Enjoy food, travels and life

Il nostro headquarter per questo viaggio è stata Madison, capitale del Wisconsin chiamata "The City of Four Lakes" perché circondata dai laghi Mendota, Monona, Wingra e Waubesa. Il centro della città è su un istmo racchiuso fra i laghi Monona e Mendota.

Tramonto sul lago Mendota

Madison cosa fare e vedere Wisconsin capitale USA
Tramonto sul lago Mendota

Madison, pronunciata Mèd-ss-n, è una città piccola (solo duecentotrentamila abitanti) famosa per il suo enorme campus universitario che di per sé è una città nella città con un servizio di polizia, smaltimento rifiuti eccetera.
Proprio per questa sua caratteristica Madison è una città fortemente multiculturale, giovane, aperta e incredibilmente dinamica. La maggioranza della popolazione che non è coinvolta nelle attività del campus ha per lo più mansioni da "white collars" (colletti bianchi) in quanto, essendo capitale, ha funzione amministrativa statale. Questo fa sì che il livello culturale generale della città sia particolarmente elevato.

Nonostante che in estate la maggior parte degli studenti ritorni a casa, la città è comunque un viavai di gente che passeggia, prende il sole, fa il bagno nei laghi e soprattutto che fa un sacco di sport. Dalla mattina alla sera (anche con buio pesto) si incontrano decine e decine di persone di tutte le età che si dedicano soprattutto a jogging e ciclismo.

Una cosa che infatti non ho ancora detto è che questa città potrebbe far invidia ad Amsterdam per la sua organizzazione a livello ciclopedonale. Durante il nostro soggiorno praticamente tutti si muovevano a piedi o sulle due ruote. Le strade avevano corsie preferenziali per le biciclette, i portabiciclette erano ovunque e si potevano noleggiare a poco prezzo questi mezzi per spostarsi agevolmente da una parte all'altra della città. Le piste ciclabili erano lunghe chilometri e chilometri e spesso collegavano fra loro cittadine anche di modesta importanza.
Una cosa che consigliamo vivamente di fare per chi si appresta a visitare questa città è quella di noleggiare una bicicletta. Si possono trovare in uno dei tantissimi punti distribuiti su tutto il territorio. I costi non sono proprio "cheap" visto che le cifre possono andare dai 12 ai 20 $ al giorno.
Per chi preferisce non mettere mano al portafoglio accontentandosi di modelli non proprio all'ultimo grido, ci sono le "red bikes". Si trovano in un negozio che presta servizio grazie al finanziamento del comune e al lavoro di volontari. In sostanza vengono prese delle vecchie bici scassate che vengono riaggiustate e tinte integralmente di rosso e che poi vengono prestate gratuitamente a chiunque sia interessato (salvo esaurimento mezzi). Si lasciano i dati e la carta di credito a garanzia. Ovviamente se la bici ritorna sana e salva non ci sarà alcun addebito. Le bici non sono un granché, ma sono in ottime condizioni e se per caso si incorresse in qualche foratura il servizio di riparazione è gratuito.
Ecco qua il link dove si possono trovare utili informazioni su questo splendido servizio: "Red Bike".

Come al solito poi la fortuna di Massimiliano ha colpito ancora. Grazie ad un passaparola avuto sul lavoro, ha trovato un curiosissimo filantropo che aggiusta bici che gentilmente mette a disposizione di coloro che nel campus ne hanno bisogno. La cosa carina è che tale signore conta (o colleziona) le nazioni a cui presta le sue biciclette, Massi (Italia) è stata la 43° nazione.
Ed ecco le nostre "Nina" e "Pinta" versione USA:


Visto che la bici diventa il mezzo di trasporto principale, anche notturno, è bene attrezzarsi adeguatamente e quindi prevedere di portarsi o acquistare i faretti delle bici. Noi per risparmiare abbiamo portato dei frontalini e dei piccoli catarifrangenti. Ci sono stati davvero molto utili nelle nostre romantiche passeggiate lungolago serali dove l'illuminazione era praticamente assente, cioè... non esisteva proprio!
Beh, romantiche ma non troppo, qualche procione guardone lo abbiamo sempre beccato. :-)

Adesso che si è ben attrezzati per spostarsi agevolmente ecco cosa vedere in città:

Una bella passeggiata/pedalata in State Street non la toglie nessuno! Decine e decine di ristoranti, coffee shop, bar e negozi si affollano lungo i lati di questa strada che collega il Memorial Union (centro della vita del campus - vedi sotto) a State Capitol. Qui si trova ogni genere di cucina: nepalese, greca, africana, giapponese, cinese, "italiana", francese e chi più ne ha più ne metta.

Non deve mancare poi per chi ama l'arte una capatina al museo di arte contemporanea, un moderno (come non poteva esserlo!) palazzo di vetro proprio affacciato su State Street.

Scorcio di State Street e Museo di Arte Moderna

Una piccola nota su questo edificio di vetro tutto storto la devo proprio fare. Un signore piuttosto anziano mentre stavo scattando questa fotografia mi ha fermato e mi ha detto: "Quel palazzo è stato un pessimo investimento, sembra il Titanic che affonda, non trovi?" Io lo trovavo molto bello anche se distante dal contesto della strada, ma a guardarlo bene (soprattutto di lato) devo ammettere che... il tizio aveva proprio ragione! :-)

Chiesa su traversa di State Street

Un importante centro non solo geografico ma anche amministrativo è lo State Capitol, sede del Senato, degli uffici governativi e della Suprema Corte. La sua cupola è visibile da numerose parti della città e dall'altra parte del lago; la notte viene magicamente illuminata e l'effetto è davvero molto bello.

State Capitol visto dal Monona Terrace di Frank Lloyd Wright

Tutti i sabati mattina da aprile ad ottobre la piazza di State Capitol ospita il più importante mercato ortofrutticolo della città dove i prodotti delle aziende locali vengono messi in vendita.
Al nostro arrivo a Madison la piazza di State Capitol era invasa da bancarelle di artisti che vendevano le loro opere a prezzi per altro per nulla abbordabili.


Perché poi non godersi una bella bibita fresca, o un gustoso gelato (uno dei pochi buoni in circolazione) o semplicemente un sandwich sulle rive del Lago Mendota al Memorial Union? Questo straordinariamente dinamico, multietnico e frequentatissimo posto è il centro della vita del campus e degli studenti, ma è frequentato assiduamente anche da chi non c'entra niente con la vita universitaria.
Sedie e tavolini colorati si riempiono dalle prime ore del giorno di persone che, sorseggiando una birra, si godono la bellissima vista sul lago, che sulle ore del tramonto regala scorci indimenticabili. Le foto che si vedono qua sotto sono state scattate con un caldo soffocante (erano oltre 40˚C, record per la zona), per cui i tavolini, nonostante fosse pieno giorno, erano praticamente vuoti. Le decine e decine di persone erano stipate all'interno della struttura attigua a godersi il gelo artico dell'aria condizionata.


Un altro sito legato alla vita universitaria è lo Union South, gemello moderno del Memorial Union altrettanto pieno di gente, locali in cui mangiare, piste da bowling (al piano inferiore), sale giochi e tanto altro. La cosa che proprio manca è purtroppo la splendida vista sul lago.

Una bellissima passeggiata di circa tre chilometri porta dal Memorial Union, costeggiando il lago da una parte e il campus dall'altra al Picnic Point, un sottile lembo di terra che si prolunga nel lago e dal quale si può ammirare tutto il versante di Madison che dà su State Capitol. La sera è un punto magico dove si può sostare per vedere la cupola tingersi di vari colori caldi per poi essere illuminata dai fortissimi fasci di luce che la rendono praticamente lucente la notte.
In questo luogo inoltre si potranno ammirare gli onnipresenti scoiattoli, criceti e procioni (soprattutto la sera) che vagano fra i bidoni dei rifiuti alla ricerca di qualcosa da mangiare.

E infine qualche immagine di Camp Randall, lo stadio dove si svolgono le partite di football. Il campionato universitario in estate è chiuso per cui abbiamo dovuto accontentarci di fare una capatina a spalti vuoti.


Oh mamma quanto ho scritto e ne avrei ancora di cose da raccontare!
Ma adesso scappo di nuovo. Alla prossima! Un abbraccio!


Ta-daaa! Sorpresa! Ecco svelato il motivo della nostra assenza dall'universo blog da qualche giorno. Sì, siamo oltreoceano. Entrambi oltreoceano. Eh già, perché in questi giorni finalmente si è verificato un ricongiungimento familiare importantissimo: torno fra le braccia del mio Massi che mi ha lasciato per un po' da sola in Italia (un po' troppo da sola) per lavorare qui. Qui dove? Qui nel Wisconsin e io finalmente l'ho raggiunto.
E' la seconda volta che le nostre mete vacanziere qui negli USA sono state decise non dai gusti ma dai nostri rispettivi lavori. Nel 2010 dal mio (a Chicago - ehm, sì... il post arriverà è qui), quest'anno da quello di Massimiliano.
Poco male è! Mica ci si lamenta, anzi!

Per la precisione ecco qua dove siamo andati a finire:

Wisconsin cosa fare e vedere viaggio USA Nord America

Siamo in quello che viene chiamato Midwest: distese infinite di campi di granoturco, i più grandi laghi d'America, spiagge a non finire, patria di Hemingway, Bob Dylan e della mitica Harley Davidson e tanto altro ancora!


Siamo in un'America diversa, non la solita ostentatrice, basata sulla facciata, sull'estetica, sul consumismo, bensì in quella schietta, pura, lavoratrice, di poche parole e comunque tanto cordiale. Siamo nell'America dei film in stile "Casa nella prateria" e il Wisconsin è definito "The Dairy Land" ossia "Lo Stato del Formaggio" vista la grande quantità di stalle e la relativa quantità di latte, latticini e formaggi prodotta ogni anno.


Proprio per questo motivo gli abitanti di questo Stato vengono ironicamente soprannominati "Cheese heads" ossia "Teste di formaggio" e a confermare il fatto i wisconsesi (wisconsiani, wisconsini? o roba così) indossano orgogliosamente cappelli di gommapiuma proprio fatti a fette di formaggio in occasione delle partite di football (la squadra principale del posto è quella dei Green Bay Packers).


Ecco qui uno scorcio di ciò che abbiamo incontrato durante il nostro viaggio alla volta della nostra prima destinazione che vi sveleremo nel prossimo post.
Per intanto un grande abbraccio a tutti!


L'infinito verde

Sempre caro mi fu questo colore,
e questa vista, che dal balcone
dell'ultimo orizzonte il guardo porta.
E sedendo e mirando, interminati
spazi di verdi boschi,
e verdi baccelli appena raccolti
io nel ricordo ritorno, ove per poco
il cor si commuove. E come il vento
odo accarezzar i bei gerani, io quello
infinito verde fra le mie mani
vo comparando: e mi sovvien l'infanzia,
e la nonna, e le altre donne
che altrettanto han fatto. Così in questa
cassa s'annega il pensier mio:
e lo sgranar m'è dolce con codesto color.

By Zonzo Pardi 2012 © :-)

Piselli sgranati peas vegetables

Bene! Anche la bischerata quotidiana è andata! Ecco qua il risultato di tanto "piacevole" (al ricordo!) lavoro. Una montagna verde che non accennava a calare, una montagna di baccelli biologici verdissimi che crocchiavano al solo aprirli tanto erano freschi.
Due ore e mezzo per sgranare una cassetta stracolma di baccelli di piselli come si faceva una volta, come io facevo quando aiutavo la nonna in giardino, come le mie amichette facevano aiutando le loro nonne nei loro giardini, come quando le vecchiette si riunivano con le loro cassette all'ombra dei platani in paese con le cicale che frinivano, per sgranare e spettegolare del più e del meno. Cassetta da un lato, sacchetto per gli scarti dall'altro e ciotola fra le gambe. Piselli, fagioli, ceci, quel che c'era, c'era.


Cose di una volta, cose lontane che ho rivissuto con un senso di nostalgia; tempi passati, lontani ma non dimenticati. Mi son proprio chiesta mentre mi rovinavo le unghie e mi tingevo le mani di verde a quanti ancora oggi hanno la possibilità (fortuna o no, dipende dai punti di vista) di fare altrettanto.

Beh diciamocelo, dopo il decimo baccello: due palle allucinanti!
Ma ogni tanto è piacevole naufragar nell'infinito verde! :-)


La metto o non la metto? La metto o non la metto? La met... ma mettiamola va! Che magari fa comodo a qualcuno.
Di una banalità unica, niente di particolare se non una buonissima confettura extra di ribes rossi appena colti. Un delizioso sapore aspro in bocca, un concentrato di vitamine e zuccheri per iniziare al meglio la giornata.

Confettura marmellata di ribes rossi come prepararla in casa ricetta red currant jam recipe

Prima di tutto una foto del raccolto di cui vado orgogliosa, una bella ciotola di ribes rossi freschi freschi.


Confettura extra (composta) di ribes rossi

Preparazione: 40 min.Cottura: 40 min.Riposo: nessuno
Porzioni: 4 vasi da 300 g circa Kcal/100 g: 140 circa
Ingredienti:

  • 1 kg di ribes rossi
  • 300 g di zucchero semolato
  • 24 g di pectina (1 busta con rapporto 3:1)
Preparazione:

  1. Pulire accuratamente i ribes dalle parti verdi e lavarli bene.
  2. Pesare la frutta una volta pulita, trasferirla in una pentola a bordi alti e pesare lo zucchero con un rapporto 3 a 1 (1 kg di frutta per 330 g di zucchero e loro multipli).¹
  3. Se non si amano i semini passare tutto al passaverdure.
  4. Unire la pectina, mescolare per amalgamare il tutto e poi trasferire sul fuoco più alto.
  5. Portare a bollore la confettura e farla bollire per qualche minuto. Di solito la confezione della pectina riporta 3-5 minuti.
  6. Trascorso questo tempo fare la prova di consistenza su un piattino facendo raffreddare un poco di confettura. Se avrà la consistenza desiderata allora toglierla dal fuoco e invasarla in barattoli sterili. Se invece risultasse ancora troppo liquida aggiungere il succo di mezzo limone, cuocere ancora per qualche minuto e poi riprovare sul piattino l'addensamento.
  7. Sigillare ermeticamente i vasi coi tappi e una volta chiusi capovolgerli per creare il sottovuoto.
Note:

  1. Nel mio caso il rapporto è addirittura superiore e non ho mai avuto problemi.
  • Si può anche scegliere di fare una seconda sterilizzazione immergendo i barattoli avvolti in un telo in acqua bollente per almeno 15-20 minuti.
  • In alternativa alla seconda sterilizzazione di solito faccio così: prendo una coperta, metto i barattoli appena riempiti e capovolti uno ben vicino all'altro ancora roventi e poi li avvolgo bene con la coperta. Questo per fare in modo che la confettura continui a tenere una temperatura elevata il più a lungo possibile. Generalmente il giorno seguente i barattoli sono ancora caldi. Conservarli in un luogo fresco, asciutto e al buio.
  • Una volta aperta la confettura va conservata in frigo.
  • Attenzione: la pectina che si trova in commercio può non essere adatta ai celiaci.
  • Quella nelle foto è senza semini ed ha un sapore leggermente aspro, gradevolissimo. Se non piacesse eventualmente aumentare la dose di zucchero.
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Gioia, gioia e gioia! Ieri ho avuto una notizia bellissima, la notizia che tutto il mondo da tempo aspettava. Il CERN ha finalmente detto: "Tana per il bosone!" Questo simpaticone finalmente s'è fatto vedere in tutto il suo splendore. Higgs aveva ragione! Son davvero felice per quest'uomo che ha dedicato la vita alla ricerca e alla scienza e spero di poterlo vedere presto a Stoccolma a ritirare il più grande riconoscimento che uno scienziato possa ricevere.
A ottantaquattro anni forse ormai non credeva più di vedere dimostrata la sua teoria e invece ce l'ha fatta! Il CERN ce l'ha fatta! Avrei voglia di dedicarci un post intero ma qui non è il caso. So solo che questa scoperta passerà alla storia e segnerà le nostre esistenze per sempre. :-)

Ed ora passiamo ad altrettante gioie ma più inerenti a questo blog.

Spesso mi succede, zonzolando fra fantastici blog, di segnarmi le ricette che mi piacciono di più. Il problema è che tutte queste foodblogger sono tante e troppo brave e io alla fine di ricette me ne segno davvero un sacco.
Se dovessi provarle tutte dovrei vivere in cucina e mangiare ventiquattro ore su ventiquattro per i prossimi dieci anni. Non che poi mi dispiacerebbe più di tanto... il problema però sarebbe poi quello di riuscire ad uscire dalla porta di casa.

Anche in questo caso quando ho visto questa ricetta sul blog Accantoalcamino della fantasmagorica Libera, ho subito pensato: "La devo provare!"
Il caso ha voluto che, a distanza di qualche giorno, avessi a disposizione tutti gli ingredienti e soprattutto uno in particolare: lo sciroppo di fiori di sambuco. Visto che mi andava di sperimentarlo in un'altra veste oltre a quella da bere, ho pensato che questa ricetta facesse al caso mio! E il risultato è stato strepitoso!

Ho leggermente modificato la ricetta perché il mio succo è più liquido e meno zuccherino (io ho fatto la versione 1) e poi ho aggiunto lo strato di biscotto come le classiche cheesecake.
La ricetta originale vi ripeto che la trovate qui. La mia eccola invece qua sotto.

Cheesecake ai fiori e sciroppo di sambuco ricetta dolce elderberry flower cheesecake recipe

Cheesecake allo sciroppo di fiori di sambuco

Preparazione: 60 min.Cottura: 40 min.Riposo: 3 ore
Porzioni: 8 Kcal/porzione: 275 circa
Ingredienti:

  • 150 g di biscotti secchi
  • 40 g di burro
  • 250 g di ricotta vaccina
  • 2 uova grosse
  • 100 g di zucchero
  • 80 g di amido di mais
  • 250 ml di sciroppo di sambuco (versione 1)
  • Fiori di sambuco
Preparazione:

  1. Fondere in una tazza nel microonde il burro e lasciarlo raffreddare.
  2. In un mixer tritare i biscotti col burro fuso amalgamandoli bene assieme.
  3. Rivestire una teglia di ø 22 cm con carta forno sia sul fondo che sui lati.
  4. Versare il composto di biscotti sul fondo e livellarlo schiacciando per bene con un cucchiaino o con le mani.
  5. Lasciare riposare in frigo intanto che si prepara il resto.
  6. In una ciotola setacciare la ricotta, unire l'amido di mais setacciato, 60 g di zucchero, le uova una alla volta e infine 3 cucchiai di sciroppo di fiori di sambuco.
  7. Mescolare con le fruste per far montare leggermente e ottenere una bella crema spumosa e soffice.
  8. Versare sulla base di biscotti e livellarlo.
  9. Infornare per 30-40 minuti a 170 °C. Dopo 40 minuti spegnere il forno e lasciare terminare la cottura al dolce lasciandolo dentro. Poi sfornarlo, farlo raffreddare del tutto e riporlo in frigo.
  10. A parte scaldare il restante sciroppo di sambuco in una padella antiaderente con 40 g di zucchero e lasciare addensare caramellando.
  11. Posizionare il dolce su un'alzatina o un posto dove poterlo lavorare agevolmente.
  12. Versare sulla superficie del dolce la ganache al sambuco, livellandola bene sulla superficie.
  13. Cospargere la superficie con fiori di sambuco freschi, ben lavati e tamponati.
  14. Mettere in frigo per almeno 3 ore. Il giorno dopo è ancora più buona.
Note:

Ricetta rivista ma comunque ispirata dall'omonima sul blog Accantoalcamino.
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Libera aveva proprio ragione: questo dolce è strepitoso! Il sambuco regala un profumo unico, fresco e soprattutto buono. Da noi è piaciuto a tutti, grandi e piccini (che sono rimasti molto stupiti dai fiorellini che hanno trovato sul dolce :-) ).


Innanzitutto vogliamo ringraziare tutti coloro che ci hanno contattato per farci gli auguri per il nostro primo zonzocompleanno. Mercoledì non è stata una giornatina facile e la sera quando finalmente ho avuto la possibilità di accendere il PC e trovare il tempo per la mia capatina quotidiana fra i vari blog e per controllare la posta, beh... devo dire che mi sono emozionata.
Ho trovato una fila lunghissima di email con auguri, commenti nel blog, messaggi in privato o su Facebook ecc.
Siamo stati sommersi da tantissime parole di incoraggiamento e auguri.
Siamo stati avvolti in un calore e affetto incredibile.
Siete tantissimi e questo ci stupisce ancora... e non poco. :-)
Un semplice grazie pare poco per esprimere la nostra gratitudine.
Il nostro augurio è di poter condividere ancora tanti di questi giorni con chi ci segue.

Ma adesso bando alle ciance e passiamo alla ricettina che più di tutte mi ha fatto impazzire per fotografarla. Se l'è tirata a più non posso! Maggiori informazioni sono nella postilla finale, intanto ecco la ricetta.

Quando la mia super trottola infaticabile di mamma mi prepara questa ricetta faccio i salti di gioia, la adoro! E' semplicissima da preparare e lei lo fa con quel tocco in più che la rende unica. Se non fosse per la vergogna che proverei nel farmi vedere son sicura che leccherei anche il piatto. Altro che patatine fritte! E' questa la ricetta il cui slogan perfetto è: "E se non ti lecchi le dita godi solo a metà!"

Gamberoni in guazzetto ricetta semplice prezzemolo pomodoro stew prawn recipe

Gamberoni in guazzetto

Preparazione: 15 min.Cottura: 20 min.Riposo: nessuno
Porzioni: 4 Kcal/porzione: 310 circa
Ingredienti:

  • 1 kg di gamberoni interi
  • 3 spicchi di aglio grossi
  • 20 g di prezzemolo fresco
  • 50 ml di passata di pomodoro
  • ½ bicchiere di vino bianco
  • 20 g di olio extravergine di oliva
  • 1 cucchiaio di doppio concentrato di pomodoro
  • 2 peperoncini secchi
Preparazione:

  1. Tritare finemente gli agli e i peperoncini con il prezzemolo.
  2. In una padella antiaderente scaldare l’olio e versarvi il trito.
  3. Lasciare cuocere per 3-4 minuti poi unire la passata di pomodoro e il doppio concentrato di pomodoro e dopo circa due minuti il vino bianco. Lasciare sfumare. Qualora il sughetto ritirasse troppo versare un po' di acqua.
  4. Aggiungere i gamberoni (o gamberi) e lasciarli cuocere a fuoco lento. In circa 5 minuti dovrebbero essere pronti, altrimenti prolungare la cottura.
  5. Aggiustare di sale (si può fare anche senza).
  6. Impiattare i gamberi e servirli con il sughetto rimasto.
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E poi voglio vedere chi non si lecca le dita!


P.S.: devo confessare che il sughetto che si è formato dopo la cottura l'ho passato al colino, ma solo per ragioni fotografiche perché ero stufa che alla quarta volta che preparavo e fotografavo questo piatto non fossi ancora riuscita ad ottenere una foto che gli rendesse merito.
Il sughetto non lo filtro mai ed è buonissimo così rustico come si ottiene.


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