Enjoy food, travels and life

Qualche sera fa abbiamo sentito un portentoso scricchiolio in casa, come se ci fosse un ramo di abete secco che si stesse spezzando. Cra-crak! E poi il silenzio.
Un po' allarmati abbiamo teso le orecchie. Dopo dieci minuti sentiamo un altro cra-cra-crak!
Sì, stavolta siamo sicuri che viene dalla cucina, ma non c'è nessuna anima viva che si muova. Altro cra-crak e a quel punto vediamo che accanto alla stufa, nella cesta piena di pigne raccolte a febbraio senza speranza alcuna di ricavarne ormai dei pinoli, se ne stanno aprendo due meravigliose.

Le avevamo prese in Toscana vicino al mare dalle mie parti dagli altissimi e splendidi pini a ombrello pensando di ricavarne altri pinoli (i migliori d'Italia) per il pesto estivo, ma erano talmente chiuse e resinose che le avevamo date per perse e avevamo optato per utilizzarle nelle giornate più rigide come carburante naturale per la nostra stufa a legna.
Le pigne, grazie al loro particolare tipo di legno e alla resina che contengono, bruciano bene e a lungo, ma soprattutto dopo oltre otto mesi mai e poi mai avremmo pensato che ci avrebbero dato degli splendidi pinoli.

Le abbiamo lasciate in pace ad aprirsi lentamente fino a che con le mani non eravamo in grado di estrarre i pinoli facilmente. Per giorni abbiamo avuto sinistri suoni legnosi di pigne che si aprivano in casa.
E' incredibile come una pigna ferma e immobile tanto a lungo, si possa risvegliare a distanza di tanti mesi per aprirsi e regalarci così bei pinoli. Ci siamo chiesti come e quando una pigna sceglie di aprirsi; cosa sarà stato a farle decidere di schiudersi? Misteri che ancora adesso ci fanno sorridere quando la sera, addirittura dalla camera da letto sentiamo questi scricchiolii nella notte della natura che si risveglia e ci rende partecipi di tutta la sua potenza e bellezza.

Ma veniamo a come si ottengono i preziosi pinoli. I miei nipotini non li avevano mai visti nel loro involucro ed è stato davvero bello vedere lo stupore sui loro visi che scoprono il mondo e le sue meraviglie. Insieme abbiamo ricostruito la storia di un pinolo che ho cercato di racchiudere in questa foto:

Pinoli come si raccolgono e puliscono come sono fatti composizione strati

Probabilmente esistono dei macchinari appositi o dei metodi più semplici ma io non avendo né esperienza, né strumenti adeguati ho aperto con le mani ogni pigna staccando uno per uno gli involucri legnosi al di sotto dei quali si trovano i pinoli (di solito due a due) tutti rivestiti di una sostanza farinosa molto scura simile alla fuliggine. Ogni cosa che toccano diventa nera e polverosa. Ogni pigna, a seconda della grandezza regala un bel numero di pinoli, dai quaranta in su.


Li ho lavati (non so se è il procedimento corretto, ma con me ha funzionato) e li ho messi ad asciugare per bene. Se trattengono umidità si rischia che marciscano. Già lasciati così ben asciutti si possono conservare in sacchetti o barattoli. Io preferisco però sgusciarli del tutto anche perché non è infrequente trovarne di vuoti o brutti.

Il primo strumento che occorre avere per sgusciare i pinoli è la pazienza, il secondo è la manualità.

Il metodo che io utilizzo credo che sia quello più "flinstoniano", ossia prendo un sasso o un martello, stringo il pinolo in verticale fra le dita e do un colpetto secco. Le prime volte non sarà difficile ottenere una granella di pinoli ma pian piano si riescono ad ottenere dei risultati soddisfacenti. Occhio alle dita però!


Da piccola ricordo che quando col mio babbo andavamo a prendere i pinoli (già caduti per terra in estate) li mettevamo in una morsa in cantina e uno per uno li schiacciavamo pazientemente. Ne ho mangiati così tanti che per anni non ho voluto più saperne. Poi i gusti cambiano e adesso non ne posso più fare a meno. Li utilizzo in tantissime ricette.


Per essere sicura di conservarli meglio, se non li utilizzo sul momento, li faccio leggermente tostare in forno per qualche minuto. Non devono cuocere ma solo perdere quella poca umidità e poi li conservo in barattoli di vetro a chiusura ermetica.

Tanto per essere esaustivi le pigne vengono raccolte da ottobre per tutto l'inverno e durante la bella stagione vengono fatte essiccare al sole per far liberare i pinoli che verranno poi sgusciati.

Visto il tempo che occorre per raccoglierli, farli maturare e sgusciali non mi stupisco che in commercio costino così tanto. Per me direi proprio che è un bel risparmio!

Ah, dimenticavo! I resti delle pigne li utilizzo comunque come legna da ardere per la stufa. Sono ottimi!


Una cosa l'ho imparata: in ogni ricettario alla voce antipasti o aperitivi non possono mancare le olive in crosta. Sono un classico immancabile e intramontabile della nostra cucina e nei libri di ricette o nei blog di cucina spopolano incontrastate.

Personalmente questa ricetta l'ho conosciuta sul blog di ComidaDeMama (amica e maestra di cucina con cui ho il piacere di parlare spesso di ricette) che da quanto ho capito ha a sua volta appreso questa ricetta da altri blog. In sostanza è una catena blogmediatica a cui non potevo non prendere parte. E devo dire che il risultato ci è piaciuto molto.

Olive in crosta rivestite ricetta per antipasto Crusty olive veggie recipe appetizers starters

Olive in crosta

Preparazione: 40 min.Cottura: 10 min.Riposo: 2 ore e ½
Porzioni: 4 Kcal/porzione: 25-30 a seconda del ripieno
Ingredienti:

  • 60 olive verdi snocciolate (meno di una barattolo grande)
  • 100 g di farina 00
  • 60 g di burro
  • 60 g di Parmigiano Reggiano
  • 2 cucchiai di acqua fredda
  • Peperoni, capperi, würstel, formaggio ecc.
Preparazione:

Per la pasta:
  1. Mescolare la farina, il formaggio grattugiato, l’acqua e il burro ammorbidito creando un impasto morbido.
  2. Riporlo per mezz’ora in frigo avvolto nella pellicola trasparente.
Per le olive:
  1. Sciacquare e sgocciolare per bene le olive. Asciugarle accuratamente.
  2. Scegliere il ripieno per le olive. Nel mio caso Massi è ghiotto di peperoni e quindi ha scelto quelli. Li ho tritati in quadretti sufficientemente piccoli da farli entrare nel buchino del nocciolo dell'oliva e le ho farcite tutte. In alternativa ai peperoni si possono mettere capperi, formaggio tipo fontina, würstel o quello che la fantasia suggerisce.
  3. Formare tante palline di pasta leggermente più piccole dell'oliva, appiattirle con le dita abbastanza sottilmente e utilizzarle per rivestire le olive.
  4. A questo punto per chi ha tempo a sufficienza lasciarle su un vassoio in frigo per almeno 2 ore.
  5. Scaldare il forno a 170 °C, disporre le olive su carta da forno su una leccarda distanziandole l'una dall'altra.
  6. Infornare in forno ventilato e a metà altezza. 10 minuti dovrebbero essere sufficienti per ottenere una bella doratura, in caso contrario prolungare la cottura.
Note:

Per assicurarsi che dorino uniformemente dopo 5 minuti aprire e dare una bella scrollata alla teglia in maniera che ruotino e cuociano anche su altri lati (se così si può dire per delle palline!).
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Le ho fatte e rifatte, anche in varie versioni e che anche se non ho rispettato i tempi di riposo in frigo post-rivestimento delle olive per mancanza di tempo, vengono sempre molto buone lo stesso. Nell'ultima versione (quella fotografata) mi sono limitata a 45 minuti in frigo a 6 °C e le ho farcite con peperoni gialli crudi, ma si possono scegliere anche altri tipi di ripieno come indicato nella ricetta.


Buone, buone, buone!


Ode al Rosmarino

Rinomato per il suo profumo sopraffino
nell'orto immancabile è per me il rosmarino,
che delle spezie certamente è la regina
e presenza irrinunciabile nella mia cucina,
poiché trasforma in un piatto eccezionale
anche la ricetta più semplice e banale.
Ogni volta regala un trionfo di sapori,
inutile dirlo: delle papille è il rubacuori!
Buono con l'olio, il pane ed i pinoli
non lo risparmio nemmeno sui fagioli.
Tenace anche al più temibile diluvio
con la salvia realizza uno splendido connubio,
tanto che il suo profumo ogni volta m'incanta
se ci penso già parte un brontolio nella panza,
e viene svelta l'acquolina in bocca
che la fame dal mio stomaco trabocca.
Impossibile adesso la tentazione sopportare
in cucina corro svelta a spadellare.
La mia mano tre rametti afferra in fretta
per preparare questa formidabile ricetta
dove invece che degli ingredienti l'esaltazione
fa sì che il rosmarino qui la faccia da padrone!

Elena - Zonzolando ©

Pasta con pesto di pinoli e rosmarino ricetta pinenut and rosemary pesto pasta recipe

Spaghetti al pesto di pinoli e rosmarino

Preparazione: 5 min.Cottura: 15 min.Riposo: nessuno
Porzioni: 4 Kcal/porzione: 500 circa
Ingredienti:

  • 360 g di spaghetti
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 60 g di pecorino (o Parmigiano Reggiano)
  • 30 g di pinoli
  • 1 rametto di rosmarino
  • 7-8 foglie di salvia
  • 1 noce di burro
  • ½ bicchiere di vino bianco
  • 2 spicchi d'aglio
  • ½ cipolla piccola
  • 1 peperoncino piccante secco
  • Sale e pepe q.b.
Preparazione:

  1. Buttare la pasta in acqua bollente salata.
  2. Mentre cuoce la pasta, rosolare in una padella la cipolla ben tritata nell'olio, il burro ed il trito fino di rosmarino, salvia, aglio e pinoli.
  3. Sfumare con il vino bianco ed aggiungere il peperoncino appena schiacciato.
  4. Cuocere a fuoco lentissimo per 10 minuti.
  5. Scolare la pasta al dente, versarla in una zuppiera e condirla con il sugo al rosmarino e pinoli e con una bella spolverizzata di pecorino grattugiato.
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Un piatto profumato, delicato e velocissimo da preparare.


Il mio rosmarino in vaso. Ogni volta che strappo un rametto mi pare di rovinarlo tanto è bello.



Purtroppo in questo periodo non riesco a stare al passo fra i piatti che escono dalla mia cucina e l'ordine con cui pubblico le ricette. Rimango sempre indietro.

Oggi presento la ricetta di una torta che ho eseguito a fine agosto in occasione del compleanno di una persona speciale: Rosetta, mia suocera.
Sì, lo so: dire che la suocera è speciale è come dire che gli asini volano, eppure evidentemente almeno una eccezione c'è. Niente veleno in questa ricetta, niente speranza del boccone di traverso, o quadrupla dose di burro per puntare a un bell'infarto, ma solo tanta dolce, soffice e genuina bontà... come lei!

Torta ricotta e pere buonissima ricetta Pear and ricotta cake yummy recipe

Torta di ricotta e pere

Preparazione: 60 min.Cottura: 40 min.Riposo: 6 ore
Porzioni: 12 Kcal/porzione: 320 circa
Ingredienti:

Per la base:
  • 80 g di zucchero
  • 60 g di farina 00
  • 2 tuorli + 1 albume (o anche intero)
  • 60 g di burro
  • 100 g di nocciole
  • 1 cucchiaino di lievito
Per la farcitura:
  • 200 ml di panna da montare zuccherata
  • 500 g di ricotta
  • 120 g di zucchero
  • 3 pere William o Kaiser ben mature
  • 2 cucchiai di cognac (o brandy)
Per la decorazione:
  • Qualche fettina di pera sottile
  • Nocciole caramellate
  • Zucchero a velo
Preparazione:

Per la base:
  1. Spellare le nocciole intere dalla pellicina cuocendole per 3-4 minuti in acqua bollente. Scolarle per bene, avvolgerle in un panno asciutto e sfregarle fra di loro energicamente; la pellicina si staccherà facilmente. Asciugarle e metterle in forno a 90 °C per qualche minuto a tostare.
  2. Una volta pronte tritarle finemente insieme alla farina e al lievito in un mixer.
  3. Montare i tuorli e l'albume insieme e a lungo in modo che aumentino notevolmente di volume.
  4. Aggiungere le nocciole con la farina e il burro fuso, mescolare per amalgamare bene il composto e poi versarlo in una teglia con ø 24 cm precedentemente imburrata e infarinata (o rivestita con carta forno).
  5. Infornare in forno già caldo a 180 °C per 15 minuti. Controllare la cottura con uno stecchino.
Per la farcitura:
  1. Sbucciare, pulire e tagliare a cubetti non troppo grossi (2-3 cm) le pere e farle rosolare con 60 g di zucchero, un po’ di acqua e il cognac. Una volta pronte lasciarle raffreddare.
  2. Montare la panna assieme al restante zucchero, poi unire la ricotta e infine le pere mescolando dal basso verso l'alto.
Assemblaggio e decorazione:
  1. Tagliare la base, una volta raffreddata, a metà in due dischi uguali.
  2. Rivestire la tortiera con carta forno sia sul fondo che sul bordo. Riposizionare un disco nella tortiera e stendere la farcitura poi ricoprire con l’altro disco.
  3. Mettere in frigo a riposare per almeno 6 ore.
  4. Togliere il cerchio laterale e la carta forno. Decorare a piacere con pere, zucchero a velo e nocciole. (Nel mio caso, poco prima di servire, ho affettato sottilmente una pera scegliendo le 4 fette centrali. Le ho disposte a raggiera e saldate con una goccia di caramello. Infine ho decorato con zucchero a velo e nocciole caramellate).
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P.S.: nessuna smanceria o "leccaculismo" in questo post visto che la mia super suocera nemmeno usa il PC! Brindo a lei e alle suocere come lei, instancabili lavoratrici che sanno dare e ricevere e che fanno tutto con infinito amore. Brindo a Rosetta anche perché mi ha dato e cresciuto il mio Massimiliano così com'è! :-)


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