore 14:49 sarà l'equinozio d'autunno 2012. Un giorno speciale in cui il Sole è perfettamente perpendicolare all'equatore e in cui i Poli sono entrambi illuminati. Un giorno in cui la luce e la notte smettono di litigare su chi dei due deve durare di più e in cui fanno pace, si bilanciano, si spartiscono il giorno equamente a metà. Succede solo oggi e in primavera, per il resto dell'anno uno sopraffà l'altro.

Così entriamo ufficialmente in autunno, stagione dai mille colori caldi del fogliame, con giornate spesso uggiose che ci fanno venir voglia di stare in casa e in cui il clima inizia a irrigidirsi tanto che diventa bello accoccolarsi nelle coperte, riaccendere la stufa e godersi qualcosa di caldo.

E a proposito di perfetti bilanciamenti e piatti corroboranti e caldi ecco una ricetta che esprime da sé tutti questi concetti: una crema morbidissima di ceci e gamberi, buonissima.

Crema vellutata di ceci e gamberi ricetta primo con crostacei bisque - chickpea and prawn soup recipe

Crema di ceci e gamberi

Preparazione: 20 min.Cottura: 30 min.Riposo: nessuno
Porzioni: 4 Kcal/porzione: 530 circa
Ingredienti:

  • ½ cipolla bianca
  • 600 g di ceci lessati
  • 250 g di patate (1 grossa)
  • 1 carota (circa 100 g)
  • 1 pezzo di sedano
  • Qualche foglia di salvia
  • 2 rametti di rosmarino
  • 2 spicchi di aglio piccoli
  • 500 g di gamberi interi
  • 1 cucchiaio di doppio concentrato di pomodoro
  • 20 g di olio extravergine di oliva
  • 5 g circa di olio piccante (in funzione dei gusti)
  • 1 bicchierino di brandy
  • Sale e pepe q.b.
  • Crostini di pane¹
Preparazione:

  1. Pelare e tagliare a cubettoni la patata, la carota e il sedano e lessarli in un pentolino riempito di acqua fredda.
  2. Pulire i gamberi dalla testa, dai gusci e dall’intestino. A qualcuno lasciare la coda come decorazione del piatto. Mettere i gamberi sgusciati in una casseruola con 5 g di olio, 5 g di olio piccante e un aglio intero schiacciato.
  3. Dopo 2 minuti aggiungere il brandy (non tutto, ma ¾) e lasciare sfumare per qualche istante.
  4. Toglierli dal fuoco e tenerli da parte. Versare nella stessa casseruola i gusci e le teste e fare sfumare col restante brandy. Unire un bicchiere di acqua e il concentrato di pomodoro e lasciare che si formi un brodetto profumato.
  5. Nel frattempo in una pentola soffriggere la cipolla tagliata sottilmente e l’aglio nell’olio rimanente. Versarvi i ceci con la salvia e il rosmarino e lasciare cuocere per 5 minuti, poi unire la patata, la carota e il sedano con la loro acqua.
  6. Aggiungere il brodetto dei gusci filtrato e 4 gamberi completamente puliti.
  7. Dopo circa 5-10 minuti passare tutto con il frullatore a immersione e poi filtrare al colino o al passaverdura per renderla ancora più liscia. Aggiustare di sale.
  8. Se risultasse troppo densa aggiungere acqua o latte. Servire calda con crostini a piacere e i gamberi avanzati. Unire un filo di olio a crudo e una spolverizzata di pepe.
Note:

  1. Omettendo i crostini di pane la ricetta è ideale anche per gli intolleranti al glutine.
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Vi lascio infine con un'immagine del nostro cucciolone scattata in una delle nostre ultime passeggiate. Lui manco sa dell'equinozio e probabilmente manco gliene frega niente, sa solo che fra un po' con la stagione che arriverà, dovrà mettere un bel po' di pelliccia addosso per proteggersi dal freddo.


Ma quanto è bello? Ne vogliamo parlare? :-)


L'ultima volta che ci ho provato sono andata fuori concorso perché la ricetta doveva essere un piatto originale mentre io avevo fatto la pappa al pomodoro, rossissima sì, ma piatto tipico della tradizione toscana che di originale non ha praticamente niente.

Stavolta però me lo sentivo che ce la potevo fare, anche se con una ricetta semplicissima, quasi banale. Finalmente sono riuscita almeno a tentare di partecipare. A cosa? Ma al contest più colorato del Web, quello di Cinzia e Valentina e questo mese tocca al viola, uno dei miei colori preferiti.

Così quando ho preparato questa "non ricetta", tanto è semplice, e ho visto il tagliere che si colorava proprio del colore scelto per questo mese non ho saputo resistere, ho preso la macchina fotografica, ho dato un'aggiustatina al set (il bancone della cucina :-) ) e ho scattato. Un minuto sì e no, ed avevo queste foto, nonché un antipasto da leccarsi i baffi.

Crostini con bresaola, fichi e formaggio ricetta - figs and cheese tasty recipe

Crostoni con bresaola, formaggio e fichi

Preparazione: 10 min.Cottura: 5 min.Riposo: nessuno
Porzioni: 4 Kcal/porzione: 230 circa
Ingredienti:

  • 240 g di pane integrale di segale e semi vari
  • 80 g di bresaola
  • 80 g di pecorino mediamente stagionato (oppure Parmigiano Reggiano)
  • 2 fichi grossi
  • 10 g di olio extravergine di oliva
Preparazione:

  1. Tagliare il pane a fette alte poco meno di un centimetro.
  2. Scaldare una padella, ungerla leggermente e mettere a tostare il pane su entrambi i lati. Il pane integrale di segale che è molto umido, non dovrà seccarsi troppo, ma solo acquistare una superficie croccante.
  3. Una volta pronti, adagiare su ogni crostone ancora tiepido una fetta di bresaola, qualche scaglia di formaggio e infine un quarto di fico.
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Ecco qui il banner del contest:


Et bon appétit! :-)


Questo titolo non mi piace. Lo metto solo per comodità per ricerca di post, ma in realtà avrebbe dovuto essere qualcosa del tipo: "Il paradiso d'estate e d'inverno".
Non sono infatti di certo la prima che dice che l'Alto Adige è una meraviglia, mi posso solo unire al coro e confermarlo.

E da cosa nasce tutto questo amore? Nasce da un breve fine settimana in cui abbiamo deciso di farci una bella zonzolata per questi posti a dir poco strepitosi, approfittando di queste bellissime giornate di sole che settembre ha deciso di regalarci.
La nostra meta principale è stata la Val Pusteria, abbiamo poi toccato Cortina d'Ampezzo in Veneto e siamo ridiscesi per la Val Gardena.

Cosa fare e vedere a Brunico, Bressanone e Val Pusteria

La prima città in cui ci siamo fermati è stata Bressanone: un incanto! Una bellissima cittadina di montagna curata, pulita e ricca di storia; turistica sia in estate grazie ai numerosi itinerari in montagna, che in inverno con i suoi mercatini di Natale e le numerose piste da sci.


La parte più antica e storica di Bressanone è racchiusa da cinta murarie al cui interno si poteva (e può ancora oggi) accedere tramite tre porte. Noi siamo entrati da Porta Croce (sul lato occidentale) lasciando la macchina in un parcheggio a pagamento poco fuori le mura (non proprio cheap ma comodo). Le altre porte di accesso sono Porta Sabiona in cui al di sotto della propria volta è stata appesa una figura femminile tutta vestita di rosso che pare volare sulle teste dei passanti, mentre l'ultima porta è Porta San Michele, conosciuta anche come Porta Scura che affaccia sul lato orientale della città.

Bellissimi da visitare sono il Duomo di Maria Assunta e la sua piazza antistante. Da non perdere anche gli edifici limitrofi adiacenti al chiostro che sono aperti al pubblico e che si possono visitare liberamente. Nel Palazzo Vescovile da oltre ottocento anni viene allestito il presepe di Natale che può essere interessante visitare proprio in occasione del periodo natalizio e dei mercatini, generalmente da fine novembre ai primi di gennaio.


Il Duomo (in alto a sinistra) in particolare ci ha colpiti molto. Vuoi per i bellissimi decori barocchi, per gli affreschi, per le balaustre e vuoi per l'enorme organo che ha iniziato a suonare tra le musiche più coinvolgenti e strazianti, proprio nel momento in cui siamo entrati; ne siamo rimasti entusiasti.
Sotto la bellissima volta dipinta dell'unica navata del Duomo, come si può vedere, un palloncino scappato a qualche bambino stava tentando invano la fuga (alto a destra). Chissà per quanto resterà lì.


Accanto al Duomo si può visitare il relativo chiostro in stile romanico con volte affrescate.
Bellissima anche la Torre Bianca, campanile della chiesa di San Michele, realizzata in stile barocco che svetta fra le alcune strade del centro.


La nostra seconda tappa è stata a Brunico (unica città della Val Pusteria a 835 m s.l.m.), una pittoresca cittadina dominata dal famoso Castel Brunico che è possibile visitare per gran parte dell'anno.
Anche in questo caso la città offre panorami e attività sia per l'estate che per l'inverno, passeggiate fra le montagne verdeggianti, o piste da sci, sia per la discesa, che per il fondo. Il centro città è un perfetto mix di cultura italiana e austriaca sia nell'architettura che per l'ordine, la pulizia, la cura del verde e ovviamente la buona cucina.


La via principale è un susseguirsi di negozi carini (ne ho trovato uno di cose per la casa che ho letteralmente adorato). Piacevole poi è gustarsi un aperitivo con il tepore del sole che scalda la pelle e stare ad osservare le persone che passano.
Qui il bilinguismo è all'ordine del giorno e ci siamo sentiti alquanto spiazzati quando per istinto a una cameriera che si è presentata per prendere l'ordine abbiamo detto in inglese "Sorry, we don't speak german!" A dir poco assurdo se si pensa che siamo ancora in suolo italiano!


Fare un giro per la Val Pusteria è un piacere: ci si ritrova avvolti da montagne verdi, di un verde così intenso che pare finto. I paesini sono un tripudio di colori, di finestre e poggioli in fiore, di fontane e tutto intorno si trovano vigneti e meleti.

Siamo approdati poi, dopo un blitz velocissimo a San Candido, nella super famosa e rinomata Cortina d'Ampezzo (per adesso ancora in Veneto anche se c'è qualche disputa in atto, ma va beh).

Le Dolomiti che circondano la zona sono bellissime e la mattina, mentre la città è ancora in ombra, si colorano di un rosa salmone che pian piano diventa dorato, ritorna rosso al tramonto e poi degrada al viola verso sera. Pare incredibile come possano rimanere in piedi queste montagne così frastagliate con pareti a strapiombo, non stupisce invece il fatto che siano entrate a far parte del Patrimonio Naturale dell'Umanità dell'UNESCO.

Anche Cortina e tutta la sua conca sono meta turistica sia invernale, per le piste da sci, che estiva grazie ai numerosi itinerari di varie lunghezze e difficoltà che si possono affrontare sia a piedi che in mountain bike.


Qui la città pare deserta, in realtà era solo molto presto la mattina. Abbiamo fatto un giretto in attesa dell'apertura di qualche bar in cui fare colazione e far salassare il nostro portafoglio. :-)


E dopo un bel giretto fra incantevoli stradine e negozi, ci siamo nuovamente messi in cammino alla volta di Passo Giaus. Vale la pena fermarsi in questo posto magico per rimanere a godere della vista delle montagne mozzafiato che circondano la zona. Purtroppo le immagini non riescono mai a descrivere completamente e a pieno la bellezza dei luoghi. Se vi piacciono le immagini sottostanti sappiate che dal vivo è ancora molto di più.


Passare per queste zone non significa solo fare "un giro per montagne", bensì immergersi nella natura, rilassarsi e godere di ogni sfumatura, colore e sapore. Significa rappacificarsi con la natura che qui pare integrarsi perfettamente con l'uomo che per una volta non la sovrasta, anzi la conserva e la esalta in una bellezza che difficilmente si dimentica.


Oggi niente ricetta, solo una bellissima notizia da darvi.

Chiara del blog La Voglia Matta qualche giorno fa ci ha proposto una piccola intervista per far conoscere il nostro blog ai suoi contatti e lettori. Si tratta di una rubrica periodica in cui Chiara propone a vari blogger di raccontare un po' di loro stessi e noi ovviamente non potevamo rifiutare. Questa settimana è stato il nostro turno (sono già venticinque gli appuntamenti della rubrica).
Ecco qua il banner della sua iniziativa:



Se siete curiosi quindi di sapere che cosa abbiamo raccontato di noi non dovete fare altro che cliccare sul banner e andarla a trovare.
La Voglia Matta è un blog bellissimo pieno di ricette interessanti, quindi che aspettate? Accorrete e unitevi ai suoi followers. :-)


L'odore di pane appena sfornato farebbe venir fame a chiunque e chissà in quanti siamo stati sul punto di entrare in una panetteria e comprare qualcosa solo per essere stati investiti da questo inebriante profumo che riempiva l'aria nei paraggi.
E cosa c'è di più bello che tornare a riaccendere il forno e sentire il profumo di pane che si sparge per tutta la casa? Ovviamente un sacco di altre cose, una tra le quali trovarselo caldo bell'e fatto, ma se siamo in una giornata in cui la pigrizia non la fa da padrona può essere davvero una grande soddisfazione farselo da sé.

Focaccia con aglio orsino ricette per utilizzarlo in cucina - Wild garlic bread recipe

Avevo voglia di provare qualcosa di insolito e saporito e avevo da parte giusto l'ultimo cucchiaio di pesto di aglio orsino di Maso Giomo. Non ho esitato un secondo, mi sono ritrovata subito con le mani in pasta. Pochi gesti ben fatti, ottimi ingredienti di base, un pizzico di fantasia e una buona dose di pazienza per aspettare la lievitazione: ecco la vera ricetta per fare queste insolite e deliziose focaccine.
Il risultato? Oltre al loro inconfondibile profumo di pane si sente quel sapore caratteristico lasciato dal pesto di aglio orsino, affatto forte, anzi.


Focaccine integrali al pesto di aglio orsino

Preparazione: 15 min.Cottura: 20 min.Riposo: 2 ore e ½
Porzioni: 10 focaccine circa Kcal/focaccina: 120 circa
Ingredienti:

  • 80 g di farina 00
  • 80 g di farina integrale
  • ½ panetto di lievito di birra (12 g circa)
  • 1 cucchiaio di pesto di aglio orsino
  • 1 pizzico di zucchero
  • Sale q.b.
  • Olio extravergine di oliva q.b.
Preparazione:

  1. In un bicchiere riempito con 100 ml di acqua tiepida sciogliere il lievito di birra. In una ciotola unire acqua e lievito alle farine mescolate assieme e aggiungere un pizzico di zucchero.
  2. Mescolare delicatamente e poi unire il pesto di aglio orsino e il sale.
  3. Impastare fino ad ottenere una palla liscia ed omogenea. Coprire con un canovaccio la ciotola e lasciare riposare per almeno 1 ora e mezza.
  4. Trascorso questo tempo l'impasto avrà iniziato a lievitare. Prendere una teglia da forno e rivestirla con della carta forno. Ungerla leggermente con dell'olio.
  5. Staccare l'impasto dalla ciotola e metterlo su un piano di lavoro infarinato.
  6. Stendere delicatamente l'impasto e con l'aiuto di uno stampo rotondo, o di un bicchiere formare tanti dischi da adagiare sulla teglia.
  7. Lasciare i dischi ben separati in modo che non si attacchino nelle successive lievitazioni (ulteriore riposo + forno).
  8. Mettere la teglia in forno spento e lasciare riposare per almeno un'altra ora. Trascorso questo tempo i dischi saranno lievitati, tirare fuori dal forno la teglia e accenderlo a 200 °C.
  9. Affondare delicatamente le dita nei dischi di pasta per lasciare i caratteristici avvallamenti delle focacce, salare e ungere le superfici con dell'olio.
  10. Dal momento in cui il forno sarà in temperatura, infornare e lasciar cuocere per 20 minuti. Le focaccine saranno pronte quanto avranno una bella superficie dorata.
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Noi ci siamo divertiti a sbizzarrirci con le farciture: zucchine alla griglia, pomodori, formaggi freschi ed affettati, e chi più ne ha più ne metta. Buonissime in ogni caso. :-)


Ogni tanto ce la faccio. Ogni tanto riesco a ripescare dalla ciclopica cartella "Ricette da provare assolutamente" alcune ricette che mi sono salvata leggendo altri blog. Ero alla ricerca di un dolce rustico, della tradizione e che fosse anche buono e possibilmente bello (del resto era per un compleanno). La scelta è ricaduta su questa strepitosa torta che ho trovato da Sabina del bellissimo blog Due bionde in cucina, per la precisione proprio qui.

Non avevo a disposizione la confettura di mirtilli rossi (non mi va di acquistare confetture quando ne ho quintali a casa), ma avevo preparato da poco un'ottima composta di ribes rossi piuttosto asprina e di cui avevo parlato qui. Ho seguito la ricetta di Sabina attentamente facendo qualche piccolo cambiamento, più per necessità che volontà. Il risultato? Giudicate voi. :-)

Torta di grano saraceno e marmellata per celiaci - Torte con grano saraceno ricetta - Buckwheat cake recipe

Torta di grano saraceno

Preparazione: 20 min.Cottura: 40 min.Riposo: nessuno
Porzioni: 12 Kcal/porzione: 400 circa
Ingredienti:

  • 100 g di burro
  • 200 g di zucchero
  • 5 uova d'anatra (o 6 di gallina)
  • 200 g di farina di grano saraceno¹
  • 200 g di nocciole non spellate
  • 200 g di ricotta vaccina
  • 2 mele grattugiate grossolanamente
  • 16 g di lievito in polvere¹ (1 bustina)
  • Scorza di un limone non trattato grattugiata
  • 1 vasetto di confettura extra (composta) di ribes rossi
  • Zucchero a velo per decorare
  • Qualche grappolo di ribes rosso
Preparazione:

  1. Lavare accuratamente le mele, sbucciarle e grattugiarle.
  2. A parte tritare non troppo finemente con San Mixer le nocciole.
  3. Separare i tuorli dagli albumi e montare a neve questi ultimi.
  4. Montare i tuorli con lo zucchero e il burro ammorbidito.
  5. Aggiungere la farina, le nocciole, le mele, il lievito, la scorza di limone e infine la ricotta.
  6. Unire gli albumi a neve al composto di uova e mescolare dal basso verso l'alto per non smontarlo.
  7. Imburrare una teglia con ø 26 cm e versarci l'impasto. Infornare in forno già caldo e ventilato a 180 °C per 40 minuti.
  8. Controllare la cottura con uno stecchino.²
  9. Lasciarla raffreddare, tagliarla a metà, cospargere il disco inferiore con la composta di ribes rossi e chiudere col disco superiore.
  10. Spolverizzare con zucchero a velo e decorare con ribes rossi freschi.
Note:

  1. Questa torta è adatta anche a chi soffre di celiachia. Nel caso di persone intolleranti al glutine leggere attentamente l'etichetta del prodotto.
  2. Io non ho atteso che fosse completamente asciutto, quando l'ho sentito appena umido ho spento il forno e l'ho lasciata ancora 10 minuti.
  • Questa ricetta alto-atesina, come dice giustamente Sabina, può riuscire piuttosto secca. L'ho rifatta in seguito un paio di volte di cui una togliendo le mele (che non avevo) e il risultato è stato piuttosto secco nonostante l'elevato quantitativo di burro (l'originale prevede 200 g); alla terza volta son tornata alla versione con le dosi indicate sopra e credo che per me sarà quella definitiva.
  • Io l'ho provata solo con la confettura extra di ribes rossi mentre quella originale è con i mirtilli rossi. Se ne trovano comunque anche con lamponi, more ecc. Credo che siano buone tutte, questione di gusti.
  • Questa torta è strepitosa anche appena uscita dal forno ancora calda (non troppo eh!) e accompagnata con un ciuffetto di panna montata. Lo so, siamo golosi e non abbiamo saputo resistere e aspettare che raffreddasse. :-)
Ricetta ispirata e riadattata dal blog Due bionde in cucina.
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Ed ecco come si presenta una fetta di questo dolce servita con un ciuffetto di panna montata e un pochino di confettura di ribes accanto.


Infine un altro graditissimo premio ideato da Roby Beauty e consegnatoci da parte di Cristina del blog Chocolate Chips Cooking che ringrazio tantissimo.


Spero che la gentilissima Cristina non se la prenda ma non voglio dover scegliere fra le amiche blogger per assegnarlo a qualcun altro nuovamente. Lo riassegno a tutti i nostri followers, tutti ce lo meritiamo, per la dedizione e amore con cui costantemente curiamo questi nostri piccoli spazi zonzoculinari.
Ringrazio chiunque penserà ancora a noi come blog a cui assegnare dei premi ma non voglio più dover scegliere di riassegnarli e per cui anche ritirarli. Grazie a tutti!


Tra le infinite cose animali e vegetali che mio suocero alleva o coltiva ci sono anche i peperoncini piccanti. Non conosco il grado di piccantezza di questi cosetti simpatici, rossi e all'apparenza innocui, so solo che appena ne assaggio un quadrettino grande quanto un coriandolo mi bruciano le labbra e la lingua, mi parte una vampata di calore interno che potrebbe farmi liquefare all'istante, mi inizia a sudare la fronte e probabilmente mi fumano pure le narici. Delle bombe atomiche!

Ecco, questo però è l'effetto che fa a me, perché dovete sapere che il mio amato Massi, che fino a qualche anno fa il piccante se lo snobbava allegramente e manco gli piaceva, sente poco o niente. E' così amante del piccante adesso che il suo palato è oramai pressoché anestetizzato e riesce a resistere a cose che noi umani normodotati (o anche un pochino meno) nemmeno osiamo immaginare.

Il problema è che questi peperoncini, ovviamente presi in piccole dosi, mi piacciono proprio tanto.

In casa seguiamo ciò che alla natura va di regalarci (nonostante il lavoro che le si dedica sia sempre lo stesso), per cui se un anno ne arrivano pochi li mettiamo nei sughi della pasta, mentre se ne arrivano tanti possiamo dedicarci a preparare qualche conserva che possiamo poi sfruttare durante tutto l'anno.
Un esempio sono proprio questi peperoncini piccanti ripieni.

Peperoncini piccanti ripieni ricetta per farli in casa - Stuffed red hot peppers recipe

Eccoli qua sul bancone della cucina che si lasciano fotografare in tutto il loro splendore. Che rosso ragazzi! E che profumo!


Peperoncini piccanti ripieni

Preparazione: 3 oreCottura: nessunaRiposo: 8 ore + 30 giorni
Porzioni: 4 vasi da 300 g circa Kcal/pezzo: 50 circa (sgocciolato)
Ingredienti:

  • 1 kg di peperoncini piccanti rossi
  • Olive verdi snocciolate q.b.
  • Capperi q.b.
  • Olio extravergine di oliva q.b.
  • Aceto bianco q.b. (io di solito ne uso una bottiglia)
Preparazione:

Premessa: non mi piacciono le ricette in cui si parla di "q.b." solo che in questo caso è davvero impossibile quantificare le dosi perché dipende da quanto ripieno sta in ogni peperoncino, dalla capienza della ciotola e dalla grandezza dei barattoli.
  1. Per prima cosa indossare i guanti in lattice, visto che questi peperoncini se maneggiati a mani nude possono bruciare la pelle!
  2. Lavare bene i peperoncini e, avendo cura di non romperli o aprirli troppo, liberarli con la punta di un coltello dal picciolo e dai semi interni.
  3. Metterli in una ciotola capiente, ricoprirli bene con l'aceto bianco e lasciarli immersi così per una notte. Attenzione alle esalazioni del momento perché sono molto forti. Aprire le finestre o ancora meglio, farlo all'aria aperta. Passato il primo momento non dovrebbe più succedere niente.
  4. Il giorno seguente scolarli e metterli su un canovaccio ad asciugare a testa in giù in modo che non rimanga aceto all'interno.
  5. Una volta ben asciutti riempirli con capperi e olive cercando di riempirli il più possibile facendo però attenzione a non romperli.
  6. Adagiarli in vasi precedentemente sterilizzati costipandoli bene, dopodiché coprire con olio tutti gli spazi, cercando di non far formare bolle d'aria. Al di sopra dei peperoncini adagiare un distanziatore da tappo che serve per tenerli costantemente immersi nell'olio.
  7. Girare i vasi per vedere se è tutto riempito, se non ci sono bolle e per vedere se il tappo tiene.
  8. A questo punto sarebbe opportuna una seconda sterilizzazione facendo bollire i barattoli. Noi non l'abbiamo fatta.
  9. Dopo un mese sono pronti. Una volta aperti conservarli in frigo per 2 settimane ed eventualmente aggiungere olio qualora i peperoncini rimanessero scoperti.
Note:

L'olio che rimane nel barattolo è ottimo per essere utilizzato in sughi per la pasta.
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Ecco anche una gustosa variante con filetti di acciughe e/o tonno:

A dirla tutta è la nostra la variante, mentre quella che vado a scrivere è la ricetta più comune e tradizionale.
Sì, perché a Massimiliano non piace il tonno in questi peperoncini per cui quando li prepariamo non lo mettiamo. In realtà un ottimo ripieno è fatto anche con il tonno, acciughe e prezzemolo.
Non si fa altro che mettere tutti gli ingredienti in San Mixer e poi con un cucchiaino si riempiono i peperoncini. Il resto del procedimento è lo stesso ed il gioco è fatto! :-)


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